sabato 2 giugno 2012

Chi Cerca… Trova! (#2)

Ciao a tutti e be ritrovati con la rubrica che risponde alle vostre domande!
Anche questo mese ci sono state alcune chiavi di ricerca particolarmente fantasiose  ed altre legata alla cinema a luci rosse (che possono essere particolarmente esilaranti!). Quelle che preferisco, però, sono quelle che mi fanno fare ricerche, scoprire cose nuove, affrontare argomento conosciuti solo superficialmente; anche per questo sono felice di aver dato inizio a questo appuntamento mensile.
Bando alle ciance, cominciamo!

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1. Tsugumi romanzo di formazione


Benché Tsugumi parli di adolescenti, non credo sia da ritenersi un vero e proprio romanzo di formazione: si può definire così se si pensa che l’estate che vivono sembra la tipica estate “della crescita”, quella in cui magari scopri l’amore, o delle “verità” che improvvisamente ti fanno capire di non essere più un bambino, ma per il resto le protagoniste (Maria e Tsugumi) sembrano più svelare lati dei loro caratteri già presenti e semplicemente resi palesi dalle vicende che capitano loro, piuttosto che nuovi tratti sviluppati durante le vicende del libro. Quindi, riflettendoci a freddo, non lo definirei “di formazione” in senso classico – anche se, appena finito di leggerlo, anche io avevo pensato che potesse più o meno rientrare nella categoria.

2. Analisi grammaticale della parola fortunatamente


fortunatamente = avverbio di modo
Fine.

3. Il Cimitero Senza Lapidi e Altre Storie Nere Istruzioni

“Istruzioni” è una poesia contenuta ne Il Cimitero Senza Lapidi e Altre Storie Nere, di Neil Gaiman, ed è una poesia bellissima. Ve la propongo letta dal suo stesso autore, perché penso che in lingua originale, letta con la passione e la simpatia di Gaiman, renda davvero al meglio!

Neil Gaiman legge “Instructions”

3. Riassunto 150 parole di dottor Jekyll e mister Hyde

Alcuni strani eventi accadono nella Londra del XIX secolo e a tutti questi misfatti sembra collegato il misterioso signor Hyde, uomo tanto cattivo quanto esteriormente spaventoso; ciò che tuttavia sorprende ancora di più è che a garantire per lui, dopo alcuni fattacci, sia l’irreprensibile dottor Jekyll. L’avvocato e amico del dottore, Utterson, decide di approfondire la questione – soprattutto perché, improvvisamente, Jekyll modifica il proprio testamento, facendo di Hyde l’unico erede. Inizialmente pensa sia tutto causato da un ricatto, ma più passa il tempo, più le risposte evasive di Jekyll minano questa convinzione; senza contare che, dopo un atto particolarmente efferato, Hyde sembra sparito. Ma il destino dell’uomo è segnato e, quando Utterson riceve la visita di un domestico di Jekyll che lo implora di seguirlo, visto che il dottore è chiuso nel proprio laboratorio, apparentemente ostaggio di qualcuno, non gli resta che andare e scoprire, infine, il mistero di Jekyll.
(Parole: esattamente 150 – Spoiler: 0. Missione compiuta!)

4. Il primo libro di Dan Brown

Il primo libro di Dan Brown, pubblicato sotto pseudonimo e scritto a quattro mani con la moglie, è 187 Men to Avoid: a guide for the romantically frustrated woman. Ehm. Penso di non voler commentare.
Il primo libro pubblicato a suo nome, invece, è Crypto: l’ho letto e devo dire che, come thriller, non è male.

5. L'uomo al chiar di luna 
 
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Non potevo non condividere questo quadro di Friedrich: Un uomo e una donna davanti alla Luna.

6. Philippe Claudel libri

Mi sto lentamente procurando tutta la bibliografia di questo autore, visto che ho amato il suo Le Anime Grigie. Oltre a questo, in italiano sono stati pubblicati La nipote del signor Linh, Io me ne vado, Il Rapporto e Il mondo senza bambini e altre storie. Per il resto delle sue pubblicazioni, consiglio di guardare la pagina Wikipedia dell’autore in lingua francese, che è la più completa.

7. Libri più belli di Andrea De Carlo

In casa ho molti libri di De Carlo, perché piace molto a mio padre; ne ho letti sei, per ora, e tra questi quello che mi è piaciuto di più è senz’altro Di Noi Tre, seguito da Uccelli da Gabbia e da Voliera e da Treno di Panna. Il primo mi è piaciuto molto perché ho ritrovato molte delle inquietudini e delle insicurezze che a volte provo rispecchiate nei protagonisti.
Per completezza ho chiesto anche a mio papà e lui ha detto che, tra tutti, il suo preferito è Due di due.

8. copertina del libro Le Mille e una Notte

Vi mostro le copertine che mi sono piaciute di più:

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9. Harry Sidebottom libri

Harry Sidebottom ha scritto, per quanto riguarda la narrativa, solo i romanzi storici legati alla serie Il Guerriero di Roma: Fuoco a Oriente, Il Re dei Re, Sole Bianco (già editi in Italia), The Caspian Gates e The Wolves in the North (che sono ancora da tradurre). Ho letto i primi due e ho in casa il terzo, verso cui nutro grande curiosità e aspettative, visto che i primi due libri mi erano piaciuti!
Per quanto riguarda, invece, la sua attività di storico e insegnante universitario, Sidebottom ha pubblicato Ancient Warfare con la Oxford Press, Fields of Mars: A Cultural History of Greek and Roman Battle con la Granta Books e sta collaborando alla Blackwell Enclyclopedia of Ancient Battles, curata da Michael Whitby.

