martedì 30 ottobre 2012

Speciale: Blog Tour “Deserto Rosso . Punto di Non Ritorno”–Recensione (Fase #2: Tragitto)

Buongiorno cari lettori!
Pronti per affrontare la seconda parte del nostro viaggio interplanetario?
In questa nuova fase conoscerete più da vicino Deserto Rosso – Punto di Non Ritorno: viaggeremo verso Marte, attraverso le pagine del libro.
La nostra astronave si avvicina sempre di più all’obbiettivo!
 
SPECIALE deserto rosso
 
FASE #2: TRAGITTO

Punto di non ritorno - R. C. F. Monticelli

Titolo:Deserto Rosso . Punto di Non Ritorno

Autore:Rita Carla Francesca Monticelli

Anno:2012

Editore:auto-pubblicato

ISBN:978-14-7619-448-6

Pagine:69

Trama:Anna, astronauta dal passato meno limpido di quanto si possa pensare, è uscita con il suo rover dalla base su Marte e sa di essersi imbarcata in una missione suicida. Presto sarà troppo lontana perché l’ossigeno sia sufficiente per tornare indietro. Ma cosa la spinge ad una scelta così estrema? Quali misteri si nascondono dietro a Hera, la missione precedente, miseramente fallita?

Cosa mi aspettavo leggendo questo primo episodio di Deserto Rosso? Non lo so bene nemmeno io. Mi imbarcavo nella lettura di un libro di fantascienza (genere frequentato con piacere ma solo di tanto in tanto, senza conoscerlo bene), auto-pubblicato e di cui non erano ancora disponibili molte recensioni online. Insomma, mi sono buttata un po’ alla cieca, accettando la proposta dell’autrice… E sono decisamente contenta della mia decisione.

Partiamo subito dicendo che, pur essendo un auto-pubblicato, il libro è confezionato benissimo. Impaginazione perfetta, copertina davvero ben fatta (e molto bella anche in bianco e nero, quindi ottima per gli e-reader con tecnologia e-ink), indice con collegamenti ai vari capitoli segnalati: insomma, un lavoro certosino. Possono sembrare sciocchezze, ma contando che è stato realizzato tutto dall’autrice, con l’aiuto di pochi collaboratori, credo che valorizzare anche questi aspetti sia un riconoscimento dovuto.
Inoltre, ho apprezzato moltissimo che fosse segnalato subito, nelle prime pagine, che questa è una prima parte di quattro. L’autrice non inganna il lettore, che così sa di non potersi aspettare un finale conclusivo.
Tutti questi, però, sono fattori esterni alla storia: è meglio rendere subito chiaro, quindi, che oltre alla bella confezione Deserto Rosso propone una storia interessante, che mi è piaciuto leggere.

Sin dalle prime pagine il lettore è incuriosito e catturato dalla narrazione: la Monticelli decide di raccontarci la storia di Anna, la protagonista, utilizzando la prima persona singolare, permettendoci quindi di avere una finestra diretta sui suoi pensieri e sui suoi ricordi.
Una scelta che dà i suoi frutti, perché consente di concentrarsi sui ricordi di Anna e sulle sue sensazioni, senza contare la possibilità di creare suspense giocando con le informazioni che la stessa protagonista non conosce e che sta tentando di scoprire, creando un parallelo tra lei e i lettori, in cui cresce la voglia di seguirla e rivelare i misteri che si incontrano nel corso della storia.

Tuttavia, questo particolare punto di vista non è esente da difetti. Per farci comprendere appieno la sua ambientazione, l'autrice tende ad inserire nel corso della narrazione dei momenti di cosiddetto infodump, che stonano ancora di più quando vengono presentati come riflessioni di Anna, perché risultano poco “naturali”.
Sono parti non sempre necessarie, che spezzano il ritmo e il pathos, soprattutto nelle parti ambientate nel presente di Anna. Il lettore si trova a voler scoprire  cosa la spinge al proprio gesto definitivo e cosa si nasconde dietro alle missioni di colonizzazione marziana; in questo primo volume vengono rivelate poche cose, ci si limita a gettare le basi (che spero siano approfondite nei prossimi episodi).
Oltre a questo, trovo che l’ambientazione su Marte, per il momento, non sia stata sfruttata appieno. E’ comprensibile, visto la maggior parte del tempo siamo nel rover insieme ad Anna; tuttavia, ammetto che mi è spiaciuto. Anche in questo caso, spero ardentemente che i prossimi episodi ci forniscano più scorci marziani.

Più spazio, invece, è dedicato al delineare la personalità della nostra protagonista. La narrazione è molto introspettiva, personale, e d’altronde difficilmente poteva andare diversamente, visto il punto di vista; questo, in particolare, è sottolineato dai frequenti flashback, che ci permettono di scoprire il percorso che ha portato Anna a far parte della missione Isis e molti altri avvenimenti del suo passato (che si riveleranno complicati e piuttosto oscuri – uno, in particolare, mi è sembrato quasi troppo forte per essere del tutto realistico).
In generale, la caratterizzazione è senza alcun dubbio uno dei punti forti di Punto di Non Ritorno: non solo, come vi ho appena raccontato, di Anna, ma anche dei comprimari. Sebbene meno sfaccettati, sono tutti realistici e “umani” e questo senza dubbio è un gran pregio.

Con tutta questo parlare di introspezione, tuttavia, non vorrei passasse l’idea di un romanzo lento: la storia non è priva di colpi di scena e gli intrighi irrisolti creano una piacevole sensazione di curiosità, di voglia di sondare l’ignoto. Lo stile dell’autrice, privo di fronzoli, è più che adatto a questo scopo: usa immagini concrete ma espressive, frasi concise e dirette.

Insomma, sono presenti sia pecche, che pregi: ma alla fin fine ciò che conta è che Punto di Non Ritorno mi ha intrigata e mi ha catturata abbastanza da voler leggere Abitanti di Marte il prima possibile, sia per vedere se l’autrice è riuscita a limare gli aspetti meno riusciti, sia perché non vedo l’ora di scoprire come continueranno le avventure di Anna sul Pianeta Rosso!

