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venerdì 30 dicembre 2016

Un anno in pillole: libri e letture del 2016

Miei cari lettori, mie care lettrici,

un altro anno è passato - o per lo meno, sta per salutare tutti e finire. Non starò a fare discorsi sul tempo che vola, su come il 2016 sia scivolato via, perché insomma, son cose che pensiamo tutti; e non credo sia necessario ripetere. Piuttosto, vorrei sfruttare questo ultimo momento dell'anno, quest'ultimo scampolo, per parlarvi un po' dei libri che ho letto nei dodici mesi passati.
Avendo scritto poco - e me ne dolgo - non ho avuto modo di presentarvi molti di questi titoli. Ma se vi incuriosiscono, se vi fanno venire voglia di sapere qualcosa di più, scrivete nei commenti e farò in modo di approfondire i miei giudizi che, per amor di brevità, ho riassunto in un best of visivo, come l'anno scorso. Per me è stato un anno di poche letture, rispetto al solito, con qualche picco e delle voci nuovi particolarmente interessanti, che spero di incontrare di nuovo molto presto.

 

Per quanto riguarda i buoni propositi per l'anno nuovo, ho intenzione di parlarne con più calma nel prossimo post mensile; come sempre le idee e le intenzioni non mancano. E come ogni anno, ci sarà poi modo di vedere cos'è effettivamente realizzabile. 

Tornando ai libri: che ne pensate dei migliori del mio 2016? Ne avete letto qualcuno? E quali sono state le vostre letture più notevoli quest'anno? Sono curiosa di scoprire i vostri titoli e prendere spunti per scegliere i prossimi libri da leggere.

Un abbraccio e buone feste!

Vostra

Cami

venerdì 16 dicembre 2016

Book Bloggers Blabbering | Intervista a Simona di Letture Sconclusionate


Da un'idea di clacca è nato ufficialmente il BBB (Book Bloggers Blabbering). Cos'è? 11 blogger si raccontano. Ogni settimana una di loro verrà intervistata da un'altra blogger e ospitata sulla sua pagina. 11 settimane per scoprire qualcosa di più sui bookblog e sopratutto sulle loro creatrici!

Miei cari lettori, mie care lettrici,

dicembre avanza a passi lunghi e questo 2016 sembra avviarsi sempre più alla conclusione; così come si conclude qui su Bibliomania, dopo undici settimane e undici interviste, il BBB. Un piccolo momento di condivisione che sta dando vita a progetti interessanti e a collaborazioni sempre nuove, oltre ad aver fatto scoprire alcuni blog interessanti a tanti nuovi lettori. Sono felicissima di far parte di questa iniziativa, di essere stata intervistata dalla mia carissima Leggivendola, e oggi di potervi presentare una blogger che sicuramente vi è già capitato di incrociare altrove, visto che è un uragano di idee e progetti: Simona Scravaglieri di Letture Sconclusionate. Quindi ora mi taccio e lascio la parola a lei!



Com'è iniziata la tua avventura da lettrice?

Io ero la classica predestinata: figlia di una mamma lettrice appassionata e nipote di una maestra elementare.  Potevo scappare dal mio destino? Per nulla. Avevo tempo libero perché da noi la tv di poteva guardare solo un'ora al giorno divisa a metà con mio fratello e per il resto erano libri. Certo mia madre era accorta, nella libreria in camera alla mia portata aveva messo solo i libri che avrei potuto leggere gli altri erano in alto. e così con Piccole donne ho scoperto precocemente Orgoglio e pregiudizio della Austen e anche La figlia del capitano di Puskin... salvo poi scoprire al liceo che non erano scrittori di storielle!

Il luogo in cui Simona lavora sui post e su tutto ciò che riguarda il blog

Com'è nata l'idea di aprire un blog e condividere le tue letture con un pubblico?

Come ho visto rispondere un po' a tutte, il motivo principale è che io non ho molte persone con cui condividere questa passione. Racconto spesso la storia di un paio di colleghe di ufficio che parlavano di un film bolliwoodiano, di cui mi sfugge il titolo, che era l'ennesima variazione di Orgoglio e pregiudizio. Si stupirono, quasi si scocciarono quando feci notare loro che  da che libro prendeva spunto quel film e quello di Bridget Jones e rimasero interdette quando seppero che la Austen era morta! Ecco il mio unico contatto all'epoca erano amici lontani e mia madre che condivideva con me libri... avevo necessità di variare e di creare uno spazio che allora mi sembrava mancasse... quello di un blog che parla chiaro sui libri che propone e che non si spaventa a stroncare un libro quando proprio non va. Per fortuna i libri no, non sono stati tanti, ma ci sono... e riscriverei quelle recensioni parola per parola. Ogni lettore è come un amico e io ad un amico non darei mai una fregatura.

Qual è il tuo libro del cuore e perché ce lo consiglieresti?

Io non ho un solo libro del cuore ma ne ho tanti e di tutti un pezzo. Se proprio dovessi fare una selezione, ed è dura te lo assicuro, è Un genio nello scantinato perché nonostante siano più di tre anni che l'ho letto io ancora ogni tanto mi scopro a cercare notizie su Simon Norton che è diventato grazie ad Alexander Master uno di famiglia. E se dovesi incuriosirti e andare in libreria, io ti consiglio caldamente di non sfogliarlo, prendilo, portalo a casa chiuso e comincia dalla prima pagina. Lasciati stupire dalla delizia che è inserita lì dentro fra immagini e disegnini. Alla fine saprai un po' della teoria della Simmetria (Simon è un matematico molto particolare) e scoprirai solo alla fine quanto è stato gradevole stare con loro mentre litigano per scrivere e non scrivere questa biografia. Alla fine saprai anche cosa significa quando Calasso del catalogo Adelphi dice che: ogni libro scelto per il catalogo è un'esperienza unica e irripetibile. E in questo ho fatto torto alla mia amata Cohen, alla Monnier, a Salamov, Flaiano, Herling e via dicendo...

Dietro le quinte: come si svolge la giornata tipo di una bookblogger?

