Titolo:Il Fiume Scorre in Te
Autore:Bianca Rita Cataldi
Anno:2011
Editore:BookSprint Edizioni
ISBN:978-88-6595-169-9
Pagine:362
Trama:Dani è una ragazza come tante altre che, però, passa ogni sera in stazione: attende Ale che, pur avendo promesso di tornare, non si è più fatto vedere. Ma una sera, solo in apparenza come tutte le altre, Dani sale su uno strano treno che non aveva mai visto prima e comincia un viaggio che le rivelerà molto non solo sull’amato, ma anche su di sé.
L’opera d’esordio di Bianca Rita Cataldi è molto particolare, perché si avvale di un espediente narrativo che ricorda da vicino il realismo magico tipico degli scrittori sudamericani, facendolo tutto suo e riadattandolo ad una storia d’amore tutt’altro che banale. Come ho scritto nella trama, infatti, l’avventura di Dani parte salendo su un treno “particolare”: un vagone che viaggia nel tempo, ma solo lungo episodi fondamentali (impersonati da delle bambole che ho trovato un po’ inquietanti) nella vita di Alessandro, il ragazzo di Dani, che è sparito dopo aver promesso di tornare dall’Accademia in cui è andato a studiare. L’idea di questo itinerario sui generis è ben congegnata e sfruttata al meglio, ovvero senza esagerare: mi è proprio piaciuto come l'autrice l’ha inserita nel contesto del romanzo – che, sia chiaro, non ha altri elementi “fantastici”.
Inoltre, il fatto che i vari passaggi non siano movimenti scelti da Dani, ma parti di un percorso ben preciso (e immutabile) nella vita di Ale, hanno permesso di non doversi concentrare troppo sulle spiegazioni riguardanti il mezzo (del genere “come funziona?”, “dove può andare, cosa può fare?”, “se tornassi indietro in un punto focale della storia?”, eccetera eccetera), quanto piuttosto sui fatti di cui Dani sarà testimone. In genere avrei preferito più informazioni, ma ogni romanzo ha la sua economia e, in questo caso, l’autrice ha fatto una buona scelta.
La protagonista, inoltre, non affronterà l’avventura da sola: che viaggio-crescita sarebbe, in fondo, senza la presenza di una guida? In questo caso, a condurre la nostra Dani c’è Massi, che si scoprirà poi essere un vecchio amico di Ale. Ho apprezzato che, nonostante il suo ruolo, non si sia posto come “superiore” a Dani (anche se all’inizio dovrà far uso di qualche sotterfugio e di un po’ di pressioni per convincere la protagonista a compiere il suo viaggio) ma le si sia affiancato, come un amico: il loro rapporto è realistico, nasce in modo un po’ inusuale ma si sviluppa verosimilmente. Solo in alcuni punti mi è sembrato descritto in modo un po’ sopra le righe, ma c’è da dire che questo è pienamente nello stile di Dani, che è la voce narrante della storia.
Dani, infatti, è molto appassionata e dotata di un carattere caparbio, caratteristiche che la rendono interessante agli occhi del lettore e piacevole da seguire; ma è anche fin troppo emotiva, secondo me, e credo che l’autrice si sia lasciata trascinare troppo e abbia calcato la mano nelle descrizioni di alcuni suoi sentimenti. Un esempio su tutti: la nostalgia fulminante che Dani prova nei confronti dell’amica Alice - eccessiva per il momento in cui viene descritta, visto che non la vede da appena un paio d’ore, ma ne parla come se fossero passati mesi.
E’ un difetto, tuttavia, che il lettore può perdonare, visto che per il resto è un personaggio tridimensionale; non si può dire lo stesso, invece, per altre due figure fondamentali della storia, ovvero Ale, il famoso fidanzato, e Eleonora (di cui non posso svelarvi molto, per non incorrere in fastidiose anticipazioni).
