Buongiorno a tutti, cari lettori e care lettrici!
L’anno nuovo si avvicina e io, onestamente, non vedo l’ora che il 2013 cominci. Ho tante idee e tanti progetti, tante linee che vorrei seguire e portare avanti: i buoni propositi non mancano, poco ma sicuro.
Intanto, aspettando che le ultime ore del 2012 passino, vi pubblico quelle che saranno le ultime recensioni dell’anno: tre libri di genere fantastico, tutti in un modo o nell’altro legati ad un elemento fantascientifico (piò o meno predominante, a seconda) e tutti scritti da autori italiani.
Il primo è l’opera d’esordio di Maurizio Vicedomini e si intitola Myrddin di Avalon.
Pagine:64
Editore:Edizioni Diversa Sinfonia
Anno:2012
ISBN:978-88-96086-46-9
Trama:In un futuro in cui si è riusciti a creare una macchina per viaggiare nel tempo, anche se ancora in fase sperimentale, Eveline Morvilian, studiosa della materia bretone, compie un viaggio non autorizzato per provare la veridicità storica delle leggende a cui ha dedicato tutta la sua vita. Il professor Liam Salger verrà mandato a recuperarla… ma a che prezzo e con quali conseguenze?
Quando ho letto la trama di questo libro nel post che gli ha dedicato Tanabrus ho pensato: “Ciclo bretone e viaggi nel tempo? Dev’essere mio!”. Poi ho avuto quel che si è soliti chiamare una fortuna sfacciata: l’autore sta promuovendo il suo libro su internet e mi ha offerto la possibilità di recensirlo. Ovviamente ho colto al volo l’opportunità!
A fine lettura posso dire che le mie aspettative sono state ripagate: l’autore gioca molto con le leggende bretoni e con l’eventualità che, in un lontano futuro, gran parte della documentazione di cui disponiamo non sia più consultabile, persa per sempre – non solo per quanto riguarda la mitologia, ma per ogni branca del sapere. Aggiungete due protagonisti delineati piuttosto bene (soprattutto visto che l’autore li caratterizza in poche pagine) e con un’idea di storia e destino totalmente differente, e otterrete gli ingredienti principali del libro. Eveline e Liam, infatti, sono agli antipodi: quando si ritroveranno a fronteggiare il passato, si troveranno uniti per forza di cose, ma non saranno mai d’accordo sul modo in cui agire e sul concetto di fato, di possibilità di alterare la storia o seguire il filo rosso della predestinazione.
Quest’ultimo, in particolare, è il tema portante di questo racconto lungo: tuttavia, benché lo ritenga davvero interessante, in certi punti mi è sembrato che per l’autore fosse più importante parlare di questa tematica, piuttosto che sviluppare la storia in sé. Penso che questo sbilanciamento sarebbe stato meno evidente se il racconto fosse stato più lungo – credo che dedicando più spazio allo svolgersi della trama e alla caratterizzazione dei comprimari si sarebbe giunti ad un amalgama perfetto.
Nonostante questo, il libro è davvero scorrevole e intrigante: Vicedomini sa come scrivere narrativa di genere, e non è cosa da poco. Non annoia e, salvo nei momenti di cui ho parlato qualche riga più su, non si appoggia a noiosi “spiegoni”. Le sue idee, che mischiano mitologia, fantascienza, gadget incredibili e personaggi tratti direttamente dalle leggende mi hanno divertita, intrattenuta e anche fatto riflettere un pochino.
Insomma, un’ottima prima prova: visto che l’autore ha pubblicato altre opere più corpose, sono curiosa di vedere se la mia impressione è giusta e se riuscirà a convincermi del tutto con uno sviluppo più articolato.
Il prossimo racconto di cui vi parlerò è di un noto autore italiano di fantascienza, Francesco Verso; il titolo è Due Mondi.
