lunedì 25 gennaio 2010

Le Lacrime della Giraffa - Alexander McCall Smith

Le lacrime della giraffa - A. McCall SmithTitolo:Le Lacrime della Giraffa (originale:Tears of the Giraffe)
Autore:
Alexa
nder McCall Smith

Anno:
2000

Editore:
Ugo Guanda Editore

Traduzione:
Stefania Bertola
ISBN:
88-8246-602-7

Pagine:
235

Trama:Precious Ramotswe, prima ed unica detective femmina del Botswana, deve risolvere i casi di un giovane scomparso diversi anni prima, un tradimento ipotetico e nel frattempo dedicarsi all'idea dell'imminente matrimonio col signor JLB Matekoni; il tutto, sullo sfondo di un'Africa incredibile per saggezza e bellezza.


Questo libro è un invito semplice e caloroso alla scoperta di un'Africa diversa da qualunque stereotipo in cui voi siate mai ca
duti: è il racconto, più che delle indagini della signora Ramotswe, della realtà del Botswana.
Questo stato (poco trattato dai media, forse perché è davvero come ce lo descrive McCall Smith, ossia: tranquillo) ci dà la possibilità di sbirciare su un'Africa meravigliosa, resa tale dai personaggi e da tanti piccoli dettagli: il cielo bianco-azzurro, le case, le usanze. Quasi troppo perfetto, per noi che abbiamo gli occhi pieni di immagini e preconcetti. Così, viene voglia di andare a controllare di persona, di andare ad osservare coi proprio occhi queste lande così belle: io per prima sono andata a cercare su Internet delle foto del Botswana, per farmi un'idea :)
Precious Ramotswe e JLB Matekoni sono le migliori guide che si potessero trovare, perché perfetti esponenti della loro cultura. Entrambi generosi, onesti, volenterosi, pienamente umani, e te
neramente innamorati. Colmi di quella saggezza tranquilla che è la morale africana, o meglio del loro amato Botswana.

Ciò porta, però, ad una sorta di "mediocrità" nella narrazione dei casi risolti dalla Ladies' Detective Agency n.1, l'agenzia fondata dalla signora Ramotswe, unica detective donna del Botswana: avrei preferito un solo caso ben posto e analizzato, rispetto alle tante vicende slegate che invece l'autore ha proposto. Per questo tendo a considerare questo libro come narrativa piuttosto che un giallo, nonostante quello che viene scritto nella quarta di copertina: è tuttavia un part
icolare a cui non si fa troppo caso, perché ci si affeziona in fretta a Gaborone, ai protagonisti, alla tenera signorina Makutsi che aiuta la signora Ramotswe con le indagini.

In effetti, il lavoro di detective sembra servire all'autore solo come pretesto per porre, attraverso i suoi personaggi, delle questioni morali: è giusto mentire? E se è giusto, è giusto sempre o solo a volte? Agire in modo sbagliato per una giusta causa è giusto, o sbagliato?
Tutti interrogativi suggestivi, pesanti, resi però più semplici e leggeri dalla narrazione fresca, senza pretese. E soprattutto, interrogativi a cui l'autore non dà risposta: secondo me, è un esplicito invito dello scrittore a riflettere su queste domande. McCall Smith in realtà pone a noi le
ttori queste domande, vuole che ci si rifletta sopra, e si arrivi ad una risposta senza affidarsi a quelle che avrebbe potuto scrivere nel suo libro.
Ho apprezzato davvero molto questo stratagemma, perché in fondo una spinta verso la riflessione è sempre utile, e gradita. Ci permette di affrontare argomenti che altrimenti, forse, non avremmo mai analizzato. Perciò, un bravo! a McCall Smith!

Tornando a dettagli più vicini allo stile, la narrazione sembra quasi basarsi su un impianto "favolistico": i buoni vincono, i cattivi smascherati perdono, tutto viene risolto, il tono è semplice, quasi troppo: tuttavia, la godibilità del romanzo sta anche in questo.
Senza contare un'altra cosa che, per quanto inutile ai fini della storia, ho trovato molto carina: le varie s
ottotrame, come ad esempio quella della cameriera del signor Matekoni, o quella dei bambini dell'orfanotrofio. Brevi divagazioni che tuttavia danno un sapore corale al libro, rendendo ancora più vivida la storia ed il racconto in sé.

