Titolo:Alentejo blu (originale: Alentejo blue)
Autore:Monica Ali
Anno:2006
Editore:Marco Tropea Editore
Traduzione:Lucia Fochi
ISBN:88-438-0592-4
Pagine:255
Trama:Mamarrosa è una piccola cittadina dell’Alentejo, una regione del Portogallo. Qui vivono diverse famiglie, diverse persone, ognuno con i suoi problemi, i suoi amori, i suoi sogni; ognuno con un rapporto diverso con Mamarrosa, che è assieme paese natio e luogo da cui scappare.
Se dovessi rendere graficamente i contenuti di questo libro, sia per quanto riguarda quella che considero la qualità oggettiva, sia secondo il mio personale gradimento, credo che sul piano cartesiano ci sarebbe una bella curva discendente. Si parte da un inizio veramente accattivante e ben scritto per arrivare a un finale in cui la scrittura sembra non essere più così brillante e la storia ha perso gran parte del suo mordente: un peggioramento lento e costante, non ascrivibile a un determinato capitolo ma chiaramente percepibile dal lettore.
In tutta onestà, credo che parte di questa sensazione sia data anche dalla realizzazione, col passare delle pagine, che quello che si sta leggendo non è un vero e proprio romanzo; lo definirei, piuttosto, una collazione di diversi capitoli di media lunghezza dedicati a vicende che accadono nello stesso luogo (Mamarrosa, una cittadina lusitana). I protagonisti cambiano ad ogni capitolo e le loro storie sono legate solo da fili sottili, tanto da dare un senso di frammentarietà al libro: non so se fosse nelle intenzioni dell’autrice la creazione di una narrazione di questo tipo – a questo punto c’è da sperarlo, altrimenti non si spiegherebbe una scelta del genere. Tuttavia, se così stanno le cose, mi chiedo perché non si sia diretta subito verso la forma del racconto, che a parer mio avrebbe permesso di focalizzarsi meglio sui personaggi di ciascun segmento, senza lasciare nel lettore la sensazione di averli abbandonati indietro.
I capitoli hanno anche delle conclusioni tali, nella maggior parte dei casi, da essere perfettamente plausibili come “forme chiuse”; è la nozione di trovarsi di fronte a un romanzo che crea in chi legge l’aspettativa di ritrovare i personaggi presentati, e l’aspettativa disattesa, in questo caso particolare, è risultata piuttosto fastidiosa.
Alla fine si ha una sorta di ricongiungimento, tuttavia mi è parso un espediente poco riuscito, che non ha dato compattezza al materiale narrativo precedente.
Un vero peccato perché i primi capitoli e i loro protagonisti (Joao, Rui e Vasco), come ho accennato più su, mi sono sembrati più interessanti e meglio sviluppati dei personaggi che popolano le ultime parti, e mi chiedo cosa abbia portato l’autrice a perdersi per strada. E’ come se si fosse lasciata distrarre dai troppi punti di vista che era andata a creare - benché la narrazione mantenga sempre un narratore in terza persona e, quindi, un certo distacco dai personaggi (salvo un capitolo in prima persona, che si sarebbe potuto evitare, dato che non porta a un gran cambiamento stilistico o a una visuale poi tanto diversa).
Lo stile, come ho detto, sembra soffrire dello stesso problema: parte con un buon passo e poi non riesce a reggere il ritmo. In generale, tuttavia, non mi è dispiaciuto; mi ha irritata il fatto che si sia fatto sempre meno interessante nel corso delle pagine, ma anche nel momento meno vivace si è mantenuto tutto sommato ad un livello di piacevolezza che ha reso questa lettura meno pesante di quanto, forse, ho lasciato trasparire dalle mie parole precedenti. Senza contare che, negli ormai famosi primi capitoli, mi ha davvero catturata.
Penso avrei potuto apprezzarlo ancora di più se si fosse dedicata ancora più attenzione all’ambientazione: il Portogallo è una terra particolare, che ho visto di sfuggita e che mi sarebbe piaciuto ritrovare in maniera più intensa tra le pagine.
Non so se leggerò mai qualche altro libro di Monica Ali; dai commenti che ho raccolto in giro, questo è quasi all’unanimità uno dei suoi lavori più deboli. Visto che uno dei suoi libri (Sette mari tredici fiumi, pubblicato sempre da Tropea) era nella shortlist del Man Booker Prize, potrei provare a leggerne le prime pagine; lo devo ai primi capitoli che tanto mi sono piaciuti e che spero di vedere replicati, in forma più estata.
