domenica 1 novembre 2015

"Per lungo tempo si ricorderanno / con gioia / dei fuochi accesi in novembre"

Voglio provare qualcosa di nuovo: questo Novembre il post mensile, invece di ricapitolare quanto successo nei trenta giorni precedenti, sarà un'anticipazione di quanto mi piacerebbe condividere con voi nei trenta giorni a venire. 
E io intanto mi godo la gioia del fuoco acceso, come i ragazzi della poesia di Bertolucci cui ho rubato il titolo di questo mese.


Ho scoperto per caso, ieri, che alcuni blog anglofoni che seguo dedicano Novembre alla fantascienza, in tutte le sue forme. E io, che come vi ho già detto apprezzo moltissimo questo genere ma non posso certo definirmi un'esperta, mi sono detta «Perché no?». In questi mesi ho letto un titolo in particolare di cui mi piacerebbe parlare - se avete dato un'occhiata l'ultimo post sapete anche quale potrebbe essere - e avere un tema attorno a cui concentrarmi non mi dispiace. Oltretutto, ne ho scritto di recente per lavoro (quanto mi fa strano anche solo pensarlo!), parlando del festival Stranimondi: mi sembra giusto cogliere questo collegamento al balzo. A tal proposito, vi rimando a chi a Stranimondi non solo c'è stato, ma ne ha scritto anche molto bene, come Gardy.

libri fantascienza novembreHo scelto anche qualche libro, tra i molti che mi attendono da leggere, che rispettino questo tema mensile. Un paio di classici del genere, degli ibridi, un po' di sana ucronia. Sono cinque: non penso riuscirò a leggerli tutti, ma mi sono concessa un parco scelte più ampio per assecondare anche i bisogni del mio umore. Ci sono i racconti di Philip K. Dick, Rapporto di minoranza e altri racconti per l'appunto; I.N.R.I. di Michael Moorcock; il primo volume dedicato a Nicolas Eymerich, inquisitore di Valerio Evangelisti; Addio e grazie per tutto il pesce dell'amato DNA (e magari vi parlerò anche del terzo volume, letto qualche tempo fa e spassoso quasi quanto i suoi predecessori); infine, Bypass Gemini, lettura in lingua inglese che spero sarà un'avventura divertente.
Sono tutte storie molto diverse e, in generale, poco vicine a quell'idea di fantascienza che potremmo considerare "classica" (e che, da quel che ho capito, coincide invece soltanto con l'hard sci-fi e la space opera).  Non vedo l'ora di immergermi in questi mondi - che, nonostante il genere, non sono sempre realtà future!
Penso - e spero - che sapranno sorprendermi.

Per il momento è tutto. Sfrutto l'occasione, intanto, per dirvi che nella pagina Collaborazioni ho elencato anche tutti gli articoli che in questi ultimi mesi ho scritto per il Giornale della Libreria (ovvero dove attualmente svolgo il mio stage). Spero di poter presto linkare anche le anteprime agli articoli che verranno pubblicati nella versione cartacea.

Vi mando un abbraccio e vi auguro, come sempre, buone letture!

Vostra,

Cami

venerdì 31 luglio 2015

“Rispondi Luglio - Dov'è l'Ape - Dov'è il Rosseggiare - Dov'è il Fieno?”

Ultimamente torno spesso a leggere Emily Dickinson; le sue poesie assumono sensi e significati diversi ad ogni incontro. Quando ho incrociato questi versi, mentre mi apprestavo a scrivere qui, non ho potuto fare a meno di pensare che sarebbero stati perfetti – una bella coincidenza. Ho condiviso la traduzione di Giuseppe Ierolli, ma a voler essere onesta sono molto legata alla resa curata da Guido Errante per Guanda.


Divagazioni poetiche a parte, posso finalmente dire di aver finito anche io le lezioni. Dover stare chiusi in una stanza fino a Luglio inoltrato, lo ammetto, è stato piuttosto sfiancante: con questo sole, con questo caldo, i pensieri volano inevitabilmente altrove. Fortunatamente la presentazione dei progetti finali del Master è andata bene e ora posso godermi bicchieri di tè al limone ghiacciato e leggere tutto quel che mi pare; lo stage comincerà prestissimo e ho intenzione di godermi ogni secondo di vacanza che mi rimane. 
Il che vuol dire – anche, ma non solo – scegliere quali libri portare in via in valigia!

