Autore:Michel Faber
Anno:2002
Editore:Giulio Einaudi Editore
Traduzione:Monica Pareschi & Elena Dal Pra
ISBN:88-06-16410-4
Pagine:985
Trama:la vicenda segue la vita di Sugar, una prostituta di Londra, mentre tenta di risalire i gradini della scala sociale; attorno a lei prenderà vita una galleria di personaggi, in particolare William Rackham e la sua famiglia.
Il Petalo Cremisi e il Bianco, quando lo si approccia per la prima volta, fa un certo effetto.E' un volumone bello spesso, con le pagine sottili, i caratteri di stampa piccoli (non troppo, sia chiaro): tutto sembra suggerire che questa storia, impressa su quasi mille pagine, si trascinerà a lungo, come fosse infinita...
Niente di più sbagliato!
Tutto scorre con la dovuta velocità, grazie alla scrittura semplice ma d'effetto di Faber e alla sua capacità di farci appassionare alla storia che racconta, trascinandoci, in veste di osservatori, nella vita di Sugar. Lei, la prostituta di cui non sappiamo neppure il vero nome, si rivelerà un personaggio intrigante, intelligente, a cui è facile affezionarsi: una vera e proprio protagonista a tutto tondo, di cui seguiamo, guidati dalla voce narrante, lo sviluppo personale.
Questa voce narrante, tra l'altro, è una caratteristica non da poco del romanzo: sin dalle prime parole si rivolge al lettore, blandendolo, trascinandolo immediatamente per le strade di Londra, per porlo di fronte alle persone "giuste" per entrare nei salotti dell'alta società. Non è un personaggio che poi incontreremo fisicamente, eppure ha una sua consistenza; non si intromette mai troppo, anzi, è in un certo senso "silenzioso", con alcune eccezioni facilmente perdonabili, come ad esempio nelle prime pagine del romanzo.
Non so dire perchè, ma questa voce me la sono sempre immaginata, mentre leggevo, come una donna alta, in un certo senso regale, ma con lo sguardo sbarazzino di chi sa più di te e una cascata di boccoli scuri. In fondo è questa la forza della letteratura, no? Creare delle immagini dove non sussiste nemmeno una descrizione, basandosi semplicemente su come un personaggio (perchè, ripeto, questa Voce è un personaggio secondo me) si esprime.
Tuttavia, è proprio nelle descrizioni che Faber dimostra di saper scrivere: nel riportare al lettore le azioni dei personaggi l'autore segue i loro movimenti, i loro gesti, come se fosse una telecamera nascosta vicino a loro. Quando descrive i movimenti, le espressioni, le caratteristiche fisiche, sembra aver di fronte un modello in carne e ossa; in tal modo, ovviamente, la sensazione di osservare qualcosa di reale passa anche a chi legge, rendendo il tutto davvero piacevole e creando un forte legame emotivo.
Senza contare il fantastico affresco della Londra dell'ultimo quarto del XIX secolo, frutto di ben dieci anni di ricerche; ogni dettaglio è stato controllato, rendendo lo sfondo realistico e "vibrante", come se man mano si rivelasse al lettore.
Il tutto, poi, così poco legato all'immagine romantica che abbiamo degli anni ottocenteschi! L'ideale dell'eroe maledetto, in questo romanzo, lascia lo spazio al protagonista indiscusso del nuovo secolo: il proprietario d'industria, come William Rackham. Allo stesso modo, la dolce dama pura e innocente, perfetta metà dell'uomo d'epoca romantica, viene sostituita da una figura più consona, quella della donna di malaffare; oppure, in quello della moglie costretta in un ruolo che non le appartiene del tutto, come Agnes Rackham. Di questi personaggi fondamentali vi parlerò tra poco.
