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venerdì 15 giugno 2012

Mini-recensioni: tre libri per un post (#4)

Ciao a tutti!
Stranamente, nonostante sia periodo d’esami, mi trovo con un sacco di energia addosso. Sarà che mi stanno succedendo tante cose nel frattempo, alcune belle e altre un po’ meno, che mi fanno venir voglia di concentrarmi su ciò che mi rende la vita più piacevole – e questo blog fa senz’altro parte della categoria.
Ma bando alle ciance, non voglio annoiarvi e quindi passo direttamente alla nostra comune passione, ovvero i libri: questa puntata sarà dedicata a tre libri di genere fantasy, ma che per il resto non hanno nulla in comune.
Cominciamo con un libro che ho letto in lingua originale: The Lightning Thief di Rick Riordan.

imagePagine:375
Editore:Disney – Hyperion Books
Anno:2005
 
ISBN:078683865-5


Trama:Percy Jackson è un dodicenne con qualche problema. Non solo rischia di essere espulso dalla scuola – non una gran novità, per lui – ma, a quanto pare, si è tirato contro gente poco raccomandabile. E quando questa gente è composta dagli Dei dell’Olimpo e da svariate creature mitologiche, è meglio prepararsi a tutto…

Prima di tutto, permettetemi un consiglio: se pensate di leggere l’edizione italiana, non leggete la sinossi. La Mondadori spiattella una rivelazione (fondamentale per il protagonista e intrigante per il lettore) nella quarta di copertina… Per quanto mi riguarda, avendo visto prima il film, non sarebbe cambiato molto; per chi si approccia al libro senza conoscerne la storia, invece, è come minimo parecchio fastidioso.
Tornando al libro… mi è piaciuto davvero molto! La mitologia greca viene sfruttata bene, con il giusto equilibrio tra rispetto per la tradizione e idee divertenti e innovative: mi è piaciuto come si è giustificato il trasferimento degli dèi in America e come si sono adattati ai tempi correnti. La trama ha un buon ritmo e si sviluppa in un crescendo di azioni, scoperte, scontri e tutto quel che serve per rendere scorrevole e intrigante un romanzo di stampo “mitico”.
I personaggi sono ben tratteggiati: i protagonisti, personalmente, sembrano leggermente più grandi dell’età che l’autore dichiara, ma a parte questo li ho trovati realistici e mi ci sono affezionata con facilità! Grover è proprio simpatico, Chirone è il maestro che tutti vorremmo e Percy è un “quasi eroe” che si fa benvolere dal lettore per tutti i suoi pregi e i suoi difetti, crescendo ed evolvendo lungo il corso della narrazione.
Lo stile è semplice e lineare, piacevole e adatto alla storia: anche per questo mi sento di dire che è un’ottima lettura da fare in lingua originale, se cercate qualcosa di semplice con cui iniziare ad affrontare l’inglese.
Lo consiglierei non solamente ai bambini/ragazzi (verso cui mi pare espressamente indirizzato), ma anche agli adulti che vogliano una lettura rilassante ma non stupida: vi aspetta una sana dose di azione unita a  misteri e complotti da svelare!


Voto:
stellinestellinestelline
                 7,5
 
Il secondo libro di cui voglio parlarvi, purtroppo, non è stata una lettura altrettanto emozionante… si tratta de La Profezia delle Inseparabili di Michelle Zink.

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Pagine:292
Editore:Adriano Salani Editore
Traduzione:Laura Serra
Anno:2010
ISBN:
978-88-6256-026-9

Trama:E’ il 1860; Lia e Alice, due gemelle, hanno appena perso il padre. Con loro rimangono solo Henry, il fratellino minore, e la zia Virginia, sorella della madre scomparsa quando anni prima. Il legame tra di loro non è più lo stesso da un po' di tempo, ma non si renderanno conto di quanto siano lontane sino a quando un marchio non apparirà sul braccio di Lia…