Prima meta, inizio Agosto: mare. Ovvero spiaggia, riposo, tempi morti nelle ore troppo calde della giornata, tranquillità perfetta per la lettura. Certo, non c’è la certezza assoluta di avere effettivamente il tempo di leggere migliaia di pagine, ma è uno di quei casi in cui è meglio puntare alto, che a rimanere senza alcunché è un attimo.
Seconda meta, metà Agosto: Toscana. Qui onestamente dubito di avere il tempo di respirare, figurarsi di leggere, quindi per non partire proprio senza nulla è meglio limitarsi a libri brevi, che stanno facilmente in borsa, pronti da prendere nei rari tempi morti.
Senza dimenticare, poi, che con me ci sarà il fedele cellulare: ho scaricato e uso da molto tempo diverse app per la lettura e quindi avrò sempre con me, nei momenti di emergenza, almeno una ventina di titoli tra cui scegliere.
E quindi, ecco le mie ipotesi.


Una pila tutto sommato rispettabile, no? Per la categoria “mattoncini”, ho optato per il Re con Il miglio verde (e poi recupererò anche il film – sì, lo so, sono imperdonabile), Jane Eyre (verso cui nutro grandissime aspettative; la mia edizione è preceduta da un saggio della mia amata Joyce Carol Oates) e Desolation Road di Ian McDonald (che a dire il vero è più un mezzo mattoncino, ma va bene così). Per la categoria “sottilette”, invece, abbiamo Il diario di Eva di Mark Twain, La follia che viene dalle Ninfe di Calasso e L’animale d’allevamento di Kenzaburō Ōe.
Sono un buon miscuglio di libri che mi aspettano da una vita e di acquisti più recenti; di storie avventurose da divorare e classici da assaporare con più calma; più in generale, sono libri che ho molta voglia di leggere.
Che ne dite? Li avete già letti, me ne consigliate qualcuno in particolare da cui cominciare?
Mentre aspetto i vostri consigli, finisco di leggere Come si legge un libro (e perché) di Harold Bloom. Vorrei parlarvene dettagliatamente, perché dà molto su cui riflettere: per ora, voglio solo dire che capisco l’importanza di Bloom per la critica contemporanea e che se confronta ancora un qualunque autore con Shakespeare rischio di correre negli U.S.A. solo per strozzarlo.


Vi auguro tante splendide letture (e buone vacanze!),

Cami



P.S. una promessa è una promessa, quindi questo post scriptum s’ha da fare: ciao G! So che stai leggendo, e ne sono felice.

giovedì 14 maggio 2015

Si può fare! (SalTo 15, assenze semi-giustificate, ritorni alla vita - più o meno)

Miei cari lettori, mie care lettrici,

Lo so, lo so. Una promette di scrivere più di prima e poi non si fa sentire per... Oddio. Due mesi e più.
Mi sento male solo a pensarci.

Non cercherò giustificazioni inutili: la verità è che sono stata presa anima e corpo dal Master, che ha subito richiesto più di quanto - ingenuamente - mi aspettassi. Ed è giusto e bellissimo così, perché mi ha fatto capire che per andare avanti e approcciarmi davvero al futuro dovrò fare delle scelte, decidere per cosa vale davvero spendere il mio tempo: ovviamente, il blog è ai primi posti, e ora che ho un momento libero sono di nuovo da voi. Ho fatto le mie scelte, eliminato qualche passatempo di cui m'importava poco, cose che mi facevano perdere tempo; sto imparando a scrivere i post col cellulare (ahimè, temo che i primi tempi sarà subito chiaro che sono in fase di apprendimento). 

Probabilmente questo cambierà la natura dei post, e sto seriamente pensando a come svecchiare e rivedere le rubriche che già esistono, per poterle creare anche mentre sono per via. Insomma, anche quando non scrivo qui, penso a voi. 

Intanto, poso promettervi che scriverò un resoconto sulla mia giornata a Torino - sarò al Salone domani, tutto il giorno! - com'è tradizione. E poi tante novità.

Mi vedrete in giro a fare domande con questa bella maglietta:
E poi... basta. Per ora tutto qui. Spero solo che ci sia ancora chi ha voglia di chiacchierare con me qui su Bibliomania. 

Un abbraccio e buone letture,

Cami


martedì 3 marzo 2015

“Come si allungano le ore | di luce, com’è ingordo Febbraio | di oro torbido e di vita”

Miei cari lettori, mie care lettrici,

spero che abbiate passato il mese più breve dell’anno tra libri bellissimi e coperte calde. Il verso che ci porta questo Febbraio è tratto da una poesia di Giuseppe Conte che s’intitola Il tuo miracolo, amore; lo trovo molto adatto per descrivere il sole che, dopo tutta la neve venuta giù, sta finalmente accarezzando il giardino di casa.

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Per me è stato un mese di alti (altissimi) e bassi. Speravo di riuscire a mantenere i miei buoni propositi per il blog, ma purtroppo sono un po’ andati per la tangente, per così dire; tuttavia ho avuto i miei buoni motivi, e finalmente posso condividerli anche con voi.