10. Jacopo Ortis e i cimiteri

Più che i cimiteri, il povero Ortis sembra avere una predilezione per il sepolcro del singolo, secondo due accezioni ben distinte: una è quella del sepolcro dei Grandi, che con la loro presenza aiutano a resistere alla tirannia dei tempi contemporanei e forniscono l’esempio che i viventi non sanno dare, mentre l’altra è il proprio sepolcro, unica certezza di pace futura. Se si vuole avere una prospettiva foscoliana più ampia sui campi santi, consiglio di leggere I Sepolcri – l’ho adorato (ma pare che io sia stata una delle poche a pensarla così in classe, quindi non so dire a quanti possa piacere).

11. Kitty e Levin

[N.B. risposta potenzialmente spoiler per chi non ha mai letto Anna Karénina; non leggete se non volete che vi sia rivelato qualcosa della trama!]

Ecco, quando si parla di loro due, che sono una delle mie coppie preferite della letteratura, la mia faccia diventa all’incirca così:
image(Sì, anche io ho i miei momenti, non posso essere sempre seria… E sì, penso che per ogni situazione ci sia una faccia di Spongebob adatta a descriverla).
Ehm, ok, riacquistiamo un po’ di contegno. Levin, di per sé, è uno dei personaggi migliori che abbia mai incontrato in un libro; con Kitty al suo fianco, diviene persino più umano di quanto già non fosse. Consiglio a tutti la lettura di Anna Karénina, non solo per questi due personaggi, ma per tutte le persone che Tolstòj riesce a creare con la sua meravigliosa penna.

13. Sherazade in Eva Luna Allende citazione

La citazione che la Allende usa all’inizio del libro è questa: "Disse allora Sheherazade: “Sorella, Allah sia con te, raccontaci una storia che ci faccia trascorrere la notte…”" (tratta, ovviamente, da Le Mille e Una Notte).

14. romanzo Deirdre

Ho fatto un paio di ricerche e della leggenda della povera Deirdre sono state scritte più versioni, soprattutto a fine Ottocento – inizio Novecento: le più note sono quelle di William Butler Yeats, John Millington Synge e James Stephens, tutti autori che si sono occupati molto della mitologia irlandese. Altri romanzi in cui c’è una Deirdre protagonista sono quello di Augusten Borroughs, Correndo con le forbici in mano, e quelli del ciclo di Anne Rice dedicato alle streghe di Mayfar.

15. Jacopo guerriero

Beh, avendo solo il nome di battesimo non so bene cosa cercare. Ci sono molti Jacopo, soprattutto in periodo Rinascimentale, che hanno vissuto una vita da guerrieri e condottieri: basta vedere alla pagina di Wikipedia italiana e inglese.

16. Libro consigliato per un amante storia di Napoli

Direi che chi ama la storia di Napoli non può non leggere i libri di Benedetto Croce su questa città, sia quelli dedicati agli eventi storici veri e propri, sia quelli dedicati alle leggende e storie napoletane. Credo siano un punto di partenza imprescindibile e un ottimo “trampolino” per trovare successive letture!

17. Titoli di libri di autori satirici inglesi

Impossibile non citare alcuni dei principali esponenti dello Scriblerus Club (gruppo dichiaratamente satirico, fondato nel 1732 e chiuso nel 1745): Jonathan Swift, Alexander Pope e John Gay. Segnalo, per quanto riguarda il primo , i celeberrimi Viaggi di Gulliver e il pamphlet Una Modesta Proposta; per il secondo, ignorando per un momento la sua produzione più drammatica, suggerisco Il Ricciolo Rapito (noto anche come Il Riccio Rapito o Il Rapimento del Ricciolo); per il terzo, L’Opera del Mendicante.
Altri due autori sono Samuel Garth e Henry Fielding, rispettivamente di epoca appena precedente e poco successiva agli autori dello Scriblerus Club. Segnalo per il primo Il Dispensario e per il secondo il noto Tom Jones.

18. Shalom Luis Sepulveda Una Sporca Storia 

Shalom è un testo denso, non per lo stile, ma per il contenuto: l’argomento affrontato è quello della guerra e del terrorismo tra Israele e Palestina. Non credo che questo sia il luogo adatto per addentrarsi nelle discussione politico-ideologiche che questo testo porta con sé; personalmente, vi consiglio di leggerlo – che siate d’accordo o meno, è senz’altro un ottimo punto di partenza per riflettere su queste vicende.

19. Confessioni giovane bibliomane

Direi che questo blog è una confessione vivente!


Spero abbiate scoperto nuove cose e che possiate partire da qualcuna di queste domande (e risposte) per arrivare a nuovi approdi!
Buone letture,
Cami

mercoledì 30 maggio 2012

Il Fiume Scorre in Te – Bianca Rita Cataldi


imageTitolo:Il Fiume Scorre in Te
Autore:Bianca Rita Cataldi

 
Anno:2011

Editore:BookSprint Edizioni
ISBN:978-88-6595-169-9

Pagine:362

Trama:
Dani è una ragazza come tante altre che, però, passa ogni sera in stazione: attende Ale che, pur avendo promesso di tornare, non si è più fatto vedere. Ma una sera, solo in apparenza come tutte le altre, Dani sale su uno strano treno che non aveva mai visto prima e comincia un viaggio che le rivelerà molto non solo sull’amato, ma anche su di sé.

