lunedì 11 giugno 2012

Revolutionary Road–Richard Yates

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Titolo:Revolutionary Road
Autore:
Richard Yates

Anno:1961

Editore:Edizioni minimum fax
Traduzione:Adriana dell’Orto
ISBN:
978-88-7521-202-5

Pagine:459

Trama:Frank e April Wheeler sono due giovani anticonformisti innamorati – apparentemente, gli ultimi che ci si aspetterebbe di trovare nella sonnacchiosa e periferica Revolutionary Road. I loro ideali si scontreranno con la realtà di tutti i giorni e questo porterà a terribili conseguenze.

Per leggere e commentare questo libro bisogna, innanzitutto, creare una sottile barriera tra noi stessi e la storia. E’ necessario farlo per non rimanere invischiati nella realtà di queste vicende, tanto verosimili che non è difficile dimenticarsi che questa storia è stata scritta da Richard Yates e che Frank e April non esistono davvero; ed è necessario anche perché, proprio per questo, è un libro doloroso. Tutto – gli sfondi, i personaggi, i dialoghi – fa parte di una sinfonia infinitamente triste, ma non per questo meno meravigliosa.

Partiamo proprio parlando dell’ambiente in cui si sviluppano le vicende, il tipico sobborgo americano, con i giardini tutti curati e le case tutte in file ordinate: sembra quasi che con la loro regolarità tentino di nascondere esistenze annegate nella routine e fisse in una mentalità che, nei migliori dei casi, si finge aperta ma che, a conti fatti, è chiusa e bigotta. E’ un mondo vischioso, che si fa strada fino alle ossa e che contagia anche Frank e April, in modo sibillino; soprattutto, è un mondo da cui non si riesce a uscire – anche perché ogni tentativo in tal senso viene subito etichettato come una fantasia, un impulso fuor di ragione: perché mai voler abbandonare quella vita rassicurante, così tranquilla e certa? Perché mai rischiare, porsi su una strada accidentata, tentando di raggiungere un sogno malfermo e insicuro?
E’ questo quello che pensano tutti, quando i Wheeler cominciano a pensare seriamente di provare a realizzare i sogni di gioventù, quelli che li avevano uniti quando si erano conosciuti e innamorati. Sono domande che non sarebbe difficile ignorare, non fosse che la vita quieta di Revolutionary Road è più facile da gestire, è senza aspettative degne di questo nome: dopo la prima euforia, Frank comincia a pensare che forse è meglio restare (anche se il lettore lo sa che in realtà non è meglio, è solo più semplice – lo si percepisce attraverso April, attraverso John Givings, figlio disturbato di una vicina di casa, attraverso gli atteggiamenti altalenanti dello stesso Frank). Sarà questo ripensamento, più di ogni altra cosa, a segnare l’inizio del declino dei Wheeler.

E dire che, in un primo momento, Frank mi era sembrato il più “reattivo”! Personalmente, era a lui che all’inizio andava la mia comprensione: sembrava un uomo vitale, energico, pronto a prendere le redini della sua vita: invece, sarà proprio lui a rimanere intrappolato e a non voler nemmeno provare a cambiare.
Nelle prime pagine noi vediamo Frank come lo vedono gli altri, ovvero secondo la maschera dell’uomo volenteroso, intellettuale, comprensivo e affettuoso con April. Noi, lettori ed esterni alla vicenda, siamo inizialmente preda dello stesso inganno in cui cadono gli amici e i conoscenti di Frank, pur avendo una visuale privilegiata non solo sulle sue azioni, ma anche su alcuni dei suoi pensieri: arriviamo, con poche frasi, ad un'immersione nella storia tale da non rendercene conto. Non vi sembra già questo un indizio della capacità di Yates? Io ne sono rimasta colpita, anzi, affascinata.
Con questa gestione della narrazione, così calibrata, i vari protagonisti arrivano al lettore con la giusta lentezza, per via diretta (quando il punto di vista è il loro) o trasversale (quando ad osservarli è qualcun altro). Questa è sicuramente una delle caratteristiche che più mi è piaciuta del romanzo: il dispiegamento accurato e ben dosato dei personaggi, il loro svelarsi a poco a poco, facendo scoprire il loro vero carattere per gradi – esattamente come nella vita vera. In questo modo, anche le figure secondarie (il già citato John Givings e sua madre, i coniugi Campbell, giusto per dire quelli di cui mi è più piaciuta l’introspezione) sono persone a tutto tondo, pronte a lasciare le pagine per entrare nel mondo reale.
Tuttavia, credo che a giovarne più di tutti sia il personaggio di April, che nel corso della narrazione diventa il punto centrale della storia, il perno attorno al quale si srotoleranno i fili delle matasse altrui – e s’ingarbuglierà il suo. Non voglio parlarvi troppo di lei, perché finirei solo per “sbrodolare” e mi sentirei come una bambina che colora ed esce dai bordi perfettamente disegnati da un adulto dotato di talento. Yates ha dato vita ad April: l’ha resa una donna, un prisma, e come tale è complessa e sfaccettata. Sebbene all’inizio mi sembrasse un personaggio poco apprezzabile, quasi una che si piange addosso, col passare delle pagine ho realizzato di aver commesso un madornale errore di valutazione, perché April soffre, dubita, si interroga e nasconde tutto fino a quando non viene quasi costretta ad esplodere. S’impunta, agisce, prosegue dritta lungo la sua strada. E’ un personaggio veramente memorabile, che si è scavato un posticino nella mia mente.

