domenica 22 settembre 2013

«Lettera aperta» (quasi) in versi–una poesia dorsale [Bibliocompleanno #4]

Cari lettori, care lettrici, ben ritrovati! I festeggiamenti per il quarto compleanno di Bibliomania continuano, anche se la data esatta è passata (qui il post – vi ricordo che c’è un sondaggio di due domande per voi!); oggi prenderanno una piega un po’ particolare…
Ho deciso di cimentarmi nella creazione di una poesia per celebrare questi millequattrocentosessantun giorni insieme (un’infinità di tempo!); tuttavia, dato che io non sono granché come verseggiatrice, ho deciso di affidarmi a qualcosa la cui poeticità è riconosciuta, ovvero i titoli dei libri. Mi sono data, insomma, alla poesia dorsale. Una sorta di collage letterario, un pastiche con cui divertirsi un po’, riflettere sul tempo passato, su voi che seguite Bibliomania e sugli autori e le autrici che tanto mi hanno dato nel corso della mia vita.
È un componimento senza alcuna pretesa, creato per divertirvi e divertirmi, e spero proprio che vi piaccia e vi strappi un sorriso. Spero anche non sia troppo sconclusionato, a voler dirla tutta!
Vi consegno prima la trascrizione, e poi… be’, la poesia dorsale in sé e per sé.
Lettera aperta
Il compleanno:
un giorno.
Le avventure nel frattempo:
le cosmicomiche,
lezioni di volo per sonnambuli,
tanti piccoli pezzi di me.
Librofilia:
il colore della magia,
ode al libro,
schegge
del piacere di leggere,
il tempo ritrovato,
la lista dei desideri
(la storia infinita).
L’amore dorme nel petto del poeta
in alto a sinistra:
la controvita,
il giardino segreto.
Cielo nostro -
Io e te,
l’inventore di sogni,
molto forte, incredibilmente vicino.
Camilla e i suoi amici:
un mucchio di giorni così,
il giudizio degli altri,
qualcuno con cui correre,
grande amore.
E un’altra cosa…
addio, e grazio per tutto il pesce.


PARTE1c
PARTE2
PARTE3
PARTE4

Un abbraccio,
Cami

giovedì 19 settembre 2013

Quattro anni + migliaia di pagine + un centinaio di post = un incalcolabile insieme di esperienze (e due domande per voi) [Bibliocompleanno #3]

In alto i calici, lettori e lettrici!

Fingiamo, per un momento, che io possa offrire un flûte di champagne a ognuno di voi; che possa ringraziarvi tutti di persona, con un sorriso e un abbraccio. In fondo, è l’unica cosa che manca davvero a questo compleblog – la possibilità di festeggiarlo dal vivo, insieme a voi che avete reso questi quattro anni così particolari e intensi.

Senza i lettori del blog, senza i vostri commenti e le vostre osservazioni, questo piccolo luogo non avrebbe motivo di esistere: lo ripeto ogni anno, continuerò a ripeterlo finché Bibliomania andrà avanti. Quindi lasciate che io dedichi a voi questa prima parte del post “ufficiale” del Bibliocompleanno, lasciatevi ringraziare ancora una volta.

IMMAGINE POST 4° COMPLEBLOG DEFINITIVO

Non ricordo bene quali fossero le mie aspettative, quattro anni fa – ovvio, puntavo a un progetto a lungo termine; ma non è raro che i buoni propositi finiscano nel dimenticatoio e che i progetti arranchino. Invece, tra alti e bassi, mesi proficui e periodi infruttuosi, siamo arrivati sino a qui. Ritengo sia un traguardo importante, perché quattro anni non sono solo una piccola eternità online, ma cominciano ad essere un quantitativo di tempo significativo anche per il “mondo reale”.
Non vi parlerò ora del mio bilancio di questi anni, perché ho preferito dedicargli un post apposito; ci sono alcune riflessioni che vorrei condividere con voi e desidero che abbiano il giusto spazio. Inoltre, questo vuole essere solo un post di ringraziamento, di gioia e di esaltazione: oggi dobbiamo festeggiare e basta, i pensieri li affronteremo nei prossimo giorni!

