mercoledì 25 dicembre 2013

Buon Natale!

 

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Cari lettori e care lettrici, vi auguro uno splendido Natale!
Spero sia pieno di gioia e serenità.


Un abbraccio,
Cami

giovedì 19 dicembre 2013

Tre gradi (#9)

Buondì, cari lettori e care lettrici!

Dicembre è un mese pieno d’impegni, poco ma sicuro: ho finito pochi giorni fa di prendere gli ultimi regali, gli esami si avvicinano, la tesi da scrivere incombe… niente di ancestrale, ne convengo, ma ogni dovere richiedere una certa attenzione, sottraendola ai piaceri, ovvero al mio amato blog. Tutto questo per dirvi che il mio ritardo per quanto riguarda i post sul gruppo di lettura de I Miserabili sarà recuperato quanto prima – c’è un post in dirittura d’arrivo, a dire il vero – e che ho un paio di recensioni in cantiere, in attesa di rifinitura.
Tempo al tempo, come si suol dire, e tutte le bozze saranno rifinite per divenire testi scritti come si deve, pronti a venire alla luce.

Nel frattempo, però, con Natale che si avvicina, ho avuto l’occasione di girare per diverse librerie, alla ricerca di alcuni regali; non ho preso nulla per me, ma come sempre la lista dei desideri si è allungata di un paio di titoli. Questo mi ha fatto venire in mente Tre gradi e non ho potuto fare a meno di ritagliarmi un po’ di tempo per scrivere questo post. Chissà, magari qualche parente passerà per questa pagina e troverà l’ispirazione per scegliere un regalo per la sottoscritta!

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PRIMO GRADO
Il libro che ho scelto è…

La letteratura in pericolo - T. Todorov

La letteratura in pericolo di Tzvetan Todorov
2008 – Garzanti (originale: La littérature en péril – 2007 – Flammarion)

«Siamo tutti fatti di ciò che ci donano gli altri: in primo luogo i nostri genitori e poi quelli che ci stanno accanto; la letteratura apre all'infinito questa possibilità d'interazione con gli altri e ci arricchisce, perciò, infinitamente.»
In un mondo dominato dalla scienza e dalla tecnica, rischiamo di non capire più i grandi capolavori della letteratura. Sul versante della critica, negli ultimi decenni abbiamo messo a punto una serie di strumenti assai efficaci per l'analisi dei testi, a cominciare dalla filologia e dallo strutturalismo, che hanno assunto un'importanza crescente nell'insegnamento.
In parallelo, fiorisce una produzione narrativa sempre più ripiegata sull'io, e hanno grande fortuna i romanzi di puro intrattenimento. Tuttavia rischiamo di perdere di vista quello che è il senso profondo delle opere letterarie, quello che le rende importanti e necessarie. In queste pagine appassionate e polemiche, Tzvetan Todorov – che all'inizio degli anni Sessanta ebbe un ruolo determinante nella diffusione dei formalisti russi – va al cuore del problema: a che cosa ci serve, oggi, la letteratura? Todorov parte dalla propria vicenda di studioso, prima nella Bulgaria sovietica e poi nella Parigi di Genette e Barthes. Discute i metodi più in voga d'insegnamento della letteratura. Esplora l'attuale produzione narrativa. Soprattutto, si confronta con la lezione dei grandi del passato per ritrovare e rilanciare il valore insostituibile della letteratura.

Perché è nella Lista dei Desideri? Ho appena finito di leggere La paura dei barbari (sempre di Todorov), per l’esame di Storia Contemporanea, un testo molto interessante: Todorov è un autore franco e chiaro, con una prosa che ritengo ottima per i testi di divulgazione culturale, e offre molti punti di discussione. Conoscevo anche il suo impegno in ambito letterario, e ora sono ancora più curiosa di incontrare le sue idee personalmente: non so se le troverò condivisibili o meno, ma penso di poter dire fin da ora che saranno espresse in maniera impeccabile.


SECONDO GRADO
La copertina dell’edizione Garzanti è di un bellissimo blu ciclamino, un colore che adoro e che mi porta alla mente dei grandi mazzi di fiori colorati. La rosa è un altro fiore che mi piace molto; è proprio questo fiore a portarci al prossimo titolo.