Ovviamente, una parte importante del fantastico lavoro di caratterizzazione di Yates è quella dedicata ai dialoghi. Oltre ad essere perfettamente “cuciti addosso” a chi sta parlando (soprattutto per quanto riguarda il lessico e le espressioni gergali in genere), li ho trovati sempre molto acuti, poetici (di una poesia in declino, triste e sfiduciata), sicuramente legati a doppio filo all’epoca in cui è ambientato questo libro – quella del sogno americano che inizia a traballare e sgretolarsi, in cui la dignità e la peculiarità del proprio essere si ritirano e fanno spazio ad un’opaca medietà.

Insomma, io quasi mi vergogno a dirvi che all’inizio, senza pensarci troppo, pensavo di dargli solo tre stelline. Scrivendo questa recensione mi sono resa conto, come mi è capitato altro volte, che il mio voto iniziale andava ritoccato: dovevo per forza alzarlo. Perché più pensavo al voto che volevo dargli, più mi dicevo “Sì, capisco, ma come puoi dare argomentazioni valide a questo voto? Perché qui mi pare che non ci siano sufficienti punti negativi per sostenere alcunché”. Ed è così: non posso non dargli quattro stelline, non renderebbe giustizia alla bellezza di questo libro, alla sua forza espressiva e alla profonda malinconia che ancora provo se penso ad April, a Frank e a tutti gli abitanti di Revolutionary Road.


Voto:
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9


Frasi e citazioni che mi hanno colpita…

  • <<Io ti amo quando sei gentile>>, gli aveva detto una volta, prima che si sposassero, e questo l’aveva mandato in bestia.
    <<Non dire una cosa del genere. Cristo, tu non puoi “amare” la gente solo quando è “gentile”. Non capisci che è come chiedere “Che me ne viene in tasca?” […] Senti, o tu mi ami oppure non mi ami, bisognerà che ti decidi>>.
  • <<Oh>> esclamò, <<l’ha detto. Il disperato vuoto. Cielo, c’è un sacco di gente che la parte del vuoto l’ha capita. […] Ma nessuno ha mai detto disperato, era lì che ci mancava il coraggio. Perché forse ci vuole una certa dose di coraggio per rendersi conto del vuoto, ma ne occorre un bel po’ di più per scorgere la disperazione>>.
  • Shep fece quel che sempre tentava di fare quando gli pioveva addosso, una dopo l’altra, una serie di notizie sconvolgenti: far buon viso a cattivo gioco. A mano a mano che i fatti gli venivano presentati, li prendeva e li immagazzinava in fondo alla mente, nella maniera più indolore possibile, dicendosi: Va bene, va bene, a questa ci penserò più tardi; e anche a questa; e a quest’altra; in modo che la parte anteriore, più sveglia, della sua mente rimanesse abbastanza sgombra da non perdere il controllo della situazione.
  • <<[…] Ho sempre nutrito una convinzione, e cioè che quando si tenta di vendere un’idea, quale che sia e non importa quanto complicata, non si troverò mai uno strumento di persuasione più efficace della viva voce dell’uomo>>.
  • <<Un briciolo di verità ci sarebbe, se avessi un talento preciso, constatabile. Se fossi un artista, diciamo, o uno scrittore, o…>
    <<Oh, Frank, ma pensi davvero che artisti e scrittori siano le uniche persone che abbiano il diritto di vivere la loro vita? Ascolta: non m’importa se dovrai stare cinque anni senza far niente; e non m’importa neppure se, dopo cinque anni, concluderai che vuoi fare semplicemente il muratore o il meccanico o il marinaio. Capisci quello che voglio dire? Tutto questo non ha nulla a che vedere con capacità precise, constatabili. Il problema è un altro; è la tua essenza che resta soffocata, qui. Il genere di vita che conduciamo non fa altro che negare e negare quello che sei.>>
    <<E cioè?>> […]
    <<Non capisci? Tu sei la cosa più preziosa e bella che c’è al mondo. Sei un uomo>>.