Voto:
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           7

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La seconda fase si conclude qui, l’astronave è arrivata a destinazione… ci accingiamo ad esplorare la superficie del pianeta! La terza fase, l’Esplorazione, ci permetterà di conoscere meglio Deserto Rosso e la sua autrice: non perdetevela!

 

Cami

domenica 28 ottobre 2012

Speciale: Blog Tour “Deserto Rosso . Punto di Non Ritorno”! (Fase #1: Lancio)

Buongiorno a tutti, miei cari lettori!

Finalmente posso svelarvi e mostrarvi uno dei progetti speciali cui ho fatto accenno negli scorsi post. Ci tengo davvero molto e spero proprio che il risultato finale vi piaccia: sarà un trittico di post a tema, tre fasi che ci porteranno su un altro pianeta, usando come astronave il libro Deserto Rosso - Punto di Non Ritorno di Rita Carla F. Monticelli (che ringrazio per la pazienza e per l’aiuto).
Pronti a partire per un viaggio interplanetario? Non indugiamo oltre… preparate le tute da astronauta e i razzi, si va su Marte!
 
SPECIALE deserto rosso

FASE #1: LANCIO
 
Ebbene sì, il nostro viaggio ci porterà sul Pianeta Rosso. Ne osserveremo le caratteristiche principali, vedremo un po’ le supposizioni degli astronomi dei secoli scorsi e di oggi, esploreremo l’immenso elenco di libri che condividono l’ambientazione marziana… insomma, un’infarinatura essenziale, per partire con il giusto spirito e la giusta curiosità, visto che le vicende di Deserto Rosso si svolgeranno proprio su questo pianeta.
Ma prima di immergerci nell’atmosfera aliena, sarà meglio darvi qualche informazione in più sul libro in questione. Deserto Rosso è un romanzo a puntate: un libro diviso in quattro parti, pubblicate a distanza di 5 mesi l’una dall’altra – un progetto che sembra rifarsi allo spirito del feuilleton. Per ora è disponibile la prima puntata, Punto di Non Ritorno, e sarà disponibile a breve (anzi, a brevissimo: gli ultimi giorni di Novembre!) la seconda, Abitanti di Marte.

Questa è la trama che la stessa autrice fornisce nel suo sito:
Punto di non ritorno - R. C. F. MonticelliSono passati 30 anni dalla missione di esplorazione di Marte "Hera", durante la quale l'equipaggio è morto in circostanze non del tutto chiarite. Questo fallimento e tutte le problematiche politiche da esso generate hanno rallentato la NASA nella sua corsa alla conquista dello spazio, ma adesso i tempi sono maturi per una nuova missione chiamata "Isis". Questa volta i 5 membri dell'equipaggio non viaggeranno per oltre 400 milioni di chilometri solo per una breve visita, ma saranno destinati a diventare i primi colonizzatori del pianeta rosso.
Anna Persson abbandona di nascosto alle prime luci dell'alba la Stazione Alfa e si addentra con un rover pressurizzato nel deserto marziano, in quello che sembra avere tutte le caratteristiche di un gesto suicida.
Qualunque essa sia, riuscirà Anna a raggiungere la sua destinazione?
I misteri sono molti… ma ve ne parlerò meglio nella recensione del libro! Ora che ve l’ho introdotto un po’, è meglio tornare ad occuparci del fantastico Pianeta Rosso.

Per viaggiare in tutta sicurezza, è bene dare un’occhiata alle sue caratteristiche salienti:

Martesatelliti

Quindi, è necessario procurarsi delle mappe – cosa che non vi risulterà difficile, perché la mappatura di Marte è stato uno degli argomenti più gettonati tra gli astronomi, soprattutto nel periodo che va dagli anni ‘90 del XIX secolo alla prima decade del XX secolo.
Questa pratica veniva definita areografia, neologismo coniato ricalcando la parola geografia, cui viene sostituita la parte indicante la terra (geo-) con il nome dato dai greci al pianeta, ovvero Ares.

La prima mappa fu disegnata dai tedeschi Beer e Madler, nel 1840; ma l’annata fondamentale per questa disciplina fu il 1877. Con Marte in opposizione perielica la visuale fu incredibilmente nitida e molti astronomi, amatoriali e professionisti, poterono godere di una visibilità fino ad allora mai avuta.
Furono prodotte moltissime mappe e rappresentazioni grafiche di ogni genere, ma quella che ebbe maggior risonanza fu quella di Giovanni Schiaparelli, milanese e futuro senatore del Regno d’Italia.
Creata grazie alle sue dettagliate osservazioni della rotazione del pianeta, fatte sul tetto del Palazzo di Brera e durate quasi otto mesi, divenne immediatamente un punto di riferimento per tutti coloro che si occuparono della superficie marziana dopo di lui.
L’influenza fu tale che venne anche adottata la nomenclatura data dallo scienziato alle diverse zone marziane – nomi di origine classica, greco-romana, decisamente diversi dai primi nomi dati dagli astronomi che si occuparono del Pianeta Rosso (principalmente nomi di scienziati contemporanei, che però avevano suscitato spesso invidie e débacle).
Sicuramente Marte ne ha giovato: come si fa a  non rimanere affascinati da luoghi che si chiamano Olympus Mons, Valles Marineris, Hellas, tanto per citarne alcuni?
 
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Ma la mappa di Schiaparelli non fu importante solo dal punto di vista scientifico… infatti, fu uno dei principali propulsori della teoria sulla possibilità di vita intelligente sul nostro “vicino”.
Lo scienziato, durante le sue osservazioni, segnalò di aver rinvenuto delle strutture (da lui chiamate “canali”), che furono poi interpretate dagli astronomi più noti del tempo come strutture evidentemente artificiali e, quindi, come prova della presenza di una civiltà intelligente. Questi “canali di Marte” divennero immediatamente popolari non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche presso l’opinione pubblica, che all’epoca seguiva con fascinazione e speciale interesse le esplorazioni “celesti”, che ricordavano molto le avventure che nello stesso periodo vivevano gli esploratori, sulla Terra. Merito di questo è anche il tono più popolare di molte pubblicazioni, che riprendeva tòpos e stilemi proprio della saggistica e della narrativa di viaggio.