L’opera d’esordio di Bianca Rita Cataldi è molto particolare, perché si avvale di un espediente narrativo che ricorda da vicino il realismo magico tipico degli scrittori sudamericani, facendolo tutto suo e riadattandolo ad una storia d’amore tutt’altro che banale. Come ho scritto nella trama, infatti, l’avventura di Dani parte salendo su un treno “particolare”: un vagone che viaggia nel tempo, ma solo lungo episodi fondamentali (impersonati da delle bambole che ho trovato un po’ inquietanti) nella vita di Alessandro, il ragazzo di Dani, che è sparito dopo aver promesso di tornare dall’Accademia in cui è andato a studiare.  L’idea di questo itinerario sui generis è ben congegnata e sfruttata al meglio, ovvero senza esagerare: mi è proprio piaciuto come l'autrice l’ha inserita nel contesto del romanzo – che, sia chiaro, non ha altri elementi “fantastici”.
Inoltre, il fatto che i vari passaggi non siano movimenti scelti da Dani, ma parti di un percorso ben preciso (e immutabile) nella vita di Ale, hanno permesso di non doversi concentrare troppo sulle spiegazioni riguardanti il mezzo (del genere “come funziona?”, “dove può andare, cosa può fare?”, “se tornassi indietro in un punto focale della storia?”, eccetera eccetera), quanto piuttosto sui fatti di cui Dani sarà testimone. In genere avrei preferito più informazioni, ma ogni romanzo ha la sua economia e, in questo caso, l’autrice ha fatto una buona scelta.
La protagonista, inoltre, non affronterà l’avventura da sola: che viaggio-crescita sarebbe, in fondo, senza la presenza di una guida? In questo caso, a condurre la nostra Dani c’è Massi, che si scoprirà poi essere un vecchio amico di Ale. Ho apprezzato che, nonostante il suo ruolo, non si sia posto come “superiore” a Dani (anche se all’inizio dovrà far uso di qualche sotterfugio e di un po’ di pressioni per convincere la protagonista a compiere il suo viaggio) ma le si sia affiancato, come un amico: il loro rapporto è realistico, nasce in modo un po’ inusuale ma si sviluppa verosimilmente. Solo in alcuni punti mi è sembrato descritto in modo un po’ sopra le righe, ma c’è da dire che questo è pienamente nello stile di Dani, che è la voce narrante della storia.
Dani, infatti, è molto appassionata e dotata di un carattere caparbio, caratteristiche che la rendono interessante agli occhi del lettore e piacevole da seguire; ma è anche fin troppo emotiva, secondo me, e credo che l’autrice si sia lasciata trascinare troppo e abbia calcato la mano nelle descrizioni di alcuni suoi sentimenti. Un esempio su tutti: la nostalgia fulminante che Dani prova nei confronti dell’amica Alice - eccessiva per il momento in cui viene descritta, visto che non la vede da appena un paio d’ore, ma ne parla come se fossero passati mesi.
E’ un difetto, tuttavia, che il lettore può perdonare, visto che per il resto è un personaggio tridimensionale; non si può dire lo stesso, invece, per altre due figure fondamentali della storia, ovvero Ale, il famoso fidanzato, e Eleonora (di cui non posso svelarvi molto, per non incorrere in fastidiose anticipazioni).
Il primo è presentato in modo fin troppo ambivalente: Dani, com’è ovvio, lo mostra sotto una luce positiva, solo leggermente ambigua, forse in parte dettata dal sentimento, ma generalmente portata agli occhi del lettore come veritiera; mentre nel corso della narrazione ci vengono raccontati episodi della vita di questo ragazzo che, in tutta onestà, fanno pensare quasi a un mostro – viene da chiedersi come Dani abbia fatto a innamorarsi di lui. Tra l’altro, proprio la scoperta e il superamento di questi eventi costituiscono parte fondante della trama e, non fosse che così rovinerei la lettura a chi ancora non conosce il libro, avrei parecchie cose da dire sul giudizio e sulla coscienza di Dani…
La seconda, invece, ovvero l’Eleonora cui accennavo prima, è praticamente perfetta. Buona, gentile, talentuosa, innamorata in modo puro e semplice, debole – ma di quella debolezza che ispira protezione e affetto. Credo che si siano volute enfatizzare queste sue caratteristiche per dare più pathos ad un determinato avvenimento del libro: il procedimento in parte riesce, ma rende un po’ troppo angelico e poco credibile il personaggio. Tuttavia, il fatto che non abbia suscitato odio profondo nella sottoscritta (come succede di solito coi personaggi “perfetti”) mi ha anche dato prova che Eleonora avrebbe potuto dare molto di più, con la giusta revisione.
Per quanto riguarda lo stile, devo dire che quello dell’autrice è molto personale, scorrevole e poetico: le uniche pecche sono la tendenza ad essere ripetitivo (un vero peccato, perché ci sono immagini originali e bellissime) e la presenza dell’autrice che talvolta traspare troppo dalle parole. Mi spiego meglio: in alcuni passaggi mi è sembrato che venissero espressi i pensieri personali dell’autrice piuttosto che quelli della protagonista. Non è strano che questo avvenga, a livello più o meno conscio, ma è compito dell’autore fare in modo che queste occasioni di riflessione siano percepite dal lettore come spunti del personaggio; cosa che, appunto, a volte qui non succede. Credo sia ancora più fondamentale che non ci sia una “rottura dell’equilibrio” in libri del genere, dove la storia richiede la sospensione dell’incredulità da parte di chi legge: la sensazione di straniamento, per quanto blanda, rallenta la lettura.