Insomma, una lettura disimpegnata, piacevole e senza pretese: quello che ci vuole per staccare la spina e rilassarsi. Perché a volte ci vogliono anche questi libri!


Voto:
 



7



Frasi e Citazioni che mi hanno colpita...
  • Si rese conto che il problema era proprio quello. Al giorno d'oggi, chiunque facesse delle osservazioni a proposito del comportamento sembrava subito un vecchio parruccone antiquato. Per essere moderni, a quanto pareva, bisognava per forza dire che ciascuno può fare quello che gli pare quando gli pare, e al diavolo cosa pensano gli altri.
  • "[...]C'è chi sa che non sempre il più veloce arriva prima, giusto? E che è meglio arrivare in ritardo che non arrivare affatto, vero?"
  • "Eppure un detective si basa proprio su quello, sulla logica. E su un pochino di psicologia. Applicando la logica, capisci come dovrebbero andare le cose; applicando la psicologia, capisci come funzionano le persone."


Buon letture a tutti,
Cami

Gennaio: anno nuovo... libri nuovi!

Un altro anno è passato... Quindi è ora di concentrarsi su quello nuovo! :D
Ovviamente, non mancheranno anche quest'anno i miei amatissimi libri. Questo mese, tra l'altro, è stato particolarmente florido!
Infatti ho sfruttato uno dei miei regali di Natale (un buono da spendere in Mondadori) e così ho fatto incetta di carta stampata:



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In più, mi è arrivato un regalo di Natale in ritardo da parte di una mia carissima amica, e un altro mio amico sapendo della mia passione cartacea, mi ha regalato un libro che (a suo dire) "non avrebbe comunque letto":
















Inoltre, per il solito accordo scolastico con mia madre, mi sono guadagnata un libro che attende nella mia WishList da tempo immemore:

Moroz


Insomma, un inizio d'anno migliore sotto il profilo libresco non era proprio possibile!

Cami :)

PS: Anobii ha cambiato il sistema di votazione, aggiungendo una stellina; il totale diventa così di cinque stelline. Io, che ci avevo messo una vita ad abituarmi a non avere un voto "di mezzo" ma che ormai avevo iniziato ad apprezzare la necessità di segnare una linea netta tra le due e le tre stelline, mi sono ritrovata spiazzata xD Proprio per questo, ho deciso che su questo blog non cambierà nulla: le stelle rimangono al massimo quattro. Così rimane il criterio di valutazione di prima, anche perchè ho notato che mi ha aiutata a prendere prese di posizione più decise :)

domenica 24 gennaio 2010

Espiazione - Ian McEwan

Titolo:Espiazione (originale:Atonement)
Autore:
Ian McEwan

Anno:
2
001

Editore:Giulio Einaudi Editore
Traduzione:Susanna Basso

ISBN:
88-06-16030-3

Pagine:
381

Trama:
La Piccola Briony, sul confine tra infanzia ed adolescenza, assiste ad una serie di eventi che, da lei mal interpretati, porteranno a delle conseguenze terribili. Inizia così il percor
so di diverse vite, separate eppure unite da quel fatidico giorno, che condizionerà il resto delle loro esistenze.

Mi sono avvicinata a questo libro con qualche incertezza: è un periodo così così per me e secondo una delle mie migliori amiche questo è uno dei libri più tristi che abbia mai letto.
Ed è vero, ma nonostante tutto questo libro è così bello che non posso fare a meno di amarlo, anche se mi ha fatto piangere. La storia, straziante di per sè, è narrata con un tocco talmente pacato e comunicativo da dare i brividi.
L'autore lascia che siano i pers
onaggi a parlare, nonostante l'utilizzo della terza persona, perchè la sua presenza si manifesta semplicemente nella scelta dei vocaboli migliori e delle frasi più toccanti per descrivere ciò che i personaggi provano, fanno, pensano. Questo dovrebbe essere un narratore: una figura silenziosa, importante a modo suo. McEwan lo è, senza alcun dubbio.