Pagine:24
Editore:Kipple Officina Libraria
Anno:2012
ISBN:978-88-95-41474-4
Trama:Il mondo non è più quello che conosciamo: gli umani si sono evoluti e ora esistono due diverse specie, quella degli Acquamanti e quella degli Aeromanti, che non sono in buoni rapporti. Solo la remota possibilità di trovare una nuova speranza per la Terra porterà alcuni di loro ad unirsi per intraprendere un viaggio da cui dipenderanno le sorti di tutti.
Scrivere questo commento sarà piuttosto difficile perché, in tutta onestà, non ho molto da dire. Un racconto brevissimo che non riesce a creare una storia abbastanza interessante e intrigante – e abbiamo appena visto, con Myrddin di Avalon, che la cosa è più che fattibile.
Non sono riuscita ad apprezzare i personaggi, che secondo me sono più abbozzati che delineati, e non mi sono affatto appassionata alla loro ricerca del luogo in cui sono conservate le sorti dell’umanità. Un vero peccato, perché l’idea di nuove razze sviluppatesi da quella umana è sempre intrigante e foriera di idee e riflessioni.
Personalmente, non ho apprezzato particolarmente anche lo stile dell’autore. E’ indubbiamente riconoscibile e personale, cosa sempre apprezzabile visto che ogni scrittore dovrebbe avere una sua “voce” – tuttavia, non è nelle mie corde. Non è particolare, arzigogolato o altro: semplicemente, non mi ha trascinata nella storia. Forse anche per questo non sono riuscita ad appassionarmici.
Voto:
5
L’ultimo libro di cui vi parlerò è un fantasy di ambientazione nipponica: trattasi di Dark Side: Il Guerriero della Furia di Luca Besia.
Pagine:350
Editore:auto-pubblicato
Anno:2011
ISBN:978-88-90-46503-1
Trama:Siamo in un futuro lontanissimo; il mondo è tornato a una sorta di epoca medievale causata anche dal ritorno di entità sovrannaturali e di poteri occulti. Su questo sfondo si intrecciano due storie: quella di Ryoda, villaggio di Yamato (l’attuale Giappone), custode di una forza malefica causa di guerre e battaglie, e quella di Kane, mercenario vittima di una maledizione.
Recensire libri di esordienti, specie quando decidono di pubblicarsi da soli, è sempre complicato. Da una parte si ammira il coraggio di fare da sé e la fiducia che ripongono nella loro opera; dall’altra, a volte è inevitabile pensare che questa possibilità porti alla pubblicazione di storie ancora acerbe. Questo è il caso, secondo me, del libro di Luca Besia.
La mia opinione, a grandi linee, è questa: l'idea di fondo del libro è ottima, intrigante, piuttosto insolita, e avrebbe potuto essere la base di partenza per una gran bella storia, ma è appesantita da due fattori principali. Questi fattori sono l'introduzione e una certa ingenuità nello stile di scrittura.
L'introduzione è davvero troppo lunga e in percentuale occupa troppo spazio rispetto a quella che è la storia vera e propria del libro. Posso capire l’amore che l’autore prova per lo scenario che ha ideato - che è fantasioso, a modo suo realistico, affascinante, non dico di no!, ma che non era da presentare in maniera così didascalica, quasi da manualetto di saggistica, o da introduzione a un gioco di ruolo. Molti dei dettagli si sarebbero potuti inserire nello svolgimento della storia, senza aggiungere nemmeno troppe scene; molti sono assolutamente inutili alla comprensione delle vicende narrate. Il lettore non può che sentirsi appesantito dopo aver letto la "lezione" sul mondo in cui sta per entrare, iniziando così la storia col piede sbagliato.
Per quanto riguarda lo stile, ho trovato certe "ingenuità" dovute, credo, alla mancanza di esperienza e soprattutto di controllo da parte di un lettore esterno e professionista – indispensabile per sottolineare i punti di forza e limare le debolezze, eliminando i difetti. Purtroppo è un’assenza che in certi passaggi si sente, soprattutto per quanto riguarda il lessico: l’autore usa termini desueti e aulici mischiati a termini più prosaici, descrizioni piene di parole altisonanti - piccolezze che però, essendo ripetute più volte nel corso del libro, infastidiscono chi legge. In certi punti anche la punteggiatura e l’ortografia avrebbero avuto bisogno di un controllo.