Maestro di questo tipo di “reportage” e promotore della teoria della civiltà marziana fu senz’altro Percival Lowell, che nel parlare delle proprie osservazioni, attraverso una dialettica basata principalmente sulle sue personali intuizioni e sulla continua comparazione tra le realtà marziane e quelle terresti, riuscì a convincere gran parte del pubblico dei tempi dell’effettiva presenza di una popolazione intelligente – anzi, più evoluta di quella terrestre. I canali, secondo lui, servivano a trasportare acqua dai poli alle zone equatoriali, che stavano subendo un processo di desertificazione; si sarebbe trattato, quindi, di costruzioni mastodontiche, lunghissime ed efficienti.
Anni dopo, le missioni di satelliti spaziali – a partire da Mariner 4, passando per Mars 2 e Mars 3, per arrivare poi a Viking 1, che dal 1976 trasmise informazioni per sette anni) sfatarono questi miti, riconoscendo nei canali visti da Schiaparelli un’illusione ottica, dovuta alle lenti da lui usate. Illusione che però, come abbiamo visto, attecchì molto bene (sia a causa della strumentazione inadeguata, sia per l’auto-convincimento degli osservatori).
Anche le missioni odierne (Odyssey, Beagle 2, Spirit & Opportunity, Phoenix, la recentissima Curiosity) hanno confermato che non c’è traccia di vita evoluta su Marte.
 
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Ma questo non ha impedito agli scrittori e a molte altre personalità intellettuali di essere ormai terribilmente affascinati da questo pianeta così vicino e dalla sua ipotetica civiltà…
In realtà, tra i primi romanzi a parlare di Marte ci fu un libro scritto ben prima dell’esplosione di questo interesse per lo spazio, un grande classico della letteratura, ovvero I viaggi di Gulliver: pensate che Swift ipotizzò l’esistenza dei due satelliti marziani con oltre 150 anni d’anticipo rispetto alla loro scoperta.
Il boom, però, si ebbe dopo le scoperte di Schiaparelli e le ipotesi di Lowell. L’idea di un pianeta arido, specchio di un eventuale futuro terrestre, permise agli scrittori di giocare con quest’idea e di esprimere così la loro inquietudine riguardo all’eventuale gestione di una catastrofe simile. Inoltre, la loro superiorità intellettuale – comunemente accettata – poneva domande di non poco conto riguardo ad un ipotetico contatto. Come si sarebbero comportati i marziani, in maniera pacifica o bellicosa? Avrebbero sfruttato la loro superiorità?
E’ proprio partendo da un quesito simile che vide la luce il capostipite dei romanzi d’invasione extraterreste: La guerra dei mondi di H. G. Wells (1898). L’autore, inoltre, sfruttò la narrazione dell’attacco marziano per sferrare una feroce critica al colonialismo dell’epoca, comparando la superiore civiltà aliena ai paesi europei e al loro modus operandi in Africa.
Il messaggio sociale non fu colto in modo particolare, ma la suggestione forte e terribile di un attacco alieno sì: prese vita un filone proficuo e di grande successo, basato sul sensazionalismo e sulle emozioni forti.

La suggestività dell’ambientazione marziana continuò a farla da padrone nella narrativa fantastica anche all’inizio del XX secolo, soprattutto grazie alle opere di un autore che sicuramente conoscerete: Edgar Rice Burroughs. Il suo Ciclo di Barsoom racconta le avventure del soldato John Carter su Marte (chiamato dai nativi Barsoom, per l’appunto). Inizialmente composto da tre volumi, pubblicati tra il 1912 e il 1919, ebbe un tale successo all’epoca che l’autore decise di scrivere altri seguiti e continuò a farlo per gran parte della sua carriera. Anche in questo caso, gli imitatori furono moltissimi.
In tutti i romanzi di cui abbiamo parlato sino ad ora, i marziani sono creature sanguinarie, minacciose e bellicose. Tra i primi a ribaltare questa concezione ci furono Stanley G. Weinbum, con Un’odissea marziana (1934), romanzo in cui un astronauta disperso sul Pianeta Rosso fa la conoscenza di diversi abitanti autoctoni, e Raymond Z. Gallun, che pubblicò Vecchio Fedele (sempre nel 1934), la storia di un marziano fuggito al governo distopico del suo pianeta.
Nel secondo dopoguerra venne ripreso il tema sociale tanto caro a Wells: se ne occupò Ray Bradbury con le sue Cronache marziane (1950) e subito dopo Arthur C. Clarke, che nel suo libro Le sabbie di Marte (1951) trattò l’argomento affrontando non la conquista delle colonie e il loro sfruttamento senza regole, ma le ribellione di quest’ultime e l’ottenimento dell’indipendenza, secondo l’esempio della Rivoluzione americana.
Molti altri grandi della fantascienza classica, come Asimov e Heinlein, non poterono resistere al fascino del Pianeta Rosso.
 
Quando poi cominciarono ad arrivare le informazioni delle sonde, l’attenzione degli scrittori si spostò dalla vita già presente su Marte (mito ormai sfatato) alla possibilità di raggiungere e colonizzare il pianeta, dando avvio alla sua cosiddetta “terraformazione”. L’opera più nota di questo nuovo filone è la Trilogia di Marte di Kim Stanley Robinson, che parla della trasformazione di Marte da Pianeta Rosso, a Verde, fino a Blu.  Il fine ultimo di queste modifiche è, ovviamente, quello di dare vita ad avamposti terrestri; non ci volle molto prima che altri scrittori, tra cui Philip K. Dick, ipotizzassero anche le successive proteste e ribellioni delle colonie marziane.
 
fumetti

Insomma, Marte non smette mai di affascinare e stupire, anche ai giorni nostri. Lo dimostra l’immensa attenzione data alla missione di Curiosity e la grande quantità di romanzi fantascientifici (senza contare i film, i fumetti e le serie TV!) che ancora sfruttano questo pianeta – così lontano, eppure così vicino – come ambientazione.
Ormai siamo pronti a partire. Il nostro personalissimo Shuttle è carico di tutto quel che ci potrebbe servire e abbiamo l’infarinatura necessaria ad apprezzare al massimo il libro di Rita C. F. Monticelli.
Allacciate le cinture di sicurezza: siete pronti a raggiungere il Deserto Rosso?
 