Caos organizzato è la definizione giusta. Io abito a 50km dal mio ufficio. Questo comporta che per andare io ci metta tra un'ora e un'ora e mezza e a tornare invece oscilli fra l'ora e mezza e le le due e mezza.  Noi in casa siamo in tre io e i miei due gatti, quindi la giornata parte con quattro paia di zampe che mi si piazzano negli spazi intercostali e la sveglia che suona furiosamente, io che scendo in cucina e mi faccio il caffè e metto il mangiare ai gatti e che torno su con il caffè a letto e ascolto le video recensioni metre mi finisco di svegliare, mentre mi lavo, pulisco le lettiere rabbocco le ciotole dei gatti. Alla fine spengo tutto ed esco per far ritorno fra le 18:00 e le 19:00 arrabbiata come un picchio perché non sono riuscita a leggere in coda (non le fanno più le code ferme di una volta!)  che ricomincio, pulisco lettiere, preparo la mia cena, metto quella dei gatti, mangio e risaliamo su, con le loro ciotole il mio tè e l'immancabile lista di cose da fare... la recensione, il dal libro... il libro da finire... poi passo davanti alle pile che ho sulla scrivania e mi dico che non mi sto impegnando abbastanza... alla fine leggo due righe e poi audiolibro per dormire letto, sonno... e domani è un altro giorno. Il sabato e la domenica va meglio decisamente: l'alzataccia mi tocca con due fameliche bocche da sfamare ma poi torno su e per mezza mattinata navigo tra scrivania e libri leggo le recensioni di altri blogger, vedo anche le video recensioni che mi sono persa in settimana mentre filo il cotone (sì non indaghiamo, mi rilassa come anche fare moltissime altre cose), poi verso le 11:30 passo dal livello abbrutimento a quello umano, lavandomi e vestendomi per sistemare e riposarmi ogni tanto leggendo qui e lì...  questo è il mondo dietro la mia porta :)

Un vantaggio e uno svantaggio di essere una bookblogger...

Il vantaggio è l'opportunità di conoscere gente che ha la tua stessa abitudine di uscire con due libri e magari l'ereader senza che ti piglino per pazza... che non si stupiscano vederti tornare indietro per una vetrina, n on di vestiti, ma di libri per vedere quali uscite spingono le librerie... e avere amiche che hanno gusti diversi dai tuoi che ti tengono sempre informata su tutto. Lo svantaggio è che ieri ero una principiante che voleva imparare in un mondo di gente che aveva poca voglia di condividere, oggi sono ancora una che impara ogni giorno una cosa nuova e che viene vista come "quella... chi si crede di essere!". Ecco, dopo tutta la fatica fatta in questi anni, questa cosa non mi dovrebbe toccare e invece mi ferisce sempre. In parte perché non ci si sente mai in un punto dove ci si può sedere e vivere di rendita e in parte perché da ieri ad oggi sono cambiata solo in numero di amici e non come persona. Che venga giudicata è normale ma che questi giudizi prescindano conoscenza della storia personale o del proprio percorso è una cosa che ancora oggi accetto poco.

Parlaci di BlogNotes a Più Libri Più Liberi. Da chi è nata l'idea? Come si è sviluppata? Ma soprattutto, come ti è venuto in mente di accettare e di essere costretta a vagare per la fiera con la tendinite per il numero di tweet e condivisioni da fare per un progetto del genere?

BlogNotes è una realtà che c'è già da un paio di anni se ho ben capito ed è capitanata da Laura Ganzetti de Il tè tostato, che ho conosciuto a Torino. E' lei ad avermi assoldata e visto che l'anno scorso avevo due amiche che lo facevano e ne erano entusiaste (Libri in valigia e Librangolo Acuto) mi sono lasciata tentare. Non è stato tanto complicato correre di qua e di là quanto trovare una spina per attaccare Ipad e cellulari... però è stata una bellissima esperienza che rifarei anche la settimana prossima (questa me la prendo di riposo!) perché ho avuto l'occasione di incontrare vecchi e nuovi amici negli stand e di conoscere meglio alcune realtà editoriali di cui mi interessa parlare.

Sul tuo blog si pubblicano anche dei fantastici cruciverba. Ora, io sono un'appassionata della settimana enigmistica, e ho una malcelata cotta per i Bartezzaghi. Dunque: come li inventi? E perché? E quali sono i tuoi giochi enigmistici preferiti? (Io amo le parole crociate senza schema)

I cruciverba! Quelli sono un'idea che mi era venuta per festeggiare il mio primo anno da blogger seria! Erano in pochi quelli che mi seguivano e infatti alcuni libri sono rimasti a me... quelli invece di quest'estate sono stati organizzati in maniera più seria utilizzando Amazon come ente di acquisto e consegna in loco (Si vede che per lavoro mi occupo di pianificazione e acquisti? No, eh?). I cruciverba nascono da un libro che voglio inserire e da lì, manualmente inserisco personaggi, autori, case editrici e alla fine tutti gli acronimi. Se sono stata brava, gli acronimi sono pochi... altrimenti non mi sono impegnata tanto! Diciamo che nascono come un modo giocoso per riesumare titoli dei libri che non sono appena usciti, case editrici poco frequentate o autori sconosciuti e farli conoscere; io spero sempre che, cercando la risposta della definizione qualcuno si faccia affascinare dal libro o dall'autore. Il mio gioco enigmistico preferito sono le parole crittografate... sono una donna contorta...lo so!

L'ultimo cruciverba creato da Simona


Raccontaci la cosa di cui sei più fiera che ha avuto luogo/ti è capitata/hai fatto come blogger.

Ecco questa è una domanda un po' complessa. In effetti faccio la blogger da un po' ma sono solo tre anni che lo dico apertamente... prima mi limitavo a sussurrarlo come fosse una malattia. Se ne posso inserire solo una... Massimo Roscia e La strage dei congiuntivi scelto e comprato con Nereia solo per il titolo a Più libri 2014, letto, amato e recensito circa un mese e mezzo dopo...che ancora gira l'Italia per le presentazioni... Che posso dire, ho fiuto con Nereia vicino, ogni tanto prendo anche qualche cantonata... ma di solito ci prendo!

Hai mai pensato di convertirti a un'altra forma social (tipo solo Instagram, solo Facebook, solo Twitter)?