Voto:
6
Frasi e citazioni che mi hanno colpita…
- João sentiva Rui respirare. Sentiva il cuore di Rui che batteva, o forse era il suo stesso cuore che esplodeva nel torace. […] Il suo desiderio era talmente forte da sembrare odio.
- Il profumo dell’eucalipto consacrava la giornata mentre il calore saliva dal terreno. Da qualche parte un cane cominciò a guaire. Gli alberi di sughero erano riservati. […]
Abbassò lo sguardo sugli escrementi di una qualche vecchia capra e pensò ai manifesti sparsi per il villaggio. Dicevano PCP a grandi lettere rosse. Una falce e un martello stavano fieri nell’angolo in alto. VALEU A PENA LUTAR!
E’ valsa la pena lottare! Cinquant’anni prima gli uomini morivano per il diritto di dirlo. Anche quelli che restavano vivi morivano un po’. - Un cuculo gridò, tacque e ricominciò. Un uccello, pensò João, non deve pensare a cosa farà dopo. Quella riflessione lo colpì con una forza incredibile, come se non gli fosse mai passata per la mente. Un uccello sa sempre come si sente. Se ha fame va in cerca di cibo. Se ha paura, vola via. Se ha bisogno di un compagno, lo trova. O ha fame o non ha fame. O ha paura o non ha paura. Sa quando tacere, e sa quando cantare.
- Per ogni tesi ne esiste una opposta. Se non fosse così il mondo sarebbe un luogo felice. […] Alcune persone hanno il dono di avere una visione parziale. Sono quelli che raggiungono la grandezza. Noialtri – Vasco gira la testa e si vede riflesso nella vetrina, fluttuante con la candela di un mare nero – noialtri dobbiamo cercare di cavarcela.
- Il suo corpo non cessa mai di stupirlo. Dovrebbe averne il controllo, ma è un concetto assurdo. In tutto quel ribollire e stridere e gonfiarsi e colare lui non ha voce in capitolo.
- Vasco ascolta il motore che si allontana. Il rumore si fa sempre più debole ma non scompare. Viene dal petto. Non scomparirà finché lui non prenderà l’inalatore o finché smetterà di respirare del tutto.
- A volte penso di non esistere veramente. Mi affondo le unghie nella pelle per vedere se ci sono davvero, lo sto facendo adesso, ed è bello quando esce il sangue perché prova qualcosa e non si può solo credere e basta, bisogna avere le prove.
-
«Una vita non è mai semplice» disse Marco. «E una storia non è mai vera.»
P.S. Questo Settembre non sarà un mese come gli altri: Bibliomania compirà quattro anni! Incredibile, vero?
Tra pochi giorni cominceremo a festeggiare il compleblog con dei post che, spero, sapranno divertirvi e incuriosirvi – tutti a tema compleanno, ovviamente, altrimenti che festeggiamenti sarebbero?
Cami,
RispondiEliminanon ti è piaciuto tanto, vero?
Non conosco il libro né l'autrice, mai sentita... posso chiederti come ne sei venuta in possesso?
La copertina, mi perdonerà l'editore, è davvero imbarazzante. La trovo orribile, non lo comprerei mai un libro con quella copertina!
Era tra i libri dei miei genitori, anche loro amano molto leggere e quindi gli scaffali di casa sono sempre ben forniti!
EliminaPensa, io sono rimasta incuriosita in primo luogo dal titolo (dato che il Portogallo è un luogo di cui mi piacerebbe sapere qualcosa di più), e quindi proprio dalla copertina, che a me non dispiace affatto: mi ricorda qualcosa a metà tra un patchwork di tessuti leggeri e un muro pieno di vecchi poster e murales :)
Wow che bello! Mi immagino casa tua stracolma di libri... :)
RispondiEliminaMa sai che più la guardo quella copertina e più non mi piace, non so che dirti... chissà forse dovrei vederla dal vivo... de gustibus! :)
Diciamo che quello è il meno... se i contenuti sono buoni mi va bene qualsiasi copertina!
Lo sai, vero, chi dobbiamo leggere se vogliamo saperne di più sul portogallo... ;)
Lo è; ovviamente non posso che esserne felice :)
EliminaEheh, mi sa che su questa copertina non concorderemo mai! Pazienza. Comunque concordo, se il testo è buono posso sopportare una copertina mediocre.
Lo so, lo so... eccome se lo so! Lo prometto, leggerò Saramago al più presto!