Vorrei ringraziarvi ancora per tutti i vostri commenti, per gli scambi d’opinioni, per i titoli consigliati e sconsigliati e per tutto quello che, insomma, costituisce l’interazione tra me e voi. Ringrazio chi ho effettivamente conosciuto dal vivo e mando a loro un forte abbraccio, con la speranza di rivederli presto; ringrazio chi ancora non ho incontrato, con il desiderio di poter provvedere presto a questa mancanza.
Che posso dirvi, oggi sono piena di gratitudine e felicità! Sopportatemi ancora un po’, in fondo è un giorno speciale.

Manca solo una cosa per completare questo post e farlo rientrare nella tradizione dei Bibliocompleanni: un sondaggio. Ma tranquilli, non scappate!, non sarà il mio solito sondaggio-fiume con mille domande: ce ne saranno solo due, come preannunciato dal titolo.

Quest’anno vorrei tenermi sul semplice. Mi basta sapere se siete soddisfatti o meno di Bibliomania e sentire quello che avete da dirmi: sono certa che le vostre risposte mi aiuteranno a rendere il blog e i suoi contenuti ancora più interessanti.

E, di nuovo, Grazie. Brindiamo (anche se solo virtualmente)! A voi, al blog, e speriamo che questo sia solo uno dei tanti anni a venire.


Vostra,

Cami

mercoledì 11 settembre 2013

Top Ten Letterarie (#9) [Bibliocompleanno #2]

Buongiorno a tutti, lettori e lettrici!

Settembre procede a passo spedito, il compleblog si avvicina sempre di più (la data esatta è il 19!) e i festeggiamenti continuano: oggi è Top Ten Letterarie a vestirsi a festa e a proporvi una decina un po’ particolare, in tema con lo spirito del blog e con quello di questo mese… Signori, signore, vi presento la Top Ten dedicata ai dolci di ispirazione letteraria! Che festa sarebbe senza dolcetti, torte e candeline?

Non c’è che dire, il mondo dei pasticceri bibliofili è pieno di meravigliose sorprese.
Questa volta niente spiegazioni, solo il nome del dolce, gli autori e l’opera o l’autore cui si sono ispirati (se c’è): lascio che siano le immagini a mostrare la perizia di chi ha creato queste sculture edibili - e la loro delizia, senza alcun dubbio).

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Cliccando su ogni immagine sarete indirizzati al sito dove l’ho trovata, e cliccando sul nome del pasticcere arriverete alle loro pagine.

1. Alice in Wonderland Cake, di ArtediAmore [ispirazione: Alice nel paese delle Meraviglie – L. Carroll]

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2. Books, di Charm City Cakes [ispirazione: Opere varie di Edgar Allan Poe]

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3. Game of Higly Caffeinated Thrones, di SteamFist [ispirazione: Cronache del Ghiaccio e del FuocoGeorge R.R. Martin]

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4. The Hunger Games cupcakes, di cakecrumbs [ispirazione: Hunger Games – S. Collins]

5. Boulbys Famous Book Cakes, di Boulbys

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6. Letter monogram lollipops, di Vintage Confections

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7. Lord of the Rings cupackes, di Wir machen cupcakes (München) [ispirazione: Il Signore degli Anelli – J.R.R. Tolkien]

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8. Book cake, fotografata da Lesley Smith

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9. Harry Potter Sorting Hat cake, di Love to cake [Harry Potter – J.K. Rowling]

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10. Shakespeare on toast, di fieldmouse

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Sì, lo so, l’ultimo non è un dolce, ma spero mi concediate questa piccola deviazione di percorso in onore di Shakespeare: non vorrete mica escludere il Bardo dalla lista, vero?!

Per oggi è tutto: spero che questa carrellata ad alto contenuto di zuccheri vi sia piaciuta e vi abbia fatto divertire. Personalmente, li adoro: vorrei tanto assaggiarli.

A presto risentirci con altri post dedicati al compleblog!


Vostra,

Cami

sabato 7 settembre 2013

Tre gradi (#7) [Bibliocompleanno #1]

Buongiorno a tutti!

Come promesso, cominciamo con questo post a festeggiare i quattro anni di Bibliomania. Incredibile, vero? Aspettatevi rubriche a tema e post speciali… ma non vi dirò altro: sarà una sorpresa! Questo è un traguardo a cui tengo molto e spero di dargli, in questo modo, il giusto risalto.

Partiamo subito con Tre gradi e con un terzetto tutto dedicato al tema del compleanno e dei festeggiamenti.