Una sola? Una di numero? Nooooo, giammai! Nonostante io non sia una ficcanaso e non guardi le bacheca altrui per vedere quello che fanno o dicono gli altri, non riuscirò mai a togliermi questo vizio di provarmi in un nuovo social che potrebbe essere il mio social... così praticamente mi si trova dappertutto. Non mi piace dire le cose a vanvera, o pubblicare quel tot di volte al giorno per supplire alla regola che dice "che ci sei solo se ti fai vedere tre volte al dì prima e dopo i pasti". Non solo il tipo da fare domande ovvie o da raccontarti minuto per minuto quello che faccio e quello che dico. Per me il social è un momento in cui scopro nuovi libri, o in cui posso leggere di nuovi libri o anche guardare i gattini altrui e non meno importante posso avere i miei 5 minuti di sfogo nei momenti di bassa. Sfoghi divertenti eh?! non sono il tipo da mandar maledizioni! Poi a volte la cosa mi torna indietro tipo boomerang come i famosi post sulla caldaia che hanno fatto ridere un sacco di gente. Quando in fiera andavo a salutare questo o quell'editore immancabilmente la prima domanda era: ma con la caldaia come va? Ti lascio indovinare la mia faccia!


E con quest'ultima domanda saluto Simona e spero di averle reso giustizia. In linea generale, penso che tutte le persone coinvolte in questo progetto meritino almeno una visita, e non dubito che dopo vorrete rimanere a curiosare ancora un po'. Quindi vi lascio il calendario completo dell'iniziativa e vi saluto, con la speranza di aver contribuito con una degna conclusione!

7 ottobre - Claudia de Il giro del mondo attraverso i libri intervista Carla di Una banda di cefali
14 ottobre - Carla di Una banda di cefali intervista Claudia di a clacca piace leggere
21 ottobre - Claudia di a clacca piace leggere intervista Irene di Librangolo Acuto
27 ottobre - Simona di Letture sconclusionate intervista Daniela di Appunti di una lettrice
4 novembre - Manuela di  Impressions chosen from another time intervista Erica di La leggivendola
11 novembre - Daniela di Appunti di una lettrice intervista Diletta di Paper Moon
18 novembre - Erica di La leggivendola intervista Camilla di Bibliomania
25 novembre - Fabrizia di Il mondo urla dietro la porta intervista Claudia de Il giro del mondo attraverso i libri
2 dicembre - Irene di Librangolo Acuto intervista Manuela di  Impressions chosen from another time
9 dicembre - Diletta di Paper Moon intervista Fabrizia di Il mondo urla dietro la porta
16 dicembre - Camilla di Bibliomania intervista Simona di Letture sconclusionate

domenica 18 settembre 2016

Tre gradi (#13)

Mie care lettrici, miei cari lettori,

con l'autunno torna anche Tre gradi! Devo ammettere che è una delle rubriche che mi diverte di più preparare. Per chi non la conoscesse, Tre gradi si ispira a Sei gradi, programma musicale di Radio3, e presenta tre libri concatenati tra loro dai motivi più svariati, e accomunati dal fatto che desidero ardentemente leggerli.


 


PRIMO GRADO
Il libro che ho scelto è...

Stanza, letto, armadio, specchio di Emma Donoghue 2010 - Mondadori (Room - 2010 - Little, Brown)
Jack ha cinque anni e la Stanza è l'unico mondo che conosce. È in quel luogo chiuso all'esterno che è nato e cresciuto, è lì che vive con Ma', senza esserne mai uscito. Con Ma' impara, legge, mangia, dorme, gioca. I suoi compagni sono gli oggetti contenuti nella Stanza, si chiamano Letto, Specchio, Piumone, Labirinto. Di notte a volte Ma' lo chiude dentro Armadio e spera che lui dorma quando Old Nick viene a farle visita. La Stanza è la casa di Jack, ma per Ma' è la prigione dove Old Nick la tiene rinchiusa da sette anni. Grazie al suo amore e alla sua determinazione, Ma' ha creato per Jack una straordinaria possibilità di vita, gli ha costruito intorno un mondo forse migliore del nostro. Per lui non esiste altra realtà, e quella che filtra dalla Tv non esiste davvero. Però Ma' sa che non potrà mai essere abbastanza, né per lei né per Jack. E così escogita un piano per fuggire, contando sul coraggio di quel bambino un po' speciale, e su una buona dose di fortuna. Ma non sa quanto sarà difficile il passaggio da quell'universo chiuso al mondo là fuori...

Perché è nella Lista dei Desideri? Sin da quando è uscito, ancora con questo titolo e questa copertina, sono stata colpita dalla scelta dell'autrice di affrontare una storia così complicata, così dura, attraverso una prospettiva e un protagonista che invece mi hanno dato la strana impressione di essere molto delicati. A questo ora si aggiungo il desiderio di vedere il film che ne hanno tratto (Room, titolo originale ripreso dalla nuova edizione italiana).

SECONDO GRADO
Nel film tratto da questo libro, Room, ha recitato nel ruolo di protagonista Brie Larson, che grazie a questo ruolo ha vinto l'Oscar. Così come Kate Winslet, che ha recitato in...

A voce alta di Bernhard Schlink 1998 - Garzanti (Der Vorleser - 1995 - Diogenes Verlag)
Siamo negli anni Cinquanta e Michael Berg attraversa i primi turbamenti dell'adolescenza. Quando un giorno, per la strada, si sente male, viene soccorso da Hannah, che ha da poco superato la trentina. Turbato da questa donna gentile e sconosciuta, Michael riesce a rintracciarla, e nasce un'intensa relazione, fatta anche di turbamenti e di pudori. Michael intuisce che nel passato di Hannah ci sono dei misteri: qualcosa che lei non può rivelargli e che segnerà per sempre il destino di entrambi. 

Perché è nella Lista dei Desideri? Ricordo di averne sentito parlare la prima volta su Anobii e di aver pensato che il personaggio di Hannah fosse uno di quelli destinati a suscitare emozioni molto forti. Inoltre, credo che leggere storie dedicati a periodi bui della nostra storia sia necessario per mantenere viva la nostra capacità di giudizio e comprensione.

TERZO GRADO
Schlink è stato professore presso l'università di Humboldt, ateneo berlinese che prende nome da Alexander von Humboldt, celebre esploratore.

