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venerdì 18 dicembre 2009

Yucatan - Andrea De Carlo

Titolo:Yucatan
Autore:
Andrea De Carlo

Anno:1986

Editore:
Bompiani
ISBN://

Pagine:195

Trama:
Dave, assistente del regista Dru Resnik, racconta dal proprio punto di vista il viaggio che porterà lui, il suo capo e un produttore nello Yucatan, alla ricerca della storia che permetterebbe di produrre un nuovo, sensazionale film. Tuttavia, le cose procedono in modo sempre più strano, conducendoli ben lontani dall'obbiettivo originale.


I libri di De Carlo mi lasciano sempre qualcosa di indefinito, qualcosa che mi fa perennemente oscillare tra le 2 e le 3 stelline, a seconda: perchè leggere i suoi libri è un piacere, perchè solitamente sono scritti bene, ma (ed è un grande ma) spesso sembrano incompleti, mancanti di trama o di senso logico e in alcuni casi, tra i quali questo, la narrazione scorre veloce, ma la storia sembra legata ad un macigno.

Questo è uno di quei libri che mi hanno lasciata un po' insoddisfatta, sia per la trama quasi inesistente, sia per i personaggi, che sono delle macchiette, caratterizzati a metà, tali da sembrare perennemente incompleti. Ad esempio, io posso dire che Dru, il regista, è un uomo che ama poter fare il divo e che ama avere molte donne, ad un certo punto viene detto che ce ne sono solo tre importanti per lui (mi permetto di dire che è stato uno spunto che poteva essere utile, se non fosse stato palesemente ignorato), ma non molto di più. Ora, come faccio io ad appassionarmi ad una storia dove quello che dovrebbe essere uno dei protagonisti principali mi fa solo fare un gran mucchio di sbadigli?
Per non parlare della perenne aria di superiorità filosofico-artistico-trascendentale che sembra circondare i nostri tre prodi per tutta la durata del libro; saccenti come se fossero gli unici al mondo ad avere la mente e gli occhi veramente aperti, mentre il resto è solo un insieme di stupidi turisti medi. Ammetto che, non essendo nemmeno sostenuta da una trama come si deve, questa scelta ha urtato non poco i miei nervi.
Inoltre, le dinamiche dei rapporti personali tra i vari personaggi e tra i personaggi e il mondo esterno sono assurde. Senza capo nè coda. Prima uno è l'amore della tua vita, subito dopo non ne sopporti la vista... certe scelte drastiche si possono fare solo se supportate da eventi letterari decenti, e io non ne ho letti.
Senza contare tutto questo concentrarsi sugli avvenimenti "mistici" in stile voodoo che sinceramente non sono stati ben spiegati: se si inseriscono degli elementi sovrannaturali, il lettore si aspetta come minimo che, entro la conclusione, questi siano spiegati, o per lo meno che gli vengano spiegate le motivazioni per cui questi sono avvenuti. L'autore qui invece sembra essersi divertito ad inserire fatti inspiegabili senza fornire assolutamente nulla per sostenerli.

Mi dispiace dover essere così cattiva, anche perchè l'idea di fondo poteva essere buona: questo personaggio sconosciuto che sembra seguire i protagonisti e mandargli messaggi, preparare qualcosa di grande, avrebbe potuto essere una storia emozionante; tuttavia, benchè De Carlo sia bravo a descrivere le incogruenze dell'animo umano e anche alcuni paesaggi suggestivi, forse in questo libro s'è perso un po' troppo, tralasciando la trama tanto da far sembrare il libro un "esercizio descrittivo". Se a questo si aggiunge la conclusione, che mi è sembrata piazzata lì per caso, quasi non si sapesse come mettere il punto finale alla storia...

Insomma, De Carlo può dare molto, ma molto di più.

Voto:

6


Frasi e Citazioni che mi hanno colpita...

  • Il fatto è che per quanto io mi sforzi di ottenere un equilibrio tra le persone che mi interessano e le diverse componenti del mio lavoro e i luoghi e i tempi e gli oggetti, finisce sempre per essere un equilibrio truccato e irregolare, composto di squilibri interni messi in modo da compensarsi l'uno con l'altro con l'aiuto di piccole leve e contrappesi nascosti. E' un equilibrio di sensi di colpa e proiezioni in avanti e promesse e finte garanzie molto più che di dati di fatto, nessuno si sognerebbe mai di considerarlo un punto di partenza per altre incasellature.
  • E' incredibile come uno riesce a convincersi delle illusioni di stabilità che si è costruito man mano, finchè di colpo si dissolvono e lo lasciano esposto, in preda ad una paura attiva e concentrata.
  • Chiunque respira e si muove in un'area racchiusa tutta la vita, e se i muri che ha intorno non gli lasciano vedere cosa c'è appena oltre quando più gli interessa, allora tende a guardare in alto e immaginare sopra di sè altri perimetri relativamente più grandi e meno facili da percorrere.

Buone letture :D

Cami


4 commenti:

  1. Ciao, credo che De Carlo abbia volutamente lasciato indefinito ogni personaggio e che i rapporti descritti tra di loro siano quelli reali, come li ha vissuti quando fece quel viaggio. Il racconto è quello di una sua esperienza di vita, e con esso ha trovato il pretesto per esprimere concetti racchiusi nelle frasi che tu stessa hai citato.
    "il fatto è che per quanto io mi sforzi di ottenere un equilibrio tra le persone che mi interessano e le diverse componenti del mio lavoro e i luoghi e i tempi e gli oggetti, finisce sempre per essere un equilibrio truccato e irregolare" ... ho come avuto l'impressione che sia riuscito pienamente a renderne l'idea lasciando nelle sue descrizioni approssimative e surreali dei contorni indefiniti.
    Sto per leggere Pura Vita, comprato da tempo ma mai iniziato. Ti farò sapere che impresisone mi ha fatto.
    Ciao.
    Marco.

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  2. Ciao :)
    Non sapevo fosse il racconto di una sua personale esperienza, questo rende la lettura più interessante - tuttavia, continuo a ritenere che il suo non sia stato totalmente artificio letterario perché ho letto altri libri di De Carlo in cui esprime meglio il "surrealismo dei contorni", come dici tu. Che dire, il mondo è bello perché è vario :)
    Non ho mai letto "Pura Vita", mi farebbe piacere se tu mi facessi sapere che ne pensi!
    Ciao!

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  3. Ciao, ho letto "PURA VITA". Ho trovato interessanti molti concetti, anche se la trama è un po' povera di contenuti.
    Mi piace il suo modo di scrivere,in qualche modo mi stimola la mente.
    Ma credo che avrebbe dovuto trovare un modo più professionale di inserire i suoi pensieri tra le righe di un racconto che doveva essere più corposo.
    Ho letto solo questi due libri e mi è sembrato più concentrato nel trovare il modo di inserire teorie, di provocare il lettore, piuttosto che di costruire una storia affascinante e intrigante.
    Ciao a presto.
    Marco.

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  4. Ciao! Ho ritrovato alcuni dei concetti di cui parli nei libri di De Carlo che ho letto - e i suoi libri più belli sono proprio quelli in cui non cerca di parlare più forte dei suoi personaggi, ma lascia che siano loro stessi a dire ciò che devono. Anche perché di per sé, come noti tu, ha un bel modo di scrivere.

    Buone letture!

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