La trama di questo libro mi aveva entusiasmata – gemelle divise dal fato, destinate a compiti diametralmente opposti, che si affrontano in un’atmosfera gotica inedita (data anche dall’ambientazione americana, piuttosto che inglese, come ci si aspetterebbe), pronte a sfidarsi per il futuro degli uomini e del divino. C’erano tutti gli elementi necessari per far nascere una storia piena di terrore, attesa, mistero e scontri! Invece, l’autrice si è lasciata scappare l’occasione ed è riuscita, nonostante queste premesse, a scrivere un romanzo piatto. Le due protagoniste, che dovrebbero essere il fulcro del romanzo, una fonte di tensione e contrasti, sono poco più che abbozzate: Alice, la “cattiva”, non compie niente di veramente malvagio per gran parte del romanzo (a meno che non si voglia considerare “guardar male gli altri” come cattiveria degna di Satana)  e poi, quando finalmente agisce come dovrebbe, noi non abbiamo sviluppato abbastanza empatia per soffrirne. Nemmeno i personaggi secondari, in questo caso, aiutano: sono piacevoli, sicuramente, ma non memorabili. Uno dei meglio tratteggiati è James, fidanzato di Lia: la loro relazione è stata una delle poche cose che ho apprezzato sinceramente in questo romanzo, perché piuttosto matura e senza eccessi di zucchero e melassa (che mi rendono indigesta qualunque lettura!).
Lo stile è fin troppo pacato, non dico noioso ma quasi: certe scene sono state affossate, nonostante il potenziale immaginifico, proprio da una scrittura non adatta a mostrarle.
Ciò che ha alzato un pochino la mia considerazione per questo libro è stata la rivelazione che la zia Virginia fa a Lia riguardo la vera natura delle sorelle  – effettivamente inaspettata e sicuramente portatrice di conseguenze che, chissà, potrebbero dare vita a un buon seguito, soprattutto perché potrebbe portare a una tematica come la lotta contro la propria natura e la predestinazione. Per questo primo capitolo però, senza alcun dubbio, il mio voto è negativo.

Voto:
stelline

   5

Passiamo ora, invece, a un libro che non ha un voto pienamente sufficiente, ma che personalmente è stata una gran rivelazione: La Valle dei Dimenticati di Roberto Re! Premetto che questa, rispetto alle mie solite mini-recensioni, è venuta fuori piuttosto lunghina… spero mi perdonerete.

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Pagine:625
Editore:Sangel Edizioni
Anno:2011
ISBN:
9788897040576

Trama:
In un mondo in cui quasi nessuno è più in grado di sognare Charynn, donna forte e decisa, deve raccogliere uno sparuto gruppo di persone che è ancora può farlo: solo così potrà provare a sciogliere la maledizione che è stata lanciata sul suo popolo. Ma l’impresa sarà tutto fuor che facile e, soprattutto, niente è effettivamente come sembra…