C'è un unico punto negativo riguardo alle descrizioni: ho trovato alcune scene di sesso un po' troppo gratuite. Ovviamente, parlando di una prostituta, non si potevano nè, soprattutto, dovevano evitare; però, sebbene la maggior parte di queste scene sia necessaria, ho trovato altre scene decisamente inutili, inserite senza una vera motivazione o utilità. Per fortuna, c'è da dire che non sono mai eccessivamente volgari, anche quando vengono trattate alcune perversioni molto fetish.
Ma torniamo ai personaggi, che costituiscono l'anima di questo romanzo: i protagonisti principali sono Sugar, come vi ho già detto, William Rackham e sua moglie Agnes. In più, meritano una menzione speciale Mrs. Fox, Henry Rackham,Caroline e Sophie.
Tutti loro fanno parte di un mosaico vero, vivo, formato da pezzi imperfetti e per questo di valore, perchè sono i difetti e i pensieri "storti" che rendono memorabili dei personaggi.
Da quando la si incontra, come ho già detto, la protagonista indiscussa è Sugar.
Mi ha colpita molto la presentazione di questo personaggio, che sembra quasi divisa in due parti: la prima, in cui ci viene mostrata insieme a William Rackham, attraverso il suo punto di vista, e la seconda in cui invece seguiamo lei stessa. La differenza è sconcertante: la creatura angelica conosciuta dall'industriale, così acculturata, così posata, così poco prostituta all'apparenza ma poi pronta a rientrare in quei panni, è in realtà una creatura falsa, che porta dentro sè un rancore rabbioso che sfoga in una maniera tutta personale, che non vi svelo ovviamente. Sono rimasta oltre modo sorpresa leggendo e devo ammettere che mi è piaciuto molto: non sarebbe stata realistica una ragazza così giovane, costretta a lavorare in quell'ambiente dalla tenera età, che si comporta come se il mondo fosse rose e fiori. Tuttavia, passo dopo passo, attraverso la conoscenza e la relazione con Rackham, Sugar sembra cambiare. Sembra trasformarsi, appassendo in certi casi, rifiorendo in altri, in cerca di una svolta e quasi di una sorta di redenzione; non dalla sua attività, per cui non prova alcun senso di colpa, ma per alcuni suoi gesti e pensieri. Si arriva a provare empatia e affetto per questa creatura, che si mostra talvolta così fragile, altre volte così maligna. E' forse lei che incarna i rimasugli dell'ideologia dell'eroe romantico, di cui vi parlavo all'inizio, almeno per la prima parte del romanzo: così piena di passione e sentimenti distruttivi, così coinvolta e pienamente dentro ogni episodio della sua vita.
Mi è piaciuto molto come Faber ha delineato i rapporti con William, sempre "ambigui" (lo ama, o non lo ama?), oppure gli incontri con Agnes; sono rapporti veri, che non sembrano svilupparsi per ragioni di trama, ma semplicemente perchè così sarebbero nati e cresciuti nella vita vera.
Inoltre, trovo che anche la descrizione fisica sia impeccabile: la cascata di capelli rossi di Sugar, il corpo efebico, pulito e curato (cosa rara, all'epoca), intaccato però da una malattia della pelle, la psoriasi, che sembra disegnare dei "ghirigori" magici sul suo corpo. E' l'autore che ci informa del nome della malattia, ma con una sola frase che non influisce assolutamente sul ritmo di lettura, scongiurando così il temuto effetto infodump (la mania di certi autori di riempire pagine e pagine di informazioni che al lettore non interessano). Lo stesso tono, per fortuna, verrà ripetuto anche quando verrà spiegato un problema di Agnes Rackham, che renderà più comprensibile questo personaggi così particolare.
Parliamo proprio di lei, Agnes. Purtroppo, lei è un punto dolente per me: pur essendo uno dei personaggi principali, non mi ha suscitato particolare interesse ed è probabilmente per questo che ritengo che molte scene in cui lei è protagonista fossero inutili ai fini della storia. Inoltre, nonostante tutto ciò che di lei ci viene raccontato, non mi ha commossa particolarmente: è una donna rimasta bambina, viziata, succube di manie e paure che la spiegazione del suo problema (come vi accennavo prima) non aiuta assolutamente a considerare meno irritanti. Anche gli spezzoni tratti dai suoi diari, per quanto ovviamente ben scritti, non mi hanno coinvolta più di tanto.