Viaggio alle regioni equinoziali del Nuovo Continente di Alexander von Humboldt 2014 - Quodlibet (Voyage aux régions équinoxiales du Nouveau Continent - 1814)
La Coruña: 5 giugno 1799, un giovane scienziato prussiano s’appresta a varcare l’Oceano Atlantico lasciandosi alle spalle non soltanto l’Europa ma il XVIII secolo. Fino ad allora i viaggi erano stati d’esplorazione, occasioni per allargare i confini del mondo conosciuto. La spedizione che Alexander von Humboldt compie insieme all’amico e botanico Aimé Bonpland termina nel 1804, dopo aver percorso buona parte delle tre Americhe (Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Cuba, Messico, per tornare poi in Europa dagli Stati Uniti) ed è, come scrive Franco Farinelli nell’introduzione, “il viaggio dei viaggi, nel senso che la sua forma ne riassume e comprende tutti i generi e tutti i modi: dal viaggio sentimentale a quello d’esplorazione, dal viaggio scientifico a quello letterario (…) per tale motivo, lo spazio americano viene definitivamente acquisito, finalmente depurato di ogni mito e credenza, dalla cultura europea”. L’antologia, a cura di Franco Farinelli, traccia un quadro esatto del personaggio e del viaggio ed è illustrata da Stefano Arienti.

Perché è nella Lista dei Desideri? Ho sempre amato molto i resoconti delle esplorazioni e i racconti di viaggio, che mi portano in posti che altrimenti non conoscerei mai. Inoltre, questo volume è anche esteticamente molto bello, grazie alla cura editoriale e alle illustrazioni che lo accompagnano, e io ho un debole per i libri ben confezionati!


E con questo è tutto: spero di avervi fatto scoprire nuovi e inaspettati collegamenti!

A presto,

Cami

domenica 4 settembre 2016

«Non c'è un mese in tutto l'anno in cui la natura si adorni di più bella veste come nel mese di Agosto»

Miei cari lettori, mie care lettrici,

ben ritrovati! Agosto è passato in un lampo e, come ha ben scritto Charles Dickens ne Il circolo Pickwick (cui ho rubato la citazione del titolo), si è imbellettato di colori meravigliosi. Ho avuto la possibilità di circondarmi di paesaggi meravigliosi, prima costieri e e poi montani, e l'ho colta al volo, portando con me i fedeli compagni di sempre, i miei amati libri - più i miei compagni di viaggio in carne e ossa, ovvio, che hanno l'indubbio merito di sopportarmi.


Sono stata molto fortunata: non solo per coloro con cui ero via, ma anche per i titoli che ho scelto di portare con me. Ho letto quattro libri in questo mese e, di questi, tre mi sono piaciuti moltissimo e uno solo si è rivelato sotto le aspettative.

E partiamo subito con quest'ultimo - come vuole la tradizione, via il dente, via il dolore. Ormai avrete capito che mi piace curiosare tra le auto-produzioni, e mi capita spesso di inciampare in gialli dalle copertine simpatiche e carine che trillano "cozy mystery" e mi ispirano subito una sensazione di divertimento e riposo, di puro svago. Con questo spirito ho cominciato a leggere Always a cold deck (di Robert Bruce Stewart) sul telefono, spesso in spiaggia, pronta a immergermi negli Stati Uniti di inizio Novecento: purtroppo, però, si è rivelata una lettura un poco scialba, priva di mordente. Harry Reese, il protagonista, è un simpatico giovanotto che si segue anche volentieri, ma il suo rapporto con Emmie si sviluppa in maniera quanto meno frettolosa e il delitto, benché si sviluppi in maniera tutto sommato interessante, tira poi fuori dal cappello una soluzione un po' troppo di comodo. Quindi, con tutta la buona volontà, a questo giallo non riesco a dare più di un 5 e mezzo tirato.
Di Solar, Mr. Peanut e Un lavoro sporco non vi parlo ora, perché spero di poter dedicare quanto prima un bel post singolo a ciascuno dei tre. Anticipo solo un commento veloce: McEwan rimane sempre il mostro di bravura che conosciamo, Adam Ross è una piacevolissima scoperta, e ho ritrovato l'umorismo di Moore esattamente quando mi serviva.

Per il resto, ormai settembre è cominciato, e con lui il lavoro. Sto cercando di buttarmici a capofitto perché so di avere ancora tante cose da imparare; ma, allo stesso tempo, so anche che ci sono ancora tanti altri posti, tante altre conoscenze, tante altre esperienze che vorrei provare. Insomma, proseguo e rifletto, come sempre.
Inoltre, settembre vuol dire anche che si avvicina il compleanno di Bibliomania, che mi porta sempre tanta gioia: ormai il mio piccolo posticino ha i suoi anni dietro di sé. Non vedo l'ora di festeggiare con voi!

Per oggi vi saluto; a presto con il prossimo post

Vostra,

Cami


sabato 6 agosto 2016

Eternal War. Gli eserciti dei Santi - Livio Gambarini

Titolo: Eternal War - Gli eserciti dei Santi
Autore: Livio Gambarini

Anno: 2015

Editore: Acheron Books
ISBN: 978-88-9921-624-5

Pagine: 184

Trama: Firenze, XIII secolo: Guelfi e Ghibellini combattono tra loro senza trovare pace, e lo stesso accade nelle lande dello Spirito, dove gli Ancestrarchi, guide della maggiori famiglie, stringono alleanze e si danno battaglia nel tentativo di mantenere al potere i propri protetti. Kabal, Ancestrarca dei Cavalcanti, ha un asso nella manica: Guido, erede dalle caratteristiche peculiari. Ma il mondo, in tutte le dimensioni, sta per cambiare... e la guerra incombe.

Pencil-icon.pngLibro ricevuto dalla casa editrice. Quello che segue è il mio onesto parere.

Seguo con interesse le attività di Acheron Books – piccola ed agguerrita casa editrice prevalentemente digitale - più o meno da quando hanno annunciato i primi titoli. Le copertine e le trame accattivanti mi davano l'impressione di un'ottima curatela, ed ero curiosa di capire se lo stesso si potesse dire delle storie che venivano presentate. Così, quando Samuel Marolla mi ha contattata proponendomi Eternal War - L'esercito dei Santi, azzeccando subito il titolo che più sentivo nelle mie corde, non ho proprio potuto dire di no. E per fortuna, perché avevo bisogno di una dose di avventura e Gambarini, con il suo fantasy a fondo storico, mi ha dato esattamente quello che cercavo.  


