martedì 30 ottobre 2012

Speciale: Blog Tour “Deserto Rosso . Punto di Non Ritorno”–Recensione (Fase #2: Tragitto)

Buongiorno cari lettori!
Pronti per affrontare la seconda parte del nostro viaggio interplanetario?
In questa nuova fase conoscerete più da vicino Deserto Rosso – Punto di Non Ritorno: viaggeremo verso Marte, attraverso le pagine del libro.
La nostra astronave si avvicina sempre di più all’obbiettivo!
 
SPECIALE deserto rosso
 
FASE #2: TRAGITTO

Punto di non ritorno - R. C. F. Monticelli

Titolo:Deserto Rosso . Punto di Non Ritorno

Autore:Rita Carla Francesca Monticelli

Anno:2012

Editore:auto-pubblicato

ISBN:978-14-7619-448-6

Pagine:69

Trama:Anna, astronauta dal passato meno limpido di quanto si possa pensare, è uscita con il suo rover dalla base su Marte e sa di essersi imbarcata in una missione suicida. Presto sarà troppo lontana perché l’ossigeno sia sufficiente per tornare indietro. Ma cosa la spinge ad una scelta così estrema? Quali misteri si nascondono dietro a Hera, la missione precedente, miseramente fallita?

Cosa mi aspettavo leggendo questo primo episodio di Deserto Rosso? Non lo so bene nemmeno io. Mi imbarcavo nella lettura di un libro di fantascienza (genere frequentato con piacere ma solo di tanto in tanto, senza conoscerlo bene), auto-pubblicato e di cui non erano ancora disponibili molte recensioni online. Insomma, mi sono buttata un po’ alla cieca, accettando la proposta dell’autrice… E sono decisamente contenta della mia decisione.

Partiamo subito dicendo che, pur essendo un auto-pubblicato, il libro è confezionato benissimo. Impaginazione perfetta, copertina davvero ben fatta (e molto bella anche in bianco e nero, quindi ottima per gli e-reader con tecnologia e-ink), indice con collegamenti ai vari capitoli segnalati: insomma, un lavoro certosino. Possono sembrare sciocchezze, ma contando che è stato realizzato tutto dall’autrice, con l’aiuto di pochi collaboratori, credo che valorizzare anche questi aspetti sia un riconoscimento dovuto.
Inoltre, ho apprezzato moltissimo che fosse segnalato subito, nelle prime pagine, che questa è una prima parte di quattro. L’autrice non inganna il lettore, che così sa di non potersi aspettare un finale conclusivo.
Tutti questi, però, sono fattori esterni alla storia: è meglio rendere subito chiaro, quindi, che oltre alla bella confezione Deserto Rosso propone una storia interessante, che mi è piaciuto leggere.

Sin dalle prime pagine il lettore è incuriosito e catturato dalla narrazione: la Monticelli decide di raccontarci la storia di Anna, la protagonista, utilizzando la prima persona singolare, permettendoci quindi di avere una finestra diretta sui suoi pensieri e sui suoi ricordi.
Una scelta che dà i suoi frutti, perché consente di concentrarsi sui ricordi di Anna e sulle sue sensazioni, senza contare la possibilità di creare suspense giocando con le informazioni che la stessa protagonista non conosce e che sta tentando di scoprire, creando un parallelo tra lei e i lettori, in cui cresce la voglia di seguirla e rivelare i misteri che si incontrano nel corso della storia.

Tuttavia, questo particolare punto di vista non è esente da difetti. Per farci comprendere appieno la sua ambientazione, l'autrice tende ad inserire nel corso della narrazione dei momenti di cosiddetto infodump, che stonano ancora di più quando vengono presentati come riflessioni di Anna, perché risultano poco “naturali”.
Sono parti non sempre necessarie, che spezzano il ritmo e il pathos, soprattutto nelle parti ambientate nel presente di Anna. Il lettore si trova a voler scoprire  cosa la spinge al proprio gesto definitivo e cosa si nasconde dietro alle missioni di colonizzazione marziana; in questo primo volume vengono rivelate poche cose, ci si limita a gettare le basi (che spero siano approfondite nei prossimi episodi).
Oltre a questo, trovo che l’ambientazione su Marte, per il momento, non sia stata sfruttata appieno. E’ comprensibile, visto la maggior parte del tempo siamo nel rover insieme ad Anna; tuttavia, ammetto che mi è spiaciuto. Anche in questo caso, spero ardentemente che i prossimi episodi ci forniscano più scorci marziani.