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PRIMO GRADO
Il libro che ho scelto è…

Lettere di compleanno - T. Hughes

Lettere di compleanno di Ted Hughes
1999 – Mondadori (originale: Birthday letters – 1998 – Faber & Faber)

11 febbraio 1963: Sylvia Plath, moglie di Ted Hughes, si suicida. Lascia a Ted due figli e l'ombra di un dolore che lo sprofonda nel silenzio. Dopo 35 anni, Ted Hughes rompe il silenzio e tutto lo strazio della perdita esplode nella bellezza di versi tersi e compressi. È così che nasce qesto canzoniere moderno per l'amata scomparsa, che dopo Beatrice e Laura, aggiunge il nome di Sylvia Plath al pantheon della lirica d'amore. Il mistero della morte si confonde così in questo libro con il mistero della poesia e la parola, penetrando nel tessuto vivo del dolore, incontra il suo nemico capitale e lo sconfigge.

Perché è nella Lista dei Desideri? All’inizio (parlo di anni fa) mi ha attratta proprio il titolo – le lettere sono un modo di comunicare molto personale, il riferimento a un non ben precisato compleanno le rendeva ancora più intriganti. All’epoca il nome dell’autore mi diceva poco – ed è per questo che per un po’ non ci ho più pensato. Mi è capitato di nuovo tra le mani qualche tempo fa e ho finalmente fatto due più due, collegando Hughes, la Plath e la loro relazione; il che non ha fatto altro che acuire il mio desiderio di leggere questa raccolta di poesie.


SECONDO GRADO
Collegamento molto semplice, sempre sulla scia della parola “compleanno” nel titolo.

Buon compleanno Malcolm - D. Whitehouse

Buon compleanno Malcolm di David Whitehouse
2011 – ISBN (originale: Bed – 2011 – Canongate)

Malcolm è un bambino vivace e intelligente, e la sua famiglia si aspetta grandi cose da lui. Ma il giorno del suo venticinquesimo compleanno Mal va a letto, deciso a non alzarsi mai più. Il suo corpo si trasforma in una massa informe di carne e pieghe, imbottito dei pasti infiniti che la madre gli serve senza sosta. Attorno a lui cresce la curiosità morbosa dei mass media, mentre l'ex fidanzata, i genitori e il fratello cercano, in un modo o nell'altro, di dare un senso alla loro vita e alla folle ostinazione di lui. "Buon compleanno Malcolm" è il ritratto di una famiglia impossibile da dimenticare, un libro surreale sulla gioventù perduta e le aspettative tradite.

Perché è nella Lista dei Desideri? Ho scoperto questo libro mentre girovagavo in libreria – una delle mie attività preferite, ça va sans dire. La copertina mi è piaciuta subito, per le scelte a livello cromatico, tipografico e di design in generale (ISBN non delude mai su questo fronte, le loro belle copertine sono come un marchio di fabbrica). L’ho preso tra le mani, l’ho osservato un po’, ho letto la trama e mi sono lasciata convincere dall’idea dell’autore!


TERZO GRADO
Amo festeggiare i compleanni: sono sempre un’occasione per divertirsi, riunire tutti i più cari amici e lasciarsi andare ai ricordi dell’anno passato, progettando allo stesso tempo i piani per il futuro. Alcuni scrittori sapevano come festeggiare, poco ma sicuro; tra questi, ce n’è uno in particolare che amo molto…

Festa mobile - E. Hemingway

Festa mobile di Ernest Hemingway
1964 – Mondadori (originale: A moveable feast – 1964 – Scribner’s)

Il fantasma di Parigi, dove Hemingway soggiornò tra il 1921 e il 1928, accompagnò lo scrittore per tutta la vita, tornandogli prepotentemente alla mente soprattutto a partire dal 1957 quando, ormai malato, si fece urgente il bisogno di dedicare a quella città in cui era stato "molto povero e molto felice" il suo ultimo romanzo, rimasto incompiuto nella stesura finale e pubblicato postumo. Celebrazione della "vita intesa come una fiesta", ricca ogni giorno di nuove esperienze e nuove illusioni,Festa mobile ci racconta di bistrò, marciapiedi, bevute, oppio, corse dei cavalli, campioni di ciclismo con tanto di baffi.
Di snobismo letterario e sociale, di una fame che diventa scuola e disciplina, di cose pulite e cose meno pulite.
Parigini, americani, e sopra tutto lei, Parigi. È un libro di ricordi, e molto di più: l'opera d'addio che dà l'estrema misura di un attaccamento insuperabile alla giovinezza, all'energia di vivere, agire ed esprimersi come scrittore.

