Ciao a tutti!
Siamo arrivati alla fine del primo mese dell’anno e se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, non posso che ritenermi soddisfatta. Gli esami stanno andando bene (darò l’ultimo della sessione la prossima settimana, incrociate le dita per me!), ho già organizzato qualche uscita con gli amici per spazzare via lo stato di eremitaggio causato dallo studio e sono riuscita a mantenere il mio proposito di non prendere libri nuovi!
L’unica entrata (già prospettata nelle eccezioni e preso in prestito dalla biblioteca) è stato Il vecchio che leggeva romanzi d’amore di Luis Sepúlveda, per la Gara d’Autore su Anobii.
Poi, come vi ho promesso nel Post del Mese di Dicembre, vi presenterò alcuni e-book che ho preso o ricevuto nel corso dell’anno scorso, ma che mi sono dimenticata di segnalare tra i nuovi arrivi – all’inizio, non essendo abituata all’idea di avere un e-reader, mi dimenticavo sempre di segnare i nuovi titoli… e, ovviamente, me ne accorgevo solo quando il Post era già pubblicato.
Credo vi presenterò tutti gli “arretrati” nel corso di quest’anno di morigeratezza libresca!
Bando alle ciance, ecco le trame dei libri – prima quello preso in biblioteca, quindi tre e-book (in ordine: Il segreto di Sebastian Barry, Il cane del santo di Lele Lampione e L’arte della guerra di Sun Tzu)!
Non è rimasto gran che, nella vita, ad Antonio José Bolìvar Proaño: i suoi tanti anni, una capanna sulla riva del grande fiume, una fotografia sbiadita di una donna che fu sua moglie, e i ricordi di un’esperienza – finita male – di colono bianco ai margini della foresta amazzonica equadoriana. Ma nella sua mente, nel suo corpo e nel suo cuore è custodito un tesoro inesauribile, accumulato da Antonio quando decise di vivere “dentro” la grande foresta, insieme agli indios shuar: quella sapienza particolare, quell’intimo accordo con i ritmi e i segreti della natura, quel rispetto per la magia delle creature che il grande mondo verde gli ha insegnato, e che nessuno dei famelici gringos – giunti da più o meno lontano per sfruttare e distruggere quel mondo – potrà mai capire. Soltanto un uomo come Antonio, dunque, potrebbe adempiere il compito ingrato di inseguire ed uccidere il “tigrillo”, il felino accecato dal dolore per l’inutile sterminio dei suoi cuccioli, che si aggira minaccioso per la foresta a vendicare sull’uomo, su qualsiasi uomo, la propria perdita.
Un caso di follia. Roseanne McNulty è chiusa in manicomio da molti decenni, impegnata a redigere meticolosamente e in assoluta clandestinità i suoi diari. Roseanne ci racconta di una vita avventurosa: sposata e poi ripudiata a causa di un breve incontro con un ribelle conosciuto durante la guerra civile irlandese, Roseanne vive del poco che le resta. A interrompere la sua solitudine, una notte d’amore in cui viene concepito suo figlio. Poi più nulla nei suoi ricordi, solo le mura scrostate di quel fantasmatico e sinistro manicomio. Anche il dottor Greene, lo psichiatra che ha in cura da trent’anni Roseanne, affida alla scrittura di un diario le sue considerazioni sulla propria esistenza e su quella strana paziente, sempre più convinto che il suo internamento celi ben altri misteri. E sarà proprio la rivelazione del segreto custodito da anni nella memoria di Roseanne a sconvolgere la sua vita e quella del dottor Greene.
Mi permetto una piccola postilla a questo libro per sconsigliarvi caldamente di leggere la trama su Anobii, che disgraziatamente rivela uno dei colpi di scena fondamentali del libro. EVITATELA!
Ai più era apparsa come una nuvola di polvere in quel secco novembre, che pareva estate, di tanti anni fa. Ben presto si accorsero che tre tragedie in una sola volta si erano abbattute sul piccolo borgo di Riozzo alle falde del castello di Melegnano. La chiesa era crollata, le due persone più ammirate del paese risultavano scomparse, e la fonte miracolosa del Riozzello si era prosciugata. I nobili cugini e rivali Paolo e Pietro cominciano una gara a chi per primo risolleverà le sorti dello sfortunato borgo… ma quando una cosa deve andare storta non vi è nulla che la possa raddrizzare. Comincia così una serie di divertenti peripezie che coinvolgerà protagonisti e lettori.
Composto in Cina ben trecento anni prima della nascita di Cristo, l'Arte della guerra è uno dei più antichi trattati di strategia militare; il suo autore è noto col nome di Sun Tzu, ma si tratta in realtà di più filosofi che hanno rielaborato un testo frutto probabilmente di un'unica mano. Il contenuto di quest'opera ha influenzato ampiamente nei secoli la filosofia orientale, ma non solo, tanto che essa viene utilizzata nelle scuole di management in tutto il mondo. Perché Sun Tzu non si limita a dare precetti per sconfiggere i nemici sul campo di battaglia, ma ci insegna a gestire i conflitti in modo profondo e non distruttivo: anche nella nostra vita quotidiana, infatti, la miglior battaglia è quella che vinciamo senza combattere. L'Arte della guerra è un capolavoro assoluto del pensiero, ora disponibile per il pubblico occidentale in questa nuova, scrupolosissima edizione a cura di un gruppo di esperti orientalisti.
Per questo mese è tutto, miei cari lettori!
Ci rileggeremo presto: ho pronte per voi una Top Ten (in cui si parlerà anche di uno degli e-book che vi ho presentato qui!) e una piccola sorpresa, che spero vi possa piacere.
Buone letture,
Cami