Innanzitutto, purtroppo, il mio telefono è impazzito da un giorno all’altro; il che vuol dire aver perso le liste di libri interessanti, svariate bozze di recensioni, foto a libri e citazioni… Uno strazio. Uno strazio immenso. Purtroppo dovrò rinunciare a parlarvi di un po’ di libri letti tempo fa, di cui non mi sento di fare una recensione senza l’ausilio dei miei appunti (scritti subito dopo la fine della lettura). Come potete immaginare è stato piuttosto deprimente per me.
Fortunatamente ora il mio telefono è stato riparato e ho imparato a mie spese che avere il backup di ogni cosa è sempre buono e giusto!

In secondo luogo – e qui si passa alle notizie belle – posso finalmente parlarvi della mia prossima “avventura accademica”, come l’ho chiamata nell’ultimo post. Come alcuni di voi sanno, il mio sogno è lavorare nell’editoria; allora ho preso il coraggio a due mani e, appena presa la Laurea, mi sono iscritta al test d’ingresso per il Master in Editoria organizzato dalla Statale di Milano in collaborazione con la Fondazione Mondadori e con l’AIE.
E mi hanno presa. Mi hanno presa!
Non sto più nella pelle dalla gioia e non vedo l’ora di cominciare!
Vi ringrazio tanto per tutti gli incoraggiamenti che mi avete fatto sotto il post, e sappiate che in parte è anche grazie a voi se sono riuscita a passare: gli esaminatori mi hanno fatto molte domande riguardanti Bibliomania e quindi questo mio spazio, e di conseguenza anche voi, siete stati partecipi del mio successo. Quindi grazie di nuovo, e di cuore. Spero di poter condividere presto con voi spizzichi e bocconi di questa nuova esperienza!

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Ma ora basta parlare di me: torniamo a parlare di libri. Volevo condividere con voi gli ultimi arrivi in casa P., che sono piuttosto vari. Grazie al sempre meraviglioso Bookmooch ho ricevuto Cuore cavo di Viola Di Grado (non nell’edizione con la copertina originale – e bellissima – ma ci accontentiamo) e Tutto il teatro di Sarah Kane, autrice che “corteggio” da un po’.

Cuore cavo - V“In Cuore cavo Viola Di Grado racconta la storia di un suicidio, di ciò che lo precede e di quello che segue: la famiglia, l'amore, la solitudine, la voglia di vivere intensamente e, dopo la morte, la nostalgia, la frequentazione "fantasmatica" delle persone amate. Un romanzo dalla natura crudele che racconta la decomposizione dei corpi e la "vita" dell'anima dopo la morte, il rimpianto per il mondo e l'aldilà senza sensi, la solitudine dei morti e quella dei vivi. Cuore cavo è un romanzo devastante, coraggioso, sorretto da una scrittura stupenda per originalità e poesia.”

Tutto il teatro - S. Kane

“Sarah Kane è una voce senza compromessi del teatro di oggi. Nei cinque testi che costituiscono il suo breve arco creativo, prematuramente interrotto, crea immagini di grande forza che ricostruiscono fino al minimo dettaglio gli estremi di un paesaggio con rovine, in cui le persone si sopraffanno ed esercitano senza pietà ogni tipo di violenza l'uno sull'altro, come risposta a un generale disagio esistenziale. Accusata all'inizio della sua attività di puntare solo allo scandalo e alla provocazione, ha dimostrato invece di saper giocare su varie corde, mettendo in campo capacità notevoli di scrittura ed elaborazione stilistica. La sua ricerca espressiva utilizza un linguaggio allo stesso tempo minuzioso e visionario, con violente liriche impennate, che sigilla la sua statura di classico della contemporaneità.”

In una libreria vicino alla mia vecchia università, poi, ho preso una bella edizione della Mondadori di tutte le poesie del Pascoli e il commesso, cui voglio già un sacco di bene, mi ha praticamente regalato in aggiunta un libricino di Roberto Calasso: La follia che viene dalle Ninfe.

La follia che viene dalle Ninfe - R. Calasso“Prima ancora di venerare la ragione, i Greci si inchinavano davanti alla possessione, fenomeno di «divina follia» che assume varie forme e da cui discendono il pensiero stesso, la poesia, la divinazione. Ma, se si indaga la storia segreta di questa parola – svilita e diffamata dai Moderni –, si scopre che alla sua origine vi è una figura: la Ninfa, provocatrice della possessione primigenia, la possessione erotica, che colpisce non solo gli uomini ma gli dèi. Il saggio che dà il titolo al libro è un tentativo di ricostruzione del significato di questi esseri delicatissimi e oscuri, fascinosi e terribili, dall’inno omerico ad Apollo fino ad Aby Warburg. A questo testo se ne giustappongono altri, che toccano temi disparati.”