Perché è nella Lista dei Desideri? Come vi ho detto nell’ultima Top Ten, Hemingway è uno degli autori di cui vorrei completare la bibliografia; inoltre, vorrei approfondire anche quella che è stata la vita di questo autore, e Festa mobile è perfetto per questo, essendo un’auto-biografia romanzesca dedicata al suo periodo parigino.


Per oggi finisce qui: cosa ne dite di questo trio, c’è qualche libro che avete letto o che desiderate leggere?

Presto saranno online i prossimi post in onore del Bibliocompleanno: spero diano vita a una celebrazione all’insegna del sorriso e del divertimento.

È bello, davvero bello, essere ancora qui con voi a festeggiare!

Vi mando un abbraccio,

Cami

martedì 3 settembre 2013

Alentejo blu–Monica Ali

Titolo:Alentejo blu (originale: Alentejo blue)
Autore:Monica Ali

Anno:2006

Editore:Marco Tropea Editore
Traduzione:Lucia Fochi
ISBN:88-438-0592-4

Pagine:255

Trama:
Mamarrosa è una piccola cittadina dell’Alentejo, una regione del Portogallo. Qui vivono diverse famiglie, diverse persone, ognuno con i suoi problemi, i suoi amori, i suoi sogni; ognuno con un rapporto diverso con Mamarrosa, che è assieme paese natio e luogo da cui scappare.

Se dovessi rendere graficamente i contenuti di questo libro, sia per quanto riguarda quella che considero la qualità oggettiva, sia secondo il mio personale gradimento, credo che sul piano cartesiano ci sarebbe una bella curva discendente. Si parte da un inizio veramente accattivante e ben scritto per arrivare a un finale in cui la scrittura sembra non essere più così brillante e la storia ha perso gran parte del suo mordente: un peggioramento lento e costante, non ascrivibile a un determinato capitolo ma chiaramente percepibile dal lettore.

In tutta onestà, credo che parte di questa sensazione sia data anche dalla realizzazione, col passare delle pagine, che quello che si sta leggendo non è un vero e proprio romanzo; lo definirei, piuttosto, una collazione di diversi capitoli di media lunghezza dedicati a vicende che accadono nello stesso luogo (Mamarrosa, una cittadina lusitana). I protagonisti cambiano ad ogni capitolo e le loro storie sono legate solo da fili sottili, tanto da dare un senso di frammentarietà al libro: non so se fosse nelle intenzioni dell’autrice la creazione di una narrazione di questo tipo – a questo punto c’è da sperarlo, altrimenti non si spiegherebbe una scelta del genere. Tuttavia, se così stanno le cose, mi chiedo perché non si sia diretta subito verso la forma del racconto, che a parer mio avrebbe permesso di focalizzarsi meglio sui personaggi di ciascun segmento, senza lasciare nel lettore la sensazione di averli abbandonati indietro.
I capitoli hanno anche delle conclusioni tali, nella maggior parte dei casi, da essere perfettamente plausibili come “forme chiuse”; è la nozione di trovarsi di fronte a un romanzo che crea in chi legge l’aspettativa di ritrovare i personaggi presentati, e l’aspettativa disattesa, in questo caso particolare, è risultata piuttosto fastidiosa.
Alla fine si ha una sorta di ricongiungimento, tuttavia mi è parso un espediente poco riuscito, che non ha dato compattezza al materiale narrativo precedente.

Un vero peccato perché i primi capitoli e i loro protagonisti (Joao, Rui e Vasco), come ho accennato più su, mi sono sembrati più interessanti e meglio sviluppati dei personaggi che popolano le ultime parti, e mi chiedo cosa abbia portato l’autrice a perdersi per strada.  E’ come se si fosse lasciata distrarre dai troppi punti di vista che era andata a creare - benché la narrazione mantenga sempre un narratore in terza persona e, quindi, un certo distacco dai personaggi (salvo un capitolo in prima persona, che si sarebbe potuto evitare, dato che non porta a un gran cambiamento stilistico o a una visuale poi tanto diversa).