L'idea di una dimensione parallela alla nostra in cui si muovono gli Spiriti che tirano i fili delle maggiori famiglie, influenzando il corso degli eventi, mi ha subito entusiasmata, soprattutto perché già dalle prime pagine si può percepire il lavoro "sommerso" di pianificazione e ideazione della mitologia che sta alla base delle lande dello Spirito. A partire da un potere letteralmente intessuto nelle loro vesti, che aumenta o cala a seconda di quanto i membri della famiglia fanno o subiscono, gli spiriti guida puntano tutti i loro sforzi essenzialmente su una sola cosa, ovvero la prosperità per la propria famiglia: e a seconda del retaggio passato (e della sua gestione) occupano determinati gradini della scala gerarchica – una posizione non sempre semplice da mantenere. Come potete immaginare Firenze, nel periodo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, non è esattamente un luogo facile in cui portare avanti questo obiettivo, soprattutto quando i Santi – tra le entità più potenti in questa realtà – sono sempre più difficili da convocare.  
Come lettori noi seguiamo Kabal, altrimenti noto come Kaballicantes, Ancestrarca – ovviamente – della famiglia Cavalcanti; una sorta di anti-eroe astuto e intraprendente, sarcastico e pronto a intraprendere piani ingegnosi ma non sempre molto sicuri per riuscire ad innalzare la propria famiglia e sé stesso. Non è tanto il credo politico quanto l'ambizione che l'ha portato a schierarsi da una parte del conflitto piuttosto che dall'altra, e sempre l'ambizione l'ha portato a puntare sul pupillo della famiglia, Guido, in maniera molto particolare.  


Seguire Kabal è stato divertente ed entusiasmante: ha il tipico carattere da eroe di un libro d'avventura, il mascalzone individualista e dalla battuta facile che però, in fondo, è di buon cuore. La sua voce è distinta, particolare e riconoscibile, e brilla tanto nella narrazione quanto nei dialoghi con gli altri personaggi eterei, sviluppati un filo meno ma comunque interessanti e ben tratteggiati. Stesso dicasi per gli umani: i Cavalcanti, in particolare Guido, sono i più approfonditi – com'è ovvio che sia vista la prospettiva attraverso cui seguiamo la storia, attraverso gli occhi di Kabal – ma anche gli altri esponenti principali delle famiglie simbolo di Firenze, dagli Uberti agli Alighieri, hanno i loro momenti. Ammetto che all'inizio ero inquieta riguardo a questo punto, perché Guido Cavalcanti e Dante Alighieri sono tra le figure storiche che più amo (in particolare Dante, per cui ho una vera e propria adorazione), e vederli utilizzati male mi dà sempre una stretta al cuore. Tuttavia, non è stato questo il caso. Sarà per il tono spesso scanzonato, sarà per la realtà fantasy, sarà perché l'autore ha dato un'interpretazione propria partendo dai dati biografici effettivamente a nostra disposizione... insomma, sarà per molti motivi, ma nessuno mi ha delusa, anzi. L'unica cosa di cui ho sentito la mancanza è il mio Dante adulto, l'uomo che è stato in grado di scrivere la Commedia, ma quello arriverà col tempo – e, spero, con i prossimi libri.
Certo, vorrei comunque sottolineare che non stiamo parlando di un romanzo psicologico, e l'obiettivo dell'autore è intrattenere, più che andare a scandagliare i segreti del pensiero: tuttavia, con l'importanza che giocano le anime umane in questa storia, si può notare una certa attenzione nella descrizione degli stati d'animo e dei moti contrari che a volte muovono lo spirito.


E a proposito di spirito, riallacciandomi al discorso sul worldbuilding, non posso che ammirare di nuovo la capacità dell'autore di mescolare concetti arrivati al Rinascimento dalla Roma antica, intessendoli in un arazzo fantasy che danno al mondo narrato una complessità e un senso del meraviglioso intenso, divertente e incalzante. Leggendo mi hanno colpita molte delle trovate più originali e mi ha stupita il modo in cui concetti dell'antichità – i Lari, i Mani, la Fama che viaggia veloce, giusto per dirne alcuni – sono stati rimaneggiati passando, appunto, prima attraverso la lente tardo medievale, per poi essere sviluppati nelle lande dello Spirito in maniera particolare e interessante. Senza dimenticare i riferimenti poetici, citati in esergo a ogni capitolo. Come già accennavo, dai concetti alla base della storia fino ai dettagli più minuti, tutto concorre nel dare un'idea di un mondo che esiste da ben prima di questa storia e che continuerà a esistere dopo che sarà conclusa.

Mi rendo conto di non aver parlato granché della trama, e di essere stata parca di dettagli in generale. La verità è che mi sono goduta talmente la scoperta di tutti i dettagli di questo mondo, e delle svolte della trama, che sarei veramente pessima se togliessi a voi il piacere di scoprire tutto questo leggendo. Vi chiedo di fidarvi quando vi dico che è una storia divertente, piena di sviluppi imprevisti, di Spiriti che sarà divertente collegare alle famiglie d'origine e di trovate che vi faranno chiedere (come è capitato a me appena ho finito il libro) "Ma devo aspettare molto per il seguito?". Spero proprio di no, perché io devo scoprire come l'autore riuscirà a seguire le vicende storiche, come riuscirà ad arrivare alla fine che sappiamo per Guido, e soprattutto perché ho bisogno di un'altra dose di avventura, e so che Gambarini me ne può dare una di ottima qualità.



Voto
                  8,5


Frasi e citazioni che mi hanno colpita...

  • "Kabal!" Una voce agitata lo chiamava. "Ti prego, svegliati!"
    Controvoglia e con un gran senso di oppressione in tutto il corpo, Kabal radunò attorno al proprio nome i frammenti sparpagliati della sua coscienza, incastrandoli alla bell'e meglio.

domenica 5 giugno 2016

«Di maggio sì vi do molti cavagli / e tutti quanti sieno affrenatori, / [...] e piover da finestre e da balconi / in giù ghirlande ed in su melerance»

Mie care lettrici, miei cari lettori,

anche il mese di maggio è passato, e il sole continua a rimanere incerto tra le nuvole di pioggia. Ho scampato un paio di temporali per un soffio! Anche per questo ho deciso di affidare a Folgore di San Gimignano il titolo del post riepilogativo del mese, con la speranza che comincino davvero a piovere ghirlande al posto delle gocce pesanti che ultimamente tamburellano sul mio lucernario.




Nelle letture sto mantenendo il ritmo, lento e tranquillo, che ho preso sin dall'inizio dell'anno. Non mi dispiace troppo, anche se ovviamente mi manca avere il tempo per dedicarmi un po' di più ai libri; rimango comunque contenta di riuscire a leggere anche per piacere, e non solo per lavoro.
Alcuni dei libri che mi sono passati tra le mani sono più che dimenticabili, e quindi non credo che ne parlerò qui: come il tempo per leggere, anche il tempo per il blog è irregimentato, e dunque preferisco parlarvi dei romanzi che mi hanno colpita. Spero di condividerli con voi presto; di uno avete già un'idea, guardando la copertina della Prossima recensione nella colonna a sinistra, e vi anticipo anche che il libro mi è stato inviato dalla casa editrice (Acheron books) e che sono molto felice di averlo potuto leggere.