Infine, grazie al benemerito servizio MLOL (ovvero il prestito bibliotecario di ebook) mi sono procurata La vedova Couderc di Simenon e In villa di Somerset Maugham. Di questi non vi lascio la trama perché vorrei parlarvene quanto prima, ma se siete curiosi trovate le sinossi qui e qui.

La vedova Couderc - G. Simenon   In villa - W. S. Maugham 

E anche per questo mese è tutto; per Marzo prometto di tornare al solito numero di post.
Vi mando un abbraccio e, come sempre, vi auguro di fare splendide letture!

Vostra,

Cami

sabato 31 gennaio 2015

“Qualche traccia lasciò come di brina, | tracce di neve il perfido Gennaio: | onde, se guardi, pensi ad un mugnaio | distratto ch'ha perduto la farina.”

Buongiorno a tutti, lettori e lettrici!
Ho deciso che quest’anno i post mensili saranno titolati con delle citazioni altrui; quella di questo Gennaio viene da una poesia di Fausto Maria Martini (Invito francescano).

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Cosa vi posso raccontare di questo primo mese dell’anno?
In generale, che ho ricaricato le pile e poi ricominciato a studiare. Il periodo di quiete che ho vissuto dopo la laurea è stato piuttosto sereno: ho sciacquato via i residui di stress accademico e mi sono preparata per la prossima avventura. Tuttavia, dato che detta avventura comincerà se riuscirò a superare un test d’ingresso, ho dovuto riprendere in mano appunti e saggi piuttosto presto; il che non mi dispiace affatto, proprio perché ho recuperato le energie e mi sento pronta ad andare avanti. Prometto che sarò meno criptica quando saprò il risultato dell’esame d’ammissione – sapete che preferisco parlarvi di ciò che mi accade a fatti compiuti – ma nel frattempo, se vi va, incrociate le dita per me.

Anche per quanto riguarda libri e blog è stato un mese tranquillo e allo stesso tempo proficuo; ho letto, ho scritto post, ho anche messo ordine tra i blog che seguo (essenzialmente ripulendo il sito che uso per raccogliere i vari feed, eliminando blog inattivi o che comunque non seguivo più).
A voler ben vedere “mettere in ordine” è stato il motto di questo mese: ho anche svuotato l’armadio, dato via gli abiti che avevo smesso di indossare, buttato tutte le cartacce che conservavo per chissà che motivi, ho svuotato e riorganizzato tutti i cassetti… insomma, ho preparato anche la mia stanza a un nuovo inizio, e speriamo porti bene.
Ma tornando ad argomenti più prettamente letterari, voglio condividere con voi anche l’unico nuovo arrivo di questo mese – tra l’altro in formato digitale, così non occupo ulteriore spazio in camera: una raccolta del meglio delle storie di Charles De Lint, autore che si dedica al fantastico e di cui ho sentito parlare molto bene.

The very best of Charles De Lint

Il libro è in inglese, e quindi ovviamene la sinossi che vi riporto è quella in lingua originale:
When asked to choose his “very best” stories, Charles de Lint went directly to his fans, who helped him select this collection of timeless, magical tales. From his beloved Newford to the streets of modern Ottawa, these stories take you effortlessly to a place where mystery and myth are right next door. To quote his readers: “His stories are good for the heart and soul…he reminds you of hope and strength and Beauty and Grace that you may have forgotten.”

Tra l’altro trovo che la copertina sia molto carina: i colori tenui e l’ambiente in genere mi danno un’idea di tranquillità, e sembrano preannunciare una di quelle letture confortevoli (cozy direbbero gli anglofoni) perfette per i pomeriggi invernali.

Ho deciso, inoltre, di partecipare alla simpatica iniziativa del premio “My cup of tea”, lanciata da Yue; trattasi semplicemente di segnalare un’opera narrativa che ci ha sorpreso fra quelle lette l’anno scorso.