Vi aspetto con la Fase#2 di questo speciale, online tra pochi giorni, in cui finalmente ci concentreremo su Punto di Non Ritorno!
 
Vostra (fantascientifica)
Cami
 
 
 
Fonti e link utilizzati per scrivere questo post:
- Voci Wikipedia su Marte, Marte nella Fantascienza, Giovanni Schiaparelli
- K. Maria D. Lane, “Geographers of Mars: Cartographic Inscription and Exploration Narrative in Late Victorian Representations of the Red Planet”, Isis, vol. 96, No. 4 (Dicembre 2005), pp. 477-506
- K. Poskitt, Gagliarde Galassie, Salani, Milano 2000
Altri link e articoli utili:
- Catalogo SF, Fantasy e Horror (a cura di Vegetti, Cottogni e Bertoni)
- Il blog di Urania
- A. Russo, “Europe’s Path to Mars: The European Space Agency’s Mars Express Mission”, Historical Studies in the Natural Sciences, vol. 41, No. 2 (Primavera 2011), pp. 123-178
- Visualizzazione di tutte le missioni su Marte, a cura di Paul Butt, pubblicata su La Lettura (inserto culturale del Corriere della Sera), 26 Agosto 2012

martedì 23 ottobre 2012

Una pioggia di premi e di tag (piccolo spin-off del Post di Settembre)

Cari lettori,

Ottobre si avvicina a grandi passi alla sua conclusione e io sono in immenso ritardo! Ho mille post in preparazione che non vedo l’ora di condividere con voi – Speciali, nuovi arrivi, recensioni e chi più ne ha, più ne metta. Tuttavia, l’università richiede gran parte delle mie energie e il blog ha subito un inevitabile rallentamento (senza contare qualche novità sul fronte “sociale” che sta felicemente rubando il mio già esiguo tempo libero).

Per non lasciarvi totalmente senza aggiornamenti, però, ho pensato di pubblicare questo aggiornamento che era nato come parte del Post del Mese di Settembre, ma si è poi evoluto ed allungato e mi ha “costretta” a dargli uno spazio separato, per non appesantire troppo il riepilogo mensile e dargli la giusta visibilità.

Cosa troverete in questo post? Innanzitutto, le risposte a due serie di domande: una di Salomon Xeno (qui il suo blog), legata all’assegnazione del sempreverde Liebster Award, e una di Tanabrus (trovate il suo blog qui). Ringrazio entrambi per aver pensato a me e spero che le risposte soddisfino le loro curiosità – e anche le vostre!
Quindi, ci sarà ulteriore spazio per dei ringraziamenti: in questi ultimi due mesi il blog ha ricevuto un sacco di premi e ormai sapere quanto questo mi renda orgogliosa.

Spero che questa piccola deviazione dai soliti post di Bibliomania vi risulti gradita e vi incuriosisca; buona lettura!

Domande di Salomon Xeno
1) Ritieni sia moralmente accettabile eliminare un'altra specie, diciamo le zanzare?
No.
2) Pensi che la lingua italiana sia sessista? Se sì, pensi che esistano lingue che non discriminino?
No: penso che non sia la lingua, ma l’uso che ne si fa, ad essere sessista.
3) Affidereste una decisione importante a dadi/monete/generatori vari di numeri pseudocasuali?
Non esattamente… nel senso: io talvolta lo faccio, lancio in aria la monetina e attendo che cada. E mentre cade, mi ritrovo sempre a sperare che cada a favore di una delle due decisioni: quindi ignoro il responso della moneta e mi fido del desiderio inconscio che viene fuori solo durante la discesa della monetina.
Lo so, sono contorta!
4) Prendete posizione: Edison o Tesla?
Tesla! Non ci provo nemmeno a convincervi – lascio che sia Hank Green a farlo al posto mio.


5) Compagnia delle Indie Orientali o CdI Occidentali?
Indie Orientali tutta la vita – dopo aver sostenuto l’esame di Storia Moderna, a Settembre, sono ancora più sicura della mia scelta.
6) Cosa pensi di chi guida a sinistra? E di chi utilizza apparecchi a 60 Hz?
Penso che sia un uso bizzarro, ma d’altronde visti dall’esterno tutte le tradizioni altrui sono “bizzarre”, quindi…
Per quanto riguarda gli apparecchi a 60 Hz, ammetto la mia ignoranza e dichiaro di non saperne un’emerita cippa.
7) Cosa ne pensi del proibizionismo?
Penso che, nella maggior parte dei casi, sia il modo perfetto per far aumentare a dismisura il commercio di ciò che è proibito.
8) Sei prevenuto sulla cucina di altri continenti?
Assolutamente no, anzi! Amo sperimentare.
9) Credi nel soprannaturale?
In parte.
10) Pensi che il lavoro sia importante per la tua vita, anche se potessi tranquillamente vivere da mantenuto?
Assolutamente sì: il lavoro pone degli ostacoli da superare, ti obbliga a trovare soluzioni e a ingegnarti. Insomma, tiene vivo il cervello!
11) Temi tu la mort... ehm... i grandi sconvolgimenti della vita?
Un po’, ma… è impossibile evitarli, quindi tanto vale cercare di non temerli troppo e provare ad affrontarli e basta.