E’ stato onestamente difficile per me scrivere questa recensione, perché si può dire che conosco Bianca Rita (attraverso il suo blog, da cui ho scoperto della catena di lettura di questo suo esordio); volevo esprimere il mio giudizio evitando il rischio di sembra troppo buona o, per ipercorrettismo, troppo cattiva. Spero di essere riuscita a veicolare la mia opinione e, soprattutto, spero proprio che Bianca continui a scrivere, perché credo che abbia ancora tanto da dare e che ci siano le basi per un miglioramento eccezionale, visto che questo suo romanzo d’esordio, sebbene abbia i difetti di cui ho parlato sopra, ha anche indubbi pregi ed e, alla fine, una lettura piacevole.

Voto:
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            6,5

Frasi e Citazioni che mi hanno colpita…

  • Mi sono innamorata di lui perché guardava lontano.
  • Tu mi hai dimenticato. Vorrei che fosse una domanda, ma ho smarrito il punto interrogativo.
  • La verità è che siamo pieni di dighe, dentro, ma ci accorgiamo della loro esistenza solo quando si rompono, e tutto quello che avevamo cercato di arginare irrompe nella sua meravigliosa potenza.
  • Avrei voluto evitare il dubbio, è questa la verità. Mi sarebbe piaciuto continuare ad amare incondizionatamente, senza conoscere nulla della persona che amavo se non le sue maschere.
  • Ogni notte, però, mi lascia qualcosa dentro: briciole di buio che si accumulano nei miei polmoni, impedendomi quasi di respirare.

Come sempre, vi auguro buone letture e spero che, visti gli sconvolgimenti di questi ultimi giorni, stiate tutti bene.
Mando a tutti un pensiero e un abbraccio,

Cami

venerdì 11 maggio 2012

Salone del Libro di Torino 2012, arrivo!

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Ciao a tutti!
Come l’anno scorso, Maggio per me sta a dire una sola cosa, dal punto di vista libresco: Salone del Libro a Torino! Quest’anno sarà senz’altro speciale, perché l’evento compie 25 anni e quindi, ovviamente, credo si vorrà festeggiare il tutto come si deve.
Come l’anno scorso, io andrò solo un giorno, il sabato… ovvero domani! E, proprio come l’anno scorso, vi rinnovo l’invito: incontriamoci!
Se anche voi sarete al Salone, mi piacerebbe tanto vedervi, parlare dal vivo, scambiarsi consigli sugli acquisti da fare, conoscervi di persona :) Insomma, vorrei sfruttare al massimo le possibilità che ci regala questo evento!
Voi direte… se non ci organizzeremo prima, come sarà possibile riconoscerci? La risposta è semplice: indosserò questa maglietta:
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per ingrandire la foto basta cliccarci sopra

L’avevo preparata per lo scorso Salone e ho deciso di rimetterla anche quest’anno, perché ci sono molto affezionata, visto che rappresenta il mio primo Salone vissuto da blogger.
Quindi… non siate timidi! Scrivetemi qui nei commenti, o salutatemi domani se mi vedete! :)
Un abbraccio,
Camilla

martedì 1 maggio 2012

Chi Cerca… Trova! (#1)


Buondì e benvenuti alla prima puntata di un nuovo appuntamento mensile che, come avrete intuito dal titolo, si chiamerà “Chi cerca… Trova!”.
Era un po’ di tempo che pensavo alla possibilità di una nuova rubrica mensile e avevo questa idea che girava nella testa da un po’; quando l’ho vista, finalmente messa in pratica, da gerundiopresente, mi sono detta che doveva essere per forza un segno e quindi mi sono decisa a cominciarla.
Di cosa si occuperà esattamente? In poche parole, di darvi le risposte che cercate; in pratica, sfrutterò il simpatico sistema di ShinyStat (che uso per controllare il traffico del blog) che mi permette di vedere con che chiavi di ricerca le persone arrivano a Bibliomania e risponderò a quelle che mi hanno interessata in modo particolare o che non ottengono una risposta soddisfacente nelle mie recensioni.
Devo ammettere che ho trovato alcune chiavi di ricerca esilaranti (qualcuno è arrivato qua cercando l’analisi grammaticale di “Mi piace tantissimo”, per fare un esempio, oppure cercando improbabili titoli di film porno…) e altre, invece, che hanno onestamente fatto nascere in me delle curiosità, e per cui è stato un vero piacere cercare la risposta.
Io spero davvero che questa rubrica vi piaccia, e che fornisca le risposte alle chiavi di ricerca che fluttuano nel web!
Bando alle ciance, ecco qua le risposte alle chiavi di ricerca più interessanti di Aprile!
[Le chiavi sono state riportate esattamente come mi sono state proposte, errori grammaticali compresi; mi sono permessa solo di sistemare maiuscole e minuscole, almeno nei nomi propri, ndC]

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1. Simboli nobiliari
Per quanto sia un argomento affascinante, ammetto di non saperne molto – diciamo la verità, ne so poco o nulla. Consiglio vivamente di consultare la pagina Wikipedia dedicata all’araldica (qui), che mi sembra un ottimo punto di partenza, per poi procurarsi i giusti manuali (magari passando anche attraverso il sito di Tapiroulant, che offre sempre ottimi spunti – anche sulla narrativa – e che fornisce anche link interessanti ad altri siti ben forniti di materiale vario su ampi periodi storici).

2. Nuovi meme / Meme nuovi
Onestamente, non so come queste chiavi abbia portato a Bibliomania. Anzi, pensandoci bene, lo so: io chiamo “meme” i vari test in cui vengo taggata da altri blogger. Tuttavia, mi rendo conto ora di aver utilizzato il termine impropriamente: con “meme”, infatti, si intende una serie di immagini con lo sfondo sempre uguale e una frase, solitamente ironica, scritta sopra. Quando sono fatti bene sono davvero divertenti. Visto che qui si cercavano dei meme nuovi, condivido con voi il mio preferito (purtroppo, non molto conosciuto) ovvero quello del Condescending Literary Pun Dog (cliccando sul link ne troverete degli altri, io li adoro tutti!).