premio my cup of tea 2014

Ammetto che è stato più difficile di quanto pensassi, perché l’anno scorso mi sono affidata a generi che già conoscevo abbastanza bene e a titoli da cui sapevo esattamente cosa aspettarmi (nel bene e, talvolta, nel male): quindi scegliere una chicca inaspettata ha richiesto qualche The lady astronaut of Mars - M.R. Kowalriflessione. Alla fine, ho capito che a meritarsi la segnalazione è senz’altro The Lady Astronaut of Mars di Mary Robinette Kowal, racconto letto assolutamente per caso, attirata dalla copertina mentre ero in cerca di qualcosa di breve e possibilmente interessante. Certo, forse se avessi prestato attenzione alla sua nomination come Best novelette agli Hugo sarei rimasta meno sorpresa; al contrario, scoprire dopo la lettura che lo Hugo l’ha effettivamente vinto non mi ha stupita affatto. Questa breve storia, che si concentra non solo sulla possibilità di viaggi spaziali a fine esplorativo ma anche sulla forza dei rapporti umani, tratteggia in pochi paragrafi una protagonista dall’incredibile fibra morale, con una passione forte come l’acciaio, costretta a scelte che definire difficili è un eufemismo. Non ho problemi ad ammettere che, leggendo il finale, ho pianto calde lacrime. Di certo non mi aspettavo un coinvolgimento emotivo di questa portata da un racconto così breve. 
Non vi dirò nient’altro, proprio perché la storia è corta e anticiparvi altro sarebbe un’azione delittuosa; piuttosto, vi invito a leggerla direttamente sul sito dell’editore, Tor.com, che l’ha messa a disposizione gratuitamente.

Per quanto riguarda questo mese è tutto; Febbraio ci attende. Vi auguro di passare belle giornate e di fare ottime letture.

Vostra,

Cami

sabato 17 gennaio 2015

Chi Cerca… Trova! (#13)

Buongiorno a tutti, lettori e lettrici!

Torna la rubrica che risponde alle vostre ricerche, da quelle più serie e a quelle meno sensate. Ammetto che mi mancava scartabellare tra le informazioni e scoprire nuove chicche, quindi bando alle ciance e cominciamo questa nuova puntata!

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1. 2 aggettivi con lepre

…io a volte mi chiedo perché. Perché. Una ricerca così può provenire da un bambino in età scolare, a voler essere d’ampie vedute, ma a un bambino verrebbe prima in mente di chiedere all’adulto più vicino; quindi si torna al punto di partenza. Cosa spinge una persona a cercare qualcosa di così ovvio?
Comunque, per amor di completezza, direi che scattante e morbida sono aggettivi validi.

2. addio alle armi heminguaj libro da sfogliare

Non so quale potrebbe essere stata la reazione di Hemingway, se ridere, limitarsi a uno sguardo fiero oppure dare un pugno al ricercatore sgrammaticato. Probabilmente sarebbe dipeso dalla quantità di alcool presente nel suo corpo.
Addio alle armi è senz’altro un libro da sfogliare, e nel mentre da leggere e assaporare.

3. biglietti d'amore da colorare di Spongebob

Questo è il motivo per cui amo i “miei” ricercatori!
L’ispirazione me l’ha data Patrick Stella e la sua tenerezza tontolona e pacioccona.

Patrick2

4. coindìcidenze armoniche o violazione

A parte il fatto che sto cominciando a farmi i viaggi inventandomi un senso per la parola “coindìcenze” (una diceria coincidente?), anche volendo razionalizzare, che diavolo stavi cercando caro ricercatore?
Che sia qualcosa legato all’ambiente musicale? Se qualcuno ha qualche idea, si faccia avanti.

5. cos'è la bibliografia del libro Mille splendidi soli

Una bibliografia è un “elenco, che si fa precedere o seguire a una monografia, a un articolo e sim., di opere relative all’argomento trattato” (fonte: Treccani).
Tuttavia, il libro Mille splendidi soli non presenta una bibliografia – almeno, non nella mia edizione – quindi credo che qualcuno qui abbia preso un granchio.

6. letture animate Il ggg

Penso di avervi già ammorbato abbastanza con la mia ammirazione per i libri di Roald Dahl, quindi eviterò di ripetermi; dirò solo che una lettura animata di un libro così bello mi sembra un’idea fantastica! Credo che una lettura dal vivo, con rumori e voci, potrebbe rendere ancora più emozionante la storia, e affascinare i più piccini.
Non ho trovato testimonianze di qualcosa del genere; ho scoperto, però, che negli anni ‘80 è stato realizzato un film d’animazione tratta da questo libro, e so che Steven Spielberg lo vuole adattare per il grande schermo (e da quel momento sono divisa tra l’esaltazione e il dubbio).
Comunque, se la versione animata vi incuriosisce potete darci un’occhiata su YouTube, dove pare sia disponibile tutto il film.

7. non è soltanto il mantello

Probabilmente non c’entra nulla, ma io ho subito pensato a questo:

Edna e Mr. Incredibile (©Pixar)–questa scena riesce sempre a farmi ridere

8. perchè leggere Il caso Jane Eyre

Perché ti piace la letteratura vittoriana; perché la protagonista è forte – ma non forte del genere “spacco c*li/batto tutti/ho una personalità sottile come una sottiletta”, forte com’è forte una persona nella vita vera; perché, andiamo, non preferiresti dei complottisti shakespeariani ai testimoni di Geova?; perché ti piacciono le avventure; perché ami le ucronie; perché c’è un DODO domestico!; perché l’ambientazione è fantastica; perché ami il buon intrattenimento; perché c’è un cattivo accattivante; e ultimo ma non ultimo, perché no?
(Si nota poco che Il caso Jane Eyre mi è piaciuto, vero?)