Fin da subito ci viene presentata la protagonista, Briony: personalmente, all'inizio mi sono sentita molto vicina a lei, alla sua vena solitaria ed artistica, al suo sviluppo da bambina ad adulta, come dice lei. Ma da quando vede quella situazione da cui nascerà tutto lo sviluppo del romanzo, non può non nascere nel lettore una sottile inquietudine, una sorta di paura verso questa bambina che vede
troppe cose dietro un niente. Nel frattempo, sboccia l'amore: un amore fantastico perchè vero, perchè successo mille altre volte a mille altre persone, eppure così bello. Per una volta anche la tensione sessuale è resa come si deve: spesso gli scrittori scrivono fantastiche scene d'amore sentimentale, per poi scivolare sul piano fisico. McEwan non commette questo errore, anzi, con nitidezza ma assolutamente senza volgarità ci accompagna all'interno delle dinamiche della storia d'amore, altra grande protagonista.
Man mano che si avvicina il punto clou del romanzo, la p
iccola bambina comincia a svelare ogni suo aspetto negativo, in un crescendo di impotenza (il lettore vorrebbe, vorrebbe davvero poter fermare la girandola di incomprensione degli eventi, ma non può fare nulla) che culmina in una drastica chiusura del sipario, che si riaprirà su un panorama di molti anni dopo, su colui che ha subito il giudizio imperioso di Briony: il panorama è quello della ritirata dal suolo francese durante il secondo conflitto mondiale, e anche in questo McEwan si dimostra bravo. La tensione della lotta, del continuo vivere fianco a fianco con la morte, quell'affetto strano e profondo che nasce tra chi condivide il destino della guerra, la disperazione e lo strappo interiore che i rimasmugli (a livello fisico, i corpi dilaniati, e mentale) lasciano; tutte caratteristiche che l'autore inserisce sapientemente, creando un ponte tra i sentimenti di chi legge e la percezione di chi ha realmente vissuto tali situazioni.
Di nuovo,
si chiude e si riapre il sipario tornando sulla bambina che nel frattempo è cresciuta, ed è diventata donna.
E poi, per l'ultima volta, apertura-chiusura del sipario, con un'ultima parte che distrugge e strazia. Tremendamente commovente e triste. Due lacrime non possono non scendere lungo le guance, perchè nonostante tutto non si riesce a smettere di sperare.

E' molto che non scrivevo una recensione, e tornare proprio con questo libro non è affatto facile: mi ha lasciato talmente tante cose, ed è talmente bello, che non so come procedere. Non saprei fare un commento approfondito, semplicemente perchè ho preso troppo a cuore la storia di Cecilia, che mi ricorda tanto me stessa. Perchè ho voluto scoprire che cosa si intendesse con espi
azione, e ora che l'ho scoperto non posso non pensare che forse Briony non la meriterà mai del tutto.

Un vero, sincero colpo al cuore.

Voto:

10


Frasi e Citazioni che mi hanno colpita...

  • La finzione delle parole era una pratica troppo incerta, vulnerabile, imbarazzante per metterne al corrente chiunque. Perfino mentre scriveva gli "ella disse", gli "e poi", le capitava di trasalire, e si sentiva sciocca a far finta di conoscere le emozioni di un essere immaginario. Esporsi in prima persona era inevitabile quando descriveva le debolezze di un personaggio: il lettore non avrebbe potuto fare a meno di pensare che stava descrivendo se stessa.
  • Il mistero era sigillato nell'attimo prima del movimento, l'istante che separava la quiete dal moto, quando l'intenzione raggiungeva il suo effetto. Era come il frangersi di un'onda. Se fosse riuscita a tenersi sulla cresta, pensava, non era escluso che avrebbe scoperto il proprio segreto, quella parte di sè responsabile del fenomeno. [...] Un secondo pensiero faceva immancabilmente seguito al primo, ogni mistero generava un mistero; chissà se anche gli altri erano vivi quanto lo era lei.
  • Di quando in quando, in modo assolutamente involontario, arriva qualcuno e ti insegna qualcosa sul tuo conto.
  • E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto.
  • Poteva riscrivere la stessa scena tre volte, da altrettanti punti di vista diversi; l'eccitazione le proveniva dalla prospettiva della libertà, dall'essere esonerata dal dover risolvere l'imbarazzante conflitto tra bene e male, tra eroi e antieroi. Nessuno dei tre personaggi era malvagio, e nemmeno particolarmente virtuoso. Non c'era bisogno di giudicarli. Non occorreva che ci fosse una morale. Le era sufficiente mostrare menti diverse al lavoro, menti non meno vive della sua e in lotta con l'idea della presenza di altri cervelli pensanti.
  • [...] come può una scrittrice espiare le proprie colpe quando il suo potere assoluto di decidere dei destini altrui la rende simile a Dio? Non esiste nessuno, nessuna entità superiore a cui fare appello, per riconciliarsi, per ottenere il perdono. Non c'è nulla all'infuori di lei. E' la sua fantasia a sancire i limiti e i termini della storia. Non c'è espiazione per Dio, nè per il romanziere, nemmeno se fossero atei. E' sempre stato un compito impossibile, ed è proprio questo il punto. Si risolve tutto nel tentativo.