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3.
Orwell grande fratello secondo questo libro a da dirci qualcosa o a che fare con noi?
In 1984 la figura onnipresente del Grande Fratello ha senz’altro qualcosa da dirci; nonostante sia stato scritto più di sessant’anni fa, trovo sia un libro che solleva questioni molto attuali. Il Grande Fratello (la versione orwelliana, non quella del palinsesto tv) non ha nulla a che fare con noi al momento, grazie al cielo, ma è sempre meglio stare attenti.
Spero che sia la risposta che il ricercatore voleva – non è che la domanda sia stata posta in modo sensato. O con il rispetto che si dovrebbe alla povera lettera H, che si sente sempre molto mogia quando qualcuno dimentica di usarla.

4. Perchè Foscolo mette il titolo: Ultime lettere di Jacopo Ortis?
Perché nel libro sono scritte le ultime lettere che Jacopo Ortis, il protagonista, scrive prima di morire. Non è un titolo che nasconde granché, anzi, a voler ben vedere rivela parecchie cose su come finirà la vicenda…

5. Racconti brividi nei cimiteri
Un appassionato dei racconti dell’orrore, eh? Io, invece, mi spavento per un nonnulla… Anche per questo non ho letto molti libri con tematiche horror, e tra questi non mi pare di ricordarne qualcuno con scene spaventose in un cimitero. Certo, ho letto Il Cimitero Senza Lapidi e Altre Storie Nere, di Gaiman, ma i racconti cimiteriali non mettono i brividi di paura; si avvicina già di più a questa definizione il racconto lungo “Il Trafugatore di Salme” di Robert L. Stevenson, ma è sicuramente un po’ datato per chi è un appassionato del genere.
Mi permetto di indirizzare chi ha fatto questo domanda a Elvezio Sciallis, decisamente esperto sull’argomento, visto che gestiva Splattergramma (ottimo sito sul mondo dell’horror). Tra l’altro, il suo nuovo blog (… a rip in the fabric… ) è sempre un ottimo luogo dove trovare spunti di riflessione e informazioni interessanti.

6. Libri scritti da Herbie Brennan
Herbie Brennan (persona gentilissima, con cui ho avuto il piacere di chiacchierare) ha scritto moltissimi libri. Oltre alla serie “La Guerra degli Elfi” (“Faerie Wars”) composta per ora da cinque libri (La Guerra degli Elfi, Il Nuovo Re, Il Regno in Pericolo, Il Destino del Regno e La Figlia degli Elfi), ha scritto una quantità incredibile di saggi sull’occultismo occidentale e orientale, sulla spiritualità, la reincarnazione, i viaggi astrali-temporali e il raggiungimento dell’armonia corpo-anima (per cui rimando alla pagina di Wikipedia). Nessuno di questi saggi, tuttavia, è stato tradotto in italiano. Ha scritto anche diversi “librigame”, ovvero libri la cui storia si modifica a seconda delle scelte del lettore.

7. Lista di autori libri / Ho letto tre libri di questo autore / I più bei libri del mondo / Elenco autori libri
Nell’ordine: di libri di che tipo? Che autore? Chiedi poco, una lista facile facile da compilare! Di nuovo, che libri, di che tipo?
Ho sempre pensato che, se si vuole ottenere una risposta puntuale, bisogna porre domande altrettanto puntuali. Queste sono un po’, come dire, vaghe…

8. Il Petalo Cremisi perché questo titolo?
L’autore ha ripreso il titolo da una poesia di Lord Alfred Tennyson, Now Sleeps the Crimson Petal (il cui primo verso recita “Now sleeps the crimson petal, now the white”, ovvero “Ora dorme il petalo cremisi, ora il bianco”). Non so dire perché, però; peccato, perché ora sono curiosa anche io!
Tuttavia ammetto, personalmente, di aver sempre pensato che questi petali rossi e bianchi siano un riferimento a Sugar, per come ci viene descritta dall’autore stesso nel libro.

9. Immagini libri / Immagini libri aperti
Trovare belle foto e bei disegni di libri mi piace sempre molto. Di solito le cerco (e le trovo!) su deviantArt e su Tumblr (dove mi affido principalmente al tumblr di teachingliteracy e di prettybooks, che pubblicano materiale di ogni tipo sulla lettura e la letteratura). Mi piace molto anche la pagina Facebook “Un buon libro, un ottimo amico”, dove trovo immagini sempre molto carine.

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10.
Incipit Cripta dei Cappuccini
“Il nostro nome è Trotta. La nostra casata è originaria di Sipolje, in Slovenia. Casata, dico; perché noi non siamo una famiglia. Sipolje non esiste più, da tempo ormai. Oggi, insieme con parecchi comuni limitrofi, forma un centro più grosso. Si sa, è la volontà dei tempi. Gli uomini non sanno stare soli. Si uniscono in assurdi aggruppamenti, e soli non sanno stare neanche i villaggi. Nascono così entità assurde. I contadini sono attratti dalla città e gli stessi villaggi aspirano per l’appunto a diventare città.”
(da  Joseph Roth, La Cripta dei Cappuccini, trad. di Laura Terreni, Adephi, edizione del Settembre 1992 – I ed. Settembre 1989)
Ora ho voglia di rileggerlo!