9. romanzi regency la protagonista intellettuale

Questa chiave di ricerca mi ha messo un poco in difficoltà, perché non ho letto abbastanza romanzi Regency per poter rispondere approfonditamente. Quindi ho chiesto a qualcuno molto più esperto di me: Erica, alias La Leggivendola! Cedo a lei la parola:

Sono onorata di rubare la parola a Camilla, che qualche giorno fa mi ha chiesto di rispondere alla chiave di ricerca “romanzi regency la protagonista intellettuale”, facendosi grasse illusioni sulla mia competenza in materia. Poiché innanzi a tanta fiducia non mi sono sentita di ammettere la mia ignoranza, mi faccio carico di ogni responsabilità per la lacunosità della risposta.
Il periodo della Reggenza va dal 1810 al 1820, e preannuncia la fine dell'Epoca Georgiana, che dura sin dal 1714. Si tratta di un periodo piuttosto breve, e la mia risposta alla chiave di ricerca sarebbe nulla, se non fosse per Jane Austen. La mia scelta ricade su Elinor Dashwood di Ragione e Sentimento e Fanny Price di Mansfield Park. Non sono le mie eroine preferite, men che meno Fanny, che ho sempre trovato mortalmente noiosa. Ma sono acute e riflessive, sagge e letterate, e sono queste le loro qualità di spicco, laddove Catherine Morland brilla per l'immaginazione e Lizzie Bennet per l'onestà.
Il termine “intellettuale” mi ostacola non poco nell'elencare altri titoli. L'epoca della Reggenza è una fonte inesauribile di ispirazione, e sarebbe facile citare decine di romanzi ambientati in quel periodo, soprattutto scritti più recentemente, da autrici quali M. C. Beaton o Georgette Heyer. Tuttavia non è affatto facile trovare una protagonista che sia specificamente “intellettuale”. Intelligente certo, astuta sicuramente. Ma intellettuale? Ben più difficile. Le scrittrici che si rifanno a questo periodo amano le protagoniste briose e un po' ribelli, che si fanno beffe delle regole sociali senza però infrangerle fino in fondo. Sarà forse una questione di ambientazione. L'epoca regency è rappresentata tutta balli da Almack's e visite da fare e ricevere, abiti e pettinature, doti e corteggiamenti. Le protagoniste variano dalle finte tonte capaci di ordire in segreto trame sottilissime, alle allegre scanzonate dal cuore d'oro. Le intellettuali non la fanno da protagoniste, nei romanzi regency, non darebbero modo di raccontare un'ambientazione così vivace. Bisognerà aspettare qualche anno e approdare all'Epoca vittoriana.

10. se vi è piaciuto tokyo station

Tokyo Station è un libro che ho letto ormai qualche tempo fa e che ho apprezzato molto: l’ambientazione giapponese e un protagonista appartenente alla zona grigia della moralità avevano reso la lettura molto interessante.
Volendo consigliare qualcosa a chi ha apprezzato questo titolo, penso di poter suggerire senza troppi dubbi l’altra serie, molto famosa, dell’autore Martin Cruz Smith: quella dedicata alle indagini di Arkady Renko. I libri in totale sono otto, per ora, di cui sette disponibili in traduzione italiana.

Gorky Park - M. Cruz SmithStella polare - M. Cruz Smith

Red Square - M. Cruz SmithHavana - M. Cruz Smith

 

 

 

 

 


Lupo mangia cane - M. Cruz SmithIl fantasma di Stalin - M. Cruz SmithLe tre stazioni - M. Cruz Smith

Altrimenti, potreste provare ad affidarvi all’algoritmo di Goodreads, ma onestamente consiglio d’andarci coi piedi di piombo, perché ogni tanto c’azzecca poco. 
Cambiando medium, da Gorky Park è stato tratto un film piuttosto noto, che credo possa piacere ai fan dell’autore.

11. ultima frase della storia infinita

“Ma questa è un’altra storia, e si dovrà raccontare un’altra volta.”
(La storia infinita, Michael Ende, Corbaccio, Milano 2011, trad. Amina Pandolfi)

12. descrizione dell'aspetto fisico e del carattere di Liesel Meminger

Liesel è la protagonista de La bambina che salvava i libri/Storia di una ladra di libri (il titolo è stato cambiato con l’uscita del film); è una ragazzina di dieci-dodici anni, bionda, all’inizio del libro piuttosto denutrita e comunque di corporatura piuttosto esile. Ha un carattere particolare, segnato dalle sofferenze che ha già subito nonostante la giovane età: non è incline al sorriso, comincia a fidarsi degli altri solo dopo qualche tempo, è piuttosto riservata. Ama i libri da quando il suo padre adottivo, Hans Ubermann, le insegna a leggere. Per il resto, è una bambina qualunque, che si diverte ogni tanto a rubacchiare (per fame e un po’ per rivalsa) col suo amico Rudy.

