mercoledì 23 febbraio 2011

Ash–Malinda Lo


Titolo:Ash
Autore:Malinda Lo

Anno:2009
 

Editore:Elliot Edizioni
Traduzione:Giorgio Rinaldi & Veronica La Peccerella

ISBN:
978-88-6192-1092

Pagine:225

Trama:l’inizio ricalca fedelmente la fiaba di Cenerentola: Aisling, detta Ash, è costretta a fare da sguattera alla matrigna e alle due sorellastre. Tuttavia, questa nuova “Cenerella” ha una forza in più: lei crede davvero nelle leggende con cui è stata cresciuta, e ancora non sa quanto questo condizionerà la sua vita.

Avrei voluto pubblicare questa recensione entro lo Speciale, ma come vi ho già detto, purtroppo non sono riuscita a farlo in tempo. Sarebbe stato perfetto perché la componente fatata è molto forte, anzi, direi fondamentale, e ben descritta.
Il mondo in cui vive Ash, infatti, non è il nostro: appare piuttosto come una “terra parallela” medievale, un’ambientazione tipicamente fiabesca. Ci sono regni, carrozze e cavalcature, leggende sul popolo fatato, castelli, nobili, popolani e re; eppure ciò che paradossalmente rende piacevole lo sfondo di questo romanzo è proprio una sua certa verosimiglianza, forse dovuta all’immaginario radicato nella nostra mente abituata alle fiabe. Abitudini e tradizioni particolari, inoltre, ci vengono mostrate, non spiegate: questo aiuta ad immedesimarsi e ad apprezzarle, perché la descrizione dei personaggi che vivono l’evento in sé riesce a farci “calare” dentro di esso.
Lo stesso discorso vale per la presentazione delle creature fatate, di cui noi in realtà non scopriamo poi molto: qualche accenno nei racconti che Ash legge, nelle tradizioni del popolo, una visione sfuggente. L’unico membro di questa stirpe misteriosa che riusciamo a conoscere meglio è Sidhean, la cui presenza nella vita della nostra protagonista sarà particolarmente importante. Volendo osservare questo libro sotto la lente del “re-telling”, ovvero della ripresa di una storia già scritta, la parte di Sidhean dovrebbe essere equivalente a quella della Fata Madrina: in realtà è molto, molto di più, non solo a livello di trama (poiché sarà decisamente più importante per l’economia della storia rispetto alla sua zuccherosa controparte femminile) ma anche a livello caratteriale. Questo essere fatato, infatti, riprende da vicino le caratteristiche delle fate “originali”, ovvero non quelle tenere che ultimamente sembrano essere quelle più in voga, ma quelle celtico-britanniche, o comunque di stampo nordico. Quest’ultime, più che aiutare gli esseri umani con desideri e polveri magiche, li spiano e li attirano in terre che si trovano oltre la nostra comprensione e li trattengono in quei luoghi per sempre, senza possibilità di tornare indietro, spesso senza memoria del passato. In questo senso Sidhean è un essere fatato come si deve: caratterizzato da una bellezza terribile, una freddezza perfetta, incarna l’immagine semi-divina delle faeries diverse, distaccate e soprattutto inquietanti. Inoltre, cosa non da poco, è un personaggio coerente con la propria natura gelida e appartenente a un altro mondo, diversamente da molti personaggi soprannaturali (che vanno tanto di moda ultimamente) che dovrebbero essere terribili e spietati ma poi, nel giro di due pagine, diventano zuccherini; infatti, benché sia “legato” alla protagonista (com’è ben spiegato in quarta di copertina), non viene mutato in quella che è la sua essenza. L’ho apprezzato davvero molto e penso che la Lo sia riuscita a renderlo e descriverlo bene, onestamente le parti in cui Sidhean era presente sono state tra le mie preferite!