Per il resto, maggio è stato ovviamente il mese del Salone del libro a Torino. Essendo il primo a cui ho partecipato per lavoro, è stato un momento allo stesso tempo strano ed eccitante. Oltre alla presentazione della nuova struttura e del rinnovamento grafico del giornale presso cui sto facendo il mio stage (il Giornale della libreria, dell'Associazione Italiana Editori) e all'incontro sui dati del primo trimestre del mercato editoriale, ho potuto dedicarmi a una delle mie attività preferite da fare durante le fiere letterarie, seconda solo ai giri tra gli stand in cerca di libri interessanti: gli incontri con le persone che, per molti motivi, non posso abbracciare spesso di persone. E quindi ho potuto strapazzare la Leggivendola Erica, ridacchiare di copertine e trame discutibili con Nereia e Simona (che ho lietamente conosciuto in questa occasione), abbracciare e chiacchierare con la lettrice rampante per antonomasia, Elisa, salutare Luca (spero seguiate i social di NN, è grazie a lui se sono così ben curati) e salutare svariati compagni di Master, che - fortunatamente - lavorano sparsi tra redazioni, uffici stampa e varie ed eventuali, in giro per l'Italia.


Ovviamente ho anche fatto un salto presso vari stand, curiosando tra le nuove uscite e salutando chi conoscevo. Ho anche fatto due acquisti: Le cose che restano di Jenny Offill (so che ora sta presentando il libro a Ivrea, alla Grande Invasione: avrei tanto voluto esserci!) e Stalin + Bianca di Iacopo Barison. Sono molto curiosa di leggere entrambi, ovviamente.
Ho fatto anche un altro paio di acquisti, durante il mese: mi sono lasciata tentare dalla sirene che cantano dai libri usati in zona Cairoli. E così ho preso una vecchia BUR con tre drammi di Hugo (Lucrezia Borgia, Maria Tudor e Angelo) e due Oscar di Remarque (Tempo di vivere, tempo di morire e Ama il prossimo tuo). Che ci posso fare, era una bella giornata di sole, ero felice, li ho visti e mi son detta che sarebbero stati il coronamento perfetto!

Infine, durante il mese ho cominciato a leggere i racconti inviati al Transilvania Project, di cui colpevolmente non ho ancora parlato. Trattasi di un concorso organizzato dalla Leggivendola, che mi ha chiesto - a suo rischio e pericolo - di far parte della giuria che sceglierà i vincitori, insieme ad altre persone molto interessanti, equamente divise tra autori, lettori e librai. Vista la bella esperienza che abbiamo vissuto, assieme a Marco/Salomon Xeno, svolgendo il ruolo di giuria per 3Narratori - che ricordo sempre con grande piacere! - sono felice di tornare a lavorare e parlare con loro per questo progetto, e di ampliare il discorso con tutti gli altri che, ne sono certa, renderanno ancora più divertente e interessante il dibattito.

Per questo mese è tutto. Giugno ci attende, e oltre al concorso e alle letture ci sono alcuni momenti importanti che mi attendono. Spero di potervene parlare presto, e soprattutto (egoisticamente) spero che saranno notizie positive.

Il mio augurio come sempre è che, nel frattempo, voi facciate buone letture.

A presto,

Cami



mercoledì 11 maggio 2016

#SalTo16: in partenza!

Carissimi lettori, carissime lettrici,
come ogni anno arriva Maggio e si porta dietro un appuntamento che, per noi lettori italiani, è sempre foriero di entusiasmi e attese: il Salone del Libro di Torino.
Io anche quest'anno sarò presente, e con una piccola marcia in più, visto che andrò non soltanto per piacere ma anche per lavoro. Avrò quindi alcuni momenti ed eventi da seguire obbligatoriamente (in particolare l'evento Sarà tutta un'altra storia, di venerdì mattina) ma per il resto sarò libera, e questo può voler dire solo una cosa: lunghe passeggiate tra gli stand, a scegliere libri, chiacchierare con editori, lettori e autori, e perdersi in questo mondo che tanto amo.
Come sempre, mi auguro di incontrare anche qualcuno dei lettori del blog. Riconoscermi, quest'anno, sarà facilissimo: il badge nella foto è il mio!
Se mi incrocerete, non esitate e fermatemi. Come potete immaginare, adoro chiacchierare.
Buone letture e a presto,
vostra
Cami

domenica 1 maggio 2016

L'arte di collezionare mosche - Fredrick Sjöberg (e due parole su I Boreali)

Titolo: L'arte di collezionare mosche (originale: Flugfällan)
Autore: Fredrick Sjöberg

Anno: 2004

Editore: Iperborea
Traduzione: Fulvio Ferrari
ISBN: 978-88-7091-542-6

Pagine: 218

Trama: Frederick Sjöberg è un collezionista di mosche, anzi della famiglia dei sirfidi, e per la precisione solo dei sirfidi indigeni dell'isoletta svedese su cui vive. La sua attività di entomologo e, soprattutto, di collezionista guida questo libro che più di tutto è un'autobiografia, ma che in realtà contiene in sé anche l'essenza del romanzo, del saggio divulgativo, della conversazione brillante.

