Ciao a tutti! Eccoci di nuovo qui, pronti a rispondere a qualche domanda.
Spero che stiate passando un buon fine settimana, nonostante il tempo un po’ variabile. Io sto cercando di riprendermi da un raffreddore decisamente fuori stagione e quindi sfrutto questo “tempo extra” per portarmi avanti con lo studio, leggere un po’ e scrivere qualche post, tra i quali questo – quindi direi che è ora di smetterla di chiacchierare e lasciare spazio alle vostre curiosità.
1. Anime grigie Philippe Claudel perche questo titolo
Il titolo, in questo caso, è stato estrapolato da questo dialogo:
"Carogne, santi, non ne ho mai visti. Niente è tutto nero o tutto bianco, è il grigio che la vince. Idem gli uomini e le loro anime... Sei un'anima grigia, graziosamente grigia, come noi tutti..." "Solo parole..." "Cosa ti hanno fatto, le parole?"
Lo ricordo bene perché l’ho messo anche tra le frasi e citazioni che mi hanno colpita, alla fine della recensione. Trovo sia un concetto veritiero e malinconico, soprattutto se ci rifletto collegandolo alla storia del libro in questione.
2. Al ks* si puo aggiungere la pittura
Ora, qualcuno può spiegarmi come si può arrivare al mio blog attraverso una ricerca sul calcestruzzo? Perché la sigla KS* indica proprio quello.
Ah, l’asterisco non è davvero un asterisco, ma in questo caso mi sono permessa di modificare un po’ la chiave per evitare che troppe persone arrivino qui convinte di trovare risposta ai loro dubbi edili.
3. Alcott fruitslands
Bene, torniamo ad argomenti più letterari. Ho accennato alle Fruitlands nel post sulla vita di Louisa May Alcott, ma mi rendo conto di non aver approfondito affatto l’argomento; vediamo di rimediare!
L’idea si sviluppò a partire dalle teorie trascendentaliste di Amos Bronson Alcott (il padre di Louisa May), che si focalizzavano in modo particolare sul mondo spirituale, riflettendo sul concetto di Dio non secondo l’Antico e il Nuovo Testamento, quanto sulla concezione della sua effettiva trascendenza, per l’appunto, del mondo fisico. Nonostante questo, Alcott e gli altri pensatori a lui affini non eliminarono del tutto dalle proprio riflessioni l’elemento concreto, almeno per quanto riguarda gli esseri viventi: ritenevano, infatti, che il rinnovamento spirituale fosse possibile solo attraverso una contemporanea cura del corpo, attraverso il lavoro e l’astinenza.
L’unione di questi due temi portò Charles Lane, amico di Alcott, ad acquistare un terreno di 90 acri ad Harvard, nel Massachusetts (regione del New England), così da poter dare vita alla comunità perfetta che desideravano creare. Vi si trasferirono la famiglia Lane, la famiglia Alcott e altri singoli membri aggiuntisi nel tempo.
Questa utopia si basava, senza molto successo, su dei principi base che, in termini moderni, sembrano mescolare le comuni del periodo hippie e le comunità Amish: vegani ante litteram, si rifiutavano di mangiare carne e derivati di origine animale, di usare le loro pelli e anche di usarli per i lavori pesanti - compresa la coltivazione dei campi, che rappresentava a tutti gli effetti la loro unica fonte di sostentamento, dato che cercavano di evitare il più possibile il commercio (attività decisamente malvista). Avevano eliminato anche le sostanze stimolanti, come il caffè e il tè. Inoltre, non usavano il cotone, in quanto simbolo dello sfruttamento della schiavitù: per i vestiti e le scarpe usavano solo lino e canapa.
Questi pensatori, tuttavia, non avevano pensato a una cosa: il gelido inverno del New England. La scarsità di cibo si fece tale, che il progetto fu costretto a chiudere, dopo soli sette mesi di attività. Personalmente, non mi sorprende molto…
Altre informazioni le potete trovare sulla pagina inglese di Wikipedia dedicata a questa ipotetica utopia.
4. Devo fare un saggio breve su I miserabili di Victor Hugo
Ti invidio un sacco, anonimo ricercatore, ma proprio un sacco.
Studiare il capolavoro di Hugo è una gioia immensa.
Detto questo, scordati che faccia il saggio al posto tuo!