11. Kid Tropea
E’ il personaggi fittizio inventato da Luis Sepúlveda, un pugile milanese protagonista del racconto “L’ultimo combattimento di Kid Tropea”, nel libro Una Sporca Storia. E’ una storia brevissima ma molto, molto carina, che a me è piaciuta molto.

12. Guerrieri che riposano

Due tipologie di immagini diverse: classiche e moderne.
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Per la prima categoria, propongo il bel “Ercole farnese”, conservato a al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. E’ difficile trovare il grande eroe in una posa di riposo, visto che deve far fuori mostri un giorno sì e l’altro pure, ma ogni tanto deve ricaricarsi anche lui…
Dal vivo deve essere davvero imponente, visto che supera i tre metri d’altezza!








Per la seconda categoria vi propongo tre immagini, tutte opera di Michael C. Hayes:

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13. Foscolo prima lettera di Jacopo Ortis
Da’ colli Euganei, 11 Ottobre 1797.
Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so: ma vuoi tu ch’io per salvarmi da chi m’opprime mi commetta a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto dalle sue lagrime le ho ubbidito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica, dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo; quanti sono dunque gli sventurati? E noi, pur troppo, noi stessi italiani ci laviamo le mani nel sangue degl’italiani. Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra le braccia straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da’ pochi uomini buoni, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra de’ miei padri.”
(da Ugo Foscolo, Ultime Lettere di Jacopo Ortis, Einaudi, edizione del 2004)

14. Di Polvere Siamo Fatti, trama / Due Parole, trama / Una strada per il nord, trama
Ho unito tre diverse chiavi di ricerca, tutte legate a racconti tratti da Eva Luna Racconta di Isabel Allende.
”Di Polvere Siamo Fatti” è un racconto molto triste che riguarda il destino di una bambina travolta da una catastrofe naturale e di un volontario che l’aiuta – il punto di vista non è quello che ci si aspetterebbe, e io sono rimasta molto toccata dalla narrazione lieve ma penetrante.
”Due Parole” racconta di Belisa Crepuscolario, abile venditrice di parole, e di come incontra e aiuta un Colonnello, provocando conseguenze inaspettate nell’uomo e cambiando il futuro di entrambi.
”Una via per il Nord” è una storia tristissima che riguarda il tentato ricongiungimento di una famiglia (da una parte il nonno e la madre, dall’altra il figlio) e una delle piaghe dell’America Latina riguardante i bambini. Affronta un argomento pesante con la pacatezza necessaria per renderlo ancora più forte.

15. Copertina del libro Ultime lettere di Jacopo Ortis varie edizione
Ne ho trovate parecchie: metto qui una carrellata di quelle che mi sono piaciute di più (tra le quali ce n’è anche una di un’edizione inglese veramente carina).
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16. Cosa vuol dire bibliomane
Dal sito della Treccani, sezione Dizionario:
biblïòmane s. m. e f. [comp. di biblio- e -mane]. – Chi ha la mania di possedere libri, soprattutto rari, lasciandosi guidare nella raccolta da criterî esterni (cercando, per es., esemplari deturpati da celebri errori di stampa, opere tirate in numero limitato di copie, libri con la copertina di un determinato colore, ecc.).

17. Anna Karenina migliore traduzione
Eh, questa è tosta! Ho provato a informarmi in giro ma non ho le conoscenze/capacità adatte – e non posso nemmeno consigliare la traduzione che ho io, perché ci sono tutti i nomi italianizzati e la cosa è parecchio fastidiosa. Quindi giro la domanda a chiunque passi di qui: qual è secondo voi la migliore traduzione di Anna Karenina?

18. Non buttiamoci giù film
Questa chiave mi ha fatto scoprire una cosa di cui nemmeno io ero a conoscenza, ovvero che si sta effettivamente lavorando alla trasposizione cinematografica di questo libro di Hornby. Ora come ora le informazioni sicure sono solo che Johnny Depp ne ha comprato i diritti ancora prima che il libro venisse pubblicato e che si sarebbe già messo d’accordo con D. V. DeVincentis, sceneggiatore che ha adattato per il grande schermo “Alta Fedeltà” (sempre di Hornby), per lavorare sul testo. Su Imdb (Internet Movie Database) c’è un bel “2012” scritto di fianco al titolo (per ora, ovviamente, presente solo nella versione originale – A Long Way Down), che immagino stia a dire che la produzione comincerà quest’anno. Credo.

19. Piccolo Popolo
Il Piccolo Popolo è composto da creature fatate quali gnomi, fate, folletti, troll, sidhe e molte altre ancora. Rimando al libro Fate, di Alan Lee e Brian Froud, per avere una fantastica infarinatura iniziale!

20. George Orwell l’uomo ridotto a cosa
Io ho letto solo 1984 e devo dire che, per quanto l’uomo venga avvilito in questo romanzo, non mi sono mai sentito di paragonarlo a una cosa. L’uomo viene portato all’esasperazione, alla follia, alla totale sottomissione al Grande Fratello; ma non viene privato delle emozioni, che a mio parere sono una forte componente di quello che ci rende umani. Certo, la dittatura reprime le emozioni e i tratti caratteriali che non gradisce, ma ne spinge e fomenta altri. Secondo me è un governo distopico così terribile proprio perché, seppur in una condizione sub-umana, mantiene una schiera di fedeli che non sono totalmente senz’anima e che, anzi, finiscono per amare il Grande Fratello per scelta propria. Dà i brividi solo pensarci…

21. Addio alle armi recensione di autori
Moltissimi autori hanno parlato di questo romanzo di Hemingway: rimando alle pagine Wikipedia del romanzo, in inglese, per ottenere diversi titoli di libri e giornali. Per chi volesse, invece, avere una panoramica su tutta l’opera di questo grande autore, consiglio la pagina a lui dedicata, sempre su Wikipedia: la bibliografia della critica italiana è ampia e pare ben curata.