Più spazio, invece, è dedicato al delineare la personalità della nostra protagonista. La narrazione è molto introspettiva, personale, e d’altronde difficilmente poteva andare diversamente, visto il punto di vista; questo, in particolare, è sottolineato dai frequenti flashback, che ci permettono di scoprire il percorso che ha portato Anna a far parte della missione Isis e molti altri avvenimenti del suo passato (che si riveleranno complicati e piuttosto oscuri – uno, in particolare, mi è sembrato quasi troppo forte per essere del tutto realistico).
In generale, la caratterizzazione è senza alcun dubbio uno dei punti forti di Punto di Non Ritorno: non solo, come vi ho appena raccontato, di Anna, ma anche dei comprimari. Sebbene meno sfaccettati, sono tutti realistici e “umani” e questo senza dubbio è un gran pregio.

Con tutta questo parlare di introspezione, tuttavia, non vorrei passasse l’idea di un romanzo lento: la storia non è priva di colpi di scena e gli intrighi irrisolti creano una piacevole sensazione di curiosità, di voglia di sondare l’ignoto. Lo stile dell’autrice, privo di fronzoli, è più che adatto a questo scopo: usa immagini concrete ma espressive, frasi concise e dirette.

Insomma, sono presenti sia pecche, che pregi: ma alla fin fine ciò che conta è che Punto di Non Ritorno mi ha intrigata e mi ha catturata abbastanza da voler leggere Abitanti di Marte il prima possibile, sia per vedere se l’autrice è riuscita a limare gli aspetti meno riusciti, sia perché non vedo l’ora di scoprire come continueranno le avventure di Anna sul Pianeta Rosso!

Voto:
stellinestelline
           7

marte11


La seconda fase si conclude qui, l’astronave è arrivata a destinazione… ci accingiamo ad esplorare la superficie del pianeta! La terza fase, l’Esplorazione, ci permetterà di conoscere meglio Deserto Rosso e la sua autrice: non perdetevela!

 

Cami

10 commenti:

  1. Bella recensione! Sembra davvero interessante, mi piace l'idea di pubblicarlo a puntate, e mi fa piacere che l'ebook sia perfetto dal punto di vista dell'impaginazione (ultimamente mi è capitato di acquistare ebook pessimi di grandi case editrici, che tristezza!). Lo leggerò senz'altro! :)

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    1. Sono proprio contenta che tu abbia deciso di leggerlo, sono curiosa di sapere cosa ne pensi! :)
      In effetti è proprio triste che l'impaginazione digitale di certi libri sia curata poco!

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  2. Mi piacciono i libri introspettivi! E mi piace la tua recensione. In genere non amo i libri che proseguono in vari volumi, ma chissà...

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    1. Grazie Romina! :) Se deciderai di dargli una chance, sarei felice poi di sapere cosa ne pensi, ovviamente.