Ci sono libri che arrivano nel momento giusto. Forse non dovrei cominciare una recensione con un luogo comune così trito, ma spero mi perdonerete, perché in questo caso corrisponde alla pura verità. 
Questo libro non l'avrei letto se, per una serie di coincidenze, scelte e casualità, non mi fosse stato donato quando (per lavoro) ho visitato la redazione di Iperborea; e se, al contrario di quanto mi capita di solito, non avessi scelto di leggerlo subito piuttosto di lasciarlo a sedimentare. Avevo bisogno di un libro che fosse letterario ma leggero, che fosse non comico, ma venato d'ironia, divertente in maniera sottile; e magari, pensavo, mi avrebbe fatto bene anche un po' di avventura, per imparare cose nuove, per espandere un pochino i miei orizzonti e vivere un mondo diverso per interposta persona.
Ovviamente non mi era così chiaro, sul momento, ma il bello di ripensare a ciò che ci è successo è che spesso è tutto molto più comprensibile. E così posso dire con certezza, ora, che L'arte di collezionare mosche era esattamente il libro di cui avevo bisogno.
Fredrick Sjöberg, in questo libro delizioso, parte da sé e dai sirfidi (una particolare specie di mosca, appunto) per andare ben oltre il semplice manuale di entomologia — quindi vi invito a ricredervi, come ho fatto io, se all'inizio l'dea delle mosche non vi intrigava  e anche oltre alla forma romanzesca. Credo sia inutile cercare un genere per questo libro, che mescola ricordi e divulgazione scientifica, riflessioni e racconti d'avventura: si tratterebbe di un'incomprensibile limitazione. 
Sjöberg ha semplicemente deciso, un giorno, di mettersi a raccontare della sua vita sulla piccola isola in cui abita, della sua collezione di sirfidi indigene di suddetta isola, e di tutto ciò che anche solo tangenzialmente l'ha accompagnato nel corso degli anni . E l'ha fatto adottando uno stile colloquiale, piano, e un procedere a episodi che rende la narrazione simile a una conversazione brillante: la lettura, così, è immensamente piacevole, e pare quasi di essere in ascolto, e non di far scorrere gli occhi sulle parole. 
Procedendo in questo modo Sjöberg ha la possibilità di toccare argomenti anche (apparentemente) distanti tra loro: e quindi ecco che compaiono descrizioni delle isole svedesi, le storie di alcuni visitatori, riflessioni sul controlloun argomento che, soprattutto nei primi capitoli, torna spesso, e che si concretizza nella necessità del collezionista di avere un limite; ma che sorprende un poco, per le esperienze di vita dello stesso Sjöberge, soprattutto, le storie di altri entomologi, veri e propri avventurieri, che accompagnano il lettore e diventano dei co-protagonisti a tutti gli effetti. Colui che più di tutti merita questo titolo è René Malaise, entomologo svedese che viaggiò in alcuni dei luoghi più lontani ed esotici del mondo, in particolare nel Kamčatka, affrontando situazioni incredibili per continuare le proprie ricerche e per perfezionare le proprie trappole per insetti. Non vi racconto nulla; credetemi quando vi dico, però, che Malaise incarna perfettamente la figura dell'esploratore tipica di fine Ottocento-primo Novecento, e che "studiare insetti" è una definizione molto limitante della sua occupazione.
A far da cappello a tutto questo ci sono le riflessioni di Sjöberg, che dalla sua passione per i sirfidi prende l'attenzione al dettaglio minuzioso e, soprattutto la capacità di riflettere data dalle attese lunghissime, passate fermo immobile. Alcuni passaggi del libro danno l'idea di essere stati scritti dopo settimane di riflessioni, idee assorbite a tal profondità da essere cristalline nella sua mente, pronte a essere poi scritte con assoluta semplicità.

Poco dopo aver chiuso il libro, ho cominciato a sperare che Iperborea portasse in Italia gli altri scritti di questo autore; grazie alla serata inaugurale de I Boreali (il festival dedicato alla cultura nordica che dall'anno scorso ha luogo a Milano, un'iniziativa bellissima che spero di godermi ancora di più l'anno prossimo), posso confermarvi che Iperborea sta effettivamente traducendo un altro libro di Sjöberg, una sorta di seguito de L'arte di collezionare mosche, e io ovviamente ne sono davvero felice.
L'incontro di cui parlo ha visto Sjöberg parlare con Paolo Nori, un autore di cui ho letto solo articoli per ora, e dall'umorismo che ben si sposa con l'ironia dell'autore svedese: hanno dato vita a una conversazione vivace, brillante, interessante, che ha confermato la simpatia che ho provato nei confronti dell'autore durante la lettura, e che ha fatto ridere di cuore me e molti dei presenti. Si è parlato di insetti e di chi li cataloga, esploratori ed esploratrici, biologi, donne, della Svezia e dell'Italia, delle passioni, delle collezioni e delle manie, di letteratura (russa, in particolare) e di WC a due posti (per capire il perché dovrete leggere il libro). Sono anche riuscita a farmi firmare il libro, cosa a cui tenevo molto, e mi ha fatto piacere potergli parlare, anche se solo per poco. 

Quando il seguito uscirà in libreria io lo prenderò, senza alcun dubbio (e sono quasi tentata di sperare che in casa editrice ascoltino Paolo Nori e lo intitolino Il re dell'uva passa: mi piace più de Il re dell'uvetta!). 

Voto:
  8,5

Frasi e citazioni che mi hanno colpita...
  • Molti anni fa, prima dell'isola e del teatro, risalii l'immenso fiume Congo su una chiatta che faceva servizio passeggeri. Ah, che avventura! Che racconto poteva venirne fuori! Sulla libertà! E invece niente: non sono mai riuscito a dire nient'altro che le foreste erano grandi e il fiume largo come lo stretto di Kalmar. Che c'ero stato. È questo che capita quando si viaggia per avere qualcosa da raccontare. Si perde la capacità di vedere. In compenso avrei potuto essere inesauribile sul tema della nostalgia. Meglio non dire niente.
  • Bottonologia si chiama, la scienza del futile, un termine irriverente, ma corretto. L'uomo che amava le isole è essenzialmente, in quanto collezionista, un tipico bottonologo. Stila cataloghi. L'idea è che debbano essere completi. Dev'esserci tutto. In questo il bottonologo si distingue dal cartografo, cui per altri versi assomiglia e con cui può essere confuso. Chi disegna carte geografiche non potrà mai inserire tutto nella sua immagine della realtà, che rimane per forza una semplificazione, a prescindere dalla scala scelta. Entrambi cercano di catturare qualcosa e di conservarla. Ma la somiglianza finisce qui. 
    Quello che mi sconcerta è che a volte il bottonologo, come in Lawrence, sembra solo un ex cartografo sulla via della pazzia. Una fase transitoria. 
  • A partire dal giorno di aprile in cui il sole a sud fa aprire i primi boccioli del salice, cominciano a volare anche i primi sirfidi. Piccole specie poco appariscenti che spesso vengono definite rare nei libri, forse perché sono davvero molto poco diffuse, ma più probabilmente perché nessuno si dà il tempo di vederle. [...] Inoltre i salici migliori sono in genere così alti che non ci si arriva con il retino: si può solo stare sotto a osservare con il binocolo quello che succede tra i fiori in cima, tormentandosi il cervello e domandandosi quali specie stiano volando lassù. Naturalmente si può comprare un manico [per il retino] più lungo (gli ingegnosi cechi ne hanno messo in commercio uno lungo otto metri) e starsene al sole di primavera come un saltatore con l'asta che ha perso la strada, ma pare che manici del genere siano difficili da maneggiare mantenendo la propria dignità, così sono andato alla ricerca di salici che fioriscano pur essendo bassi. 
  • Quando i giorni erano contati tutto mi pareva più chiaro, come se tra la fine dei preparativi e la partenza regnasse una particolare magia. Il tempo al di là di quel limite sembrava infinito, sfuggente e inaffidabile. La limitazione conferiva una calma liberatoria. Quei giorni contati erano come un'isola. E l'isola, in seguito, divenne un istante misurabile. A lungo questa scoperta fu l'unico incontestabile profitto dei miei viaggi.
  • E quando dico che il paesaggio letterario può trasmettere una specie di esperienza letteraria a diversi livelli di profondità, intendo proprio questo: prima di tutto bisogna conoscere la lingua. In un dizionario tutto fatto di animali e di piante, dunque, le mosche sono vocaboli in grado di narrare storie di ogni tipo seguendo il codice delle leggi grammaticali dell'evoluzione e dell'ecologia.
    Riconoscere un Chrysotoxum vernale quando lo si vede e sapere perché vola proprio in quel luogo e in quel momento dà una soddisfazione che purtroppo non è affatto facile da spiegare. Temo che si debba prendere la deviazione dell'utile per poter arrivare al bello. L'essenziale resta una questione di gusto.