Domande di Tanabrus
1) Ti reputi nerd?
In un certo senso sì: mi piacciono moltissime cose considerate “da nerd”, adoro parlarne con amici che sono nerd e fieri di esserlo, seguo e amo blog dichiaratamente nerd-friendly. Però non mi piace etichettarmi, quindi, anche se sicuramente condivido moltissimi tratti del nerd-tipo, non mi sono mai definita come tale.
2) Un lato del tuo carattere che cambieresti, e uno che invece non abbandoneresti mai?
Vorrei riuscire ad eliminare il nervosismo che mi assale prima di ogni esame o prima di ogni incontro importante: da una parte mi aiuta a dare il meglio, dall’altra a volte mi impedisce di essere totalmente me stessa.
Non abbandonerei mai la mia curiosità intellettuale. , la mia voglia di imparare.
3) Cosa saresti in un’ambientazione tipica  fantasy?
Il nano femmina. Senza barba, ovviamente.
4) Cosa pensi delle mode nei libri? La moda degli scrittori minorenni gettati impreparati in pasto al pubblico, la moda dei triangoli amorosi sbrilluccicosi…
Purtroppo le mode sono inevitabili: tuttavia, trovo possano essere sfruttate positivamente (tentando di prendere il filone principale e giocandoci, variando gli archetipi…).
In generale, quel che non capisco bene delle mode è come possano funzionare – cioè, com’è possibile che ci siano lettori che vogliono leggere solo e sempre le stesse trame, che vogliono ritrovare sempre gli stessi dettagli? Non so, a me piace talmente variare e sperimentare che non riesco a immedesimarmi in questo desiderio. 
5) Lettura tradizionale e cartacea, o lettura digitale? Cosa ti aspetti dai libri digitali in futuro?
Entrambe!
Dai libri digitali mi aspetto, in futuro, un livellamento verso il basso dei prezzi (soprattutto per la cosiddetta “letteratura d’intrattenimento”; posso capire i costi elevati di un’edizione critica curata dai massimi esperti, un po’ meno i prezzi - poco inferiori al cartaceo - di libri destinati a finire nel dimenticatoio nel giro di qualche anno), riduzione al minimo delle sviste dovute alla conversione nei formati elettronici (come i casi di impaginazione scombinata et similia) e, permettetemi questo commento un po’ superficiale, l’introduzione di copertine pensate appositamente per gli e-book e gli e-reader (quindi, con una grafica e immagini che tengano conto dell’e-ink).
6) Sogni per il futuro?
Tanti, tantissimi. Più sogno, più spero che almeno una minima parte di queste aspirazioni possa realizzarsi.
Quello a cui tengo di più, al momento, è legato alle mie aspirazioni lavorative. Amo il mio corso di laurea e spero proprio che mi aiuti nel cammino che vorrei intraprendere.
7) Privacy e social networks: come ti comporti al riguardo? selezioni accuratamente cosa dire e a chi, scegli cosa dire ma lo dici a tutti, te ne freghi semplicemente…
Dipende dai social. Amo imparare e amo condividere quello che scopro, quindi i social mi hanno entusiasmata sin da subito; tuttavia, ogni piattaforma ha il suo pubblico e cerco di tenere bene a mente questa cosa. Quindi, su Facebook ho impostazioni riguardanti la privacy abbastanza “strette”, aggiungo solo persone che conosco e blogger di fiducia, che frequento da abbastanza tempo, e pubblico principalmente status personali, canzoni che mi appassionano, foto con i miei amici. Su Twitter preferisco pubblicizzare argomenti e temi letterari, cinematografico-televisivi, culturali in genere, retwittando argomenti interessanti o condividendo link che penso possano generare curiosità – mantenendo il profilo assolutamente pubblico. Google+ si pone in mezzo: pubblico sia aggiornamenti più personali, sia link che ritengo di pubblico interesse, compresi i post che più mi piacciono – anzi, direi che lo uso soprattutto per questo.
Insomma, a seconda del social mi immagino l’ipotetico pubblico e agisco di conseguenza – mantenendo riserbo solo sui miei contatti non telematici, che sono assolutamente privati e gradirei rimanessero tali.
8) Arriva l’attesa apocalisse zombie. Cosa fai?
Seguo alla lettera le regole di Zombieland.
9) Musica preferita?
Mescolo volentieri rock (soprattutto hard rock, ma in questo genere amo spaziare), sonorità jazz e qualche spruzzata di musica italiana qua e là.
10) Fatti una domanda, e datti una risposta ^^
Puoi migliorare? Sì, sempre!
11) Hai insulti da tirare a chi ti ha passato questo simpaticissimo meme? ^^
Ma no, alla fine mi diverte rispondere alle domande altrui, spero sempre che ne esca un ritratto di me che possa “svelarmi” un poco a chi legge.
Ma che non diventi un’abitudine! :P

Finito lo spazio delle domande (fantastiche, come sempre: Salomon e Tanabrus sanno il fatto loro!), arriva quello dei premi.
Grazie, grazie, grazie di cuore a tutte voi che mi avete assegnato un premio. Probabilmente vi sembrerò ripetitive, ma per me ogni premio è un riconoscimento da conservare gelosamente.

Mando quindi un abbraccio a Sophie (del blog Laume’s Journey) e a Caterina Armentano per il premio Cutie Pie…

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… un gran sorriso e un abbraccio anche a Chiara (del blog Bulimia Letteraria), che mi ha assegnato il premio Diamond…

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… e infine ringrazio calorosamente il trio composto da Francesca, Faith ed Elisa (del blog Lost in Good Books) per il premio Simplicity, che hanno assegnato al blog anche Chiara e Caterina: ringrazio entrambe doppiamente!

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L’unico premio che ha delle vere e proprie richieste è quest’ultimo: tra le cose da fare ci sarebbe la condivisione di quello che per noi è la semplicità e un’immagine che la rappresenti.
Per me la semplicità è riuscire a rispondere a una definizione di questo concetto con labile e personale in meno di una riga. Personalmente, non credo di riuscirci.
Come immagine, vi propongo questa foto di Megson (fonte, come sempre, deviantArt):

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E con questa bellissima foto, vi saluto e vi auguro una buona giornata e buone letture!

Sempre vostra,

Cami

giovedì 4 ottobre 2012

Chi Cerca… Trova! (#6)

Buongiorno a tutti! Pronti a una nuova puntata della rubrica che risponde alle vostre domande?

Questo mese adotterò uno dei consigli che mi sono stati dati nel sondaggio: darò risposta ad un massimo di 15 chiavi di ricerca.
Devo dire che questo mese è stato particolarmente facile, perché c’è stato un calo di ricerche interessanti… pensate che non c’è stato nemmeno bisogno di fare una cernita: ne ho trovate solo 14 che mi sembrassero interessanti, curiose o divertenti.
Procediamo!

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1. Conoscete libri su orfani?

