Miei cari lettori e lettrici,
ormai sapete che Tre Gradi è tra i miei appuntamenti preferiti. Mi piace parlare dei libri che vorrei leggere, scoprire i collegamenti più curiosi tra loro, e soprattutto mi piace sapere cosa ne pensate. Quindi bando alle ciance, e cominciamo!
PRIMO GRADO
Il libro che ho scelto è...
La donna che collezionava farfalle di Bernie McGill 2011 - Bollati Boringhieri (The Butterfly Cabinet - 2010 - Headline Review)
Irlanda del Nord, 1892. Charlotte Ormond, quattro anni, viene trovata morta nella stanza del guardaroba della dimora di famiglia. Ha le mani legate con una calza annodata a un anello infisso nel muro. La piccola si è strangolata nel tentativo di liberarsi. A chiuderla lì dentro è stata la madre Harriet, mettendo in atto i rigidissimi principi educativi in cui crede: la situazione le è sfuggita di mano, la sua colpevolezza è evidente, ma le cose sono davvero andate nel modo che appare più ovvio? Sessanta anni dopo, Maddie, la vecchia tata di Charlotte, nel ricevere una lettera di Anna, l'ultima discendente degli Ormond, capisce che è giunto il momento di confessare un segreto che serba ormai da troppo tempo: solo lei sa cosa accadde veramente nell'ultimo giorno di vita di Charlotte. Al racconto di Maddie si alternano le pagine del diario che Harriet Ormond ha scritto in carcere dopo la condanna con cui si è concluso il processo a suo carico. Due voci potenti e straordinarie, quella arcaica, intrisa di spunti gotici, della popolana Maddie, e quella secca, tagliente, aristocratica di Harriet, una donna fiera e indipendente, algida e volitiva, incapace di scendere a compromessi. La piccola comunità del luogo è stata pronta a giudicarla, ma il suo diario rivela una realtà ben più complessa.
Perché è nella Lista dei Desideri? Le storie con un mistero che si snoda attraverso due punti di vista mi sono sempre piaciuti; se poi l'ambientazione è l'Irlanda di fine Ottocento, inizio Novecento, i miei sensori cominciano a mandarmi forti riscontri (vedasi il mio entusiasmo per Il segreto). Oltretutto si affronta - o almeno così sembrerebbe - l'educazione e il rapporto coi bambini in epoca tardo vittoriana, un argomento sempre foriero di forti spunti di riflessione (anche su quanto sono stati profondi i cambiamenti in questo campo).
SECONDO GRADO
Harriet Ormond è una donna "fiera e indipendente", "volitiva", "secca, tagliente": tutti aggettivi che, in un modo o nell'altro, ho sentito riferire anche alla protagonista del prossimo romanzo.
Olive Kitteridge di Elizabeth Strout 2009 - Fazi (Olive Kitteridge - 2008 - Random House)
In un angolo del continente nordamericano c’è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull’Oceano Atlantico c’è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È lì che vive Kitteridge, un’insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell’animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima, abbandonata sull’altare ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex insegnante: «Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi».
Con dolore, e con disarmante onestà, in Olive Kitteridge si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana – e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. E il fragile, sottile miracolo di un’altissima pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo “romanzo in racconti”, del Premio Pulitzer 2009.
Perché è nella Lista dei Desideri? In parte per il Pulitzer, in parte perché molti lettori dei cui gusti mi fido ne parlano benissimo, con motivazioni valide e citazioni che mi hanno dato buone vibrazioni. E poi perché è uno di quei libri che sembrano imprescindibili per capire alcuni dei movimenti della letteratura americana contemporanea.
TERZO GRADO
A proposito di Pulitzer: sapete chi altri lo ha vinto? Proprio il libro che segue.