Rosa candida - A. A. Olafsdottir

Rosa candida di Audur Ava Ólafsdóttir
2012 – Einaudi (originale: Afleggjarinn – 2007 – Kilja)

Lobbi ha ventidue anni quando accetta di prendersi cura di un leggendario roseto in un monastero del Nord Europa. È stata la madre, morta da poco in un incidente d'auto, a trasmettergli l'amore per la natura, i fiori e l'arte di accudirli, il giardinaggio. Così Lobbi decide di lasciare l'Islanda, un anziano padre perso dietro al quaderno di ricette della moglie, e un fratello gemello autistico. Lascia anche qualcun altro: Flóra Sól, la figlia di sette mesi avuta dopo una sola notte d'amore (anzi, precisa lui, «un quinto di notte») con Anna.
Con sé Lobbi porta alcune piantine di una rara varietà di rose a otto petali, molto cara alla madre, la Rosa candida. Questi fiori saranno i silenziosi compagni di un viaggio avventuroso come solo i viaggi che ti cambiano la vita sanno essere. Ad accoglierlo al monastero c'è padre Thomas, un monaco cinefilo che con la sua saggezza e una sua personale «cineterapia » saprà diradare le ombre dal cuore di Lobbi. Ma sarà soprattutto l'arrivo di Anna e Flóra Sól in quell'angolo fatato di mondo a provocare i cambiamenti più profondi e imprevisti nell'animo del ragazzo. Perché, per la prima volta, Lobbi scopre in sé un desiderio nuovo, che non è solo amore per la figlia e attrazione per Anna: è il desiderio di una famiglia.

Perché è nella Lista dei Desideri? L’avevo sfogliato in libreria, un po’ distrattamente, quando era appena uscito. Il titolo, nella sua semplicità, mi aveva incuriosita, così come la copertina. A convincermi definitivamente, però, sono state le opinioni molto positive che ho riscontrato più o meno ovunque: pare sia una storia che sa conquistare i suoi lettori. Spero di potervi dire presto se sarà così anche per me.


TERZO GRADO

L’ambientazione del romanzo precedente è un monastero: l’autore del prossimo libro ne ha visitati molti, in tutta Italia, e ha parlato di questo suo viaggio (fisico e spirituale) nel prossimo libro.

Sulle strade del silenzio - G. Boatti

Sulle strade del silenzio. Viaggio per monasteri d’Italia e spaesati dintorni di Giorgi Boatti
2012 – Laterza

Davanti a me la scritta 'Silenzio'. Campeggia cubitale sul bianco della parete. Silenzio? E silenzio sia.

Da Montecassino a Bose, da Camaldoli a Subiaco, dall'abbazia di Noci, nella Murgia pugliese, ai contrafforti di Serra San Bruno in Calabria, da Praglia sino alla badia del Goleto, sui crinali dell'Irpinia orientale. «Hai trovato il monastero giusto?»: la domanda che qualcuno di tanto in tanto mi pone mette in guardia dai fraintendimenti che il mio vagare per eremi e cenobi potrebbe suscitare. No, non sto cercando il monastero giusto. Vado per questa strada perché ho il sospetto che le luci nascoste che giungono da questi luoghi siano ancora capaci di offrire qualche solido orientamento. Perfino nella densa penombra calata sui giorni italiani. Busso a queste porte perché ho l'impressione che qui si impari davvero che si può cambiare il mondo, ma – impresa piuttosto complicata – a patto di cominciare a cambiare se stessi, partendo dalle cose più semplici e concrete. Ad esempio, cercando di stare nel mondo prendendone nel frattempo la giusta distanza. Governando in modo diverso faccende quotidiane e basilari come il dormire e il mangiare, il desiderare e il bisogno di riconoscimenti, il silenzio con se stessi e l'incontro con gli altri. Sembrano bazzecole, ma quelli che vi si sono cimentati seriamente dicono che la sfida sia di vertiginosa difficoltà. E, soprattutto, pare duri tutta una vita.

Perché è nella Lista dei Desideri? Perché, come vi ho già detto altrove, Boatti è stata una piacevolissima sorpresa, e non vedo l’ora di leggerlo di nuovo; inoltre, l’argomento di cui tratta in questo libro mi è caro. Mi piacerebbe, un giorno, poter passare del tempo in questi luoghi densi di spiritualità, lontani da tutto, e riuscire a fermarmi, a pensare. La prospettiva di Boatti sarà senz’altro molto personale, ma credo sarà anche abbastanza profonda da trascendere l’esperienza singola e rendere questo suo viaggio altrettanto significativo per i suoi lettori.