Ho già letto e parlato di un altro libro di Roberto Re – forse qualcuno ricorderà che non mi era piaciuto per nulla; ma a nessuno si nega una seconda possibilità e sono felice di dire che ci sono stati degli ottimi miglioramenti (anche se personalmente non raggiunge ancora la totale sufficienza)! La cosa non può che rendermi felice!
La gestione dei personaggi, rispetto al libro precedente, è decisamente migliorata: non sono ancora del tutto tridimensionali, ma sono tutti ben definiti. Le loro personalità si basano su poche caratteristiche che però si mantengono costanti lungo la narrazione, e le loro azioni sono quasi sempre coerenti. L’unico che in questo senso ha lasciato un po’ a desiderare, secondo me, è Lawell (re di una nazione sotto assedio) che in certi punti sembra essere mosso in un certo modo solo perché serviva che si comportasse così per il proseguimento della storia.
Personalmente, poi, credo che l’autore avrebbe potuto giocare di più sulla diversa provenienza di questi suoi personaggi, soprattutto differenziandoli nelle parti dialogiche: avrebbe aggiunto spessore alla caratterizzazione e avrebbe reso il tutto più realistico. Di materiale ce n’è, abbiamo un contadino, due ex prostitute, il già citato re, un uomo che non ha contatti col mondo esterno da 700 anni… Insomma, ci sarebbe stato di che divertirsi!
Sempre a proposito dei dialoghi, inserisco un’altra noticina negativa: sicuramente sono molto, molto più realistici, ma in alcuni punti sembrano ancora un po’ artefatti e in certi punti sono dei veri e propri “spiegoni” (cioè scambi di battute in cui c’è l’inserimento forzato di informazioni che l’autore vuole dare al lettore sull’ambientazione del romanzo – stratagemma estraniante e poco piacevole, secondo me, che mi irrita vedendo passi in cui l’autore, invece, ci fornisce le informazioni necessarie mostrandocele come si deve!).
Altra cosa che ho trovato migliorata è la gestione del punto di vista: ordinata, precisa, i cambi avvengono solo al cambio del capitolo e quindi non rischiano di confondere il lettore.
Parlando della trama, poi, ho trovato molto carina l’idea di basare tutto sui sogni e, soprattutto, mi sono piaciuti i vari colpi di scena, che rendono il percorso del romanzo meno classico e lineare. Il colpo di scena più grande l’abbiamo proprio alla fine ed è un’ottima cosa, perché si ottiene un finale decisamente poco buonista e inaspettato. Unico appunto: è decisamente troppo aperto. L’autore mi ha detto che l’ha lasciato così perché ogni lettore in questo modo può immaginare come andrà avanti: posso capire l’intento, ma in questo caso mi sembra si sia voluto lasciare uno spazio troppo ampio (soprattutto tenendo conto del fatto che non ci sarà alcun seguito). In fondo, io amo immaginare, ma se leggo un libro voglio scoprire l’immaginazione dell’autore, non la mia.
Due sono le cose che, invece, continuano a non convincermi del tutto: lo stile e la gestione della trama. Il primo può migliorare, soprattutto nelle scelte lessicali e nel mostrare (cosa che, come ho scritto prima, Re ha dimostrato di saper fare, quando vuole); per quanto riguarda la gestione, secondo me si sono voluti unire troppi fili, far convergere troppe storie. Sarebbe stato meglio sceglierne un paio e concentrarsi solo su quelle, evitando così alcune trame di cui si sarebbe onestamente fatto a meno (ad esempio, c’è un mezzo triangolo amoroso verso la fine che è del tutto inutile).
Insomma, credo che Roberto Re possa migliorare ancora. Con questo romanzo, rispetto al primo, ha fatto passi da gigante: non vedo perché, quindi, non dovrebbe migliorare altrettanto col prossimo.

Voto:
stellinestelline
             5,5


E con questo è tutto per oggi!

Un abbraccio a tutti voi, lettori e lettrici,

Cami

8 commenti:

  1. Io mi stupisco come tu riesca stare dietro a mille recensioni...a me mi piace recensire ma ci devo riflettere un nel pò prima...genius...:-)

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    1. Eh, dormo poco :) Anche a me piace rifletterci su - di solito anche troppo, infatti questo mese mi sto stupendo di me stessa, non sono mai stata così prolifica!
      Ma no dai, genius mi pare eccessivo, poi arrossisco :)

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  2. Dalla Profezia degli Inseparabili mi aspettavo di più, invece molti ne sono rimasti delusi. Peccato però, la trama era interessante.

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    1. Silvia, a chi lo dici! Come ho scritto, dalla trama mi aspettavo una storia decisamente migliore. Pazienza... L'unica cosa è che ora non so se concedere un'altra chance alla serie, prendendo il 2° volume, o lasciarla qui. Mi pare che la Salani abbia interrotto la pubblicazione, quindi dovrei prenderlo in lingua originale: un punto a favore, per me, perché un po' di esercizio inglese mi farebbe solo bene. Vedremo :)

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  3. Un pochino mi attraeva, il libro di Re. Toglimi però una curiosità: come periodo storico di riferimento, grossomodo, dove si colloca?

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    1. Direi che l'ambientazione è quasi certamente medievale.

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  4. Uh, pure io voglio leggere Percy Jackson! :) Ce l'ho in wishlist da un sacco, e la voglia di addentrarmi in questa storia 'mitica' cresce sempre più... sono davvero curioso!!

    Il secondo sembra intrigante (dalla trama), peccato che poi dalla tua recensione si capisce che non ne vale poi tanto la pena... :-/

    Il terzo non lo conoscevo, invece, ma mi incuriosisce molto!

    Quindi, come sempre, grazie :) dai sempre spunti interessanti!!

    P.S. Ti ho risposto da me, su Morozzi! ;)

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    1. Matteo, io Percy Jackson l'ho trovato davvero piacevole, quindi lo consiglio :) Se lo leggerai, fammi sapere cosa ne pensi!

      Sono proprio contenta che tu li reputi interessanti :D Grazie a te per i complimenti :)

      P.S. visto, direi che il "Blackout" sta man mano rilasendo la lista dei libri da leggere ;)

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