Visualizzazione post con etichetta Bruno. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Bruno. Mostra tutti i post

domenica 22 novembre 2009

Le Anime Grigie - Philippe Claudel

Titolo:Le Anime Grigie (originale: Les Âmes grises)
Autore:Philippe Claudel

Anno:2003

Editore:TEA (Tascabile Editori Associati S.p.A)
Traduzione:Francesco Bruno

ISBN:
978-88-502-2008-3

Pagine:
217

T
rama:Un poliziotto riprende in mano un caso vecchio vent'anni, scrivendo il proprio resoconto, per riuscire a riordinare tutto ciò che concerne il Caso di una bimba assassinta, in realtà si fa portavoce di una storia di tutta la comunità e insieme personale, narrando le memorie proprie e del paese mentre s'intrecciano ad un delitto che lo ha segnato per tutta la vita. Il tutto, negli anni della prima guerra mondiale.

Ammetto di avere iniziato questo libro senza alcun sentimento particolarmente positivo: sì, m'ispirava, avevo voglia di un libro giallo senza troppe pretese, ma non mi aspettavo nulla. Invece mi sono trovata a leggere un libro semplicemente fantastico! La componente "gialla" viene sapientemente rimescolata a quello che in realtà è un profondo e doloroso diario di ricordi e riflessioni; più che un'indagine, il lettore si trova a fare i conti con una storia, che sembra iniziare ad annodarsi solo con l'indagine dell'omicidio di Bella di giorno, nell'originale Belle du jour, una piccola bimba di dieci anni. Il libro parte, fin da subito, con un inizio affascinante: si viene quasi trascinati a forza in queste campagne del nord-est francese, in un paese mai nominato. Ci è solo dato sapere che è piccolo, e che non è troppo lontano dal fronte della guerra. E quel che è strano è che anche il paese, la sua piccola realtà, finiscono per entrarci un po' sotto la pelle: alla fine della lettura lo si potrebbe descrivere, dargli vita, eppure rimarrebbe senza nome. Che mistero fantastico, la letteratura.
Ma torniamo alla storia e alla scrittura.

Le descrizioni, a parer mio, sono superbe. Dei tocchi poetici difficili da trovare, un continuo ricamo di particolari che insieme formano un affresco incompleto, e per questo ancora più affascinante. Le atmosfere vecchie, il lessico campagnolo, colloquiale e popolare del narratore, tutto rende perfettamente quello che è il paesaggio e l'animo del nostro protagonista: un abile uso della parola, non eccede mai, e non è mai troppo parco, in poche parole è sempre nel giusto equilibrio.

La narrazione è un continuo alternarsi di considerazioni del presente e ricordi: questo crea un'introspezione malinconica, fantastica da leggere, che scorre come un fiume placido. Eppure lentamente, in modo graduale, questo sentimento di malinconia "grigia" si fa sempre più presente, e l'alternarsi si fa più spesso e profondo; così come l'altalena tra vita e morte compie archi sempre più ampi, e il presente e il ricordo si fanno sempre più sfumati. Tutto questo va a formare una parabola, in cui al punto di partenza c'è più positività e distacco, e al punto d'arrivo l'esatto opposto: una scelta stilistica assolutamente necessaria, e ben sfruttata da Claudel.

La galleria di abitanti, varia, realistica, fatta di figure citate una volta sola o più volte richiamate, è meravigliosa. Sarà che abito in un paese, ma ho potuto riconoscere la verità di queste figure, dargli un "soffio di vita" in più. Inoltre, la caratterizzazione dei personaggi più importanti, come il freddo Destinat, l'insensibile Mierck, la bella Lysia, la stessa Bella di giorno che aleggia, nella sua mancata presenza, su tutto il romanzo, è davvero ben fatta, fantastica. Si finisce per voler conoscere il loro destino, nell'urgenza di sapere se ci sarà davvero un colpevole, se sarà chi si pensa che sia, se tutti nodi verranno al pettine; soprattutto, si finisce per amarne alcuni, e disprezzarne altri, e questa è la cosa più importante secondo me. Cosa sarebbe un libro senza protagonisti che valga la pena seguire? Se non ci fosse un reale interesse nel conoscere la fine della storia, nel sapere dove arriverà il protagonista, penso che l'autore dovrebbe considerare il proprio lavoro come un fallimento. Ovviamente, come ho appena scritto, in questo libro succede tutto il contrario.

Il finale è da applausi: gli ultimi capitoli sono inaspettati, danno alla storia quel qualcosa in più che mi ha colpita, lasciano sicuramente senza parole.

Sono stata a lungo indecisa sul voto da dargli, ma... che dire, mi ha davvero stregata. A caldo, non posso che dargli il massimo :)

Voto:

10

Frasi e Citazioni che mi hanno colpita...
  • Destinat non si accaniva contro un criminale in carne e ossa, ma difendeva un'idea, soltanto un'idea, l'idea che si era fatto del bene e del male.
  • Una volta aveva una moglie che non lasciava mai il letto perchè malata di languore, come si dice dalle nostre parti, dove è facile vedere gente che confonde le nebbie novembrine con il proprio smarrimento.
  • Eppure, ci si può perdere, qui. Intendo dire, con questo, che possiede angoli ombrosi e belvedere a sufficienza perchè chiunque possa trovarvi di che nutrire la malinconia.
  • La follia è un paese dove non entra chi vuole. Tutto va meritato.
  • Quando s'incrociavano i suoi occhi, dava la sensazione di essere arrivato. Dove, non si sapeva. Ma arrivato.
  • "Carogne, santi, non ne ho mai visti. Niente è tutto nero o tutto bianco, è il grigio che la vince. Idem gli uomini e le loro anime... Sei un'anima grigia, graziosamente grigia, come noi tutti..." "Solo parole..." "Cosa ti hanno fatto, le parole?"
  • Sapevo, probabilmente quanto lui, che si può vivere nei rimorsi come in un paese.
  • Darei la vita di migliaia di uomini come lui per pochi istanti nelle tue braccia. Darei la loro testa mozzata, la mozzerei io stessa per ritrovare sulla mia bocca i tuoi baci, per ritrovare le tue mani e i tuoi occhi. Non m'importa di essere odiosa. Me ne infischio dei giudizi, della morale, degli altri. Ucciderei perchè tu fossi vivo. Odio la morte perchè lei non sceglie.

Buone letture a tutti :D

Cami