Buona lettura!

Cami

12 commenti:

  1. Questo libro mi intriga dalla notte dei tempi e nono sono ancora riuscita a leggerlo...occorre correre ai ripari...la tua bella recensione me ne ha messo una voglia! ^^

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    1. Ne sono davvero felice! *_* Tra l'altro, se nel frattempo vuoi fartene un'idea, su Radio3 poco tempo fa l'hanno letto (nella trasmissione "Ad Alta Voce") e a me era piaciuto tantissimo, hanno fatto proprio un bel lavoro. Tutte le puntata sono in podcast e si scaricano in fretta e senza problemi :)

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  2. Uff... WL! Bella recensione, sul serio.
    Non so quando, ma lo leggerò.

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  3. Bella recensione! Concordo con te su tutto, anche sul voto finale. Leggendo sono arrivata ad ODIARE i due protagonisti, per cui volevo dare 3 stelle al libro. Ma pensandoci mi sono resa conto che mai nessun autore era riuscito a provocarmi un sentimento d'odio così profondo, cosa non facile suppongo, e che in effetti il libro è un capolavoro per com'è scritto, per cui sono "dovuta" salire a 4 stelle.

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    1. Grazie! :D
      Sì, Frank e April hanno suscitato un bel po' di odio anche in me, a sprazzi... Però riuscivo anche a capire perché facessero certe cose. Non ero d'accordo, sia chiaro, mi facevano arrabbiare, però talvolta mi sembrava di capire per quale motivo facevano così.
      Concordo sul fatto che è difficilissimo suscitare sentimenti così potenti verso i personaggi di un libro - Yates è senz'altro un maestro, in questo!

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  4. Aiuto, mi sono appena ricordata che deve venire l'idraulico e il bagno è un casino! Ma ti dico velocmente che ti ho nominata per un meme!

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  5. Bellissima recensione :)
    Ce l'ho in wishlist da un sacco, e un po' mi frena anche il prezzo (18 euro, ouch!)... però mi ha sempre intimorito un po', devo essere sincero. Da quanto ne leggo, anche qui da te, sembra proprio un libro 'importante', e ho talmente tante aspettative, che c'è un po' la paura di rimanere deluso... staremo a vedere!

    A presto :)

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    1. Grazie! :)
      Eh, io l'ho letto senza aspettativa alcuna quindi non so dirti se le tue saranno soddisfatte o meno... Certamente è un libro tosto, e di fronte a determinate tematiche ognuno reagisce a modo suo. Però lo stile è oggettivamente ottimo, per quanto mi riguarda, quindi non può essere una "brutta" lettura, secondo me.
      Il prezzo in effetti è quello che è... Però la casa editrice aveva fatto una versione fantastica con allegato il DVD del film (che, per una volta, è davvero valido e rispetta appieno la poetica e la storia del libro, mi è piaciuto moltissimo!) che, sul sito internet, viene 19,80 €... contando che è libro+DVD, diventa quasi conveniente ;) Io sto seriamente pensando di prenderla, visto che - ahimè! - questo libro l'ho preso in prestito in biblioteca.

      :)

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    2. Sìsì, ho visto anche quell'edizione, e ovviamente tra le due preferirei quella :D (poi adoro sia la Winslet, che Di Caprio!)

      Comunque prima o poi mi dedicherò sicuramente alla sua lettura! Ti farò sapere ^^

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