La strada di Cormac McCarthy 2007 - Einaudi (The Road - 2006 - Alfred A. Knopf)
Un uomo e un bambino viaggiano attraverso le rovine di un mondo ridotto a cenere in direzione dell'oceano, dove forse i raggi raffreddati di un sole ormai livido cederanno un po' di tepore e qualche barlume di vita. Trascinano con sé sulla strada tutto ciò che nel nuovo equilibrio delle cose ha ancora valore: un carrello del supermercato con quel po' di cibo che riescono a rimediare, un telo di plastica per ripararsi dalla pioggia gelida e una pistola con cui difendersi dalle bande di predoni che battono le strade decisi a sopravvivere a ogni costo. E poi il bene più prezioso: se stessi e il loro reciproco amore.
Che cosa resta quando non c'è più un dopo perché il dopo è già qui? Generazioni di scienziati, mistici e scrittori hanno offerto in risposta le loro visioni di luce e tenebra. Ci hanno prospettato inferni d'acqua e di fuoco e aldilà celesti, fini irrevocabili e nuove nascite, ci hanno variamente affascinato o repulso, rassicurato o atterrito. Nell'insuperabile creazione mccarthiana, la post-apocalisse ha il volto realistico di un padre e un figlio in viaggio su un groviglio di strade senza origine e senza meta, dentro una natura ridotta a involucro asciutto, fra le vestigia paurosamente riconoscibili di un mondo svuotato e inutile. Restano dunque, su questa strada, esseri umani condannati alla sopravvivenza, la loro quotidiana ordalia per soddisfare i bisogni insopprimibili e cancellare gli altri, la furia dell'umanità tradita e i residui, impagabili scampoli di piacere dell'essere vivi; restano i cristalli purissimi del sentimento che lega padre e figlio e delle relazioni che i due intessono fra loro e con gli altri, ridotte all'estrema essenza nella ferocia come nella tenerezza. E restano le parole, splendide, precise, molto più numerose ormai delle cose che servono a designare; la prodigiosa lingua di McCarthy elevata a canto funebre per «il sacro idioma, privato dei suoi referenti e quindi della sua realtà». Resta dell'altro, un residuo via via più cospicuo in mezzo al niente circostante: resta un bambino che porta il fuoco e un uomo che lo protegge dalle intemperie del mondo semimorto con implacabile amore, uomo e bambino tradotti in ogni Uomo e ogni Bambino, con responsabilità e ruoli che inglobano e trascendono quelli dei singoli individui. E resta, perciò, uno sguardo discreto in avanti e forse in alto, oltre a quello nostalgico voltato a rimirare il regno dell'uomo così come lo conosciamo. In questa risposta di McCarthy - epica, elegiaca, mitica, profetica, straziante, universale - resta perfino l'imprevedibile: un'affettuosa quotidianità che consola e scalda il cuore.
Perché è nella Lista dei Desideri? Potrei dire tante cose, ma in realtà c'è perché leggendo la trama, guardando le varie copertine, ho una sensazione alla bocca dello stomaco che mi dice che sarà meraviglioso e straziante, qualcosa che saprà commuovermi tanto per la storia quanto per la bellezza della scrittura. E quindi mi fido e aspetto il momento adatto per buttarmici dentro.
E anche per questo appuntamento è tutto. Avete anche voi alcuni di questi libri nella lista dei desideri? Oppure, se li avete già letti, me li consigliate?
Intanto io vi auguro buone letture!
Cami
Olive Kitteridge è in wishlist da secoli ormai, mentre La strada mi intriga ma non è tra le priorità (ho già letto qualcosa di McCarthy, e mi è piaciuto). Il primo titolo di cui hai parlato invece non lo conoscevo e mi incuriosisce tantissimo :)
RispondiEliminaIo di McCarthy non ho mai letto nulla purtroppo, anche se ho in casa Non è un paese per vecchi. Che dici, comincio da lì? :)
EliminaSono felice di averti incuriosita! Credo possa essere una lettura appassionante (almeno, questa è la sensazione che mi dà).
Non saprei consigliarti, ho letto soltanto Cavalli selvaggi!
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