domenica 26 settembre 2010

La Bambina che Salvava i Libri - Markus Zusak

Titolo:La Bambina che Salvava i Libri (originale:The Book Thief)
Autore:Markus Zusak

Anno:2006

Editore:Frassinelli Editore
Traduzione:Gian M. Giunghese
ISBN:978-88-88320-39-7

Pagine:562

Trama:Liesel Meminger, una bambina di dieci anni, si trasferisce presso una famiglia adottiva quando sua madre non può più prensdersi cura di lei. Qui, a Molching, nella Himmelstrasse, impara non solo a leggere, ma anche a riconoscere il valore delle parole, attraverso l'amicizia e la lettura, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale.

Da questo libro io mi aspettavo tantissimo. Era da davvero molto tempo che volevo leggerlo e ora che ce l'ho qui, tra le mani, sono felice di averlo solo preso in prestito in biblioteca; perchè questo libro non è brutto, ma personalmente è stato una gran delusione.
Le cose da dire sono molte; tenterò di mantenere un certo ordine.

La storia inizia negli anni immediatamente precedenti alla Seconda Guerra Mondiale: Liesel Meminger viene data in affidamento perchè la madre, indigente ed accusata di essere comunista, non può più tenerla con sè. Ad accoglierla troverà Hans Hubermann e sua moglie Rosa, una famiglia sui generis; senza contare tutto i restanti esponenti della piccola comunità di Molching e soprattutto della strada in cui vive, la Himmelstrasse. Con l'avvento della guerra vera e propria (ovviamente importantissima per lo svolgimento, anche se in misura minore rispetto ad altri libri, visto che questo si svolge in un centro abitato non troppo colpito) molte cose sono destinate a cambiare.
L'inizio è buono, mantiene un ritmo costante, nè troppo veloce, nè eccessivamente lento; non è difficile affezionarsi ai personaggi, anzi, ci si ritrova a provare una naturale simpatia per loro, così come un sentimento di pietà onesta, scaturita dalle esperienze della piccola Liesel.

Inoltre, facciamo la conoscenza della particolare narratrice di questo libro: la Morte, in persona. Onestamente, se non lo svelasse la quarta di copertina, non l'avrei capito subito: ci sarei arrivata, ma dopo i primi capitoli (che sono molto brevi).
E' una narratrice insieme puntuale e svagata, che osserva ciò che non vorrebbe vedere, che si sofferma anche quando riflettere le potrebbe causare dolore; ad esempio quando, tra un capitolo e l'altro, ci racconta di come sia costretta a raccogliere migliaia di anime, a portarle via. A parlare con un Dio che pare proprio un datore di lavoro assente. Mi è piaciuta molto anche la sua, chiamiamola così, distrazione preferita: appuntarsi il colore del cielo. Ad ogni anima, ad ogni viaggio, è abbinato una tonalità; mi sono piaciute, spesso, hanno dato una sorta di poesia a questa p
overa Morte.
Proprio lei, però, è uno dei punti più dolenti del romanzo: molte sue note esplicative (sempre precedute da un titoletto in grassetto) sono assolutamente inutili, oltre a rallentare il ritmo narrativo senza alcuna ragione. Il che è un vero peccato, perchè alcune sono vere e proprie perle poetiche.
Ma soprattutto, ho odiato, letteralmente, il fatto che l'autore abbia sfruttato il fatto che lei stia narrando cose di cui sa già il finale per rivelarci, a circa metà del libro, quello che sarebbe accaduto solo alla fine. Non vi sto prendendo in giro: l'autore stesso ci dice, a metà del libro, cosa succederà ad uno dei personaggi principali. La stessa cosa si ripete, per degli altri personaggi, a circa trenta pagine dalla fine. Quando l'ho letto ho pensato ad uno scherzo, poi mi sono arrabbiata moltissimo; ho perso metà del piacere della lettura, perchè ogni cosa che succedeva mi faceva pensare "tanto finirà così, quindi...". Questo non mi ha impedito di commuovermi, sul finale, perchè avevo preso a cuore alcuni personaggi; tuttavia, ha cancellato gran parte della mia empatia. E' stato frustrante ed odioso, perchè mi è sembrato un errore grossolano, un'idea mal gestita. Inoltre, il finale è affrettato; l'avrei preferito meno conciso, più attento.

Parlando della scrittura in sè, ci sono spesso troppi "scarti" bruschi tra una scena e l'altra, che rendono frammentaria la narrazione, senza contare che spesso mi è sembrato che le frasi fossero "costruite a tavolino", cioè che fosse fin troppo palese il loro intento di ammantarsi di un'aura poetica che, proprio per l'ecessiva ricerca della lirica, non rendono.
Un vero peccato, perchè spesso Zusak riesce a dare l'idea di un'atmosfera grigia e densa, meravigliosa e perfetta per la storia, anche senza usare frasette da poeta fai-da-te; infatti, spesso mi sono piaciute le descrizioni degli ambienti.