In effetti sì, ne conosco molti. Guardando solo tra i libri che ho letto, oltre alla popolarissima serie di Harry Potter, segnalo Occhi di cielo (di David Almond), I ragazzi del Coram (di Jamila Gavin), entrambi libri che affrontano la condizione non solo degli orfani, ma anche degli orfanotrofi; poi Il GGG e Le streghe di Roald Dahl e Il Giardino segreto di F. H. Burnett, meravigliosi classici per l’infanzia (e per gli adulti); o ancora, Molly Moon e l’incredibile libro dell’ipnosi (di Georgia Byng), Il re dei ladri (di Cornelia Funke), La bambinaia francese (di Bianca Pitzorno) e Benny e Omar (di Eoin Colfer), sempre libri per ragazzi (ma, di nuovo, anche per chi ormai è cresciuto). Ultimo, ma non meno importante, vi ricordo Ash di Malinda Lo, che ho recensito sul blog.
Ne conosco molti altri, ma ho voluto segnalarvi solo libri che ho letto e mi sono piaciuti.
Vi ricordo, inoltre, che moltissime fiabe e leggende hanno come protagonisti degli orfani.

2. Mille splendidi soli chi e il deuteragonista??

Il deuteragonista, in un libro, è il secondo personaggio in ordine d’importanza. In Mille splendidi soli credo che questo ruolo spetti a Laila: ho sempre pensato che la “vera” protagonista fosse Mariam, per come viene gestito il suo punto di vista e perché ne osserviamo la crescita e lo sviluppo più approfonditamente (o almeno, a me è sembrato fosse così).

3. Fata e drago

Proprio mentre cercavo un’immagine adatta a questa chiave di ricerca, la pagina di deviantArt su Facebook ha pubblicato questa immagine di Deevad:

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Credo sia fantastica, adoro il ghigno del drago e la silhouette della fata, così come le sue ali. E poi, dai… sta leggendo! Esiste un’immagine più adatta di questa da mostrarvi su Bibliomania?

4. In quale libro si trova il gelataio di Stefano Benni

Ho cercato un po’ ovunque, ma in tutta l’opera di Benni ho trovato un solo riferimento al gelato, nel racconto Il bimbo del gelato (contenuto in Bar Sport). E in effetti non c’è un vero e proprio gelataio, ma solo un barista che vende anche gelati.
Voi per caso sapete di che libro si tratta?

5. Statua del Cavaliere d’Inverno

La statua che si vede sulla copertina dell’edizione italiana è il cosiddetto Cavaliere di bronzo, il monumento equestre dedicato a Pietro I il Grande,  la cui costruzione fu avviata per volere di Caterina II.
Tra l’altro, il titolo originale del libro è proprio The Bronze Horseman, in riferimento sia alla statua, sia all’omonimo poema di Puškin (che ad essa si è ispirato).

6. Libri di Andrew Davidson

Ahimè, Andrew Davidson ha scritto un solo libro: Gargoyle. Dico “ahimè” perché la sua opera prima mi è piaciuta moltissimo e quindi leggerei più che volentieri un altro libro di questo autore!

7. L'uomo che ride critica

Questa volta la pagina inglese e quella italiana dedicate all’autore non offrono un grande aiuto (i testi segnati trattano le opere di Hugo in generale); vi consiglio, quindi, di consultare la sezione “Saggi e scritti su "L’uomo che ride"” presente nell’edizione Mondadori del libro (nella Bibliografia).

8. Vari tipi di copertine libri fantasy

Domanda vastissima! Soprattutto perché il fantasy ha mille sottogeneri, tutti con un immaginario molto ben codificato, che inevitabilmente si riflette anche nelle copertine – dando vita, a volte, a delle vere e proprie iconografie (leggete un po’ questo articolo sulle donne nel fantasy e nella fantascienza per capire di cosa parlo).
Comunque… facendo un discorso molto, molto generale, direi che le tipologie in Italia sono essenzialmente quattro (aggiungo anche qualche esempio):
- copertine con paesaggio (bonus: esercito schierato)American gods - N. Gaiman
Lama di fuoco - S. Hill











- copertine con protagonista/i

Clockwork Princess - C. ClareHarry Potter e l'Ordine della Fenice - J. K. RowlingLa grande caccia - R. Jordan- copertine con creatura fantastica

L'ultimo drago - J. FfordeHarry Potter and the Prisoner of Azkaban - J. K. RowlingAlba d'Inchiostro - C. Funke











- copertine simboliche

La storia infinita - M. Ende

The Giver - L. Lowry

Artemis Fowl - E. Colfer












Inutile dire che queste tipologie si prestano ad essere mescolate a piacimento.

9. Perchè ti sono piaciuti I Miserabili?

Che domanda complessa. Vorrei scrivere pagine e pagina a riguardo, ma cercherò di trattenermi.
Ho amato I Miserabili perché è un libro universale. C’è sofferenza, c’è amore, c’è odio, c’è felicità. Ci sono i sacrifici, le punizioni, le ricompense. Ci sono personaggi, sia principali che secondari, vivi e pulsanti, che scalpitano, che non si può fare a meno di considerare reali; che costringono chi legge a provare emozioni altrettanto reali, a indignarsi, a piangere e a ridere insieme a loro.
Ho amato questo libro perché Hugo non potrebbe scrivere male nemmeno se lo volesse. Riesce a catturarti con le sue parole, a incatenarti con bellissimi lacci di seta. Alterna una forma prettamente narrativa a momenti di descrizione più poetici, mescolando il tutto con sapienza. Riesce a risultare interessante anche trattando argomenti che autori meno talentuosi ridurrebbero ad una sequenza di pura noia.
L’ho amato e lo amo tuttora perché posso aprirne una pagina a caso, cominciare a leggere degli stralci, e ritrovarmi a dover imporre a me stessa di fermarmi – non prima di aver letto una quindicina di pagine, però.
Insomma, lo amo. Punto.

10. Frasi espiazione libro frase finale

“Ora basta, però, devo dormire.”
(Ian McEwan, Espiazione, trad. it. Susanna Basso, Einaudi, edizione del Gennaio 2002)

11. E la luna racconta

Immagino che il cercatore si riferisse a Eva Luna Racconta… però leggendo così la chiave di ricerca a me è venuto in mente questo:
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Quando ero piccola mi piaceva tantissimo!