Il primo è presentato in modo fin troppo ambivalente: Dani, com’è ovvio, lo mostra sotto una luce positiva, solo leggermente ambigua, forse in parte dettata dal sentimento, ma generalmente portata agli occhi del lettore come veritiera; mentre nel corso della narrazione ci vengono raccontati episodi della vita di questo ragazzo che, in tutta onestà, fanno pensare quasi a un mostro – viene da chiedersi come Dani abbia fatto a innamorarsi di lui. Tra l’altro, proprio la scoperta e il superamento di questi eventi costituiscono parte fondante della trama e, non fosse che così rovinerei la lettura a chi ancora non conosce il libro, avrei parecchie cose da dire sul giudizio e sulla coscienza di Dani…
La seconda, invece, ovvero l’Eleonora cui accennavo prima, è praticamente perfetta. Buona, gentile, talentuosa, innamorata in modo puro e semplice, debole – ma di quella debolezza che ispira protezione e affetto. Credo che si siano volute enfatizzare queste sue caratteristiche per dare più pathos ad un determinato avvenimento del libro: il procedimento in parte riesce, ma rende un po’ troppo angelico e poco credibile il personaggio. Tuttavia, il fatto che non abbia suscitato odio profondo nella sottoscritta (come succede di solito coi personaggi “perfetti”) mi ha anche dato prova che Eleonora avrebbe potuto dare molto di più, con la giusta revisione.
Per quanto riguarda lo stile, devo dire che quello dell’autrice è molto personale, scorrevole e poetico: le uniche pecche sono la tendenza ad essere ripetitivo (un vero peccato, perché ci sono immagini originali e bellissime) e la presenza dell’autrice che talvolta traspare troppo dalle parole. Mi spiego meglio: in alcuni passaggi mi è sembrato che venissero espressi i pensieri personali dell’autrice piuttosto che quelli della protagonista. Non è strano che questo avvenga, a livello più o meno conscio, ma è compito dell’autore fare in modo che queste occasioni di riflessione siano percepite dal lettore come spunti del personaggio; cosa che, appunto, a volte qui non succede. Credo sia ancora più fondamentale che non ci sia una “rottura dell’equilibrio” in libri del genere, dove la storia richiede la sospensione dell’incredulità da parte di chi legge: la sensazione di straniamento, per quanto blanda, rallenta la lettura.
E’ stato onestamente difficile per me scrivere questa recensione, perché si può dire che conosco Bianca Rita (attraverso il suo blog, da cui ho scoperto della catena di lettura di questo suo esordio); volevo esprimere il mio giudizio evitando il rischio di sembra troppo buona o, per ipercorrettismo, troppo cattiva. Spero di essere riuscita a veicolare la mia opinione e, soprattutto, spero proprio che Bianca continui a scrivere, perché credo che abbia ancora tanto da dare e che ci siano le basi per un miglioramento eccezionale, visto che questo suo romanzo d’esordio, sebbene abbia i difetti di cui ho parlato sopra, ha anche indubbi pregi ed e, alla fine, una lettura piacevole.
Voto:
6,5
Frasi e Citazioni che mi hanno colpita…
- Mi sono innamorata di lui perché guardava lontano.
- Tu mi hai dimenticato. Vorrei che fosse una domanda, ma ho smarrito il punto interrogativo.
- La verità è che siamo pieni di dighe, dentro, ma ci accorgiamo della loro esistenza solo quando si rompono, e tutto quello che avevamo cercato di arginare irrompe nella sua meravigliosa potenza.
- Avrei voluto evitare il dubbio, è questa la verità. Mi sarebbe piaciuto continuare ad amare incondizionatamente, senza conoscere nulla della persona che amavo se non le sue maschere.
- Ogni notte, però, mi lascia qualcosa dentro: briciole di buio che si accumulano nei miei polmoni, impedendomi quasi di respirare.
Come sempre, vi auguro buone letture e spero che, visti gli sconvolgimenti di questi ultimi giorni, stiate tutti bene.
Mando a tutti un pensiero e un abbraccio,
Cami