22. Espiazione Ian critica
Espiazione di Ian McEwan è un testo che merita indubbiamente un’analisi approfondita, visto che è un libro meraviglioso, sviluppato su più livelli e più complesso di quanto non appaia. Come per Hemingway, rimando a Wikipedia, che è sempre un ottimo punto di partenza (da cui poi, ovviamente solo in caso di interesse, muoversi e svilupparsi): i saggi/articoli su questo romanzo sono segnalati qui.

Al prossimo mese con le nuove chiavi di ricerca!
Cami
P.S. Colgo l’occasione per chiedervi di scrivere e commentare quale ricerca vi è sembrata più interessante, cosa pensate delle risposte, insomma, spero si possa sfruttare l’occasione per far nascere un bel dialogo :)

domenica 29 aprile 2012

Il Compleanno–Dulce Maria Cardoso

imageTitolo:Il Compleanno (originale: O Chãos dos Pardais)
Autore:Dulce Maria Cardoso

Anno:2009

Editore:Edizioni Voland
Traduzione:Daniele Petruccioli
ISBN:978-88-6243-095-1

Pagine:209

Trama:
Le vite di molte persone si intrecciano attorno all’evento centrale del romanzo, il compleanno del ricco Afonso: sua moglie Alice che tenta di sconfiggere i propri fantasmi, i figli Manuel e Clara, ognuno coi suoi problemi affettivi e sociali, l’amante Sofia e il suo fidanzato ingenuo e sognatore, la cameriera Elisaveta e il biografo Gustavo, ognuno con il suo bagaglio di esperienze ed emozioni.


Il Compleanno è molto cose. E’ un romanzo su una famiglia che, in realtà, è tale solo di facciata; su dei rapporti che si basano sul non detto e sui reciproci problemi di comunicazione; sul desiderio che ognuno ha di trovare il proprio posto e qualcuno con cui condividere lo spazio conquistato. E’ stata una lettura sorprendente, proprio perché non mi aspettavo che avrebbe affrontato, in maniera così pacata e allo stesso tempo intrusiva, un insieme di emozioni così vasto.

Non è la trama ad avere grande importanza in questo libro, basata semplicemente sulla narrazione del “poco prima” e del “poco dopo” del compleanno del titolo; il motore di tutto, piuttosto, è composto dai suoi personaggi, che come ingranaggi si incastrano e condizionano incredibilmente le rispettive esistenze – esattamente come nella vita vera. Mi ha colpita molto come siano perfettamente bilanciati a livello narrativo e, allo stesso tempo, “scricchiolanti” nella finzione del romanzo.
Mi spiego meglio: a livello di scrittura, ogni personaggio ha il giusto spazio, l’introspezione necessaria all’empatia col lettore, un ventaglio di pensieri e caratteristiche ponderato; a livello di rapporti tra loro, invece, nessuno sembra veramente riuscire a comprendere cosa muova gli altri e finisce, inevitabilmente, per chiudersi e distaccarsi dal resto del mondo. E’ proprio questa incapacità a comunicare che si percepisce nel corso di tutto il romanzo e che lo rende così malinconico e pacato.

Ogni personaggio è caratterizzato a tutto tondo: Alice, Afonso, Clara, Manuel, Lily, Elisaveta, Sofia, Julio, Gustavo, Margarida… Quando parlano rivelano parti di sé, come fossero persone vere; non sembrano artefatti, anzi, sembra più che l’autrice abbia seguito dei veri individui e, per qualche strana magia, sia stata capace di riportarne i pensieri.
La Cardoso ci permette di osservarli da vicino e da lontano, cambiando punto di vista all’inizio di ogni capitolo (sempre mantenendo la narrazione in terza persona), unendo le diverse psicologie attraverso il proprio stile di scrittura, che a me è molto piaciuto: frasi non troppo lunghe, incisive, con concetti anche espressi poeticamente che però non appaiono come “pensierini” posticci, anzi, si sposano con una sorta di flusso di coscienza che ogni tanto l’autrice lascia scorrere, come se ci volesse fornire un ulteriore chiave di lettura per i suoi personaggi.
Tra tutti loro, devo dire che sono rimasta colpita soprattutto dalla potenza espressiva dei capitoli dedicati ad Elisaveta (la cameriera dell’est di Alice, il cui arrivo in Portogallo è stato difficile, ma che non si è mai arresa e che è riuscita tuttavia a mantenere una sorta di innocente dolcezza) e da quelli dedicati a Sofia e Julio (la cui relazione è basata su un amore vero da parte di entrambi che, paradossalmente, non può portare felicità a nessuno dei due, perché non riescono a darsi reciprocamente quello che vogliono); mi sono rimasti impressi anche alcuni dei capitoli dedicati alle conversazioni on-line di Manuel e Lily (dove si sollevano spesso questioni di tipo etico-morale che mi hanno dato di che pensare, legate soprattutto alle accuse che Manuel sta affrontando in tribunale), sebbene la loro relazione mi sia sembrata meno “forte” di altri rapporti descritti nel libro, e alcuni degli episodi riguardanti Gustavo, uno scrittore di biografie storiche che vorrebbe occuparsi della famiglia Frank e fuggire da una sua precedente opera che, invece, sembra essere l’unica di cui al resto del mondo importi qualcosa.
Sarà proprio Gustavo a far parte dell’ultima scena, quella che chiude il sipario su questo spaccato della vita dei personaggi, e la chiude con una domanda che è una provocazione al lettore e, insieme, l’interrogativo che sotto sotto assilla tutti i protagonisti della storia.
Solitamente non amo i finali così aperti, eppure in questo caso la conclusione è più che adatta al romanzo proprio perché lascia in sospeso e non fornisce una risposta certa.