13. Luis Sepulveda pronuncia

Il nome dell’autore cileno è facile, ma il suo cognome in effetti potrebbe far sorgere qualche dubbio. Io l’ho sempre pronunciato ponendo l’accento sulla terzultima sillaba (quindi Sepùlveda), e il mio caro Come si pronuncia mi conferma che è la pronuncia corretta.

14. I miserabili libro miglior traduzione

Pensavate che non ci sarebbe stata almeno una ricerca sul mio amato Victor, eh?
Facezie a parte, ammetto di non poter rispondere come vorrei a questa domanda, dato che la mia conoscenza delle traduzioni de I Miserabili si limita a quella, meravigliosa, della Zini; la consiglio senza riserve. Se qualcuno fosse particolarmente attaccato a un’altra traduzione, tuttavia, mi piacerebbe conoscere il suo parere e parlarne!

15. il mito " la storia di el-ahrairà da la collina dei conigli

I miti che circondano la figura di El-Ahrairà, il Principe dai Mille Nemici, sono parte fondante dell’identità lapina e fanno parte del sottotesto di tutto il libro La collina dei conigli; e Adams è stato tanto buono da condividerli con noi ne La collina dei ricordi, racconti che riguardano sia la mitologia dei conigli, sia episodi riguardanti la nostra colonia preferita.
Sarebbe difficile per me riassumere tutte le avventure che questo coraggioso principe ha vissuto; ma per darvene un’idea completa, e per apprezzare la splendida narrazione di Adams, vi consiglio di leggere almeno La storia delle tre mucche, un mito fatto e finito che meriterebbe la considerazione che hanno certe storie dell’antica Grecia. Io sono particolarmente affezionata a El-Ahrairà, che è parte della mia infanzia, anche per alcuni ricordi collegati alle sue storie; spero che altri decidano di leggere le sue storie.


E anche per oggi è tutto, amici miei. Spero di avervi fatto incuriosire o, perlomeno, divertire!

Buone letture,


Cami

lunedì 5 gennaio 2015

Veleno d’inchiostro–Cornelia Funke

Titolo:Veleno d’inchiostro (originale:Tintenblut)
Autore:Cornelia Funke

Anno:2005

Editore:Arnoldo Mondadori Editore
Traduzione:Roberta Magnaghi
ISBN:
978-88-04-57934-2

Pagine:591

Trama:La famiglia di Meggie sembra finalmente godersi la pace; ma Dita di Polvere non può più rimanere in un mondo che non sente suo. Nel tentativo di ritrovarlo, Farid convince Meggie a viaggiare con lui ed entrare nel Mondo d’Inchiostro; ma i pericoli sono tanti, molti più di quanti potessero immaginare…

Ultimamente ho visto che molti lettori sembrano convinti della validità di un enunciato che dice, in sintesi, che il secondo libro di una serie non può che essere inferiore rispetto al primo volume. È probabile che questo sia causato dalla recente mania di produrre solo storie in pacchetti da tre, per così dire, allungando spunti ottimi per uno o due libri per sfruttare al massimo questa passione per le triplette. Tuttavia, credo sia bene ricordare che non tutte le storie nascono in questo modo e che certi autori sanno gestire al meglio questo formato editoriale: è il caso della serie del Mondo d’Inchiostro e di questo Veleno d’inchiostro, secondo libro che secondo me sfata la maledizione del seguito insoddisfacente e si eleva, anzi, fino a superare il suo predecessore.

A dare quel quid in più a tutta la storia è senz’altro il cambio di ambientazione: dalla nostra realtà di passa a quella del Mondo d’Inchiostro, una terra magica, bellissima e pericolosa. Pur solleticando tutti i sensi degli amanti del fantastico più classico (si tratta pur sempre di un ambiente d’ispirazione tardo medievale) mantiene un che di realistico, soprattutto nella coerenza delle sue regole e della mentalità dei suoi abitanti, che la rende particolarmente vera e viva. Meggie e Mo si troveranno a dover comprendere le leggi che la regolano molto in fretta per riuscire a sopravvivere; e anche chi già le conosce, come Dita di Polvere, avrà di che preoccuparsi.

