Buongiorno a tutti!
Dopo un periodo di pausa torna la rubrica che risponde alle vostre domande. Gennaio non ha portato chiavi di ricerca troppo assurde, ma non ci ha certamente lasciati a bocca asciutta: questo mese parleremo di molte cose interessanti!
1. Dove e ambientato La lista dei desideri Eoin Colfer
La Lista dei Desideri è ambientato principalmente nella meravigliosa Irlanda, di cui vedremo, seguendo le avventure di Meg e Lowrie, sia panorami più cittadini, sia paesaggi più selvaggi.
Inoltre, ci sono diverse scene ambientate in un Aldilà che non è proprio quello a cui siamo abituati a pensare…
Ho adorato questo libro: per rispondere a questa domanda ho ricominciato a sfogliarlo e, se non mi fossi costretta a rimetterlo a posto, probabilmente avrei finito per rileggerlo!
Inoltre, ci sono diverse scene ambientate in un Aldilà che non è proprio quello a cui siamo abituati a pensare…
Ho adorato questo libro: per rispondere a questa domanda ho ricominciato a sfogliarlo e, se non mi fossi costretta a rimetterlo a posto, probabilmente avrei finito per rileggerlo!
2. G Montesano premio Strega
Giuseppe Montesano, classe 1959, non ha mai vinto il premio Strega; tuttavia, è stato finalista nell’edizione del 1999, arrivando secondo (75 voti) con il romanzo Nel corpo di Napoli. Gli altri candidati erano Corrado Calabrò (Ricorda di dimenticarla), il collettivo Luther Blissett (Q), Nicola Lecca (Concerti senza orchestra), Roberto Pazzi (La città volante) e Dacia Maraini, che con Buio si aggiudicò il premio di quell’anno.
3. Giuseppe Pontiggia mythos
Ne L’Isola Volante Pontiggia affronta, tra i tanti argomenti, anche quello dell’origine della parola mythos. Un’etimologia per certi versi ancora incerta, che lo studioso tenta di chiarire confrontando questa parola con i termini convergenti in greco e in latino: così nasce la concezione di mythos come di “pensiero che si esprime, linguaggio operante”, per usare le parole dello stesso Pontiggia, con il quale è possibile esprimere l’immediata percezione di qualcosa di interiore (il pensiero, il “divino”), “in un atto che era insieme linguistico e religioso”.
Si ipotizza, quindi, l’identità tra linguaggio e pensiero, tra linguaggio ed esistenza: ipotesi suffragate dall’origine della parola, nata probabilmente dall’aggiunta del suffisso –thos alla onomatopea my, che indica il suono più piccolo prodotto da un essere vivente e da cui deriva anche la parola latina mutus (“[…] i muti non dicono di più che mu” riporta Pontiggia, citando Varrone e il suo De Lingua Latina).
E’ un tema veramente interessante e rileggere questo capitolo ora, dopo aver studiato più approfonditamente queste tematiche, mi ha regalato tutta un’altra prospettiva. Grazie, ricercatore anonimo!
Si ipotizza, quindi, l’identità tra linguaggio e pensiero, tra linguaggio ed esistenza: ipotesi suffragate dall’origine della parola, nata probabilmente dall’aggiunta del suffisso –thos alla onomatopea my, che indica il suono più piccolo prodotto da un essere vivente e da cui deriva anche la parola latina mutus (“[…] i muti non dicono di più che mu” riporta Pontiggia, citando Varrone e il suo De Lingua Latina).
E’ un tema veramente interessante e rileggere questo capitolo ora, dopo aver studiato più approfonditamente queste tematiche, mi ha regalato tutta un’altra prospettiva. Grazie, ricercatore anonimo!
4. L'uomo che ride Hugo e Pirandello
Un collegamento che difficilmente avrei fatto e che invece si è rivelato più sensato di quanto pensassi. Purtroppo non ho trovato molti articoli – ma come punto di partenza non c’è male e credo che approfondirò la questione.
Ad ogni modo, questi due grandissimi autori sono collegati (tra loro e a L’Uomo che Ride) nell’analisi della combinazione tra grottesco e sublime e nel tentativo di arrivare all’abolizione dei generi: Pirandello provando dare forma alla sua poetica dell’umorismo, Hugo cercando di superare la pretesa di realismo che si era sviluppata dal ‘700 in poi. I due, però, puntano a risultati diversi: Hugo a una nuova “unità”, Pirandello, invece, a una sorta di “disgregazione”. Una differenza che non sorprende, se si considerano i periodi storici in cui sono vissuti questi due autori.
