Titolo:La musica della notte (originale: Am Anfang war die Nacht Musik)
Autore:Alissa Walser
Anno:2009
Editore:Neri Pozza Editore
Traduzione:Riccardo Cravero
ISBN:978-88-545-0439-4
Pagine:224
Trama:Franz Anton Mesmer è un medico nella Vienna del 1777, alla ricerca dell’approvazione da parte dei suoi colleghi. Il suo metodo è da molti considerato una ciarlataneria; il magnetismo animale e la teoria del fluidum sollevano più di un’obiezione. Così, quando viene affidata alle sue cure Maria Theresia Von Paradis, pupilla dell’Imperatrice, Mesmer attingerà a tutte le sue conoscenze per guarirla e ottenere il riconoscimento che cerca.
Prima di leggere questo romanzo non avevo mai sentito parlare di mesmerismo e di magnetismo animale: trattasi di teorie mai accettate dalle scienze mediche, che si basano sull’esistenza di un “fluido” (identificato con la forza magnetica) atto a regolare il corretto funzionamento del corpo umano, in armonia con quello universale.
In questo libro, tuttavia, non si segue tutto lo sviluppo di questi studi: quella che viene narrata è solo una parentesi della vita di Mesmer. Il passato e il futuro dell’uomo, così come di Maria Theresia, sono lasciati alla curiosità del lettore.
Un vero peccato, perché onestamente la storia è l’unica cosa che rende piacevole la lettura di questo romanzo.
Mi spiace ammettere, infatti, che per il resto il libro è privo di qualità degne di nota: lo stile di questo autrice non è proprio nelle mie corde. Nonostante alcuni punti lirici e piacevoli da leggere, il testo avanza in modo confusionario, “saltellante”; l’argomento, già piuttosto intricato di suo, ne risulta danneggiato. Persino la successione cronologica degli eventi va a singhiozzo e dubito che la confusione fosse un effetto voluto dall’autrice, visto che viene specificata la data all’inizio di ogni capitolo.
La descrizione delle terapie e della passione del dottore per la glassarmonica (uno strumento molto particolare, azionato dal movimento di componenti di vetro) sono un poco più chiare, ma non approfondite quanto avrei voluto. E’ stato interessante vedere come Mesmer tentava di utilizzare i magneti e la musica, ma non essendo il romanzo focalizzato su questo aspetto, non ho ottenuto tutte le risposte che cercavo.
Anche le polemiche contro le sue cure, per quanto presenti, non sono state affrontate in modo tale da rendere abbastanza importante, emotivamente parlando, il conflitto tra il protagonista e i suoi detrattori. Sono accuse che leggiamo, ma di cui non sentiamo il peso.
Il centro del libro sembrerebbe essere la psiche del dottore e della giovane paziente. Anche questo punto, però, non mi è sembrato sviluppato del tutto. L’introspezione è praticamente assente, come se l’autrice si fosse limitata a scalfire la superficie dei suoi personaggi: l’unico di cui si può immaginare la vita interiore, in effetti, è il dottor Mesmer. E’ un vero peccato, perché questo svolgimento (che definirei sulla soglia della sufficienza) presagisce un carattere dalle molte facce. Anche Maria Theresia, con il terrore e il desiderio di riacquistare la vista, la paura del mondo e la sua passione per la musica, si sarebbe potuta distinguere e amare. Invece di lei cogliamo la fragilità, l’inconsistenza, per cui non possiamo fare a meno di compatirla, ma non riusciamo a darle un’anima tutta sua.
Credo che questa mancanza sia dovuta, in particolar modo, alla gestione piuttosto strana dei dialoghi e del punto di vista della narrazione. I primi sono, per la maggior parte, riferiti col discorso indiretto: così non solo la Walser esclude il lettore – scelta che potrebbe essere stilistica e che potrei comprendere – ma appiattisce molto i suoi personaggi, rendendo poco approfondita la caratterizzazione, come ho già detto.
I secondi sono troppo variabili e lasciano una sensazione di disorientamento.
Insomma, la prima parola che mi viene in mente pensando a questo libro è “confusionario”. Penso che l’autrice si sia lasciata prendere dal furor e non sia riuscita a rendere fruibile una storia che, di per sé, è incredibilmente interessante. Per lo meno, si percepisce la documentazione notevole e approfondita che la Walser ha raccolto per scrivere questo libro – avrei solo voluto che riuscisse a renderla in maniera più piacevole.
Come nota finale, mi preme segnalare che l’edizione Neri Pozza è davvero gioiellino. Mi piace molto questo casa editrice, trovo che sappia curare l’oggetto-libro in maniera magnifica. Oltretutto, dev’essere stato un libro complesso da tradurre (per i discorsi indiretti improvvisi e i campi repentini dei punti di vista di cui ho detto), quindi ci tengo a fare i complimenti al traduttore, Riccardo Cravero.