Buone letture a tutti :D


lunedì 4 gennaio 2010

Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde - Robert L. Stevenson

Titolo:Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde (originale:The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde)
Autore:
Robert Louis Stevenson

Anno:1886

Editore:
Arnoldo Mondadori Editore
Traduzione:
Attilio Brilli
ISBN:
978-88-04-50846-5

Pagine:
292

Trama:La celeberrima storia di come il dottor Henry Jekyll, a causa dei proprio studi e della volontà di raggiungere la pace interiore e la perfezione morale, creò il proprio doppio Edward Hyde. Inoltre, la mia edizione contiene anche altri due scritti: Il Trafugatore di Salme (1884) e Un Capitolo sui Sogni (1887).

Parlando di Classici, di quelli proprio con la C maiuscola, viene sempre il timore di non riuscire a contenere, nel proprio
giudizio, il peso di anni e anni di analisi da parte di studiosi ben più affermati e soprattutto quel peso insormontabile che è l'immaginario comune. Come spiega bene Joyce Carol Oates nella postfazione (tra l'altro, davvero bella; mi è parso d'aver capito un pochino di più questo libro, dopo averla letta), Jekyll e Hyde sono ormai parte della fantasia popolare, come Dracula o Frankenstein, e così anche chi non ha letto il libro sente di poter dire di conoscere la storia. Così, sappiate che scrivo questa recensione con questo pensiero in mente.

L'intruduzione, curata da Attilio Brilli, è chiara, semplice e aiuta senz'altro nella comprensione delle tematiche del romanzo; tuttavia, lo stesso Brilli si perde poi nella stesura delle note, tautologiche in maniera imbarazzante. Ad un certo punto ho smesso di leggerle, spezzavano il ritmo della storia e non mi permettavano di apprezzare come si deve lo scorrere della trama...
Trama che, nonostante mi fosse già nota, ha mantenuto un tono intrigante per tutta la durata del ro
manzo: Stevenson è bravissimo nelle descrizioni (ad esempio, le parole che usa per descrivere la nebbia di Soho sono meravigliose) e nella resa psicologica del protagonista Jekyll/Hyde, anche se possiamo entrare nel suo punto di vista solo alla fine del romanzo. In effetti questa è una delle cose che più mi ha sorpreso, perchè non sapevo che la storia fosse raccontata da punti di vista altrui; tuttavia trovo che sia comunque una scelta azzeccata, perchè nella descrizione da parte di altri ci si può rendere conto della sensazione di orrore che provoca Hyde, o dell'apparente normalità di Kekyll. Un esempio su tutti, la confessione di Lanyon, che sul finire dà i brividi (soprattutto se, come me, avete la tendenza a leggere di sera...).Proprio il dualismo del protagonista (o dei protagonisti? sono sempre indecisa tra singolare e plurale) è la colonna portante su cui si regge il romanzo. Jekyll/Hyde è per antonomasia due e uno, stesso e diverso nel medesimo istante: perchè Jekyll è Hyde, anche se le versioni cinematografiche tendono a farceli percepire come due esseri distinti. Edward Hyde, il piccolo uomo malvagio e senza connotati, è parte integrante e presente dell'insigne Henry Jekyll, che si rende conto di non-esserci quando il sè negativo prende il sopravvento, di esistere solo come refolo di coscienza vigile, ma sconfitto dalla primordialità dell'istinto troppo a lungo sopito. E tutto ciò assume una sfumatura grottesca pensando che il dottore aveva evocato il proprio alter ego per sconfiggere i difetti che gli impedivano il raggiungimento della perfezione: lo scienziato riesce a spingere fuori di sè le proprie pulsioni maggiori, ma non per questo muta in una creatura composta di soli pregi. Penso sia questo il motivo per cui viene sconfitto da Hyde: la sua creazione è male e desiderio allo stato puro, mentre lui è solo un uomo. Il dislivello è visibile senza doverci ragionare troppo.
La confessione di Jekyll spiega poi quelli che sono stati i tormenti dell'anima di quest'uomo sventurato, con una conclusione da brividi e a tratti pietosa.
Un libro bello, legato al suo tempo ma non per questo non aprezzabile: una pietra miliare, talmente conosciuta che leggerla per davvero rende la storia quasi più affascinante.

