Autore: Luis Sepúlveda
Anno:1996
Editore:Ugo Guanda Editore
Traduzione:Ilide Carmignani
ISBN:88-7746-985-4
Pagine:73
Trama: Un killer, assoldato per una missione particolare, deve far conto con la propria vita personale e le stranezze del nuovo caso, arrivando così a conseguenze del tutto inaspettate e ad un finale impensabile.
A poco tempo dalla lettura di un altro libro di Sepúlveda, mi trovo nuovamente a confrontarmi con l'autore cileno. E, devo ammetterlo, ci guadagna.
Mentre la raccolta Una Sporca Storia non mi aveva convinta del tutto, nonostante mi fosse piaciuta, questo librettino di meno di 100 pagine è riuscita a farmi invaghire dello stile dello scrittore, che in questo caso è perfetto per la storia che deve raccontare.
Del protagonista non sappiamo nulla, nemmeno il nome: solo che è un killer, abbastanza bravo da mettere via un bel gruzzolo, e che ha una ragazza francese, un gran pezzo di donna, come ripete spesso. In effetti, nemmeno di lei sappiamo il nome; in effetti, solo il bersaglio ha un nome ed una figura ben definita: tutti i restanti personaggi sono appena accennati, lo stesso protagonista è appena abbozzato, fisicamente parlando. Eppure, la loro presenza è incredibile.
Il punto di vista soggettivo, il sarcasmo lucido (decisamente divertenti le invettive sottintese contro i tassisti) e la doppia natura del killer (uomo e assassino, condizione che si riflette anche nei dialoghi allo specchio, ottimi secondo me), che non viene analizzata e giudicata ma viene semplicemente mostrata al lettore, sono ciò che rendono il protagonista molto interessante, intrigante e difficilmente dimenticabile.
Ho provato anche molta empatia nei suoi confronti, per i modi di fare arrabbiati e frustrati nei confronti della sua ragazza francese: essere lasciati così non è mai una bella cosa. Il fatto che lui continui a fare il duro e si appelli ai principi base della professione (a proposito, come fa Sepúlveda a conoscere così bene le tecniche e le regole dei killer? E' una domanda che mi pongo dall'inizio del libro!) è un metodo di fuga dal pensiero costante che è comprensibile e che ha toccato almeno una volta chiunque sia stato lasciato, penso.
L'intreccio della storia non è troppo complicato, e avevo già indovinato alcune cose che dovevano dare l'effetto sorpresa del finale a circa 3/4 del libro; eppure la conclusione è fantastica, e sorprende. Non mi sarei mai aspettata che finisse in questo modo, ma devo dire che in fondo era anche l'unica soluzione possibile.
Inoltre, come sempre, l'autore coglie l'occasione per rintuzzare la polemica contro il governo statunitense, nella figura del bersaglio; non rivelo nulla per non dare spoiler. E' una costante del cileno e penso che in fondo me lo aspettassi, di trovare qualche riferimento socio-politico.Un killer sentimentale, sì, ma un killer. Sepúlveda non lo dimentica mai durante la narrazione, e per questo ci regala un libro realistico e, soprattutto, ben scritto.
Voto:
8,5
Frasi e Citazioni che mi hanno colpita...
- C'è una possibilità su un milione che qualcuno ci riconosca, ma la legge di Murphy pesa come una maledizione sui professionisti.
- Evidentemente capì, perchè dopo aver cantato le lodi di un certo matador a cui le donne lanciavano i reggiseni, passò a lamentarsi degli arabi, dei negri, degli zingari, di quei terroni dei sudamericani, e di tutta l'umanità che non corrispondeva ai suoi canoni di nanerotto europeo puzzolente di fritto. Ancora una volta deplorai l'assenza di una quarantacinque nella mia mano destra.
- Prima di portare a termine un incarico cerco di dormire molto e il modo migliore per farlo è evitare i sogni, quei territori in cui veniamo portati senza che ci sia chiesto se vogliamo andarvi.
- "Di cosa ti occupi?" chiese accarezzandomi la peluria sul petto. "Ammazzo uomini. Sono un assassino. Un killer." "Come Leon? Hai visto il film?" "Sì. Come Leon. Ma non sono un cretino."
Ciao e buoni libri :D
Cami
Nessun commento?! Rimediamo subito.. :)
RispondiEliminaIl libro l'ho letto ai tempi del liceo, però il finale ad esempio lo ricordo bene. La tua analisi è corretta, Sepulveda fa sempre dei riferimenti socio-politici, più o meno espliciti.
Il libro l'ho a casa e mi hai fatto venire voglia di risfogliarlo...
Ti cito qualche altra frase:
"Servì due whisky, unimmo i bicchieri, bevve e chiuse gli occhi. Era un uomo meritevole e mi preoccupai che il primo pezzo di piombo lo cancellasse subito dalla lista dei vivi".
"Mi venne voglia di puntargli la canna di una quarantacinque alla nuca per fargli chiudere il becco, ma non avevo attrezzi con me, e poi un professionista non se la prende mai con un cretino, nemmeno se è un tassista".
Un vero professionsta il nostro killer!
Ricordo la scena col tassista! Sarcastica e d'umorismo un po' nero! Ne ho citato anche io un pezzo :)
EliminaGrazie per aver commentato :D
Sapreste dirmi la città in cui venne pubblicato il libro? :D
RispondiEliminaLa sede della Guanda è a Parma, quindi Parma è la città in cui è stato pubblicato il libro in Italia :)
EliminaSe invece ti interessa la città della pubblicazione originale, dovrò fare qualche ricerca in più. Fammi sapere :)
Non ti preoccupare, va benissimo. Grazie mille :)
RispondiEliminaFigurati! :)
EliminaSecondo voi, qual è il messaggio del libro?
RispondiEliminaGrande romanzo! E guardate un po' a cosa stiamo lavorando:
RispondiEliminahttp://diariokillersentimentale.wordpress.com/
https://www.facebook.com/diariokillersentimentale
Uno spettacolo teatrale! Non il solito monologo/lettura, ma molto di più! :)
Ma che bella idea! Mi sembra un ottimo progetto, spero che tutto proceda per il meglio. In bocca al lupo per la messa in scena :)
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