5. Janet Lambert, Penny Parrish, In America si vive così: titolo originale
Secondo le mie ricerche, Penny Parrish: in America si vive così è il titolo dato alla raccolta dei vari romanzi che la Lambert ha dedicato a Penny Parrish (sei in tutto). Non c’è un titolo originale, quindi, perché quello italiano è stato scelto dalla casa editrice (le Edizioni paoline).
6. Karènina o karenìna ?
La prima delle due; anzi, a voler essere precisi, la pronuncia perfetta sarebbe, all’incirca, Karjénina, con la j che indica una semi-vocale e l’accento acuto (non grave, come quello usato nella chiave di ricerca) sulla e. Il concetto di semi-vocale e di accento acuto non esistono nella fonetica russa, ma mi sono concessa la licenza di usarli perché la spiegazione fosse più comprensibile ai parlanti italiano.
La trascrizione fonetica secondo l’International Phonetic Alphabet, per chi è interessato all’argomento, è questa: [ˈanːə kɐˈrʲenʲɪnə].
Qui potete trovare una registrazione della pronuncia.
Io adoro parlare di queste cose, quindi grazie, anonimo dubbioso!
7. La profezia delle inseparabili secondo volume
Il secondo volume, pubblicato in patria nel 2011 e inedito in Italia, si intitola Guardian of the gate.
Non faccio spoiler sulla trama del primo, perché magari c’è qualcuno che vorrebbe leggerlo (anche se personalmente non glielo consiglio…). Mi limito a dire che, in questo volume, Lia dovrà viaggiare per risolvere alcuni dei punti rimasti oscuri nel primo libro e dovrà anche fare attenzione a chi le è vicino, perché il tradimento è alle porte.
Dubito fortemente che la Salani riprenderà la pubblicazione di questa serie, quindi chiunque vorrà scoprire il destino di Lia e Alice dovrà affidarsi al libro in lingua originale.
8. Lem oblo
Questa chiave ha un piccolo inghippo: manca una lettera. Oblo è la “variante monca” di Obłok, che a sua volta è la metà del titolo di un libro di Stanislaw Lem, ovvero Obłok magellana. Il titolo indica quelle che in italiano sono note come Nubi di Magellano (e obłok vuol dire nuvola, per l’appunto), due galassie irregolari che gravitano attorno alla Via Lattea. Al momento non esiste una traduzione italiana.
9. trilogia Fitzek
Non so se Fitzek progetti effettivamente una trilogia, dato che nel suo sito non c’è scritto nulla a riguardo; l’unica cosa certa è che il suo ultimo libro, Il cacciatore di occhi (Einaudi, 2012), è sicuramente il seguito de Il gioco degli occhi (Elliot, 2011). Non mi stupirei se uscisse effettivamente un terzo volume, dato che la trilogia è un “formato” molto sfruttato in editoria.
10. Il libro più significativo sul
ARGH! La suspense! Non puoi lasciarmi appesa così, ti prego!
Le serie TV mi costringono a subire già abbastanza cliffhanger, non cominciate anche voi ricercatori…
11. L'integrità mentale non ha alcun rapporto con la statistica spiegazione
Cercherò di dirlo in soldoni, perché addentrarci nei meandri filosofici che si celano dietro questa frase pretenderebbe moltissimo tempo e un buon numero di ricerche su vari testi.
Il fatto che qualcosa sia giusto o sbagliato non è dato da quante persone reputino o meno che sia effettivamente così; dunque, parlando per estremi, se tu credi che qualcosa sia corretto, e ritieni che questo concetto sia sostenuto da prove valide, non importa quante persone diranno che è un’idea folle.
Con questo Orwell (perché questa frase è tratta da 1984) non intende dire che quello in cui uno crede è per forza di cose corretto: un pazzo può dire, per esempio, che tutti gli struzzi sono blu e potrebbe anche averne le “prove”. Piuttosto intende, secondo me, che non bisognerebbe mai assoggettarsi alla definizione di “pazzia”, né al pensiero comunemente accettato, con troppa arrendevolezza. Non è follia sostenere quella che si reputa verità – al massimo, lo è trasformare questa verità in un’ossessione. Ma questo è un altro discorso.
Spero di essere stata chiara. Ovvio, questa è la mia opinione (espressa a grandi linee, meriterebbe un approfondimento); sarei ben lieta di sapere cosa ne pensate voi.