Vorrei continuare a parlarne, ma non vorrei appesantire troppo il post; vi rimando, quindi, a questa trattazione più approfondita: «L’umorismo» – l’anti-retorica e l’anti-sintesi di un secondo realismo.
Ad ogni modo, questi due grandissimi autori sono collegati (tra loro e a L’Uomo che Ride) nell’analisi della combinazione tra grottesco e sublime e nel tentativo di arrivare all’abolizione dei generi: Pirandello provando dare forma alla sua poetica dell’umorismo, Hugo cercando di superare la pretesa di realismo che si era sviluppata dal ‘700 in poi. I due, però, puntano a risultati diversi: Hugo a una nuova “unità”, Pirandello, invece, a una sorta di “disgregazione”. Una differenza che non sorprende, se si considerano i periodi storici in cui sono vissuti questi due autori.
Vorrei continuare a parlarne, ma non vorrei appesantire troppo il post; vi rimando, quindi, a questa trattazione più approfondita: «L’umorismo» – l’anti-retorica e l’anti-sintesi di un secondo realismo.
5. La grande festa di Victor il solitario trama
“Se suo padre non si fosse messo in testa l'idea che "deve imparare a vivere",adesso Victor non si troverebbe dentro fino al collo in quel pasticcio della festa. Gli invitati dovrebbero essere venti, secondo le disposizioni del papà,ma Victor, il più introverso e solitario dei bambini, è convinto di non riuscire a racimolarne nemmeno la metà. Poi, per quei colpi di fortuna che ogni tanto arrivano imprevisti incontra la direttrice della "Casa del fanciullo" e gli viene l'idea di invitare gli ospiti dell'istituto...”
Da piccola i libri del Battello a Vapore mi piacevano da impazzire – e anche oggi trovo che sia una tra le più belle collane per l’infanzia. Sono certa che mi sarei ritrovata moltissimo in Victor!
6. Penny Parrish è stato fatto un film?
I libri della serie di Penny Parrish, scritti da Janet Lambert negli anni ‘50, erano molto amati dalle ragazze e dalle giovani donne degli Stati Uniti. Raccontano la vita della famiglia Parrish, concentrandosi sulle figure femminili, sulle loro vite e le loro scelte – dando particolare rilievo anche alla loro condizione di “Army Wives/Daughters”, ovvero mogli/figlie di uomini dell’esercito, pur mantenendosi su toni molto solari e spensierati.
Sono stati pubblicati anche in Italia, da diverse case editrici.
I libri sono moltissimi, ma di film neanche l’ombra, mi spiace!
Sono stati pubblicati anche in Italia, da diverse case editrici.
I libri sono moltissimi, ma di film neanche l’ombra, mi spiace!
7. Narratore e focalizzazione Gertrude Hermann
Amico ricercatore, ti sei perso un pezzo! Perché privare Hermann del suo magnifico cognome? E dire che io trovo che suoni così bene. Non pare anche a voi che Hermann Hesse abbia una certa musicalità, come nome?
Tornando ad argomenti più seri, vediamo un po’ cosa si può dire su Gertrude, romanzo giovanile del caro Hesse. Il narratore è Kuhn, compositore, zoppo sin dall’adolescenza: il libro tratta delle sue memorie e del suo rapporto con la Gertrude del titolo e con l’amico Heinrich. Con “focalizzazione” non so bene cosa intenda il ricercatore: se si tratta dei temi che affronta l’autore nel libro, si tratta principalmente dell’opposizione tra apollineo e dionisiaco e della ricerca della pace spirituale, anche attraverso l’arte.
Tornando ad argomenti più seri, vediamo un po’ cosa si può dire su Gertrude, romanzo giovanile del caro Hesse. Il narratore è Kuhn, compositore, zoppo sin dall’adolescenza: il libro tratta delle sue memorie e del suo rapporto con la Gertrude del titolo e con l’amico Heinrich. Con “focalizzazione” non so bene cosa intenda il ricercatore: se si tratta dei temi che affronta l’autore nel libro, si tratta principalmente dell’opposizione tra apollineo e dionisiaco e della ricerca della pace spirituale, anche attraverso l’arte.