Buone letture e buoni libri!

Vostra,
Camilla

domenica 31 gennaio 2016

«Accade quest'anno ciò che accade ogni tanto alla fine di Gennaio, una falsa primavera»

Mie care lettrici, miei cari lettori,

anche questo Gennaio è passato, e come ha ben scritto Simenon ne La neve era sporca (da cui viene la frase che ho preso in prestito come titolo), è stato un inizio d'anno piuttosto tiepido. Mi è quasi venuta voglia di primavera, e di parchi in cui stendermi a leggere... benché sappia che ci attende almeno un altro mese di freddo.
Quindi non ho ancora riposto le coperte pesanti e le tazze giganti per il caffellatte, fedeli compagni delle mie sessioni di lettura casalinga. Avevo qualche post altrui in arretrato che ho recuperato durante il fine settimana e in questi giorni mi sto anche dedicando a un progetto con alcuni miei compagni di Master che spero si sviluppi al meglio.
E a proposito di Master: l'ho ufficialmente concluso. Qualche giorno fa ho fatto il colloquio finale e devo dire che è stata una sensazione strana: da un lato sono felice, per ovvie ragioni, dall'altro rifletto sempre più sul fatto che, salvo sorprese, questa è stata la mia ultima esperienza accademica come studentessa. Certo, continuerò a studiare, perché il desiderio di sapere e imparare, di approfondire, è parte di me e parte di quello che mi porta verso i libri; però l'ambiente universitario mi è sempre piaciuto, e la possibilità di interagire coi docenti era uno stimolo non da poco. Insomma, sono contenta, ma provo anche quella punta di malinconia che accompagna la fine di ogni cosa.

Ma lasciamo da parte la pensosità e passiamo ai libri! Questo mese ne ho finito uno che avevo cominciato a Dicembre e ne ho letti altri due; li vedete tutti qui di fianco. Come potete vedere dalle mie stelline, solo uno mi ha veramente colpita, e spero di parlarvene presto: si tratta de L'arte di collezionare mosche di Fredrik Sjöberg (Iperborea), che mi è stato donato in un'occasione molto importante per me, di cui vi parlerò nel post dedicato.
Degli altri due vi parlerò qui, perché non ho molto da dire a riguardo. Sono libri che ho letto in inglese; uno, Cranberry Bluff (di Deborah Garner, autopubblicato) è un cozy mystery semplice, la versione cartacea di una puntata de La signora in giallo (ma senza Angela Lansbury). I personaggi sono delineati il minimo indispensabile, ma devo dire che non risultano per niente macchiettistici: piuttosto, si può dire che ricordano quei "caratteri" che, appunto, uno potrebbe trovare in una puntata della cara Signora già citata. Il mistero incentrato sul motivo che ha portato Molly, la protagonista, a gestire il piccolo B&B mette abbastanza curiosità da voler proseguire la storia e la risoluzione finale mi ha colta di sorpresa, così come alcune delle rivelazioni relative ai vari personaggi. Volevo dell'intrattenimento gradevole e leggero e questo ho ottenuto, quindi posso dirmi soddisfatta.
Dying for a living (di Kory M. Shrum, di nuovo autopubblicato), invece, mi ha lasciata piuttosto freddina. Trattasi di romanzo urban fantasy in cui esiste una minuscola percentuale di persone per cui è possibile tornare dalla morte, e anche sostituirsi a qualcuno in procinto di morire; così la protagonista, Jesse - che fa parte della percentuale di cui sopra - lavora come "rimpiazzo di morte". L'idea era intrigante, e il fatto che la trama accennasse all'investigazione di Jesse sul proprio omicidio aveva solleticato la mia curiosità; purtroppo ho trovato le relazioni tra i personaggi estremamente mal sviluppate, e più che miei coetanei (o giù di lì) mi sono sembrati ragazzini di sedici anni. Che parlano di chi ama chi nei momenti più inopportuni, tra le varie cose, o che sembrano dimenticarsi di essere sotto indagine, mentre qualcuno tenta di ucciderli. La scrittura non è particolarmente brillante; e l'assunto di base della storia - l'esistenza di questi "redivivi" - avrebbe forse avuto più senso senza i tentativi di spiegarlo scientificamente, perché più l'autrice tenta di chiarire questi aspetti, più tutto risulta posticcio. Unite insieme il tutto e capirete perché per me questo libro non è riuscito a spiccare il volo; peccato, perché alcune trovate sarebbero state piuttosto interessanti, prese singolarmente. 

Per questo mese finisce qui. Mi auguro che Febbraio porti letture che mi sorprendano: il libro che ho ora in lettura ci sta riuscendo molto bene. Ma ve ne parlerò quando l'avrò finito!

Come sempre vi saluto augurandovi buoni libri e buone letture.

Un abbraccio,

Cami