12. Hugo Notre Dame de Paris adatto 15 anni?

Io l’ho letto quando stavo per compierne 14, quindi direi proprio di sì. Mi permetto di consigliare al giovane lettore di affrontarlo solo se si ha già avuto almeno un contatto parziale coi classici: ci sono alcune parti molto descrittive che in quest’opera giovanile vengono rese meno bene  rispetto alla produzione più matura dell’autore e che, personalmente, ritengo potrebbero allontanare un lettore “inesperto”.
Per il resto, vai tranquillo, giovane lettore/lettrice: la storia è bellissima e sarà impossibile non provare sentimenti forti nei confronti dei personaggi.

13. Booksprint edizioni opinioni

Ho letto un solo libro pubblicato sfruttando il servizio Booksprint edizioni, ovvero Il fiume scorre in te di Bianca Rita Cataldi.  Ho trovato l’edizione buona: impaginazione corretta, nessun refuso, carattere di grandezza accettabile, copertina ben fatta. Insomma, un buon lavoro.
Mi preme sottolineare, comunque, che si tratta di Print on Demand: non che questo sminuisca i pregi che ho descritto prima – semplicemente, se volete pubblicare un libro con loro, dovete tener conto che non viene svolto un lavoro di editing (solo quello di correzione delle  bozze), né un’ampia promozione (ma, diversamente da altre realtà di questo tipo, la Booksprint offre molti servizi che possono aiutare l’autore ad auto-promuoversi e anche qualche libreria affiliata).

14. Cerca

Signorsì, signore!

 

E con questo è tutto, cari lettori!
Ci sentiamo presto con qualche appuntamento Speciale…

 

Cami

lunedì 1 ottobre 2012

Settembre: il Post mensile si aggiorna!

L’Autunno è finalmente arrivato, portandosi dietro il fresco, la pioggia e la voglia di cominciare a fare piani per il futuro. Non so voi, ma io ho sempre visto Settembre come un mese di buoni propositi, di voglia di dare avvio a nuove attività dopo le vacanze: quest’anno sono più che intenzionata a tener fede agli impegni presi.
Comincio subito esaudendo una delle vostre richieste, aggiungendo le trame dei libri che hanno raggiunto i miei scaffali questo mese!

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Vi mostro per primi i libri che mi sono procurata attraverso il mio “spacciatore ufficiale”, ovvero Bookmooch. Adoro rimettere in circolo libri della mia infanzia, che altrimenti rimarrebbero a fare muffa in cantina; dar loro nuova vita, guadagnandoci anche la possibilità di prendere altri libri da leggere, beh… per me è un paradiso!
Questo mese ho moochato Incontro con Rama di Arthur C. Clarke, Il Risveglio delle Tenebre di Susan Cooper, Il Clan della Lupa di Maite Carranza e Darling Jim di Christian Mørk.

Design Gramaprev11 settembre, data fatidica: in quel giorno (ma nel 2077) un grosso meteorite si abbatte sulla Pianura padana, devastandola. Per evitare che disastri del genere possano ripetersi, viene approvato d'urgenza il progetto Guardia Spaziale, con il compito di catalogare e studiare l'orbita degli asteroidi nel sistema solare. Poi, nel 2130, i radar della Guardia Spaziale individuano un oggetto che sulle prime viene scambiato per un grosso asteroide, ma che è in realtà un oggetto volante sconosciuto. Il comandante Norton riceve l'ordine di esaminare da vicino, con la sua astronave Endeavour, il silenzioso colosso, e se possibile sbarcarvi. È la storia di questa memorabile visita che Arthur C. Clarke ci racconta col suo inimitabile piglio avventuroso e scientifico, ironico e drammatico, magistralmente realistico e carico di affascinanti aperture sull'Universo.
Design Gcopertina_italiana

Una vacanza in Cornovaglia con il misterioso prozio Merriman Lyon si trasforma ben presto, per i fratelli Drew, in una sconvolgente avventura alla ricerca del sacro Graal. Ma il calice perduto fin dai tempi di re Artù è solo il primo dei quattro Oggetti del Potere necessari ai Vetusti, una stirpe al di là del Tempo, per vincere la lotta contro le forze Tenebra. Toccherà a Will Stanton continuare la ricerca e scoprire di essere l'ultimo dei Vetusti. Passo dopo passo, con l'aiuto di Merriman, suo maestro, Will prenderà coscienza dei suoi poteri, combatterà faccia a faccia con il Cavaliere Nero, capirà la forza dell'unione e dell'amicizia. E insieme al Pendragon, l'erede di Artù, e ai fratelli Drew, andrà alla conquista della Spada di cristallo fra le montagne incantate del Galles. Riuniti in un unico volume, i cinque romanzi del ciclo "II risveglio delle Tenebre" immergono il lettore in un magico mondo fantasy.
Design G

clan_lupaAnaïd Tsinoulis ha quattordici anni, ma è minuta ed esile e ne dimostra appena dieci. In più la piccola è oscurata da sua madre Selene, una donna bellissima e sensuale, che attira su di sé tutti gli sguardi e le attenzioni. Ma improvvisamente Selene scompare e Anaïd si ritrova sola, affidata alla zia Criselda, la sorella della nonna materna. Una strana convivenza, perché la zia, assieme alle amiche della madre, parla di cose sinistre e oscure, di profezie e tradimento, e in una notte indimenticabile rivela ad Anaïd un'inquietante verità: la piccola è una strega, come tutte loro, e discende da una stirpe perennemente in guerra con un altro clan. Sua madre sarebbe stata colei che, secondo un'antica profezia, avrebbe deciso le sorti dello scontro. Turbata dalla rivelazione e impressionata dai nuovi poteri, Anaïd comincia un difficile viaggio dentro se stessa e dentro la magia più oscura, nel tentativo di strappare sua madre alle forze del male e a compiere la propria iniziazione di strega...
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Darling Jim - C. Mork