Anche per oggi è tutto: spero di avervi fatto scoprire nuovi titoli e di avervi incuriositi.

A presto, con nuovi post sul mio amato Hugo e con nuove recensioni!


Cami

domenica 1 dicembre 2013

Novembre: “I Miserabili”, Bookcity e (finalmente) qualche acquisto libresco

Buonasera a tutti, cari lettori e care lettrici!

Novembre è passato in fretta e ha portato con sé tanti eventi letterari e, sul finire, anche una bella nevicata (perlomeno, qui dove sono io): un modo perfetto per accogliere Dicembre.

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Come già sapete, questo mese per me è stato molto movimentato. Sto cercando di prendere il giusto ritmo e di proporvi i post sull’UFG Book Club in alternanza coi contenuti “classici” del blog, così da poter comunque parlare d’altro – in fondo non è un blog monotematico! – e da poter comunque interagire con voi grazie alla varietà d’argomenti. Tengo molto ai post del gruppo di lettura e mi impegno per realizzarli al meglio, ma allo stesso tempo mi rendo conto di come questo sia un progetto destinato a concludersi, mentre le recensioni e le rubriche sono dei capisaldi di questo mio spazietto online. Il succo è: tranquilli, ora che ho imparato a gestire meglio le tempistiche non vi lascerò soltanto con le tappe de I Miserabili!

Altro evento a cui tenevo particolarmente è Bookcity, cui ho partecipato come volontaria. Un’esperienza molto bella e interessante: alla fine dei quattro giorni ero esausta, un po’ infreddolita, ma felice. Ho conosciuto belle persone e, nonostante non abbia potuto seguire tanti incontri, ho comunque vissuto l’atmosfera libresca dell’evento. Inoltre, devo dire che all’Info Point (dov’ero stanziata io) non ci si annoiava mai: tra domande strane e spettatori entusiasti che chiedono consigli sugli eventi, io e le altre due ragazze non avevamo un momento di calma. Scriverò sicuramente un post di resoconto, in cui parlare un po’ degli incontri e un po’ della mia esperienza personale.

Infine, questo mese posso tornare a parlarvi di acquisti letterari. Ebbene sì, il mio bando è finito! Dopo un anno di fioretto e di astinenza dall’acquisto di libri, sono andata al Salone Internazionale del Libro Usato e ho fatto i miei primi due acquisti – e se avessi avuto più della risicata ora e mezza che mi sono concessa prima del turno a Bookcity, so già che sarei tornata a casa con uno zaino carico di libri. Nonostante questo, sono molto felice: quest’anno mi ha aiutata a capire quanto mi faccia sentire bene prendere nuovi libri e contemporaneamente mi ha dato modo di comprendere che non c’è bisogno di accumularne una quantità esagerata ogni mese. Ha cambiato quelle che saranno le mie abitudini d’acquisto, dandomi una nuova morigeratezza, questo è certo: mi sono concessa qualche sfizio su Bookmooch giusto oggi, come regalo di Natale anticipato, ma per il resto credo che la frenesia che sembrava guidare le mie acquisizioni sia stata ridimensionata da questo periodo a secco. Ne sono felice, perché prendere libri con più oculatezza vorrà dire non lasciarli troppo tempo ad aspettare sulle mensole e dedicar loro il tempo che meritano.

Bando alle ciance! Vi mostro i libri che ho preso, due cartacei e due e-book: i primi sono Dio di illusioni di Donna Tartt, autrice molto apprezzata dalla critica americana, e La sinistra e la questione meridionale di Gaetano Salvemini, titolo della collana Laicicattolici che era uscita qualche tempo fa col Corriere (e di cui avevo perso alcune uscite, come questa). I secondi, invece, sono due titoli omaggio, sempre del Corriere, facenti parte della nuova iniziativa chiamata I Corsivi del Corriere della Sera: si tratta di Mr. Bennet e Mrs. Brown di Virginia Woolf e de Il bibliomane di Charles Nodier.