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  3. Grazie mille, cara Camilla, per questa articolata recensione.
    Mi spiace che tu non abbia apprezzato l'aspetto divulgativo dell'opera, che in realtà è una delle sue peculiarità ed è anche uno dei motivi che mi ha spinto a scriverla.
    I miei romanzi preferiti sono proprio quelli che oltre a intrattenerti sono in grado di insegnarti qualcosa (come quelli del "maestro" Michael Chricton) e sto scrivendo "Deserto rosso" proprio per avvicinare i lettori a Marte, vero protagonista della storia (o almeno dei primi 3 episodi). Non a caso ogni episodio è corredato di note bibliografiche che invitano all'approfondimento. La mia ambizione è di avvicinare i lettori all'interesse nei confronti di questo pianeta, tanto vicino alla Terra, e magari farne degli areofili (cioè appassionati di Marte), come lo sono io.
    È chiaro che tutto ciò ha maggiore presa su chi è interessato o almeno incuriosito dalla scienza, cosa che è vera in genere per tutti i fan della fantascienza, non necessariamente di quella soltanto letteraria.
    Da parte mia c'era la volontà di scrivere un tipo di fantascienza basata su conoscenze scientifiche reali, almeno fino a un certo punto (c'è sempre da considerare l'elemento speculativo), e tecnologie in parte realmente esistenti, anche se spesso solo a livello teorico (tieni conto che la storia è ambientata una cinquantina di anni nel futuro). Il mio senso critico scientifico mi impone di spiegare per bene al lettore come funzionano le cose su un mondo tanto interessante quanto letale come Marte.
    Il fatto che tutto ciò possa apparire innaturale è più che altro un problema di percezione. Ricordiamoci che la protagonista è una scienziata talmente fanatica di Marte da aver rinunciato a tutto per dedicare il resto della sua vita alla colonizzazione, l'esplorazione e lo studio del pianeta rosso. Credo che non sia affatto innaturale che durante un viaggio in totale solitudine di due giorni, intrapreso anche se sa che potrebbe portarla alla morte, si ritrovi a passare in rassegna tutti quegli argomenti che sono diventati l'unico scopo della sua vita.
    In realtà poi, intendiamoci, non si mette a fare una lezione, ma semplicemente, laddove serve, inserisce qua e là qualche concetto per mantenere la credibilità della storia e permetterne la comprensione in toto anche al lettore, che non è di certo tenuto a sapere tutto su Marte.
    Tutto ciò continuerà anche negli episodi successivi, che da questo punto di vista saranno senza dubbio in linea col primo. Anzi si verrà a sapere che Anna ama pavoneggiarsi della sua conoscenza e preferisce circondarsi di persone più "ignoranti" di lei proprio godere del fatto di stupirli e primeggiare su di loro. Uno dei motivi per cui si scontra con altri è proprio l'impossibilità di tenere loro testa sullo stesso campo.
    In quanto all'altra tua critica e cioè che avresti voluto vedere più scorci di Marte, be' c'è il problema che il pianeta rosso non è affatto così ricco di scorci interessanti. :( È un deserto e, a meno di grandissimi spostamenti (fisicamente impossibili per la protagonista), è per grandi distanze molto simile a se stesso. Questo è soprattutto vero nell'area che lei si trova ad attraversare (un'enorme pianura). In generale per forza di cose così come la vita su Marte è possibile solo al chiuso, questo è vero per quasi tutti gli eventi di questa storia. Laddove ci si muove all'aperto o si fanno cose noiose e ripetitive o si rischia la vita (proprio come accade a lei).

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    1. Grazie a te, Carla, per essere passata di qua e per aver lasciato questo tuo commento :)
      Cercherò di rispondere a quello che hai scritto per punti.
      Innanzitutto, non è che io non abbia apprezzato l'elemento divulgativo - anzi, come spero tu abbia notato dalla prima puntata, in effetti sono diventata un po' "areofila"! Solo, mi è sembrato che in alcune parti l'aspetto divulgativo sia stato inserito in modo un po' troppo invasivo, inficiando il ritmo narrativo - che in fondo, in un romanzo, è l'obbiettivo primario :)
      In compenso, sono felice di sapere che tutto questo ha a che fare anche con la tendenza a pavoneggiarsi di Anna: in questa prima parte non era così chiaro che fosse un tratto del suo carattere così marcato e quindi molte delle spiegazioni, in effetti, assumono un altro sapore.
      Poi... mi spiace che non si potrà vedere molto di Marte! Capisco le tue motivazioni e quindi mi va bene così, però ammetto che un po' ci speravo ;)

      Continuo la risposta sotto il tuo secondo commento!