12. Lago delle fate John Anster
Questo è il mese delle chiavi di ricerca a metà! John Anster Fitzgerald (a cui è caduto il cognome, a quanto pare) fu un pittore inglese del XIX secolo, noto in particolare per le sue opere ispirate al mondo delle fate e del Piccolo Popolo in generale.
Questo quadro si intitola The Fairy’s Lake ed è attualmente in possesso della Tate Gallery; penso proprio che sia quello di cui parla la chiave di ricerca.
Questo pittore, comunque, ha prodotto moltissime opere dedicata al mondo fatato, quindi vi consiglio di approfondire la sua conoscenza, se vi interessa questo ambito.
13. Il cimitero senza lapidi e altre storie nere indice
Introduzione – p. 7
Il cimitero senza lapidi – p. 11
Il ponte del troll – p. 53
Non chiedetelo a Jack – p. 69
Come vendere il Ponte di Ponti – p. 73
Ottobre sulla sedia – p. 95
Cavalleria – p. 117
Il prezzo – p. 137
Come parlare con le ragazze alle feste – p. 147
Avis Soleus – p. 169
Il caso dei ventiquattro merli – p. 201
Istruzioni – p. 219
14. Isabel Allende Eva Luna Feltrinelli luogo pubblicazione
Il luogo di pubblicazione è Milano – cosa che non sorprende troppo, visto che è dove si trova la sede della casa editrice.
15. L'uomo che ride saggio Stevenson
Nella recensione de L’uomo che ride scrissi che non concordavo su alcuni giudizi che Stevenson dava all’opera di Hugo; rileggendo la postfazione, mi rendo conto che probabilmente ero ancora accecata dal meraviglioso affresco di Hugo per riuscire a cogliere alcune delle giuste critiche che lo scozzese gli ha rivolto. Questo non cambia il mio giudizio su Hugo, ne sul libro in esame – dubito che qualcuno potrebbe riuscire in un’impresa del genere – ma sicuramente mi ha fatto riflettere. Pur riconoscendo alcuni dei difetti sottolineati, però, il mio amore per il caro Victor rimane immutato!
In generale, comunque, il saggio di Stevenson è elogiativo nei confronti di Hugo e della sua capacità di rinnovare il romanzo, distanziandosi da Scott e da Fielding, che Stevenson usa come punti di riferimento. Vengono analizzati in breve i suoi cinque romanzi principali (Notre-Dame de Paris, I Miserabili, L’uomo che ride, I lavoratori del mare e Novantatré) e si cerca di definire cosa renda questo autore così grande e così innovativo rispetto ai suoi contemporanei.
Uno scritto molto chiaro e preciso, che vi consiglio, se siete interessati ad Hugo.
E anche per oggi è tutto, lettori e lettrici. Spero di avervi incuriosita e di aver risposto come si deve alle domande di questo mese.
Vi auguro, come sempre, delle buone letture!
Cami
Fantastica questa rubrica; le chiavi di ricerca danno risultati così strani a volte che non ci si crede!
RispondiEliminaGrazie, sono contenta che ti piaccia!
EliminaEheh, e fidati, cerco di evitare di pubblicare le più strambe (e sgrammaticate)... Quando preparo "Chi Cerca... Trova!" mi faccio sempre qualche risata :D
Cami,
RispondiEliminache puntata spassosa! La 4 e la 10 mi fanno troppo ridere! :)
Anche la 6 mi ha incuriosito, quella sulla pronuncia. Da tempo avevo un dubbio se si pronunciasse Kùndera o Kundèra... ho verificato ed è la prima!
E infine complimenti per la 11, l'hai risolta molto bene e con chiarezza! ;)
Che dire... un buon inizio di domenica leggendo queste chiavi di ricerca, grazie!
Sono contenta che ti abbiano fatto ridere :D
EliminaAnche io avevo ero incerta sulla pronuncia di Kundera, quindi grazie per avermi tolto il dubbio.
Sono felice che la risposta alla n.11 ti sia sembrata chiara, temevo di non essermi espressa come si deve. Come ho scritto, però, meriterebbe decisamente un approfondimento.
Figurati, grazie a te :)
Sempre interessante questa rubrica
RispondiEliminaGrazie! :)
Eliminaa questo punto dovresti dedicare un post intero al calcestruzzo... come minimo!! :)
RispondiEliminaTemo di non avere le competenze necessarie xD
EliminaGiuro, quella ricerca mi ha lasciata a bocca aperta...