Anche il suo rapporto con William, benchè fondamentale, mi è sembrato piuttosto scialbo.
Proprio lui, William Rackham, sembra il ritratto dell'uomo del suo tempo. Prima uomo dedito solo al proprio divertimento, eterno secondo, con velleità letterarie destinate a non realizzarsi mai, che proprio per permettersi il suo piacere comincia ad informarsi, a prendere le redini dell'azienda di famiglia. Ciò che mi ha più colpito di lui, oltre alla cieca fiducia che ripone in Sugar, è il fatto che il suo aspetto fisico sembra mutare insieme alla sua psiche: verso la fine del libro il corpo di Mr. Rackham diverrà la perfetta trasfigurazione della sua mente. Soprattutto un evento lo cambierà fatalmente, avvenimento le cui conseguenza Faber riesce a rendere in maniera ottimale. Il cambiamento, a livello psichico, è evidente, graduale e ben gestito.
Non si può fare a meno di provare pena per quest'uomo, per buona parte del romanzo; salvo poi ricredersi, arrabbiandosi, quando nella girandola di eventi che è il finale di questo libro si comporterà nel modo in cui il lettore sapeva si sarebbe comportato, sperando tuttavia di essere smentito. E' un personaggio che in fondo mi è piaciuto, nella finzione letteraria, ma che probabilmente non gradirei se lo conoscessi nella vita vera; un sentimento abbastanza strano, vero?
Gli altri personaggi che ho citato, qualche paragrafo fa, sono tutti "secondari", ma non per questo meno caratterizzati: ho amato moltissimo la forza quieta e instancabile di Mrs Fox, la tranquillità pacata e la sofferenza profonda e sincera di Henry, anche se ho maledetto la sua indecisione, l'ingenuità di Sophie, così sola, e la spumeggiante personalità di Caroline, che incontriamo nelle prime pagine e che, lo ammetto, mi sarebbe dispiaciuto non vedere più. Sin da quando è comparsa mi ha suscitato un'immediata simpatia e sono felice che, come in un cerchio perfetto, tutto cominci e finisca con lei.
Mrs Fox ed Henry sono stati, in molti punti, i miei personaggi preferiti. Trovo che Faber, attraverso loro e le loro storie, ci abbia raccontato momenti di puro sentimento, esprimendo dolore e sofferenza, rabbia e amore, in un modo che mi ha sinceramente commossa. Mi vergogno un po' ad ammetterlo, ma ho versato più di una lacrima durante questi momenti. Non posso parlarne come vorrei, per non darvi spoiler che rovinerebbero la lettura del libro; sappiate solo che sono state alcune delle mie parti preferite.
Ma torniamo a parlare della fine. Lo scrivo non senza una punta di dispiacere: il finale mi ha lasciato a bocca aperta, e non in maniera proprio positiva. Trasmette la sensazione di un'azione urgente bloccata all'improvviso, di un viaggio concluso senza un vero motivo. La Voce, che sembra ti voglia portare in un luogo preciso, ti lascia in un territorio che non presenta indicazioni.
Se, da una parte, ho apprezzato il fatto che rimanga sconosciuto ciò che accadrà, dall'altro, come lettrice, mi sono sentita "defraudata". La Voce mi aveva promesso qualcosa che non ha mantenuto, e per non rispettare un patto col lettore devi avere davvero la storia perfetta, altrimenti salta la fiducia. La storia è molto buona, questo è vero, ma non perfetta; insomma, io ci sono rimasta un po' male lo stesso.
Mi rendo conto di aver scritto un post lungo chilometri, ma erano molte le cose che volevo dire...