Sommando pro e contro, gli assegno una sufficienza, anche se un po’ stiracchiata. Penso proverò a cercare qualche saggio sulla Vienna dell’epoca e sul mesmerismo, mentre credo che io e questa autrice difficilmente ci incontreremo di nuovo.
Frasi e citazioni che mi hanno colpita…
- Ma per esperienza poteva dirle che gli alberi si interessavano davvero poco al rango. Gli alberi lasciavano sedere sotto di sé chiunque.
- Paura? ripeté lui. La paura cupa della luce? O quella abbagliante dell’oscurità?
Per oggi è tutto, miei cari lettori; alla prossima!
Sempre vostra,
Cami
Peccato! Io sono abbastanza "mesmarized" da Mesmer, e questo libro lo volevo leggere -.-
RispondiEliminaSe è proprio l'argomento in sé che ti interessa, direi che non è il libro che cerchi: delle tecniche di Mesmer non si parla molto, come ho scritto...
EliminaHai letto altri libri incentrati sul tema? Magari potresti consigliarmi qualche titolo :)
Cami, non conosco il libro né la scrittice... Ho letto che non ti ha proprio entusiasmata, una sufficienza stiracchiata che sa tanto di 6---, come ogni tanto mi dava la mia prof d'inglese!!
RispondiEliminaPerò, nota positiva, mi hai fatto incuriosire e ho letto qualcosina su Mesmer e la sua teoria! :)
In effetti la Neri Pozza è una interessante casa editrice, peccato che non dia tanto spazio agli italiani...
Buona giornata, Cami! :)
Anche io dopo aver letto il libro mi sono informata su Mesmer! Indubbiamente, la curiosità che fa nascere nei confronti di questa disciplina è un punto a suo favore. Peccato ne abbia pochi altri...
EliminaUltimamente sembra che si stia aprendo anche agli italiani, mi pare stiano portando avanti un'iniziativa per scoprire nuovi autori! Qualcosa riguardo a un concorso, se non sbaglio.
Buona giornata anche a te :)
Ma sai che ero quasi, (e lo dico piano: quasi), tentata di comprarlo..?! La verità è che essendo in fissa con Alan Rickman ed essendo "Mesmer" l'unico film in cui è l'indiscusso protagonista, avendo letto la trama.. m'è preso un accidente.
RispondiElimina"Oh gaudio! Oh giubilo!" finchè non ho letto la tua recensione. Mi sa' che opterò per un prestito interbibliotecario e fine della storia : /
Ma sai che non sapevo dell'esistenza di "Mesmer"? Dato che anche io adoro Alan Rickman, mi hai fatto scoprire una gran bella cosa!
EliminaComunque... onestamente, la scelta del prestito interbibliotecario mi sembra ottima. Anche io ho preso questo libro in prestito in biblioteca ed è stata la scelta migliore.
Però un po' mi spiace di aver spento il tuo giubilo xD
Mi piacerebbe sapere cosa ne penserai :)
Mi è piovuto tra le mani un buono Amazon da 25E e, dopo lunghi e sofferti calcoli, alla mi ero persino detta:"gioia mia, il prestito interbibliotecario ti verrà 14E, (esattamente il costo del libro), ad andartelo a prendere direttamente tu, in treno, ti verrebbe pure di meno, ma visto e considerato che non c'hai una lira... Le cose, a questo punto, sono due: o te lo compri direttamente, oppure aspetti che qualche anima pia lo metta in circolo in pdf..", quando ho riletto la tua recensione. E allora no. Buona la seconda. (Alan, ti giuro, non è stata colpa mia!! è la Camilla che ha un potere di convincimento molto convincente!! ;)) )
EliminaAhaha, povero Alan xD
EliminaComunque... davvero devi pagare per il prestito interbibliotecario?! A me è capitato solo una volta di sfruttare questo servizio, tra biblioteche della stessa zona, e non ho dovuto pagare un centesimo. Per questo non mi sembra del tutto corretto che tu invece debba pagarlo. Per caso il prestito è tra biblioteche di zone diverse? Chiedo perché vorrei capire come mai c'è questa differenza.
Ti spiego, (da ex bibliotecaria): per quelle della stessa provincia, no problem, è tutto gratis. Ma per le altre.. Dipende. A volte paghi soltanto le spese di spedizione, (per ricevere il libro e per restituirlo), altre una tariffa forfettaria, (a prescindere dal peso e dal volume, sempre a discapito tuo, chiaramente). Dipende tutto dalle biblioteche: quelle scolastiche, (parlo da quelle delle elementari a quelle delle superiori), e quelle universitarie, hanno delle convenzioni particolari e, dunque, tariffe agevolate. Ma spesso, conviene prendere il treno, leggersi il libro in una giornata, e ridarlo il giorno stesso : /
EliminaGrazie per la spiegazione! Ora è tutto più chiaro... Capisco le necessità che spingono le biblioteche a far pagare questo tipo di prestito, ma non posso fare a meno di pensare che non sia comunque la scelta migliore. Ci rifletterò su.
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