Inoltre, la trama si sviluppa su piani temporali diversi e la cosa non è resa chiara fino a oltre tre quarti del libro; questo ha reso la lettura un po’ confusa e quindi meno apprezzabile.
Tuttavia, questa non vuole essere una totale stroncatura: come ho già scritto, le idee dietro alla storia mi sono piaciute molto, e quando finalmente entra in scena Kane le cose si fanno interessanti – è l’unico personaggio, insieme alla guida militare del villaggio di Ryoda, ad avere le basi per una caratterizzazione particolare e tridimensionale; è un peccato che non siano state sfruttate al meglio.
In conclusione, credo che l’autore dovrebbe continuare a esercitarsi, scrivere, scrivere e ancora scrivere, affidarsi a un lettore esterno – non dico un professionista, ma almeno un lettore “forte” – e scrivere di nuovo. Sono certa che, con il tempo e l’esperienza, le sue storie miglioreranno e diventeranno gran belle avventure.
E con queste ultime recensioni vi saluto e vi auguro di salutare al meglio l’anno che va, per accogliere l’anno che viene nel migliore dei modi. Spero che sia pieno di amici, meraviglie, novità e libri!
Vostra,
Cami
Quello di mezzo ce l'ho anch'io (come me lo sono procurato, un giorno te lo dirò, perché è un aneddoto divertente) ma ancora non letto. So che esiste in almeno tre edizioni, una con due racconti (non so se entrambi suoi) e una in inglese. Mi sembra che Verso sia molto proattivo.
RispondiEliminaDi Vicedomini so che bazzica per concorsi e ho almeno un suo racconto a distanza di alzarsi-dalla-sedia. Il terzo è un nome nuovo, ma come genere... Ho fatto fatica a finire "Un lupo nell'ombra" di Gemmell, che è uno dei miei autori preferiti!
Questo per dire nulla di nuovo, solo tanti auguri per l'anno venturo!
Ora sono curiosa, devi assolutamente raccontarmelo!
EliminaVicedomini merita, quindi alzati dalla sedia ;)
Auguri anche a te, buon 2013!
Cos'è che dovevo raccontarti? :P
EliminaCome ti sei procurato il racconto :P E non me l'hai ancora raccontato, ahah!
EliminaAh, giusto!
EliminaBeh, non lo farò neanche ora. Mi mette una certa irritazione... Magari chiedimelo di fronte a un bel caffè, in un momento di debolezza. ;)
Me ne ricorderò v.v
EliminaDei tre ho letto solo Myrdinn, ovviamente, e sono felice che sia piaciuto anche a te.
RispondiEliminaA volte quando parlo degli scritti di persone che conosco, dal vivo o anche solo virtualmente, ho paura di non riuscire a essere totalmente oggettivo :)
Buon anno!
Anche a me capita di avere la stessa sensazione!
EliminaComunque secondo me il tuo post su "Myrddin di Avalon" andava benissimo, era oggettivo quanto basta :)
Buon anno anche a te!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSentir parlare di Maurizio Vicedomini è sempre un piacere. Non ho ancora letto il suo libro, ma un autore esordiente che si fa strada è sempre un'ottima notizia!
RispondiEliminaNon me ne vogliano gli altri due, ma non li conosco (sicuramente per ignoranza mia).
Questa sua novella mi è piaciuta, quindi ti consiglio di provare a leggerla, se sei incuriosita dall'autore :D
EliminaGrazie per l'articolo, Camilla, e grazie anche a Romina per il bel commento (e, per par condicio, anche agli altri :P)
RispondiEliminaUn saluto!
Figurati, è un piacere :D
EliminaIo ho "Il patto della Viverna" di Maurizio Vicedomini ma non l'ho ancora letto, dovrò proprio affrettarmi, mi hai incuriosita! ;)
RispondiEliminaNe sono felice e sono curiosa di sapere cosa ne penserai :D
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