Perchè, lo ammetto, è stato triste chiudere questo libro sapendo che non avrei letto ancora di Sugar, William e tutte le altre persone che abitano l'ultimo quarto del XIX secolo in questo sorprendente romanzo.
Voto:
8,5
Frasi e Citazioni che mi hanno colpita...
- I personaggi principali di questa storia, di cui vorresti diventare intimo amico, non sono qui. Non ti stanno aspettando: tu non significhe niente per loro.
- Quale terrificante icore le scorre nelle vene! Che viscere sciagurate e immonde sono le sue, inquinate da ricordi putridi e dall'amarezza del bisogno! Se solo potesse conficcarsi una lama nel cuore, far schizzare fuori la sozzura, farla sgorgare a fiotti, con un sibilo, in una fessura del pavimento, lasciandola pura e leggera.
- Sugar è torturata dal desiderio di dirgli tutto, di esporre le sue più antiche e profonde cicatrici, a cominciare dal vecchio giochetto di Mrs Castaway, quando Sugar camminava appena, di avvicinarsi in punta di piedi al suo lettino e, con un gran svolazzo, strappare le lenzuola dal suo corpo semicongelato. - E' così che fa Dio, - diceva [...] - Gli piace un mondo. -
- -[...] Se la gente vuole l'immortalità, dovrebbe guadagnarsela da sè!
Buone letture a tutti!
Cami
Ho sentito nominare spesso questo libro, ma finora non mi diceva nulla. Ora mi hai proprio convinta a metterlo in wishlist! :)
RispondiEliminaNe sono felice :D Poi fammi sapere cosa ne pensi!
RispondiEliminaNon sono riuscita a leggerlo. Forse non era il momento ma ho trovato la voce narrante particolarmente fastidiosa e auto referenziale e la storia molto... lenta...
RispondiEliminamagari in futuro riproverò..
La Londra ottocentesca è un'ambientazione che mi ispira da sempre. Non avevo ancora sentito parlare di questo libro, lo cercherò!
RispondiElimina@Occhi, all'inizio in effetti la Voce è un po' troppo pretenziosa. Tuttavia, poi, la sua presenza si affievolisce e la narrazione è lasciata più "a sè stessa". Per quanto riguarda la storia, quello penso dipenda dal gusto personale :)
RispondiEliminaSei riproverai, fammi sapere!
@Vele, spero ti piacerà, se mai lo leggerai :) Anche a me colpisce sempre molto la Londra del XIX secolo come ambientazione! :D
Come ti ho gia accennato Camilla, io amo davvero tanto questo romanzo e trovo la tua recensione, come sempre, molto accurata.
RispondiEliminaIl finale è davvero qualcosa che ti uccide, effettivamente... però sai che esiste uan raccolta di racconti legata ai personaggi di 'Il petalo cremisi e il bianco'? Si chiama 'Natale in Silver Street'. Io devo ancora finirlo, leggo un racconto ogni tanto... forse là dentro c'è nascosto qualche pezzo di futuro.
Voce, ti ringrazio :)
RispondiEliminaMi dai una notizia strepitosa *_* Me lo segno subito! Mi farebbe davvero piacere ritrovare certi personaggi di questo libro!
Ciao! Sto scrivendo un romanzo dark-fantasy! Se ti va passa a trovarmi!
RispondiEliminaBuona serata! :o)
Ho letteralmente ADORATO questo libro! Rimane uno dei miei preferiti fra tutti. La capacità affabulatoria e la grazia descrittiva di Faber sono pari solo a quelle dei grandi geni della letteratura.
RispondiEliminaBellissima la tua recensione. Complimenti.
Ti ringrazio moltissimo, Stella :) Mi fa piacere ti sia piaciuta!
RispondiEliminaConcordo con te per quanto riguarda le capacità descrittive, come ho anche scritto mi hanno colpita in modo particolare :D
Bel libro, soprattutto la prima metà mi è piaciuta, sa creare grande atmosfera, senza dubbio. E complimenti, come sempre, per le recensioni!
