Autore:Caterina Armentano
Anno:2008
Editore:Aletti Editore
ISBN:978-887680-337-6
Pagine:58
Trama:Una raccolta di racconti incentrata sulle donne: sottomesse, sofferenti, indecise, che amano e sono amate, o disprezzate. Una finestra su quel mondo femminile che ancora stenta a venire a galla, di tentativi di rivalsa e di scelte difficili.
Questo è un volumetto sottile, una sessantina di pagine, che però si fa spesso quando si parla del suo contenuto: i racconti qui presenti, infatti, trattano di un argomento pesante e difficile, ossia della condizione della donna, nel passato recente o ai giorni nostri. Attraverso storie di abusi e relazioni tormentate, l'autrice delinea la gabbia che ancora, nel XXI secolo, esiste attorno al genere femminile.
Il primo racconto (Lettera dal passato) è ambientato quando le donne erano costrette in casa, ad obbedire al marito, e sebbene iniziassero a farsi vedere le prime emancipate, che si truccavano e si vestivano come volevano, la maggior parte di loro era ancora una sorta di schiava. E' molto tenero il sentimento che pervade questo racconto, in cui la madre augura al figlio che porta in grembo di essere maschio, per non vivere in un clima d'afflizione e tristezza, senza tuttavia abbandonare la speranza di cambiare le cose e, nell'ipotesi di partorire una femmina, di permetterle un futuro migliore e diverso.
Il secondo (Lacci e catene) è forse uno dei più tristi, perchè tocca anche argomenti come le malattie mentali e i disturbi psichici: commovente, eppure duro e senza sconti. Tuttavia penso che avrebbe potuto essere più lungo, perchè la fine mi è sembrata "frettolosa"; avrebbe potuto essere uno dei più belli della raccolta. Anche il terzo racconto (Riflessi di vita) è sulla stessa linea, questa volta parlando di droghe: è sicuramente una storia che lascia il segno, difficile da dimenticare. Eppure alcune frasi mi sembrano costruite in modo strano, come se il desiderio di esprimere il sentimento ed il messaggio (che, tra l'altro, sono presenti e percepibili) avesse rovinato un poco il tentativo di scrittura. La fine, la reazione della madre e della figlia, mi hanno quasi fatta piangere: rendere su carta a che punto possa giungere la disperazione è difficile, ma qui il compito viene svolto decisamente bene.
Con il quarto racconto (Artificio e ossessioni) arriviamo ad un punto spinoso: l'editing. Ho visto alcune sviste, ma niente d'importante, almeno finchè non mi sono imbattuta in un col center. Capisco che probabilmente è stato il correttore automatico del computer, e che io su queste cose sono un po' troppo pignola, però occhio: anche queste cose, apparentemente poco importanti, possono influire sul giudizio della lettura. Nonostante tutto questo, il racconto è troppo bello perchè mi ci soffermi ancora: è la disperazione di un'anima abbandonata, rinnegata, costretta a limitarsi allo schermo del computer. Senza appoggio, con un oggetto di desiderio impossibile per cui fa di tutto. La narrazione in questo caso è perfetta, colpisce e scuote, facendo pensare; così come il quinto, Ruoli inversi, che è il mio preferito insieme a Riflessi di vita, dove si narra la malattia vista da due differenti donne, colpite da malattie di diversa gravità (una mortale, l'altra praticamente innocua) che per uno scherzo del destino subiranno un futuro inaspettato. Volevo uccidere Costanza, la donna il problema meno grave: assolutamente insopportabile! Solo a leggere mi è salito un istinto di irritazione non indifferente. D'altronde, questo è sicuramente indice di qualità della scrittrice, perchè penso fosse il suo intento nella caratterizzazione di questa donna. Fortunata, l'altra protagonista, mi ha suscitato invece immediata empatia: un bel personaggio, anche se il racconto non permette uno sviluppo totalitario. La fine è una bella sorpresa, tuttavia ho dovuto rileggerla un paio di volte perchè i repentini cambi di prospettiva creano, secondo me, un po' di confusione.