8. Tre libri di recente pubblicazione
Ormai sapete tutti che quest’anno ho deciso di non comprare libri nuovi – ma questo non vuol dire che non mi diverta comunque a informarmi sulle nuove uscite! Ecco quelle che mi hanno colpita l’ultima volta che ho curiosato tra gli scaffali/tra le pagine dei blog e dei siti che seguo:
9. Perchè Hemingway ama la guerra
Hemingway non ama la guerra.
10. L’uomo che ride prima traduzione
La prima traduzione di questo meraviglioso romanzo fu redatto l’anno stesso dell’edizione francese, in ben due lingue: italiano e tedesco. Non me ne stupisco, data la popolarità che Hugo già aveva. Le prime traduzioni, quindi, sono entrambe del 1869 e sono a carico di Sonzogno (con sede a Milano) e di Dunder (con sede a Berlino). Purtroppo non sono riuscita a rintracciare il nome dei traduttori, cui spesso non veniva dato il risalto che meritano – cosa che accade ancora oggi, purtroppo.
11. L'elogio del libro nel libro i Ende, La storia infinita
E’ un elogio sincero e appassionato, in cui ogni lettore si potrà ritrovare. Già il fatto di aver ambientato gran parte della propria avventura in un libro che esiste dentro l’opera da lui scritta mi sembra un’evidente dichiarazione d’amore, non trovate?
Ende riesce, senza mai dimenticare la storia che sta raccontando, a elogiare il libro sia come strumento d’evasione, sia come strumento di ricerca e di comprensione di sé stessi. Non è affatto semplice; anche per questo ho amato così tanto La storia infinita!
Ende riesce, senza mai dimenticare la storia che sta raccontando, a elogiare il libro sia come strumento d’evasione, sia come strumento di ricerca e di comprensione di sé stessi. Non è affatto semplice; anche per questo ho amato così tanto La storia infinita!
12. I ragazzi del Coram trama
Quando lessi per la prima volta questo libro, non mi convinse del tutto. Ora, a distanza di anni, penso di averlo letto quando ero ancora troppo piccola per apprezzarlo come si deve: credo che rileggendolo ora mi piacerebbe di più.
E’ difficile riassumere questo libro senza raccontare troppo della sua storia: la trama si sviluppa seguendo più intrecci e stendendosi per un arco temporale piuttosto lungo. Protagonisti sono prima Melissa e Alexander, giovani di belle speranze, colpiti dal destino avverso, poi Toby e Aaron, orfani dell’istituto Coram. Tutti sono alla ricerca della verità, del riscatto, dell’amore perso o mai avuto: a fare da sfondo, la Londra del XVIII secolo, incantata dal Messiah di Händel.
E’ difficile riassumere questo libro senza raccontare troppo della sua storia: la trama si sviluppa seguendo più intrecci e stendendosi per un arco temporale piuttosto lungo. Protagonisti sono prima Melissa e Alexander, giovani di belle speranze, colpiti dal destino avverso, poi Toby e Aaron, orfani dell’istituto Coram. Tutti sono alla ricerca della verità, del riscatto, dell’amore perso o mai avuto: a fare da sfondo, la Londra del XVIII secolo, incantata dal Messiah di Händel.
13. Roald Dahl copertine
Ormai sapete che Dahl è nel mio pantheon degli scrittori, avendomi iniziata alla lettura; e tutti i libri di Dahl sono indissolubilmente legati a colui che è riuscito a dargli le copertine perfette e i disegni più adatti, ovvero Quentin Blake. Il sodalizio tra i due si è rivelato talmente perfetto che dubito ci sia un paese al mondo in cui i libri di Dahl non abbiano le copertine di Blake.
Una bella galleria di queste illustrazioni si trova sul sito ufficiale di Quentin Blake (pieno di chicche, vi consiglio di esplorare le varie pagine!).
Quelle che condivido qui con voi sono tra le mie preferite:
Una bella galleria di queste illustrazioni si trova sul sito ufficiale di Quentin Blake (pieno di chicche, vi consiglio di esplorare le varie pagine!).
Quelle che condivido qui con voi sono tra le mie preferite:
14. Paolo Baumer
Sto leggendo proprio ora questo libro e vi assicuro che solamente leggere il suo nome, qui, mi procura un groppo in gola.
15. Sepulveda e il concetto di patria
Domanda molto interessante. Personalmente, credo che questo autore senta molto il concetto di patria: è stato in prigione cercando di creare un futuro migliore per il suo paese, il Cile, è stato torturato, è stato esiliato e si è dovuto rifugiare in paesi lontani dalla sua casa – sempre per combattere per i propri principi e per dare libertà e stabilità alla propria terra. Non so quale sia il suo esatto concetto di patria: sento di poter dire, però, che non è cieco nazionalismo, non è oppressione delle libertà umane e individuali, non è per la guerra, le ingiustizie e i dittatori.