RispondiEliminaLady, concordo, però devo dire che la seconda metà è piena di avvenimenti che mi hanno commossa :) Ti ringrazio!
RispondiEliminaè semplicemente ME RA VI GLIO SO!
RispondiEliminadimenticavo di aggiungere: Scrivi molto bene e le tue recensioni, ne ho lette un paio or ora, sono veramente, veramente, veramente meravigliose.
RispondiEliminaComplimenti continua così e che una pagina amica possa sempre farti compagnia.
Ti ringrazio, Philip, sei gentilissimo :) Spero davvero di poter avere sempre un libro di fianco a me, come mi auguri!
RispondiEliminaCome ti dicevo nell'altro mio commento, l'ho finito da poco e lo sto ancora metabolizzando in attesa di scrivere la mia recensione. Mi è piaciuto, ma anche secondo me, non è romanzo a tal punto perfetto da gridare al capolavoro. Non tanto per il finale che mi ha lasciato interdetta, ma che poi ho 'digerito' e accettato come un finale giusto per questa storia, quanto per uno stile narrativo che non mi ha convinto. Ho, infatti, trovato la prima parte un pò troppo appesantita da un uso eccessivo della similitudine. Ammetto però la grande capacità descrittiva di Faber, la Londra Vittoriana non puoi solo vederla, ma anche sentirla e annusarla, ti avvolge a 360 gradi e questo è l'aspetto che ho preferito del libro.
RispondiEliminaAd ogni modo, ho trovato la seconda parte del libro molto meglio della prima.
Complimenti per la tua accurata recensione!
Come sempre, ti ringrazio :D
EliminaConcordo con la tua interpretazione del titolo, in fondo potrebbe benissimo riferirsi a Sugar e Agnes, come scrivi nell'altro post; per quanto riguarda la "pesantezza" della prima parte, posso capire di cosa parli, anche se a me non ha procurato questa sensazione :)
Ho scoperto, tra l'altro, grazie a un commento (scritto su questo post, poco più su) che Faber è tornato a descrivere la Londra vittoriana e i personaggi del romanzo in un altro libro - ammetto, sono allo stesso tempo curiosa e dubbiosa, non vorrei farmi troppe aspettative!
Ciao Cami, riguardo il titolo, mi è venuto il dubbio che possa riferirsi anche a Sugar e Sophie. In fin dei conti la vera storia d'amore è tra loro.
EliminaVero anche questo, ma secondo me avrebbe un senso meno forte rispetto al confronto tra Agnes e Sugar!
EliminaCiao Camilla,
RispondiEliminasai che questo romanzo è uno dei miei preferiti? L'ho adorato sin dalle prime pagine. Una cosa che mi porto dentro sono gli odori e i profumi della Londra di allora, una sensazione forte che mi è rimasta anche a distanza di anni.
A differenza di te Agnes invece è uno dei miei personaggi preferiti: uno perché la sua condizione ha permesso che alcune situazioni avvenissero e in più il suo stato, le sue condizioni fisiche fanno capire in che condizioni versavano le donne dell'epoca a cosa andavano ricondotti tutti i mali: ossia all'essere donna!La risposta era semplice e banale, la malattia in sé non esisteva proprio!
Bella recensione, sono interessanti anche i racconti :)
Ciao Caterina!
EliminaLe sensazioni che lascia la scrittura di Faber quando descrive Londra sono molto incisive, non mi sorprende che ti abbiano catturata :)
Per quanto riguarda Agnes, ahimè, non riesco proprio ad essere d'accordo... Condivido il fatto che sia un'ottima rappresentazione della situazione della donna dell'epoca, ma non credo che la malattia non esista; ricordo piuttosto bene un momento in cui Faber spiega che molti dei suoi atteggiamenti sono dovuti a questo suo "problema".
I racconti ancora non li ho letti, alla fine, ma lo farò sicuramente in futuro :)