Non ricordo il passaggio di 1984 dove ne parlano - ma presumo si riferisca alla seconda metà del libro. Se ho ragione, penso che la frase sia riferita proprio alla capacità di una persona di "tenere insieme" la propria visione del mondo, nonostante il mondo la veda in modo diverso. Al protagonista, di cui non ricordo il nome, viene fatta violenza per forzare una verità, cosa che del resto lui stesso si era prestato a fare con i suoi concittadini. Se applichiamo questa frase a un caso singolo, per esempio una persona affetta da una qualsiasi malattia psichica, secondo me assume un'altra dimensione. Dal suo punto di vista, chi sostiene che gli struzzi sono tutti blu è un "eroe" che resiste nonostante il mondo gli dia contro. Se invece stiamo dalla parte del mondo, quel tizio è considerato un cretino. Del resto, una delle più famose argomentazioni di Russell si basa fondamentalmente su ciò che uno crede vero o meno: io dico che esiste una teiera nello spazio, grossomodo tra l'orbita di Giove e quella di Saturno, come fai a dimostrare che è un'idiozia? Tracciando questa demarcazione, è facile immaginare che la maggior parte della gente si schiera tra i negazionisti... questo rende in qualche modo l'asserzione falsa? Ci sono fior fiore di filosofi che dibattono su questo, sarebbe un peccato rovinare il confronto con una risposta definitiva!
RispondiEliminaIn realtà sono piuttosto certa che la frase sia tratta dalla prima parte del libro, quando Winston comincia a scrivere il suo diario; ora però non ho sottomano il libro e quindi non posso affermarlo con totale certezza. Controllerò non appena arriverò a casa.
EliminaCredo che il tuo ragionamento, comunque, rimanga valido.
Lungi da me dare una risposta definitiva, anzi ;) è solo che per rispondere in breve ho preferito usare espressioni più "definitive". Non voglio certo rovinare il dibattito; è innegabile, però, che è una di quelle questioni che si prestano a essere discusse più o meno fino alla fine dei tempi.
Bisognerebbe prendere in considerazione non solo quello che è il nostro concetto di realtà, ma anche quello più labile della verità, e per completezza della finzione (e già solo qui verrebbero fuori delle ramificazioni che finirebbero per espandersi in ogni ambito della filosofia). Non ho problemi ad ammettere che sono tematiche che superano di gran lunga le mie capacità di pensiero, per quanto mi piaccia rimuginarci su :)
Sì, è vero! Il diario. Ha molto a che fare con il "lavoro" di Winston, ma il tema è presente in tutto il libro.
EliminaSempre interessantissima questa rubrica!
RispondiEliminaAnche a me piace disquisire di pronuncia, specie a proposito dei nomi russi! :)
Sei gentile, grazie :)
EliminaIn effetti ricordo che ci era già capitato di parlare di nomi russi, forse anche più di una volta. Sicuramente è capitato nei commenti al mio post su "Anna Karenina", nessuna di noi due gradisce molto la traduzione dei nomi propri in italiano, giusto?
Sì, hai ragione, ricordo!!
Eliminasempre risposte esaurienti le tue, brava! Quella delle Fruitlands non la sapevo, grazie per avermi erudito... :-)
RispondiEliminaGrazie mille, sono proprio contenta che tu abbia scoperto qualcosa di nuovo, è il motivo per cui mi piace tanto portare avanti questa rubrica - mi diverto a scoprire e farvi scoprire nuove cose :)
EliminaRotolo dal ridere :°D
RispondiEliminaMi piaciuta soprattutto quella sui Misérables.
Ah, e sto leggendo finalmente Eva Luna. Che meraviglia! Grazie, Camilla.
Ahah, mi fa piacere :D
EliminaOooh come sono felice che ti stia piacendo! Sono davvero, davvero contenta. Se ti va, fammi sapere cosa ne penserai quando l'avrai finito! :)
Questa rubrica è davvero divertentissima, oltre che molto interessante!!! Dovrò far caso anch'io a come approdano al mio blog i visitatori, potrei avere delle sorprese!! =D
RispondiEliminaGrazie, sono contenta che ti piaccia!
EliminaIn effetti io ho scoperto che arrivano nei modi più impensati, quindi te lo consiglio, probabilmente sarebbe un'esperienza divertente :D