Come già detto, poi, non è difficile provare simpatia per i personaggi; di questi, soprattutto due mi hanno colpita, Max e Hans. Questo perchè le loro storie erano molto interessanti, tanto da distrarmi dalle vicende di Liesel, la protagonista, facendomi sperare che si parlasse di più di loro; ad esempio, ho amato moltissimo i flashback sulla vita di Hans, il padre adottivo di Liesel, sempre pronto a suonare la fisarmonica e a guardarti con i suoi occhi grigi, oppure la descrizione dei sogni di Max, ebreo nascosto dalla nuova famiglia della Ladra di Libri (non rivelo nulla, è scritto nella quarta di copertina), che durante la notte fredda e solitaria sfida Hitler su un ring da boxe, senza mai arrendersi, oppure che si fa raccontare come sia il tempo fuori, o ancora che scrive i suoi pensieri sui muri.
Anche Rudy, il miglior amico di Liesel, è un personaggio tenero e piacevole, così come le piccole avventure a lui legate.
In effetti, si può dire che mi sia affezionata molto, molto di più a tutti coloro che contornano Liesel, piuttosto che a lei stessa; come se fossero loro, la vera forza dietro questa piccola ladra (piccolo commento fuori argomento: il titolo originale, legato proprio a questo soprannome che Liesel si guadagna, sarebbe stato più sensato).

Una delle cose che più ho amato, però, è proprio legata all'attività "ladresca" di Liesel: i libri. I titoli citati in questo scritto sono interessanti, e in questo Zusak è davvero bravo, perchè ci fa capire quanto affetto e quanto interesse la bambina riversi su di loro. Mi sono piaciuti tanto che ho provato a cercarli su internet, sperando fossero titoli veri... ma a quanto pare sono solo pseudobiblia! Un vero peccato!

Tuttavia, questo non basta per risollevare il libro, che mi ha lasciato davvero una patina di delusione. Speravo di trovare un libro bellissimo, conforme alle mie aspettative; invece è un libro decente, sì, emozionante in certi punti, ma che sinceramente non merita tutti gli elogi che gli si fanno.

Voto:

6,5


Frasi e Citazioni che mi hanno colpita...

  • Destino?
    Sfortuna?
    Furono questi a schiacciarli in quel modo?
    Non diciamo sciocchezze.
    Le cause furono, piuttosto, le bombe, sganciate da uomini nascosti fra le nubi.
  • Come gran parte delle disgrazie, ebbe inizio in un modo apparentemente felice.
  • Si rese conto che molto più facile era essere a un passo da qualcosa, che essere veramente quella cosa.
  • UN FRAMMENTO DI VERITA'Non possiedo una falce.
    Indosso una veste nera con cappuccio solo quando fa freddo.
    Non ho quel viso da teschio che sembrate divertirvi ad appiopparmi. Vuoi sapere qual è il mio vero aspetto? Mentre proseguo il racconto, cerca uno specchio.

Buone letture!

Cami

8 commenti:

  1. Anch'io sono contenta di prendere i libri in biblioteca, se non mi fanno impazzire. Compro solo i classici (anche se dopo la lettura non mi piacciono, è bello averli in libreria), i contemporanei li prendo solo in biblio e se mi piacciono vado poi a comprarli in libreria!

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  2. Io sono un po' una feticista del possesso dei libri XD Mi piace averli in libreria, piuttosto se non mi sono piaciuti li scambio XD
    Però devo dire che mi rendo conto che questa mia passione non è proprio economica per il bilancio familiare, quindi ho deciso di rivolgermi anche alla biblioteca :)
    Avevo già deciso anche io di fare come te: se un libro preso in prestito mi piacerà davvero tanto (da quattro stelline, per intenderci!), poi lo comprerò :)

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  3. L'ho comprato ieri! Lo voglio leggere da tanto e non me lo sono fatto sfuggire!:-) Non ho voluto leggere la tua rece per paura di guastarmi qualcosa...ma giuro che la leggo appena finito! :-D
    Ci ritroviamo su anobii (sono Fragola)! ;)

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  4. Ciao Fragola! Che bello ritrovarti anche qui :)
    Guarda, spero che a te piaccia più di quanto è piaciuto a me... ma ne parleremo quando avrai finito il libro!

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  5. Dev'essere un libro proprio bello. Emozionante. E poi la sola idea che ci sia qualcuno che salva i libri.. devo dire che mi piace parecchio!

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  6. Occhi, spero per te che, se lo leggerai, troverai le tue aspettative confermate :) Io, come ho scritto nella recensione, onestamente l'ho trovato solo in certi (rari) punti emozionante, e tutto sommato nella media.
    Poi, in effetti, non è che Liesel si metta lì a salvarli. Ma questa percezione è colpa del titolo italiano, il titolo originale di certo segue meglio la storia (The Book-Thief). :)

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  7. Mi sono smontata. Pensavo fosse il classico librone, di quelli che ti entrano nella pelle, nel sangue, nelle vene. Però lo leggerò di certo, giusto per togliermi ogni dubbio ^^
    Bel blog, complimentissimi!

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    1. Silvia, in molti l'hanno descritto come descrivi tu "il classico librone", quindi probabilmente io sono l'eccezione e non la regola ;) Spero ti possa piacere più di quanto è piaciuto a me :)

      Ti ringrazio molto per i complimenti, sono davvero contenta che il mio blog ti piaccia!

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