Niall, un giovane postino che lavora nei sobborghi di Dublino, trova per caso il diario di una donna assassinata finito sul fondo di una cassetta per le lettere destinate al macero. In quelle pagine, Fiona Walsh gli rivela i segreti della più tragica storia d'amore di cui lui abbia mai sentito raccontare. Niall decide di mettersi sulle tracce di Darling Jim, un seanchai, il narratore itinerante che ha segnato il destino di Fiona e le sue due sorelle, uomo pieno di misteri che attraversa l'Irlanda a bordo di una scintillante motocicletta rossa, seduce le donne e incanta le folle con le sue storie macabre, rapendo con la forza delle parole chiunque stia ad ascoltarlo. Il principe che diventa lupo del suo racconto, fatalmente, ricorda molto lo stesso Jim: dovunque lui sia passato, si sono verificati delitti orribili per cui ancora non esiste un colpevole. Niall può risolvere il mistero, ma ha poco tempo a disposizione, perché il lupo delle storie di Jim non è lontano.
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I libri che vi presenterò ora, invece, mi sono stati regalati per tre occasioni diverse: Niente di nuovo sul fronte occidentale (di Remarque) e La notte che bruciammo Chrome (di Gibson) per l’iniziativa La Catena dei Desideri su Anobii; In alto a sinistra di Erri De Luca per l’iniziativa La cultura sopra tutto, sempre su Anobii; infine, I fiori blu del grande Queneau per il mio compleanno (grazie ancora Lio!).

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Niente di nuovo sul fronte occidentale - E. M. Remarque

Ancora adolescenti, Paolo Baumer e i suoi compagni vengono strappati ai banchi di scuola per essere inviati al fronte della Fiandre, dove affronteranno una realtà di morte e distruzione.
La vita diventerà allora soltanto sopravvivenza, un angoscioso aggrapparsi agli istinti di conservazione e un disperato rinsaldare i vincoli di cameratismo per fugare la paura e trovare reciproco sostegno.
Pubblicato nel 1929, quasi un decennio dopo la fine della I guerra mondiale, questo romanzo-diario (uno dei primi bestseller del Novecento, anche grazie alla trasposizione cinematografica che ne venne fatta) formula un messaggio pacifista che ai toni vigorosi dell'impegno civile preferisce quelli struggenti della malinconia e che enormemente contribuì alla sua fortuna.
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La notte che bruciammo Chrome - W. Gibson

Assassine professioniste con protesi incorporate, yakuza al sevizio di multinazionali, tecnocrati e contrabbandieri di organi e di tutto quanto può essere venduto, "cowboy della console": sono i protagonisti di un mondo degradato, dove la nuova cultura delle realtà virtuali sostituisce tutti i valori. E dove non sembra esserci più spazio per concetti come lealtà, benessere, amicizia, amore. In questo libro culto, che riunisce i principali racconti di William Gibson - uno dei maggiori esponenti del movimento Cyberpunk - , si trovano tutti insieme i temi e gli spunti che hanno contribuito a cambiare gli scenari della fantascienza. Proiettandola direttamente, come una scheggia di verità, nel mondo dell'immediato futuro.
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In alto a sinistra - E. De Luca

"Le storie di questo libro stanno nel perimetro di quattro cantoni: un'etàgiovane e stretta, di preludio al fuoco; una città flegrea e meridionale; lamateria di qualche libro sacro; gli anni di madrevita operaia di uno che nacque in borghesia. Il possedimento minimo per un passante, è stato immenso perchi si è fermato. Esso rinchiude per attrazione un me narrato più che un ionarrante, qualche tu femminile scalzo e ben piantato in terra, un noi promessadi frantumi. I pronomi sono frutti che maturano in stagioni diverse. Qui sonocolti acerbi, prima che si carichino di succhi e di sé. Avvengono dei colpifortunati, qualche salvataggio. Si sbatte a zonzo tra i limiti del campo, come biglia di flipper..." (Erri De Luca)
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I fiori blu - R. Queneau «Il venticinque settembre milleduecentosessentaquattro, sul far del giorno, il Duca d'Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la situazione storica. La trovò poco chiara. Resti del passato alla rinfusa si trascinavano ancora qua e là. Sulle rive del vicino rivo erano accampati un Unno o due; poco distante un Gallo, forse Edueno, immergeva audacemente i piedi nella fresca corrente. Si disegnavano all'orizzonte le sagome sfatte di qualche diritto Romano, gran Saraceno, vecchio Franco, ignoto Vandalo. I Normanni bevevan calvadòs...». Fantasmagoria linguistica costruita su sfolgoranti giochi di parole, calembours e citazioni erudite, «I fiori blu» è la più imprevedibile e pirotecnica opera di Raymond Queneau: «Appena presi a leggere il romanzo - racconta Italo Calvino - pensai subito: È intraducibile!... ma il libro cercava di coinvolgermi... mi tirava per il lembo della giacca, mi chiedeva di non abbandonarlo alla sua sorte, e nello stesso tempo mi lanciava una sfida».
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In più, sempre per il mio compleanno, un carissimo amico mi ha preso un regalo che adoro alla follia, ovvero questo bel librone:
Le leggende del rock - E. Assante

E’ assolutamente fantastico: pieno di approfondimenti e immagini di ottima qualità!

Infine, ho un ultimo libro da segnalare. E’ un libro di poesie che ha catturato la mia attenzione in libreria: è difficile che io faccia acquisti impulsivi, ma questo fascicoletto sottile mi ha chiamata ed era l’ultima copia disponibile. E’ un’autrice di cui non avevo mai sentito parlare, ma le prime poesie sono fantastiche: non vedo l’ora di immergermici. Si intitola E’ flebile la mia voce e l’autrice è Anna Achmatova.

E' flebile la mia voce - A. Achmatova

Per questo mese è tutto, cari lettori; ho qualche tag e qualche premio a cui rispondere, ma lo farò in un post a parte perché non vorrei che questo diventasse troppo lungo.
Vi informo, inoltre, che sto lavorando alla grafica del blog, per dare più spazio al corpo dei post, come vi avevo accennato nel riepilogo dei risultati del sondaggio. Man mano vi informerò anche sugli altri aggiornamenti.

Spero che la versione 2.0 del Post del Mese vi piaccia: fatemi sapere cosa ne pensate!

Un abbraccio e buon Ottobre,

Cami

P.S. le trame sono prese o da Amazon.it, o da Anobii, oppure dai siti ufficiali delle case editrici.