Con quest’ultima risposta vi saluto, cari amici lettori! Spero di avervi mostrato ricerche interessanti e risposte pertinenti. Tutte queste domande stimolano il mio desiderio di apprendere.
Vi auguro di passare una buona Domenica, in compagnia di tante ottime letture!
Vostra,
Cami
Oh, santo cielo! Di Penny Parrish ci sono moltissimi libri?
RispondiEliminaIo sono rimasta a uno.
Devo assolutissimamente informarmi meglio!
E recuperare!
Dovrebbero essere 6, se le mie ricerche sono esatte :)
EliminaLieta che l'informazione ti sia utile!
Utilissima ;)
EliminaAnche se mi è preso un colpo (in senso positivo) ;P
Cmq mi sono informata: i 6 di Penny li ho (in un'edizione ereditata da mia mamma che li raccoglie tutti - pensavo fossero un libro unico) però ci sono poi le storie sugli altri personaggi. Una marea...
olè ^_^
Olè! :D Buona lettura, allora!
Eliminapotrei saper quale è il titolo del sesto volume del libro di penny parrish, il mio si ferma a praticamente perfetto ma ce n'è un altro di cui non so il titolo
EliminaIn inglese si intitola "The reluctant heart" (letteralmente, "Il cuore riluttante"), è stato tradotto come "Penny, cuore inquieto" e pubblicato in Italia nel 1955. Ho trovato queste due schede sul sito del catalogo generale delle biblioteche italiane:
Eliminahttp://tinyurl.com/q6g6fu9
http://tinyurl.com/p3qf54u
Se guardi in fondo alla scheda, c'è la sezione "Dove si trova", così puoi sapere se è disponibile in una biblioteca della tua zona :) Buona lettura!
Penny Parrish! da piccola ho letto, riletto, straletto, ristraletto Cinque sorelle d'america di Janet Lambert...Un volumone immenso (o almeno mi sembrava all'epoca)
RispondiElimina*_*
Pensa che io prima di questa chiave di ricerca non ne avevo mai sentito parlare ><
EliminaSembra davvero una storia carina, di quelle piene di positività :)
Quando ero piccola io, esistevano si è no due librerie in tutta la città, che fungevano più da cartolerie che da librerie. I libri per ragazzi non erano altro che classici travestiti da libri per ragazzi e non c'era granché oltre alla Alcott per le ragazzine e Holmes per i maschietti, più pochi altri. Esauriti quelli, non restava che la rilettura. Questo della Lambert fu una chicca scovata dai miei genitori e lo comprarono solo perché era lungo circa 600 pagine: pensavano che così sarebbe durato un sacco (illusi!)
EliminaBello bello. Ma devo dire che tutte le letture fatte da piccola sono sempre state magnifiche!
Eh, anche adesso, nel paesino dove vivo, non c'è una libreria, ma solo cartolerie che vendono qualche libro. E' un fatto che mi mette tristezza...
EliminaSarà per questo che anche io mi davo alla rilettura selvaggia!
Penso che le letture fatte da bambini abbiano sempre un "fattore nostalgia" che le rende più belle :)
Interessante questa rubrica, hai avuto davvero un'ottima idea, bisogna ammetterlo. Il motore di ricerca è ormai usato come se fosse la palla magica numero 8. Dare risposte è il minimo... :)
RispondiEliminaTi ringrazio, sono felice che ti piaccia!
EliminaL'idea però non è del tutto mia - ho solo adattato per Bibliomania una rubrica simile, che veniva fatta su un altro blog che seguo :)
Io mi diverto un sacco a cercare risposte, si imparano mille cose nuove :D
Le copertine di Roald Dahl (che razza di nome...) sono simpaticissime e le ricordo con affetto. Aggiungo che anch'io vorrei evitare di acquistare libri nuovi, per smaltire gli attuali... e so già che non mi riuscirà. Spero che il bilancio sia negativo (più libri letti di quanti ne ho aggiunti in coda). Questo per dire che, nonostante abbia citato due (facciamo 3) libri che mi potrebbero interessare in un solo post, mi tratterrò.
RispondiEliminaÈ un mondo difficile.
A me piace xD
EliminaFaccio il tifo per te, sono certa che riuscirai a mantenere il bilancio negativo!