Lo stile, come ho detto, sembra soffrire dello stesso problema: parte con un buon passo e poi non riesce a reggere il ritmo. In generale, tuttavia, non mi è dispiaciuto; mi ha irritata il fatto che si sia fatto sempre meno interessante nel corso delle pagine, ma anche nel momento meno vivace si è mantenuto tutto sommato ad un livello di piacevolezza che ha reso questa lettura meno pesante di quanto, forse, ho lasciato trasparire dalle mie parole precedenti. Senza contare che, negli ormai famosi primi capitoli, mi ha davvero catturata.
Penso avrei potuto apprezzarlo ancora di più se si fosse dedicata ancora più attenzione all’ambientazione: il Portogallo è una terra particolare, che ho visto di sfuggita e che mi sarebbe piaciuto ritrovare in maniera più intensa tra le pagine.

Non so se leggerò mai qualche altro libro di Monica Ali; dai commenti che ho raccolto in giro, questo è quasi all’unanimità uno dei suoi lavori più deboli. Visto che uno dei suoi libri (Sette mari tredici fiumi, pubblicato sempre da Tropea) era nella shortlist del Man Booker Prize, potrei provare a leggerne le prime pagine; lo devo ai primi capitoli che tanto mi sono piaciuti e che spero di vedere replicati, in forma più estata.


Voto: 
 
           6

Frasi e citazioni che mi hanno colpita…

  • João sentiva Rui respirare. Sentiva il cuore di Rui che batteva, o forse era il suo stesso cuore che esplodeva nel torace. […] Il suo desiderio era talmente forte da sembrare odio.
  • Il profumo dell’eucalipto consacrava la giornata mentre il calore saliva dal terreno. Da qualche parte un cane cominciò a guaire. Gli alberi di sughero erano riservati. […]
    Abbassò lo sguardo sugli escrementi di una qualche vecchia capra e pensò ai manifesti sparsi per il villaggio. Dicevano PCP a grandi lettere rosse. Una falce e un martello stavano fieri nell’angolo in alto. VALEU A PENA LUTAR!
    E’ valsa la pena lottare! Cinquant’anni prima gli uomini morivano per il diritto di dirlo. Anche quelli che restavano vivi morivano un po’.
  • Un cuculo gridò, tacque e ricominciò. Un uccello, pensò João, non deve pensare a cosa farà dopo. Quella riflessione lo colpì con una forza incredibile, come se non gli fosse mai passata per la mente. Un uccello sa sempre come si sente. Se ha fame va in cerca di cibo. Se ha paura, vola via. Se ha bisogno di un compagno, lo trova. O ha fame o non ha fame. O ha paura o non ha paura. Sa quando tacere, e sa quando cantare.
  • Per ogni tesi ne esiste una opposta. Se non fosse così il mondo sarebbe un luogo felice. […] Alcune persone hanno il dono di avere una visione parziale. Sono quelli che raggiungono la grandezza. Noialtri – Vasco gira la testa e si vede riflesso nella vetrina, fluttuante con la candela di un mare nero – noialtri dobbiamo cercare di cavarcela.
  • Il suo corpo non cessa mai di stupirlo. Dovrebbe averne il controllo, ma è un concetto assurdo. In tutto quel ribollire e stridere e gonfiarsi e colare lui non ha voce in capitolo.
  • Vasco ascolta il motore che si allontana. Il rumore si fa sempre più debole ma non scompare. Viene dal petto. Non scomparirà finché lui non prenderà l’inalatore o finché smetterà di respirare del tutto.
  • A volte penso di non esistere veramente. Mi affondo le unghie nella pelle per vedere se ci sono davvero, lo sto facendo adesso, ed è bello quando esce il sangue perché prova qualcosa e non si può solo credere e basta, bisogna avere le prove.
  • «Una vita non è mai semplice» disse Marco. «E una storia non è mai vera.»


P.S. Questo Settembre non sarà un mese come gli altri: Bibliomania compirà quattro anni! Incredibile, vero?
Tra pochi giorni cominceremo a festeggiare il compleblog con dei post che, spero, sapranno divertirvi e incuriosirvi – tutti a tema compleanno, ovviamente, altrimenti che festeggiamenti sarebbero?