Il sesto, Sotto l'albero di mimosa, dà il titolo alla raccolta: ottima scelta, non solo per l'albero simbolo delle donne, ma anche per la storia, che sviluppa una tematica importante, ossia la disperazione per amore. Nonostante alcune frasi giocate un po' troppo sul clichè, per il resto è una storia ben narrata, con un inizio in climax ascendente molto intrigante, che però si perde appena sul finale, con una chiusura ottima a livello di trama ma meno buona per quanto riguarda la narrazione, rispetto al resto del racconto. Piccola postilla, mi è piaciuta l'idea del rito sotto l'albero: una trovata bella ed insolita!
Martina e il principe-orco, il settimo racconto, è quello che mi è piaciuto di meno: carina l'idea di raccontare lo sfruttamento e gli abusi attraverso la forma della fiaba, ma calcando troppo su questo aspetto si perde a parer mio il nerbo della storia, senza così riuscire ad esprimere il sentimento di questa donna usata. Proprio un peccato, perchè nel finale, riprendendo i toni più cupi che caratterizzano altri racconti della raccolta, la storia si risolleva e guadagna punti.
Il racconto conclusivo è Eva: blasfema e fedele, che mi sembra riassuma tutto il concetto espresso nel corso dei vari racconti. Il genere femminile, benchè soppresso, benchè schiacciato dalla forza altrui e talvolta da quella dei propri sentimenti, è essenzialmente libero, proprio perchè duplice. E' un messaggio positivo, che raccoglie una richiesta di uguaglianza: è descritta una Eva, in queste due facciate, che nonostante tutto vive ancora a testa alta. Insomma, un invito per tutte le donne.
In conclusione, mi sento di dire che è un libro di piacevole lettura e non banale, soprattutto visto l'argomento trattato; lo stile dell'autrice (che potete conoscere qui) è ancora acerbo in un certo senso, ma si nota una buona predisposizione nell'espressione dei sentimenti e nelle caratterizzazioni, quindi posso solo augurarle di poter continuare a scrivere e migliorare! Magari tentando anche la stesura di un romanzo, dove la caratterizzazione dei personaggi potrebbe avere l'enfasi che merita.
Concludo indirizzandovi qui, dove se volete potrete mettervi in catena per ricevere il libro; per gli emergenti, non c'è niente di meglio che veder il proprio lavoro che gira :)
Voto:
7,5
Frasi e Citazioni che mi hanno colpita...
- -Ti darò qualcosa per il dolore. - Non esiste nulla per l'anima di chi abbandonerò?- chiese con le lacrime agli occhi.
- Mentre scivolava verso l'ignoto, il volto del suo amato le apparve in quel mondo artefatto e il suo cuore sobbalzò perchè il dolore era capace di farsi strada anche nei sogni, rendendo un gesto di disperazione la gabbia del proprio martirio.
Buon letture e, con un po' di ritardo, buone feste :)
Cami
A volte non servono 700 pagine per creare un libro iteressante. A volte 60 sono più che sufficenti per dare spunti, creare mondi, lasciare emozioni e riflessioni.
RispondiEliminaLo elggerò questo libro.
Non pare banale, come ce ne sono alcuni in commercio, che trattano la condizione della donna con i soliti toni politico-melodrammatici.
Una recensione davvero corposa e interessante. E' quello che mi aspettavo da un'accanita lettrice come te! Grazie Camilla. Un abbraccio e buon Capodanno.
RispondiElimina@Occhi di notte: sono felice che tu abbia voglia di leggerlo, in fondo è quello che cerco di fare con le mie recensioni. Esprimere quello che i libri mi hanno fatto provare e spingere altri a leggerli :D
RispondiElimina@caterina: grazie, sono contenta che la recensione ti sia piaciuta... un abbraccio e buone feste anche a te :)
:-) Dolce
RispondiEliminaMi hai fatto conoscere un'autrice che non conoscevo.
RispondiEliminaBuon Anno!
Ne sono felice :) Buon anno (in ritardo!) anche a te!
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