Passando a dettagli meno importanti, ammetto di aver apprezzato molto anche i titoli dei vari capitoli, che sono spesso citazioni di altri testi letterari (opportunamente citati alla fine del libro), così come dalla citazione e dalla poesia iniziali, senza contare la copertina, con il disegno di Pedro Scassa che, secondo me, è un’ottima rappresentazione del romanzo.

Insomma, credo che ormai abbiate intuito quanto questo libro mi abbia positivamente colta di sorpresa. Proprio perché non mi aspettavo molto (anzi, diciamo pure che ho iniziato a leggere con qualche pregiudizio) mi sono potuta ricredere e ora sono curiosa di leggere altri libri dell’autrice, sperando che sappiano catturarmi come ha fatto Il Compleanno.

Voto:
 stellinestellinestellinestelline
                     9

Frasi e Citazioni che mi hanno colpita…

  • Non ha mai fatto nulla per sistemare il ritardo fra gli orologi, simile al ritardo fra l’interno della sua testa e l’esterno. Sono sfasamenti tanto insignificanti da non importare a nessuno.
  • - Avete i polmoni rosa. State attenti a fegato, cuore, vescica, cistifellea, reni, ossa, timpani, tutto. Sembra che non vi siate ancora resi conto che vivere è un enorme spreco. Di corpi e forze. Sforzarsi di stare attenti al corpo è una fatica inutile. Il corpo va usato e consumato. Altrimenti cosa ci sta a fare?
  • - Abbasso l’aria condizionata?
    - No. Il freddo mi piace. Mi aiuta a sentirmi scomoda.
    - E sentirti scomoda ti piace?
    - Fra le altre cose.
  • - Propongo un brindisi a un uomo che ha accettato di scegliere. La scelta è l’azione più importante per un uomo. Non importa se si rivelerà giusta o meno, – si volta verso Sofia – non è vero, mia cara? Vieni. Brindiamo a un uomo che ha accettato di scegliere. Vieni, cara.
    Sofia ormai ha lasciato perdere il cielo. Il pianto le sale in gola fino a diventare un dolore più forte delle unghie nei palmi delle mani. Vorrebbe provare un dolore tale da impedire all’aria di entrare nei polmoni. Vuole morire lì, in quella suite di lusso, davanti ai due uomini pronti al brindisi. Persone come lei meritano una morte dolorosa e triste.
  • MC9: certe volte mi sembra incredibile averti incontrata.
    LILY: di solito non ci si incontra, quando si vive dall’altra parte del mondo.
    MC9: fra tutte le cose che separano la gente, la geografia mi sembra la meno importante.
  • LILY: i crimini morali si confessano per non sentirsi soli.
  • LILY: il confronto fra i vari testimoni dovrebbe permettere di coprire la verità tutta intera.
    MC9: non esiste la verità tutta intera. E comunque non la si raggiunge sommandone i pezzi.[…].
  • Ti amo, ti amo da morire. Non dico la morte delle poesie, dico quella dei cimiteri.
  • MC9: la vergogna è il limite della sincerità, ma ancora non lo sapevo.
  • MC9: la finzione non basta. I princìpi morali non valgono niente finché non vengono messi alla prova. Un principio morale, finché resta in teoria, è solo una farsa. La realtà ce lo dimostra a ogni istante. O è una farsa, o al massimo una manifestazione d’ingenuità.
  • E’ molto difficile aspirare a qualsiasi cosa senza sentirsi in colpa. Non una colpa normale, di vergogna e pentimento, che sono gli ingredienti abituali di ogni senso di colpa. Il senso di colpa che si prova nel nascondiglio [della famiglia Frank] è fatto di rassegnazione e sconforto. La colpa di cui ci si sente investiti non si forma nel singolo, ma nella collettività cui il singolo appartiene. Sconforto di appartenere alla collettività e rassegnazione per non poter fare a meno di appartenervi.
  • Ci scandalizziamo solo di fatti per i quali nessuno può addossarci la responsabilità, fatti su cui non possiamo più intervenire in alcun modo. Vogliamo rassicurarci sapendo che nessuno può pretendere un nostro intervento. Che nessuno ci accusa di complicità. Fra qualche anno costruiremo musei sulle guerre che si combattono in questo preciso istante. E andremo a visitarli per poterci scandalizzare, per emozionarci. Aspettiamo di rendere ogni nostro intervento impossibile, la nostra inerzia giustificabile, per poi pretendere di legittimare la nostra solidarietà.
  • - Ha tanta paura del rimpianto?
    - Ecco un altro discorso inutile. Solo i morti dovrebbero avere rimpianti. I vivi possono sempre agire. Correggere.


Buone letture a tutti,

Camilla

P.S. come spero avrete notato, ho deciso di inserire in ogni recensione, d’ora in poi, anche il nome del/la traduttore/trice del libro. Ritengo sia importante che anche loro siano citati, in quanto fondamentali nel processo di pubblicazione del testo. Anche loro meritano il giusto apprezzamento (o le giuste critiche)!
P.P.S. la “sorpresa” di cui vi parlavo nello scorso post arriverà tra stanotte e domani mattina, appena avrò finito di preparare tutto :)