Tuttavia, il caro Sidhean è solo uno dei due poli attorno a cui ruota Ash; l’altro è rappresentato da Kaisa, Cacciatrice del Re, carica di grande prestigio presso la corte. Ash e Kaisa si incontrano per caso e da lì in poi Ash sembrerà quasi rinascere, dopo i soprusi subiti come sguattera di casa, lasciandosi richiamare da quelle sensazioni, delicate ed appassionate, che la presenza della Cacciatrice le suscita. Ho trovato Kaisa meno tratteggiata di Sidhean, pur rimanendo un personaggio piacevole; questo però non concorre a peggiorare la descrizione del rapporto tra le due ragazze, che ho trovato descritto molto pacatamente, non rendendolo banale, bensì lasciando che si snodasse senza l’aggiunta di particolari “scabrosi” per fare audience, visto la natura omosessuale del loro amore. E’ un dettaglio che ho apprezzato tantissimo, perché è la prova tangibile di quanto questa sia una storia d’affetto e amore, non di “due ragazze lesbiche”. Penso questo sia dovuto anche alla sensibilità dell’autrice e alla sua vita privata, visto che Malinda Lo, come spiega in un post ironico ed esplicativo del suo blog, ha una compagna e ha fatto coming out da ormai molti anni. Tra parentesi, mi permetto di dire che la dedica alla compagna nei ringraziamenti è una delle più romantiche che mi sia capitata di leggere recentemente.
Tornando ai personaggi del libro, come avrete notato ho parlato di due “poli” e non di “triangolo”: questo perché usando questo termine, ormai inflazionato nel genere young adult, mi sembrava quasi di dare una valenza negativa alla divisione che Ash prova dentro di sé, solamente dentro di sé. Forse è proprio per questo che non mi è dispiaciuta questa linea narrativa, nonostante io sia tendenzialmente contro questi escamotage letterari: è un “triangolo intangibile” e soprattutto scevro di tutti quei “amo lui, no amo lei, no amo lui, no..” che fanno quello che qui si chiama un paciugo. Ash è una ragazza che, nonostante provi sensazioni ed emozioni contrastanti, sa cosa vuole; la confusione sensoriale è bilanciata da una sorta di certezza emozionale.
Parlando proprio di Ash, devo dire che come protagonista mi è piaciuta: è piuttosto decisa, pronta a sacrificarsi per quel che desidera, sebbene conosca anche la paura e la perdita. Devo dire che io preferisco il suo nome vero, Aisling (che si pronuncia Ash-ling), legato anche alla tradizione celtica e per me più poetico.
Il suo affetto per la madre, all’inizio, è commovente; peccato che secondo me sia scivolato via un pochino troppo in fretta. In effetti, quest’ultimo è un difetto generale del libro: benché molto scorrevole e fluido (il che è un pregio), trovo che gli “sbalzi” temporali siano un po’ troppo forti, nonostante si parli comunque di una narrazione fiabesca, anche se esposta sotto forma di romanzo.
Io metterei questo libro, infatti, più sotto la categoria “fiaba” che sotto quella di “romanzo di formazione”, come dice la quarta di copertina; vero è che ogni fiaba in fondo è, in parte, racconto di crescita, quindi il concetto di fondo non è eccessivamente diverso e le differenze sono più che altro formali.
L’unica pecca di questo libro, in effetti, è il fatto che in certi passaggi lo stile e la scrittura sia un pochino troppo legato al target adolescenziale; ma, appunto, è relegato solo in certi passaggi. Per il resto, tutto scorre in modo fluente e piacevole; soprattutto il finale, ben calibrato per quanto riguarda le tempistiche e lo stile. Mi è piaciuto davvero moltissimo ed è stato il degno coronamento di questo “viaggio” insieme ad Ash.
Insomma, volendo evitare di far diventare troppo lunga questa recensione, tiro le fila del discorso: Ash è un bel libro, un re-telling che non segue pedissequamente l’originale ma lo interpreta e che vi farà passare qualche bel pomeriggio immersi in un mondo fatato!