Per quanto riguarda il secondo scritto, Il Trafugatore di Salme è un racconto secondo me più horror rispetto al romanzo, che prende spunto da alcuni fatti di cronaca nera. L'inizio è ottimo: q
uella che sembra una normale serata tra amici viene sconvolta dall'apparizione di tale dottor Wolfe, conoscenza di uno degli uomini del gruppetto, che rivela così un passato oscuro. L'arrivo del vecchio amico è un climax fantastico, dove anche il lettore riesce ad immedesimarsi nel clima gelido che si manifesta durante il breve dialogo che costui ed il protagonista, Fettes (cioè l'ex amico) , intrattengono. La stessa sensazione di paura crescente si manifesterà poi al termine del romanzo, dove appare la componente "nera" che, lo ammetto sinceramente, mi ha spaventata. La descrizione del loro lavoro, il trafugare salme, è descritta in modo tale da riuscire a vedere tutto dall'alto, come spettatori ancora non a conoscenza delle trame del destino. Decisamente intrigante!

Il terzo scritto, molto semplicemente, è la Genesi di uno scrittore. Stevenson si autoanalizza con molta ironia, riconoscendo il meccanismo che permette alla propria fantasia di utilizzare la penna. Secondo me, utile per riuscire a scalfire la corazza di un autore così grande (anche se poi si scopre
che in realtà era una persona piuttosto affabile, penso).

Nel complesso, Stevenson non si smentisce: un ottimo scrittore per degli ottimi libri!

Voto:

8


Frasi e Citazioni che mi hanno colpita:

  • I suoi sentimenti crescevano con il passare del tempo, abbarbicandosi come l'edera, a prescindere dalla rispondenza che potessero avere.
  • Per quanto così doppio nell'intimo, non ero in alcun modo un ipocrita; i miei due versanti coesistevano in perfetta buona fede; e quando deponevo ogni ritegno per tuffarmi nell'infamia, ero me stesso nè più nè meno di quando mi affaticavo, alla luce del giorno, per incrementare il sapere o per portare sollievo alla sofferenza.
  • E' impossibile fare distinzioni basandoci sulle nostre esperienze; l'una è vivida e intensa, l'altra insignificante; l'una è piacevole, l'altra dolorosa da ricordare; eppure non c'è modo di dimostrare quale sia quella che definiamo autentica o quella che riteniamo frutto di un sogno. Il passato poggia su una base instabile: un altro lieve strappo nel campo della metafisica ed eccocene derubati.


Buone letture a tutti :D

Cami

venerdì 1 gennaio 2010

Dicembre... Neve, Feste e Libri!

Natale... inutile dire che adoro Dicembre ;D
Anche perchè, tra i vari regali, ho ricevuto dei libri!


























Senza contare, poi, dell'accordo con mia madre... secondo il quale, per ogni voto dall'otto in su che prendo, ho diritto ad un libro :D E questo mese mi sono meritata due libri:

Uno è il secondo libro di una Trilogia che secondo me è iniziata molto bene, cioè le Leggende del Mondo Emerso; l'altro è un libro che desidero leggere da moltissimo e che ho trovato per puro caso (era l'ultimissima copia *_*), quindi sono doppiamente soddisfatta!



In più, mi sono iscritta alla catena di lettura del libro Sotto l'Albero di Mimosa di Caterina Armentano, cui tra l'altro potrò anche chiedere chiarimenti, e tante altre cose, visto che seguo il suo blog :)


La recensione è qui!










Al prossimo mese :D
Cami