Dio di illusioni - D. Tartt


Un piccolo raffinato college nel Vermont. Cinque ragazzi ricchi e viziati e il loro insegnante di greco antico, un esteta che esercita sugli allievi una forte seduzione spirituale. A loro si aggiunge un giovane piccolo borghese squattrinato. In pigri weekend consumati tra gli stordimenti di alcol, droga e sottili giochi d'amore, torna a galla il ricordo di un crimine di inaudita violenza. Per nascondere il quale è ora necessario commeterne un altro ancora più spietato...

 

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La sinistra e la questione meridionale - G. Salvemini

“Salvemini è ricordato soprattutto quale meridionalista. Scriveva tra il 1898 e il 1899: “Alle tre malattie, che abbiamo fuggevolmente descritto, ossia la malattia dello Stato accentratore, la oppressione economica in cui l’Italia meridionale è tenuta dall’Italia settentrionale, e infine la struttura sociale semifeudale, è possibile recare un rimedio? … Finché nel Mezzogiorno stesso non si determinerà un movimento energico, costante, organico, che abbia lo scopo di attuare tutte quelle riforme, che per ora non sono che pii desideri degli studiosi.” 
Gaetano Salvemini constatava con amarezza non solo l’esistenza di una “Questione meridionale” ma anche di una “Questione settentrionale”: “I nordici disprezzano, come dicon essi, i sudici; e i sudici detestano con tutta l’anima i nordici: ecco il prodotto di quarant’anni d’unità.”
A differenza di altri meridionalisti che invocavano l’intervento dello Stato per affrontare la “Questione meridionale” il politico pugliese sosteneva che la soluzione dei problemi dei meridionali doveva essere nella disponibilità dei meridionali: infatti era un federalista convinto.” (fonte)

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Perché, quando a ottobre ricomincia la stagione letteraria, gli editori non riescono mai a fornirci un capolavoro? La domanda che Virginia Woolf pose al suo pubblico della sua lezione alla Cambridge University nel 1924 non ha perso di rilevanza, quasi un secolo dopo. La risposta che fornisce poggia sul problema della costruzione del personaggio: gli scrittori contemporanei, sosteneva già all'epoca il coro unanime dei critici, non sono in grado di crearne di realistici. Ma mentre concorda sull'effetto, Woolf dissente sulla causa: non sono gli scrittori a essere cambiati, dice, sono i tempi; e gli strumenti di lavoro, forgiati dai romanzieri dell'epoca precedente, non sono più adeguati. Urge trovarne di nuovi, costruire nuove convenzioni per arrivare a quella "intimità" con il lettore che costituisce il fine ultimo del lavoro di scrittura. E per fare questo occorre ripartire da quella Mrs Brown, da quella signora dimessa che Woolf incontra in treno e che apre davanti a lei gli scenari vertiginosi di una nuova storia. Fuor di metafora, occorre armarsi di nuova pazienza e imparare daccapo a raccontare quel personaggio incontrato per caso, lo spunto che si impone all'attenzione dell'autore e lo muove con la sua irresistibile capacità di seduzione a trasformarlo in letteratura, per diventare Ulisse, la Regina Vittoria, o Prufrock. Per diventare il protagonista del romanzo che rimarrà con noi tutta la vita.

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Théodore è un uomo divorato dalla passione per i libri: ha smesso di parlare, di ridere e di mangiare. Ha rinunciato alla vita mondana e perso interesse per le donne. Durante una passeggiata con un amico per le via di Parigi nei luoghi sacri del libro, tra case editrici e negozi antiquari, scopre malauguratamente l’esistenza di un’altra edizione, più pregiata, del suo «Virgilio del 1676». Iniziano così i deliri bibliografici e le allucinazioni del protagonista, tra rarità in folio e rilegature in marocchino, raccontati con gusto e partecipazione dall’autore. Théodore si ammala della più grave febbre bibliomane e in poco tempo ne morirà. Un racconto non privo di morale – quando l’amore per la forma distrugge la passione dei contenuti, non può esserci lieto fine – ma lieve e ironico, che con ricercatezza e gusto dell’iperbole sa parlare al feticista nascosto in ogni vero lettore.


Per questo mese è tutto: ci risentiamo presto con nuovi post, recensioni e rubriche!

Un abbraccio e buon inizio mese,


Cami