Voto:

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                  7,5

Frasi e Citazioni che mi hanno colpita…
  • “E non fa niente se avevi paura” disse ad Ash con uno sguardo di sbieco. “Temere le cose che hanno l’odore della morte è segno d’intelligenza”. […] “Ma non devi avere paura di guardarle negli occhi”.
  • E se non sembrava lei [stessa, Ash], pensò, allora poteva anche darsi che non fosse lei. Forse tutta la sua vita, tutti i suoi ricordi, i suoi pensieri, le sue emozioni, si sarebbero dissolti, lasciandosi dietro solo l’involucro fatto di pelle e ossa.
  • Quando riprese fiato gli domandò:”Morirò?”
    Lui rispose “Solo un po’” […].

Alla prossima recensione!
Cami

martedì 8 febbraio 2011

Comunicazioni di Servizio: Notizie, Meme e Premio

Buona sera a tutti voi!
Inizio chiedendovi perdono per la mia prolungata assenza – l’inizio dell’anno si è rivelato tosto e fitto d’impegni, sia a livello scolastico, si a livello personale. Tuttavia, ora il ritmo si è di nuovo stabilizzato e dovrei essere in grado di riprendere a tempo pieno, così da poter finalmente pubblicare le recensioni e alcune rubriche che vi prometto da tanto!

Sempre per questo motivo, l’iniziativa Tylwyth Teg, che era iniziata così bene, è finita senza alcuni degli approfondimenti che avevo in mente di condividere con voi: c’è da dire che, essendo il primo progetto “corale” a cui il blog ha partecipato, il risultato è stato tutto sommato positivo e soprattutto mi ha dato le basi per organizzarmi meglio in caso di progetti futuri. Spero vi sia piaciuto, chissà che non si possa ripetere per il prossimo Natale :)

Inoltre, vi annuncio con grande piacere che il blog Living for Books ha assegnato al blog il premio Stylish Blogger Award!
Ringrazio tantissimo Yuko, mi fa davvero piacere ricevere questo premio!

E visto che ormai siamo qui, sfrutto questo post per fare un meme sulla lettura cui le mele del Silenzio e Una Fragola al Giorno mi hanno invitata a partecipare, riguardante i libri letti nel 2010:

Quanti libri hai letto nel 2010?

Ho letto 52 libri, uno più, uno meno.

Quanti erano fiction e quanti no?

Solo 4 dei libri letti non erano fiction, ma quest’anno ho diversi saggi da leggere.

Quanti scrittori e quante scrittrici?

42 scrittori e 4 autrici – non pensavo ci fossero così poche presenza femminili tra le mie letture! Devo rimediare!

Il miglior libro letto?

Oddio, che domanda difficile! Ce ne sono stati molti quest’anno, che mi hanno emozionata: L’Uomo che Ride (Hugo), 1984 (Orwell), Il Nome della Rosa (Eco),  Addio alle Armi (Hemingway), Se Questo è un Uomo (Levi), Anna Karenina (Tolstoj).

E il più brutto?

Decisamente La Società del Sapere di Ferruccio Pinotti. Piuttosto scialbo e confuso.

Il libro più vecchio che hai letto?

Il Misantropo di Menandro, 317 a.C.

E il più recente?

Penso Ash di Malinda Lo, uscito nel gennaio 2010.

Quale il libro col titolo più lungo?

Sulla Sponda del Fiume Piedra mi sono Seduta e Ho Pianto di Coelho – non una gran lettura, a dire il vero.

E quello con il titolo più corto?

Di nuovo Ash di Malinda Lo.

Quanti libri hai riletto?

Nessuno; ci sono talmente tanti bei libri, là fuori, che non ho ancora scoperto!

Quali vorresti rileggere?

Per ora nessuno, per lo stesso motivo detto sopra.

Autore più letto quest’anno?  Con quanti libri?

Vince Seneca, con tre libri!

Quanti libri scritti da autori italiani?

Dieci libri.

Quanti dei libri letti sono stati presi in prestito in biblioteca?

Solo 3, ma mi sono ripromessa di sfruttarla di più!

Dei libri letti, quanti erano e-book?

Nessuno, non ho un e-reader e onestamente non saprei nemmeno dove/come scaricare un e-book. Quest’anno vorrei provare – amo leggere, ma amo anche gli alberi ;)

E con questo vi saluto, cari lettori! Buona notte e sogni d’oro, anzi, d’inchiostro :)

Cami