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  4. Infine, a conclusione di questo lungo commento (ho dovuto persino dividerlo in due: perdonami l'intrusione :) ), credo di aver intuito quale aspetto tu abbia trovato un po' sopra le righe ;)
    Ti invito a questo proposito a mettere da parte la tua esperienza di lettrice di storie, ma provare a entrare nei panni dei personaggi come persone. Mentre nella narrativa il più delle volte pare esistere una sorta di karma, che distingue il buono dal cattivo e per cui il secondo alla fine si trova a soccombere, in un modo o nell'altro (cosa che odio, visto che patteggio sempre per il cattivo ;) ), questa storia cerca di staccarsi il più possibile da tutto questo e lo fa volutamente. Lo scopo che mi sono prefissata è esplorare i lati più oscuri dell'animo umano, che, nelle circostanze in cui si trova la protagonista, ma anche gli altri personaggi, vengono fuori liberamente, proprio per mancanza di giudizio o limite esterno (quale limite esiste stando da soli in un pianeta deserto?). In questo modo voglio rendere i personaggi imprevedibili, egoisti e cattivi, come ognuno di noi è almeno a livello di pensiero, se non di azioni. Ciò che Anna fa nel primo episodio è solo un antipasto delle sue azioni e dei suoi pensieri dei successivi, che non sono altro che quelli di una persona che fondamentalmente mette sé stessa prima di tutto, anche dell'umanità intera.
    Insomma avrai capito che è un personaggio tutt'altro che positivo, ma la sfida è proprio farlo amare comunque al lettore. Spero di esserci riuscita finora e di continuare a farlo nei prossimi episodi :)

    Ti voglio inoltre ringraziare, in particolare, per l'elogio alla parte tecnica del libro. Come lettrice non faccio mai distinzione di editore nella scelta di un libro, l'unica cosa che guardo è la trama e poi giudico in base al mio gradimento di quest'ultima. Do per scontato che il confezionamento del libro sia ben fatto. Purtroppo ho trovato tantissimi libri di grandi editori (es. Mondadori) confezionati malissimo.
    Credo che sia un obbligo di tutti gli autori indipendenti creare un'opera uguale se non superiore in qualità tecnica rispetto alla media di tutti i libri (e nel dettaglio gli ebook). Infatti non è corretto dire che il mio libro non abbia un editore. Il mio libro un editore ce l'ha eccome: sono io, come è scritto su tutti i retailer (Amazon, inMondadori, Kobo, iTunes ecc...). Ho coordinato personalmente tutta una serie di persone (compresa me stessa) per la preparazione di questo prodotto e l'ho fatto con una serietà e un impegno molto superiore di una buona parte degli editori tradizionali (quelli che si differenziano da me solo per avere una partita IVA da editore e, alcuni - pochi-, per avere dei fondi da investire in promozione e cose simili). Per questo motivo io sono dell'opinione che una scarsa qualità tecnica non debba essere mai giustificata, neppure se si parla di un autore indipendente, perché, se un autore decide di scegliere questa strada, ha il dovere di prendersi tutte le responsabilità del caso.

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    1. Figurati, non devi scusarti! E' raro poter discutere così approfonditamente di un libro con il suo autore - per me è un vero piacere :)

      Per quanto riguarda "l'aspetto sopra le righe", qui temo di essermi espressa male io... Non sono nemmeno io fan del "karma" che a volte sembra fin troppo bilanciato nei libri di narrativa, né delle figure tutte bianche o tutte nere; ciò che ho trovato un poco eccessivo è che questo fosse il culmine di una serie di avvenimenti e scelte che mi hanno fatto pensare "ma cavolo, tutto a lei succede!". Non è quindi la sua reazione hai fatti che mi ha dato problemi (anzi, mi ha stupita positivamente), ma proprio il fatto che sia costretta a subire tanti "colpi bassi". C'è da dire che però anche in questo caso si potrebbe dire che, purtroppo, c'è a chi capita per davvero di dover combattere per tutta la vita, quindi... diciamo che è solo la mia personale reazione, non un dato oggettivo :)

      Concordo con il tuo discorso sulle responsabilità di un autore che si auto-pubblica, in toto.

      E con questo ti saluto e ti ringrazio di nuovo!

      P.S. ho pubblicato la terza parte :)

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  5. Devo dire che forse sei la prima persona che vede in Anna una un po' sfigata (haha). Be', vedrai che la ruota girerà e poi diciamo che tutta la prima puntata soffre del punto di vista un tantino estremo nel vedere le cose della stessa Anna, che spesso tende un po' ad autocommiserarsi. Ti assicuro che non è per niente da prendere come oro colato ;)

    Ancora grazie!

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    1. Davvero? Sono sorpresa xD
      E non sai quanto mi piacciono i "narratori inaffidabili", sono proprio curiosa di scoprire cosa ci nasconde Anna!

      Di nuovo, grazie a te :)

      P.s. ieri ti ho risposto verso il tardi e quindi ho scritto alcune cose che mi fanno rabbrividire gli occhi, ti prego di ignorarle :)

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