Ed è lui ovviamente, l’amico del fuoco, a fare la parte del leone in questo romanzo. Già parlandone nel primo libro l’avevo definito intrigante; e in questo secondo capitolo diventa se possibile ancora più interessante, sfruttando fino in fondo il suo potenziale di personaggio “grigio”, né buono né malvagio. Il suo ruolo si fa essenziale per lo svolgimento della trama e finalmente riusciamo a vedere il suo legame con le fiamme nella sua completezza, sostenuto com’è dalla natura magica della sua terra natia.
Molti colpi di scena prenderanno avvio dalle sue azioni, e sul finire del libro non si può che rimanere stupiti dalle pieghe prese dalla trama, e timorosi per il destino riservato a lui e agli altri personaggi.
Presa dal mio entusiasmo per Dita di Polvere, tuttavia, non vorrei farvi credere che sia soltanto lui a mostrare un qualche tipo di crescita; parte del mio apprezzamento per questo libro, infatti, è dovuto al fatto che anche tutti gli altri crescono e cambiano a seconda delle esperienza subite, come dovrebbe accadere in ogni buon libro.
Meggie e Farid, i più piccoli, cominciano ad affacciarsi sull’adolescenza o, per meglio dire, direttamente sull’età adulta; Mo si ritroverà, suo malgrado, a vivere una parte che diventerà sempre più vera, e ad assaggiare sulla propria pelle la forza della parola scritta; Resa ha finalmente la possibilità di mostrarsi ai lettori, farsi conoscere, e rendere visibile anche a noi il suo coraggio.
Inoltre, conosciamo anche moltissimo nuovi personaggi, appartenenti al Mondo d’Inchiostro: in particolare, ho apprezzato Cosimo, Violante (e che nomi meravigliosamente calviniani…), Roxanne e anche Orfeo. Ma rivelarvi qualcosa di loro vi priverebbe del piacere della scoperta durante la vostra lettura, quindi qui mi limiterò ad esprimere il mio gradimento.

Lo stesso dovrò fare per gli avvenimenti che si susseguono nel corso del libro; non vorrei mai svelarvi i colpi di scena, o impedirvi di gustare il crescendo di pericoli e avventure che i nostri affronteranno. Mi limito a dire che, per me, non c’è un solo avvenimento che non risulti, alla fine, necessario alla storia; e nonostante gli accadimenti siano molti, nessuno risulta di troppo, tanto che all’ultima frase del libro si arriva con un miscuglio di soddisfazione e consapevolezza che si tratta, in fondo, di una climax che dà avvio alla terza ed ultima avventura dei nostri beniamini.
Ovviamente la magia della Lettura e della Scrittura avranno ancora una parte molto importante negli sviluppi della trama e personalmente li ho trovati perfettamente inseriti nello svolgimento, meglio ancora che nel primo libro; forse perché, in un mondo in cui la magia è naturale, risultano dotati di forza ancora maggiore.

È vero, si tratta di un libro indirizzato a bambini e ragazzi e le illustrazioni fiabesche a inizio capitolo sono sempre lì a confermarlo; ma io concordo con C. S. Lewis quando dice che un libro per bambini che può essere apprezzato soltanto dai più piccoli non è affatto, alla fine dei conti, un buon libro per bambini. Secondo me anche Cornelia Funke è d’accordo con noi. Non vedo l’ora di scoprire cosa ci ha riservato per il terzo e ultimo capitolo!


Voto:
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                   9

 

Frasi e citazioni che mi hanno colpita…

  • «Le storie non finiscono mai, Meggie» le aveva confidato una volta. «Anche se i libri ce lo fanno volentieri credere. Le storie vanno sempre avanti e non finiscono con l’ultima pagina, così come non iniziano con la prima.»
  • Le parole sbagliate. Anche se era la pura verità, suonava come una bugia. Non lo aveva sempre saputo? Le parole non servivano a niente. Sì, a volte erano come una dolce melodia, ma quando ne avevi veramente bisogno di piantavano in asso. Non si trovavano mai quelle giuste, mai. Del resto dove si dovevano cercare? Il cuore è muto come un pesce, nonostante la lingua si dia un gran daffare per dargli una voce.
  • Aveva paura per Meggie, una paura terribile. Il fatto di essere invisibile non faceva che peggiorare le cose. Gli sembrava che di se stesso non restasse altro che il dolore nel cuore.
  • Spesso trasaliva mentre dormiva, ma non per le voci alte. Erano le visioni a svegliarlo, visioni terribili che gli rubavano da giorni il sonno. […]
    «Sono i morti. Sono loro a portarli» soleva ripetere Farid. «Ti sussurrano cose spaventose e poi ti si coricano sul petto per sentire il tuo cuore battere all’impazzata. Dà loro la sensazione di essere ancora vivi.»

 

Al prossimo libro!


Cami