Ma... tanto per curiosità, eh... quali sarebbero i libri che ti interessano?
(Lo so, difficilissimo. Ogni volta che passo in libreria mi mangio le mani.)
Cuore Cavo, che sono riuscito a non comprare nonostante l'ebook avesse un prezzo di lancio ridicolo, e anche l'abito senza il tizio... Più per curiosità, pensavo fosse di tutt'altro genere e già intravedevo risvolti autobiografici.
EliminaSono fiera di te :)
EliminaIo dell'abito senza tizio (sarebbe un bel titolo xD) mi sono innamorata dopo averne letto la trama. E' talmente assurda che potrebbe funzionare!
Io AMO Penny Parrish! Se ti capita di trovarlo in biblioteca prendilo, te lo stra consiglio.
RispondiEliminaCiau
Me lo segno, allora! Pare proprio che sia stata una lettura amata da tante :)
EliminaAah, Quentin Blake è uno di quegli illustratori che adoro incondizionatamente! A volte mi capita di pensare che sia uno dei pochi che merita davvero la fama che ha (ultimamente sto diventando molto insofferente nei confronti di certe scelte copertinistiche, mah).
RispondiEliminaEheh, capisco che per te, che sei illustratrice, le copertine siano fonte di gioie e dolori persino più che per noi lettori :D
EliminaSono felice che condividiamo l'amore per Blake!
Tanto per sapere, quali sono gli altri che ti piacciono? :)
Ce ne sono tanti che mi piacciono, quindi cercherò di scegliere i tre più incisivi... anche se devo ammettere che sono ancora piuttosto ignorante in materia :)
EliminaPaolo Barbieri, in primis, non tanto per affinità, quanto perché mi è sempre stato d'ispirazione. Poi Benjamin Lacombe e Rebecca Dautremer, che invece si avvicinano molto allo stile che vorrei avere :D
Barbieri lo conosco e piace moltissimo anche a me :)
EliminaDi Lacombe avevo visto qualche lavoro, ma non sapevo bene chi fosse. Ha uno stile particolare, capisco perché ti è d'ispirazione!
La Dautremer invece non la conoscevo proprio, grazie per avermela fatta scoprire :D
La risposta lapidaria su Hemingway è favolosa, non posso che confermarlo!
RispondiEliminaInoltre mi ha catturato "L'isola volante" di Pontiggia. E' un autore che ancora non conosco benissimo, ma ha vinto sia lo Strega che il Campiello, merita un mio approfondimento. :)
Tu hai letto altro di lui?
Bè Cami, immagino la soddisfazione ogni volta che qualcuno cerca qualcosa su Hugo e viene indirizzato sul tuo blog! ;)
Di Pontiggia non ho letto altro per ora, mi spiace! In casa non ho altri suoi libri, dovrà aspettare un po' :)
EliminaGuarda Vin, ogni volta che c'è una chiave di ricerca su Hugo mi frego le mani soddisfatta ;D Più amore per Victor c'è in giro, meglio è!
Io adoro il tuo modo di usare le chiavi di ricerca!
RispondiEliminaC'è sempre qualcosa da imparare.
Sei sempre gentilissima :) Sono contenta che questi post ti piacciano tanto!
EliminaSempre belle domande e belle risposte! ^^
RispondiEliminaMi è piaciuta quella su Hugo e Pirandello e per quanto riguarda Sepulveda, credo che la sua patria sia sempre stata il mondo...:-)
Grazie :D
EliminaBella considerazione quella su Sepulveda, non mi era proprio venuta in mente. Più ci penso, però, più concordo con te! :)
I libri di Eoin Colfer li ho letti quasi tutti! Non troppo impegnativi, ma lui è davvero bravo!
RispondiEliminaPS. C'è un premio per te sul mio blog! :)
Anche a me piace moltissimo Colfer! Ho letto quasi tutta la saga di Artemis Fowl (mi mancano gli ultimi tre) e la maggior parte dei suoi libri "singoli".
EliminaP.S. corro a controllare :D Intanto, ti ringrazio :D
Il sito di Quentin Blake non lo conoscevo, grazie per aver postato il link!
RispondiEliminaI libri di Dahl li adoro, piano piano li sto leggendo tutti. Al momento il mio preferito è il GGG. :)
Figurati, è sempre un piacere aiutare, quando posso :)
EliminaOooh, anche io adoro Dahl! E "Il GGG" è anche il mio preferito! *___*
Su questo siamo sulla stessa lunghezza d'onda!